i racconti erotici di desiderya

La ragazza della squadra 1980

Autore: Paolapino
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Andrea e Anna sono rilassati e piacevolmente stanchi come noi del resto. Quella sensazione che ormai conosciamo bene, un misto di eccitazione appagata e piacere della trasgressione, ci ha accompagnato come avviene sempre dopo le nostre notti in quattro, sino a tavola in questo sabato festivo. Abbiamo tutti molta fame e quell’euforia interna della condivisione intima sembra quasi trasparire tanto che spesso ho la sensazione che gli altri possano capirlo. Pino sorride e mi stringe la mano appoggiata sulla tavola. Stanca e persino un po’ indolenzita (ovunque) anche se stavolta è stata Anna forse quella più coinvolta dalla nottata di questo nostro incontro ( il decimo mi pare di aver contato). E’ lei che parla a nastro, che sorride ad ogni battuta, che sembra essere stata colta da raptus del buon umore nonostante loro, come noi, abbiano dormito non più di due o tre ore dalle 7 in poi quando sono tornati della loro stanza.
Come sempre avviene ignoriamo nei nostri discorsi quanto accaduto nella notte: i commenti, le considerazioni, le facciamo o per email oppure tra noi donne. Gli uomini sembrano stare su un altro pianeta. Questo è il motivo per cui sono sorpresissima dall’improvvisa uscita di Andrea che attendendo il secondo ( dopo due piatti di raviolini con salsa alle noci) , improvvisamente si rivolge a Pino con una domanda stranamente intima.
“ Sai – gli chiede – mi piacerebbe sapere perché queste situazioni con voi mi piacciono così tanto e che cosa scatta nella mia mente che con altri proprio non avviene tanto che mi darebbe molto fastidio se Anna avesse esperienze diverse. Ma con voi è un’altra cosa, sembra logico, naturale. Di Paola penso di aver capito molto dai racconti sul sito e da quelli che ci avete fatto, ma di te so pochissimo. Come ti sei accorto, com’è cominciata per te? E’ stata Paola la prima che…? Ho letto nel vostro libro di una certa Marina che stava con te prima di tua moglie, ma è realtà o fantasia?”
Pino prende il bicchiere di vino, propone un brindisi alla nottata perfetta appena trascorsa, e poi sembra pensarci un attimo dopo aver posato il bicchiere.
“ Dai Pino per Paola sappiamo com’è cominciata, la vocazione in classe ma tu come hai iniziato?” insiste.
“Beh se volete sapere forse tutto è iniziato anche prima di Marina, anzi proprio nei primi giorni che andavo con Marina quando cioè eravamo ai primi baci e alle prime carezze. Era il 1979 ma è una storia lunga…”
“ Raccontaci dai, anche se Paola si sarà stufata di sentirla”
“Per la verità non credo che Paola conosca l’antefatto che forse poi causò i primi turbamenti e le sperimentazioni disastrose con Marina. Forse di questo non ne ho mai parlato, non so perché”
Guardo Pino molto incuriosita. Non so a che cosa si stia riferendo ma è sempre molto stimolante scoprire qualcosa di nuovo , qualcosa del tempo in cui non ci conoscevamo. Lui prosegue dopo uno sguardo di intesa con me.
“ In quel periodo, come forse sapete, giocavo a calcio: sono sempre stato un giocatore di tecnica modesta ma di grande temperamento, generosissimo in campo e in tutte le squadre nelle quali ho giocato sempre a livello di prima e seconda categoria, finivo proprio per questo mio carattere per farmi voler bene dai miei compagni di squadra. Nel ‘79 avevo 19 anni, ed ero stato finalmente aggregato in pianta stabile alla prima squadra dopo un paio di anni nella Juniores.
