i racconti erotici di desiderya

La stanza di musica…

Autore: Prettygood
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La Stanza di musica…

Questo racconto è una mia esperienza vissuta da giovane nelle ore pomeridiane a studiare musica…Alla fine sono diventato comunque un “musicista”. Ero cosciente di ciò che fosse il sesso veramente, ero giovane ma non così tanto da non capire ciò che stavo facendo o cosa avrei lasciato fare. Erano anni che giocavo con miei coetanei nel primo pomeriggio e con i quali ci siamo spinti pian piano oltre il dovuto….L’esperienza che racconto non mi ha segnato, non mi ha destabilizzato, mi ha fatto al contrario divertire e fatto fare sogni erotici che ancora oggi ogni tanto mi accompagnano la notte. Il fatto che lo scriva qui come racconto, in un portale del sesso, è solo perché l’argomento, in un contesto semi ordinario non verrebbe minimamente compreso.

L’approccio è stato dei più soft, ovviamente. Frequentavo non assiduamente quell’ambiente ma ci capitavo spinto dalla famiglia a frequentare per darmi da fare, per non stare sempre per strada a giocare a calcio e per dare una mano al prossimo. Mi presentavo quasi sempre con il mio strumento per accompagnare il canto alle prove e per suonare in certe circostanze. Capitò per caso, a posteriori non so quanto, che Lui mi chiese di andare un pomeriggio, primissimo pomeriggio, a trovarlo perché doveva farmi sentire delle nuove canzoni e prepararle.

La stanza era grande, con due finestrone ad arco che davano su di una corte interna con vetri colorati e disegni tipici, una grande scrivania piena zeppa di documenti ed oggetti. La sua poltrona spalle muro e due sedie di legno davanti. Sul lato opposto c’era un un divanetto “un po’ trasandato con un tavolino davanti. Entrambi gli oggetti divennero in futuro oggetto di sessioni tutt’altro che di musica. A parete alle spalle della sua scrivania tante fotografie di “eventi”, scampagnate, incontri con persone e foto di famiglie. Una bacheca poi con tante cartoline da ogni dove.

La cosa che mi ricorderò per sempre del primo “vero” incontro fu il suo passo un po’ pesante verso di me che mi salutò con un bacione sulla guancia accompagnato da una carezza in testa che mi invitò ad entrare.

Chiuse la porta dietro di me.. Sento ancora il click della porta, la mandata, la chiuse a chiave.

Ero in tuta da ginnastica, quelle adidas, il tessuto liscio un po’ umido e dentro un po’ freddine…maglietta e scarpe da ginnastica un po’ bagnate. Era primavera ma pioveva e la luce nella stanza era fievole. Vestiva un “mantello” che sapeva di polvere a guardarla ed al contempo mi creava imbarazzo e reverenza…

“Ma guarda li, hai tutte le scarpe bagnate..ed anche il giubbino…toglili che li mettiamo sul termosifone ad asciugare!” Onestamente non so se fossero accesi i termosifoni, non ebbi il coraggio di muovermi, ero letteralmente pietrificato in piedi al centro della stanza un po’ per i brividi sulla pelle un po’ perché comunque era una persona da “rispettare”.

Mi fece sentire delle musiche ed il volume tutto sommato non era così basso. Solo dopo mi son fatto l’idea che il volume era servito per “nascondere” a chi passava fuori nel corridoio i nostri dialoghi.

In realtà alla fine non suonai, non me lo chiese, ci limitammo a sentire le canzoni.

Si mise a sedere sulla sua poltrona ed io sulla sedia davanti a lui ma era talmente evidente che mi stavo “rassegando” dal freddo che mi disse “vieni qui mettiti a sedere sulle mie ginocchia”…1,2 e 3 mi ritrovai seduto su di lui. Strofinò le sue mani bollenti sulle mie braccia per riscaldarmi e la cosa funzionò. Il suo abito era “pesante” e le sue gambe anch’esse calde. Sentivo caldo sotto le cosce ed al sedere..

“Che braccia forti?!” mi disse, “che sport fai”…da li aprì un cassetto in basso a sinistra della scrivania e tirò fuori una scatola di cartone senza coperchio, dove dentro c’erano alcune musicassette e delle foto. “Ora ti faccio sentire delle altre canzoni!”..la scatola rimase li davanti a me e cominciai a scrutare dentro..Lui intanto si muoveva sotto di me per avvicinare il mangianastri che era sulla scrivania. Sentivo il suo torace contro la mia schiena e pensai come fosse “robusto” forse un po’ fuori peso.. controllato.

