i racconti erotici di desiderya

La stanza capitolo 3

Autore: Clara
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CAPITOLO III° L’ESTETISTA







Giovanna una ragazzona di ventisei anni era la mia estetista, era lei che si prendeva cura del mio corpo, aveva una decina di anni meno di me, era simpatica, con dei grossi seni, sorridente, portava i lunghi capelli neri tirati su dietro la nuca, camicie bianco, generosamente sbottonato, e degli zoccoli verdi da infermiera, era alta e robusta, molto soda!

Più di una volta il suo modo di massaggiarmi, mi aveva fatto venire dei dubbi sulle sue tendenze sessuali, la sentivo molto, troppo complimentosa verso le mie parti intime, e lo sfiorarle più volte, cercando di cogliere in me uno sguardo complice, mi ero incuriosita! Poi il modo di farmi i piedi, lo prendeva tra le sue cosce, e cominciava a lavorarlo, quando passava al massaggio, il mio tallone, più di una volta, aveva pigiato contro il suo sesso, io non facevo nulla, ma sentivo le pieghe della sua fica!

Io sono per natura molto curiosa, e le situazioni nuove, che non conosco, mi eccitano, ero desiderosa di vedere sino a che punto potesse arrivare Giovanna!

Una volta che mi sentivo particolarmente in vena di nuove scoperte, le telefonai chiedendo un appuntamento urgente per fare una ceretta alle gambe, inventai una cerimonia importante che avevo dimenticato, per il giorno dopo, domenica, ed essendo in estate non volevo portare le calze!

Mi trovo uno spazio alle 21 …del tutto straordinario, solo per me!

Il suo studio al piano rialzato, era adiacente alla sua casa, e sapevo che viveva da sola!

Feci la stronza, ma ero eccitata e incuriosita, mi vestii da porca, con scarpe con tacco alto, gonna corta, camicetta molto, ma molto trasparente, misi un perizoma color carne che chiamarlo invisibile era un complimento, e mi truccai le labbra con contorno di matita di un forte rosso, mi guardai allo specchio e mi complimentai per quanto troia apparivo!

Arrivai alle 21,30 così ero sicura di trovarla sola, suonai al citofono, e m’invitò a salire, arrivata davanti alla porta del suo studio-appartamentino, mi aprì prima che avessi il tempo di suonare! Entrai subito e, mi trovai davanti ad una Giovanna con i capelli sciolti, dentro il suo camice aderente, con i suoi zoccoli da infermiera, ma truccata, docciata, e …profumata! Capì che anche lei a quella mia richiesta aveva fatto un pensierino diverso! Mentre la mia mente volava in ricordi del “prima” la luce, si spense, nuovamente, crollai di nuovo nel buio, ma ero quasi contenta, mi avvolgeva e mi proteggeva. Mi sdraia supina sul materasso, e capii che la mia mente mi stava suggerendo fasi di vita vissuta per non farmi impazzire, ora io esistevo nei miei ricordi, erano quelli che mi davano la forza di non soccombere, infatti, come si era creato lo stacco tra luce e buio, i crampi della fame e i cattivi odori si erano di nuovo impossessati di me!

Ripensai alla scena del film “Il Cacciatore” con De Niro, dove lui, rinchiuso in una gabbia con i suoi compagni immerso in un fiume pieno di topi, masturba il suo amico in preda ad un attacco di panico, per non farlo uccidere! Il sesso, pensai, è una gran cura!

Feci scivolare la mia mano tra le cosce, sulla figa, bagnatissima, e cominciai a ripensare a quella sera da Giovanna, mentre le mie dita lentamente massaggiavano la clitoride.

……….Giovanna, m’invitò in cucina a prendere un caffè, accettai di buon grado, aprì la porta e mi fece entrare nel suo appartamentino, la cucina era piccolina ma molto carina, arredata con gusto, mi chiese di chi fosse la cerimonia, balbettai qualcosa che non ricordo.

Preso il caffè senza ritornare nello studio, con molta professionalità, m’invitò a farle vedere gambe e sedere, calai la gonna, e poggiai le mani sula spalliera di una seggiola, e prima di tirare via il perizoma, gli chiesi se fosse stato il caso di fare anche l’inguine e il culetto. Mentre parlavo, avevo fatto scendere il tanga e ora lo avevo poggiato sul tavolo, mi disse che le serviva più luce, e mi fece entrare nella sua stanza da letto, adiacente alla cucina, rimasi piacevolmente sorpresa, era una grossa stanza, con un armadio con le ante a specchio. Un enorme futon era staccato dalle pareti, e grossi tappeti ricoprivano il pavimento, i muri erano di color albicocca con molte foto glamour appese in cornici a vista, le feci i miei complimenti!

Mi fermai davanti all’armadio, lei s’inginocchiò davanti alla mia figa, e cominciò a scrutarla da vicino, accese una bellissima lampada posta su di un antico tavolinetto, mi prese per i fianchi e mi fece girare, per guardare il buchino, sentì i suoi pollici che delicatamente tiravano le mie natiche, la mia figa mi aveva tradito, l’interno delle mie cosce era completamente bagnato!

Ero faccia all’armadio con gli specchi, la vedevo dietro di me, passò le dita tra le mie cosce, io ebbi un sussulto, si affaccio al lato delle mie gambe e guardandomi dallo specchio socchiuse gli occhi e immerse le dita piene del mio nettare nella sua bocca!

……Ora nella stanza buia il piacere si era impossessato pienamente di me, e senza pensare alle conseguenze piantai due dita nella fessurina, e comincia a muovere il sedere freneticamente andando al tempo con le dita, affondavo e ritornavo in superficie, e il piacere stordiva i miei sensi, e inebriava la mia testa, avevo voglia di urlare, ma dovetti trattenermi, mugolavo come una cagna in calore, mentre mordendo il mio braccio, e contraendo la figa e l’ano, venni!

Ero rilassatissima, non ricordo più nulla, mi addormentai profondamente!



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