Ero ovviamente tra i più giovani e molto ben voluto da Lucio, il capitano, 33 anni un buon passato, qualche presenza anche in serie B, grandi piedi ma mobilità molto ridotta. Lui mi voleva sempre a fianco perché io correvo e coprivo anche per lui. Insomma era nata una bella amicizia tra lui me ed un altro ragazzo, Simone, 23-24 anni difensore centrale, un ragazzone robusto e simpatico, un classico grosso e buono. Spesso stavamo assieme anche al di fuori del calcio: lui, il capitano, scapolo impenitente, mille e nessuna ragazza, io ai primi passi come vi dicevo con Marina (che tutti giudicavano piuttosto bella) e Simone con la sua Annalisa, una morettina sveltissima e divertente, sempre in mini, molto carina una ventina di anni, femminista arrabbiata.
Non ricordo esattamente come iniziò il discorso ma credo da una battuta sulle dimensioni non proprio notevoli degli attributi di Simone, credo, fatta proprio da Lucio che invece aveva una protuberanza asinina. Sotto la doccia, lo sapete, i ragazzi di quell’età non parlano di altro. Avevamo finito l’allenamento e quelle battute avevano intristito e fatto incazzare Simone. Ci aveva salutato in fretta ed in modo distaccato ed allora fui io a corrergli dietro nel parcheggio del campo per chiedergli se aveva piacere di farsi una pizza, solo noi tre. Quella sera Simone era davvero giù di corda e qualche bicchiere di birra in più gli tolse tutti i freni inibitori e la riservatezza che aveva assunto negli ultimi tempi. Così ci raccontò del suo difficile rapporto con Annalisa. La ragazza oltre che femminista era anche ninfomane. Lui diceva “aperta” ma era la stessa cosa. Insomma, a lei un solo uomo non bastava. Era di quelle della serie il corpo è mio, lo gestisco io, è la donna che sceglie, non posso pensare ad una vita con uno solo, l’importante è riportare le esperienze all’interno della coppia, il mio corpo non ti appartiene, dobbiamo sceglierci tutti i giorni, dal confronto ne usciamo più forti e tutta quelle serie di frasi che sapete, forse voi un po’ meno perché siete tanto più giovani di noi…”
“ No Pino, conosciamo conosciamo” interviene sorridendo Andrea.
“ Bene, per farvela, breve lui parlava ed io e Lucio ci scambiavamo occhiate di intesa: insomma la ragazza era chiaramente di quelle alla costante ricerca di avventure, di quelle che la rivoluzione sessuale dell’ epoca aveva liberato nei loro desideri reconditi. Cosa che posso dire ora ma che allora mi sembrava affascinante e eroticamente sconvolgente. Ricordo che guardavo Lucio e Simone quasi a bocca aperta mentre parlavano con naturalezza di cose che io ancora facevo fatica a pronunciare. Soprattutto quando Simone ammise che la dimensione non proprio record del suo pene era stata oggetto di valutazione da parte della sua ragazza. In pratica gli aveva detto che non è certo il numero di centimetri che poteva creare un rapporto affettivo o condizionarlo ma che lei comunque avrebbe avuto bisogno di altri uomini e che le sue fantasie, la sua voglia, proprio non le consentivano di pensare alla fedeltà come uno stile di vita. Se hai problemi o riserve mentali dillo subito perché vuol dire che non possiamo stare assieme. Non posso né mentirti né escluderti da una parte così importante della mia vita. Voglio che tu sappia e non voglio essere costretta a dire bugie, gli aveva detto. Tra il perderla certamente e subito e il condividerla, Simone non aveva avuto dubbi : aveva accettato anche perché per sua stessa ammissione lo aveva trovato divertente. Il fatto che lei fosse tanto desiderata, tanto corteggiata gli piaceva e soprattutto lei , correttamente, diceva a tutti che con loro si trattava solo di sesso ma che amava solo lui. Poi alla quinta o sesta birra ci aveva raccontato che recentemente erano andati oltre: lei non si era solo limitata a raccontargli le sue avventure ma gli aveva chiesto di poter portare a casa di Simone, in una giornata in cui i genitori erano fuori, l’ultima sua conquista per stare assieme tutti e tre. E lui aveva accettato vivendo questa prima esperienza a tre con scarsa soddisfazione per lui ( emozionato e turbato ) ma tantissima per lei che alla fine gli aveva confessato di amarlo alla follia! Non vi dico che turbamento la cosa mi avesse causato anche perché, non in questi termini, un po’ di esibizionismo l’avevo avvertito anche in Marina, la mia ragazza”.