Cambiò cassetta e si accorse che stavo guardando dentro la scatola e..”hai visto che belle foto?” C’erano delle immagini di miei coetanei in costume…in mutande, nessuna di esse trattava nudi. “Queste foto le ha fatte un mio amico pittore che abita in centro, perché ritrae persone (tirò fuori dalla scatola anche delle foto di adulti uomini e donne che a suo dire avevano posato per l’artista), ed ovviamente i fisici dei “modelli o modelle” devono essere interessanti altrimenti lui non si appassiona ed i quadri e poi…chi li comprerebbe?!” e si fece una grossa risata…

“tu apparte le braccia e le spalle” mentre mi parlava passò le sue mani sulle mie braccia, poi le spalle..poi sul petto e l’addome e poi la schiena fin dove poteva perché ero seduto su di lui “il resto ad esempio le gambe come sono? Forti come il resto?” Risposi di si, di sport ne facevo e giocavo a calcio oramai da anni…”Dai, fammi vedere, sempre che tu voglia e ti faccia piacere ma soprattutto che ti possa interessare posare per un pittore!” mi spogliai…un po’ imbarazzato sia nei movimenti che ovviamente tra le gambe.. I brividi sono letali da questo punto di vista per noi maschi…fa fare delle figuracce, a seconda delle occasioni. Ma questa non era l’occasione giusta. Rimasi in mutande con una evidente erezione..”ah! cosa fa il freddo” disse.. “ma non ti preoccupare non mi scandalizzo”…Era ancora seduto sulla sua poltrona ed io davanti a lui tra il muro e la scrivania….Mi disse di avvicinarmi e per aiutarmi nell’impresa mi mise una sua mano dietro la schiena, molto prossima all’altezza del sedere e mi tirò a Lui. Guardai per una frazione di secondo..poi alzai gli occhi verso la parete e guardai le foto a parete..Sentivo le sue mani toccarmi e massaggiarmi le gambe..la sua mano sinistra mi teneva sempre da dietro sempre sulla schiena. Non scendeva ma non saliva..mentre la mano destra mi perlustrava…la sentivo correre nella coscia interna, poi esterna..poi il fianco..poi lo stinco, il ginocchio…..poi il linguine poi la sentii scivolare nel boxer ed accarezzarmi le palle….Con la coda dell’occhio lo osservai e vidi che mi stava guardando…. ma non incrociammo lo sguardo…Nello stesso momento la sua mano dalla schiena scese sul sedere….Lui non parlava più… nessuno parlava..si sentiva solo la musica…ed io guardavo fisso le foto sul muro e la finestra davanti a me tutta colorata. Sentii umido al pisello e mi resi conto che era nella sua bocca…e lo sentivo scorrere dentro…Morbido dentro…caldo…Avevo i capezzoli impietriti di marmo…le gambe mi tremavano…e la sua mano sinistra darsi un gran da fare intorno al mio sedere. L’altro obbiettivo era lì..vicino. A forza di ciucciarsi le dita alla fine riuscirono ad entrare di dietro…le alternava. Dita grandi…robuste…il medio lo sentivo “enorme”…

Sapeva che oramai era fatta…che mi andava bene quello che sarebbe accaduto e che poteva osare. Lo sapeva probabilmente da sempre, mi avrà studiato chissà da quanto tempo prima di quell’appuntamento..

“girati adesso…” sussurrò a bassa voce e mi aiutò a voltarmi di schiena a lui mettendomi le sue mani sui fianchi e girandomi…sentii scivolare giù il boxer fino ai piedi…in caduta libera….sentii le sue labbra sul mio sedere, per me punto delicatissimo perché molto molto sensibile, mi mordicchiava, mi baciava e mi leccava in mezzo aprendomi le natiche con le dita e con le mani mi teneva fermo all’altezza dei fianchi..Mi venne spontaneo chinarmi un po’ in avanti e chiusi gli occhi. Sentivo la lingua entrare dentro…Stavo scomodo, mi girai verso la scrivania e mi ci appoggia con le mani…Era alta per me e lui evidentemente stava scomodo perché comunque ero bassino in piedi…Mi fece quindi mettere appoggiato a pancia in giù sul tavolo con le gambe penzoloni..Avevo una marea di fogli sotto la mia pancia. Mi ricordo che pensai “speriamo in mezzo a tutta questa roba non ci siano puntine od altro!!”…Rimasi li…inerme a farmi baciare mordere e leccare per un po’…Gli stavo facendo fare quello che voleva ma mi piaceva e mi divertiva….

Questo appuntamento con Lui si ripeté molte volte nel futuro e mi capitò ovviamente di “fare l’amore” con uno più grande.. Un giorno “mi racconterò” anche del pittore…delle foto che mi portai via e del quadro che stava facendo…;))



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