Ci erano volute quattro ore di viaggio sotto una pioggia battente. La mia mente tesa elaborava pensieri per cercare di scoprire quale sarebbe stata quella sorpresa che mi avevi promesso. I tuoni esplodevano sopra le cime dei monti della tua città, quando varcai il cancello e mi avvinai alla tua porta. Si arrese, come te, alla prima piccola spinta e la tua voce lontana sussurrò, roca, il mio nome. “Ciao” dissi mentre tu volavi nuda fra le mie braccia a baciarmi con lussuria e violenza. I tuoi lunghi capelli biondi e i tuoi seni pieni e gonfi contro il mio corpo, mi fecero dimenticare ogni cosa. Corsi sotto la doccia ed il mio cazzo era già duro e pronto. Con i capelli ancora bagnati, nudo, entrai nella tua camera dove pensavo mi aspettassi pronta per una notte intera d’amore. Mi fermai sulla porta cogli occhi sgranati e fui assalito da brividi intensi mentre il sangue impazzito scorreva veloce come mai prima: tu stavi baciando una donna con la pelle abbronzata ed i capelli neri, acerba nei tratti e meno armoniosa nelle curve, con un seno piccolo e duro. Nuda, ad occhi chiusi, era languidamente distesa sotto di te mentre le baciavi la fica e le accarezzavi i seni con le tue dita lunghe e le unghie rosse. Vidi nitidamente le tue labbra succhiarla e la tua lingua che entrava ed usciva da lei. Senza dire nulla, senza far umore, mi sedetti su una calda poltrona avvolgente: spettatore attento, goloso del sesso fra due donne. Pensai che se tu fossi stata un uomo l’avresti presa con foga e violenza, tanta era la frenesia che ti vedevo addosso. Ti vidi leccare i suoi umori con lenta ingordigia man mano che scivolavano fuori dalla sua fica e ogni tanto salivi fino alla sua bocca che cercava la tua per asciugarla e succhiarla. La mia eccitazione era assoluta, l’erezione dolorosa. Mordevi e leccavi, succhiavi e bevevi mentre le tue dita torturavano i suoi capezzoli duri, mentre lei cercava l’aria per sopravvivere e si muoveva scomposta sul letto. Quando il suo orgasmo sembro’ inevitabile, tu smettesti beffarda e a nulla valse che lei ti afferrasse i capelli e cercasse di riportarti dov’eri . “Aspetta” dicesti ai suoi occhi sofferenti e socchiusi e lei ubbidì lasciando i tuoi capelli. Ti spostasti di poco le allargasti le labbra della fica e con l’altra mano afferrasti il tuo seno. Lo appoggiasti sul suo sesso spalancato penetrandolo con il tuo capezzolo duro ed enorme e riempiendola della tua morbida carne. Lei impazzì stringendo, tirando le lenzuola e muovendo velocemente la testa quasi a cercare un riparo. Eri inginocchiata su di lei ed il tuo culo era lì, pronto ed offerto a me. Mi alzai e con la punta del mio cazzo ti accarezzai la fica bagnata e il tuo buchino che ormai si era aperto del tutto. Tu spalancasti le cosce e mentre muovevi languidamente i fianchi sprofondai dentro, nella tua carne bollente. Vidi riflesso nello specchio il tuo seno che la scopava allo stesso ritmo che dettavo io entrando ed uscendo da te. Afferrai i tuoi capelli e cominciai a montarti, sbatterti come si fa con una troia eccitata. La voce di lei, ormai roca, echeggiava in lunghi rumorosi gemiti mentre vedevo le sue unghie conficcate dietro le tue spalle e le piccole gocce di sangue che le coloravano. Non potevo controllare i miei movimenti e affondavo violento e veloce, nervoso, potente e cattivo. Ma tu le negasti ancora il piacere dell'orgasmo ad un passo dalla vetta più alta. Cosi’ mentre io devastavo ancora di colpi il tuo culo lei scivolò sotto di te a leccarti la fica fradicia e colante di umori. Tu gridasti forte ed eri pronta ormai a godere, ma lei si vendicò sfilando il mio cazzo dal tuo culo e prendendolo in bocca. Tu spingevi i tuoi glutei indietro per sentire il mio cazzo che ormai apparteneva a lei. Quando cominciai a respirare forte, ti girasti anche tu e iniziò una lotta fra voi per assicurarsi il mio sperma che cominciai a schizzare come mai mi era accaduto. Quasi impazzìi vedendo le vostre bocche bianche di me, il vostro viso bagnato e voi che vi leccavate a vicenda per non lasciarne neanche una goccia. Ripartìi il pomeriggio del giorno dopo, distrutto, graffiato, senza più forze, svuotato e profumato di sessi, bocche, seni e mani. Fu un viaggio che non vissi come tale perché ero teso a ripassare visioni, ad annusare gli odori addosso. Quando arrivai a casa, mi gettai sul letto ma pronto a partire al primo squillo di telefono.
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