“ Quindi quello che è scritto di Marina sul libro è stato poi vero? chiede Anna incuriosita ed eccitata”
“ Si Anna, tutto vero. Ma si riferisce ad un periodo successivo, un anno dopo questo episodio che ti racconto.
“ Dai Pino continua, vogliamo sapere” ribadisce un Andrea eccitatissimo nonostante la nottata sia stata (pensavo) abbastanza esaustiva con lui e i suoi 5-6 orgasmi!
“ Insomma lui iniziò con voce impastata dalla birra a raccontarci cosa aveva fatto quella sera in tre ma più che altro cosa aveva visto dato che la sua partecipazione era stata molto… manuale. Insomma quella sera andai a casa con una erezione mostruosa e mille pensieri per la testa: alcune cose che ci aveva detto Simone non le sentivo sbagliate, non si sembrava una cosa impossibile e sotto molti aspetti era tutto eccitante. Ricordo che pensai alla festa cui eravamo andati alcuni giorni prima io e Marina , lei con una vertiginosa mini nera che non nascondeva lo slip e io mi ero arrabbiato con lei ma in realtà gli sguardi di tutti sulle sue gambe mi avevano inorgoglito ed eccitato. Ora lo capivo”.
“ In fondo è quello che è successo a noi quando vi abbiamo conosciuto “ interrompe Andrea.
“Certo, è abbastanza normale lo so, ma allora ne rimasi sconvolto. Insomma la situazione di Simone era quella. E non vi dico quindi gli sguardi ed i pensieri quando dopo questa chiacchierata ci capitò di andare in 5 o in sei a mangiare fuori con Marina e Annalisa: sapendo quello che la sua ragazza faceva mi sentivo eccitato solo a guardarla. Qualche tempo dopo al termine di una partita che avevamo vinto in trasferta per 1-0 con rete proprio di Lucio festeggiando negli spogliatoi avevamo tutti una strana euforia. Devo dire che la nostra era una squadra piuttosto giovane e di bei ragazzi e credetemi, Paola e Anna, che almeno 3 o 4 ( Lucio compreso) meritavano di essere visti sotto le docce per una dotazione rispetto alla quale anche io ero… ridicolo”
“Mmmhhhh e hai gli indirizzi ancora?” chiede Anna divertita e ammirata.
E pensare che certo ad Andrea non mancano i centimetri…come del resto a Pino. Ne sento ancora gli effetti questa mattina.
