i racconti erotici di desiderya

La stanza caitolo 2

Autore: Clara
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CAPITOLO II° LA PRIGIONIA











Mentre questi pensieri mi staccavano dalla mia buia prigione, inizia a sentire caldo, e qualcosa di bagnato sulla mia coscia, sentivo la fica contrarsi, mi ero eccitata, passai una mano su di essa, e la trovai con sorpresa fradicia, sentivo tra le dita quel meraviglioso miele sfilai la mano da sotto la gonna e odorai quel nettare, era il mio odore di sesso, quello che conoscevo così bene, quello che mi faceva impazzire, misto all’odore forte e acre della pipì non lavata via!



Il caldo aumentava, pensai all’eccitazione, ma dopo un po’ cominciò a divenire insopportabile, inizia a togliere, la giacca, ma la mia fronte era imperlata di sudore, le cosce, avvolte dai collant, trasudavano, cominciai con lo sfilare scarpe e collant, in pochi minuti la temperatura era aumentata di almeno dieci gradi!



Rimasi solo con le mie mutandine, e il reggiseno, e sventolavo le mani sulla faccia per prendere un po’ di aria, ma inutilmente, allora capii che la “Voce” ormai comandava non solo i miei ritmi vitali, i tempi e gli spazi, ma anche il clima! Tutto intorno a me era quello che lui volesse che fosse, notte, giorno, inverno, estate!



Rimasi in silenzio atterrita guardando verso il soffitto, a me nascosto da una coltre nera di buio!



Un lampo nei miei occhi mi fece sobbalzare, mi coprì istintivamente con il braccio il volto, si era accesa la luce!



La “Voce” non tardò a farsi sentire, “stai perdendo liquidi, raccogli e bevi”!



Non proferii parola, ero sudatissima, mi sembrava di stare in un forno, mi chinai carponi in terra, presi la pezza, e raccolsi nuovamente la mia pipì, ormai sparsa su un ampio pezzo di pavimento, e la misi nella ciotola, poggiai la pezza in terra, mi sedetti sul letto, presi un gran respiro, quasi senza farla passare per la bocca bevvi il mio piscio e lo apprezzai, quel caldo secco mi aveva asciugato la gola!



Ormai avevo capito che quello era solo l’inizio di un gioco sadico, e che non avevo alcuna arma per combattere, ero soggiogata, e priva di difese, dovevo rassegnarmi e subire sino a quanto mi fosse stato possibile per restare in vita!



“Brava” mi sussurrò la “Voce” ora hai capito lo spirito del gioco, io ordino, tu esegui, tu chiedi, tu paghi!



Lì per lì non capii bene il concetto di pagare, e per cosa, ma mi sarei resa conto in breve tempo di cosa intendesse dire!



Mi fece notare che sopra il meccanismo della porta vi era un forellino, e pigiandoci con il dito dentro, lui mi avrebbe sentito, pensai a un campanello, per me silente!



Poi proseguì chiedendomi a cosa pensassi poco prima per essermi toccata, non risposi e fu silenzio!



Il tempo giocava dalla sua, cominciavo a sentire fame, intanto la temperatura si era ristabilita, ma mi sentivo sporca, sudata e appiccicaticcia, ma avevo paura di spingere quel bottone, ma ero conscia che alla fine l’avrei fatto!



Ora la luce non si spegneva più, e mi sentivo molto di più scoperta, anche se avevo indossato la mia giacca, sapevo che lui mi osservava, sicuramente anche al buio, ma il fatto che io non potessi vedere mi faceva sentire più protetta!



In bocca avevo quel sapore salato del mio piscio, e avevo veramente sete, il caldo soffocante mi aveva reso la gola arsa, e non sentivo più la saliva, mi feci coraggio e andai a infilare il dito in quel foro. Non trovai un pulsante, allora spinsi il dito in fondo, senti qualcosa di caldo e appiccicoso, lo sfilai di colpo, e quando lo vidi, era sporco di marrone lo annusai, era cacca, inorridii, e pensai a quale mente diabolica mi teneva in scacco!



Non ebbi troppo tempo per pensare che la “Voce” mi chiese cosa volessi?



Non ebbi il coraggio di imprecare, e nemmeno il fiato, chiesi dell’acqua da bere e per pulirmi!



“ O la bevi, o ti pulisci, altrimenti potresti prima ripulire e poi….berla, a tuo piacimento, intanto metti le scarpe nella cassa”! “Ricorda tutto ha un prezzo”con voce soddisfatta, si accomiatò!



Ripugnante e schifata obbedii, quando riapparve, la cassa conteneva una tazza d’acqua, non pensai a pulirmi, usai la pezza, e la bevvi in un sorso!



Mi sentivo stanca, e affamata, ripensavo alle ultime riflessioni in ascensore……una bella doccia, mangiare!



Ora sentivo i miei, e non solo, odori sgradevoli addosso, la cacca sul dito, il forte sudore, e la mia pipì che aveva ristagnato sui peli della mia fica, e pensare che fino a qualche mese prima, fino a che Fulvio non mi convincesse a far crescere almeno il ciuffo sopra la fessura, ero completamente rasata. Mi facevo la ceretta una volta alla settimana dalla mia cara estetista, cosce culo inguine e ascelle, a rotazione, e i piedi una volta al mese!









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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Federica1 Invia un messaggio
Postato in data: 17/09/2008 15:38:27
Giudizio personale:
Mi eccita molto, Pat!


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