“Per la verità non ricordo neanche i cognomi – continua Pino- So solo che tra risa, battute grevi e allusioni l’atmosfera si era scaldata e quando Lucio, Simone ed io uscimmo per ultimi dagli spogliatoi il nostro amico confessò che Annalisa gli aveva chiesto della squadra, dei bei ragazzi e gli aveva confessato il desiderio di entrare negli spogliatoi di disporre di quei ragazzi, di guardarli nudi sotto la doccia. E da quando Simone, stando al gioco, gli aveva raccontato delle dotazioni di alcuni, era diventata una fantasia fissa dei loro momenti erotici. Ricordo che in quel periodo avevamo i primi rapporti completi con Marina e che anche lei aveva di queste fantasie e la cosa quindi mi colpì ed eccitò moltissimo. Lucio però aveva accolto molto seriamente questa confidenza e gli rispose dopo qualche minuto di silenzio che se lui lo voleva… si poteva fare. Credo che poi si sentirono più volte a telefono sull’argomento, sino a che fui informato di un progetto. Eravamo alla fine del campionato, mi pare fosse metà maggio. Certamente era la penultima partita in casa. Il mister aveva l’abitudine di fare la riunione subito dopo la partita, prima di dare il via alle docce, parlava due minuti presenti i dirigenti e poi se ne andava con loro. Lucio, di gran lunga il più esperto, aveva organizzato tutto con un gruppo di sei o sette (più me) . Avremmo dovuto tardare dopo il discorso, uscendo in campo a fare qualche corsettina defaticante, a bere il the, insomma prendere tempo in modo che gli altri uscissero prima alla spicciolata e restare negli spogliatoi solo noi, il gruppo informato. Inutile dirvi che quella partita la perdemmo di brutto: era come, disse il mister facendoci quasi scoppiare in una risata, avessimo la testa altrove. Annalisa era venuta alla partita. Simone gli aveva proposto la cosa con grande prudenza ma lei aveva accettato subito con entusiasmo. E potete immaginare : seduta sugli spalti, carinissima, gambe scoperte, era stata il pensiero fisso di molti di noi durante il match. Andò tutto come previsto e dopo una mezz’ora dalla fine della partita ci ritrovammo negli spogliatoi solo noi, con la squadra avversaria e i nostri compagni non al corrente che erano andati via tutti. Il custode aveva dato a Lucio le chiavi per chiudere l’impianto che gestiva la nostra società. Quindi nessun rischio. A quel punto non parlava più nessuno e l’eccitazione era palpabile nell’aria e…visibile nei fatti mentre si andava sotto la doccia. Quando già la nebbiolina del vapore stava invadendo la stanza Simone rientrò nello spogliatoio con dietro Annalisa sorridente e sfrontata. Tanto sfrontata da meritare un applauso spontaneo da noi tutti. Quattro o cinque ( me compreso) eravamo ancora sotto la doccia e lei, civetta e divertita, si affacciò restando a lungo a guardarci. Faceva anche qualche commento scherzoso. Poi si mise a sedere sulla panca accanto a Simone ad osservarci tutti. Una donna nello spogliatoio con noi tutti nudi era una sensazione incredibile. Lucio ruppe gli indugi: si avvicinò a lei chiamando un altro ragazzo , il portiere, anche lui dottissimo. Senti Annalisa, le disse, secondo te chi è che ce l’ha più bello? I due si misero nudi davanti a lei seduta sulla panca con le gambe accavallate e con una scosciata che non lasciava dubbi. Rideva, assunse un’aria da esperta e senza alcun imbarazzo prese con entrambe le mani i due grossi membri già turgidi ma che ancora pendevano. Vediamo un po’, disse, iniziando a palparli, a guardarli da vicino mentre Simone si preoccupava di sollevarle la maglia mostrando a tutti i seni piccoli e con i capezzoli scurissimi e appuntiti. Il massaggio di Annalisa in pochi secondi causò una clamorosa erezione di entrambi ma anche noi non eravamo insensibili. Chiedendo il permesso a Simone Lucio si chinò e prese letteralmente in braccio sollevandola dalla panca. Vieni con noi dai, facciamo gioco di squadra, disse ridendo a stendendola sul lettino dei massaggi che avevamo messo al centro degli spogliatoi. La gonna, la maglia e lo slippino bianco sparirono in un secondo grazie ad uno schema perfettamente applicato da una decina di mani. Lei era proprio bella: un folto ed ordinato cespuglio nero faceva da contorno ad una delle più belle fighe che avessi visto, e le mani di noi le aprirono le gambe con dolce prepotenza per poterla osservare da vicino. Aveva più di dieci mani addosso che esploravano, toccavano, stringevano, e lei non sapeva come dividersi toccando un po’ tutti quelli che aveva a tiro ed ansimando sempre più forte.
Simone si chinò tra le gambe della sua ragazza per leccarla per primo, mentre io ed un altro avvicinammo i nostri membri tesi alla sua bocca. Non se lo fece ripetere: cominciò a spompinarli entrambi un po’ uno a destra e po’ l’altro a sinistra, agitandosi e mugolando. Dopo un po’ di questo esercizio Lucio capì che la posizione non era delle più felici. Si fece strada nella selva di mani che ormai penetravano in lei dappertutto e la fece scendere dal lettino mettendola prona, pancia in basso e lo splendido sederino in fuori. E da bravo capitano diede l’esempio: la penetrò senza alcun problema infilandogli il grosso membro in fica da dietro in quella pecorina strepitosa. L’altro, quello che aveva iniziato il confronto, si mise davanti mettendoglielo in bocca. Non erano tempi in cui esisteva l’aids, le malattie veneree erano una cosa di cui si parlava ma che erano così lontane, per cui nessuno aveva in mente i preservativi e Simone ci aveva detto che lei prendeva la pillola. In quella posizione Annalisa ne prese tre in fica , uno dopo l’altro, sino alla sborrata, dentro, un paio gli venirono in bocca anche se lei non ingoiava e faceva uscire tutto pur continuando a succhiare e poi alla fine Lucio tornò a stenderla sul lettino in modo che finisse con la bocca me ed un altro mentre uno riuscì ad arrampicarsi sopra scopandola sul lettino nel mare di sperma che le usciva. Simone ed un altro ancora (o altri due, non ricordo) le vennero ancora sui seni e sulla pancia masturbandosi con l’aiuto delle sue voraci mani. Sembrava la dea Kalì , Annalisa, con mani che arrivavano ovunque e non avevano paura di niente. Una autentica dominatrice. Alla fine rimase cinque minuti sul lettino, piena di sperma, addosso, sul viso, sui capelli, dopo aver avuto sette o otto cazzi a disposizione. Simone la prese in braccio e la portò sotto la doccia dove tornammo anche noi sudatissimi. Una sensazione pazzesca quella di fare una doccia con una ragazza nuda tra di noi. Lei si fece insaponare dal suo ragazzo, si fece lavare tutta con atteggiamento dolcissimo e stavolta remissivo, baciandolo ogni tanto, poi dopo un po’ si mise in ginocchio davanti a lui prendendoglielo in bocca davanti a tutti. Fu un pompino bellissimo mentre l’acqua scendeva sul corpo di Simone, sui suoi capelli. Lei fu appassionata e coscienziosa. Praticamente lo teneva tutto in bocca ( le dimensioni lo consentivano) e quando Simone la avvertì con ingenua educazione che stava per venire lei strinse ancora di più la bocca annuendo e mugolando facendogli capire che lui si, l’avrebbe ingoiato tutto. E così fece senza fare una piega raccogliendo il secondo applauso, senza fare uscire una goccia, tanto che capimmo che tutto era finito dagli ultimi lamenti di Simone. Si alzò per mettersi un attimo, ancora, sotto il getto ridendo e guardandoci come se ci stesse sfidando e chiese al suo ragazzo l’accappatoio. Nessuno più parlava se non lei che mentre si asciugava con il phon commentava e chiedeva i nomi dei compagni di squadra come se stesse dando le pagelle con l’assoluto dominio della situazione. Io ero sconvolto e profondamente turbato dall’eccitazione nonostante fossi già venuto. Come tutti del resto. Queste cose all’epoca ancora non si usavano o comunque non se ne sentiva parlare. Si tolse l’accappatoio, si rivestì rapidamente e contenta e giuliva ci salutò come dopo una cena aziendale uscendo per mano con il suo ragazzo. Non la vedemmo più, né alle partite, né con Simone che venne ancora ad un altro paio di allenamenti e poi l’anno dopo cambiò squadra. Quella nella quale andò, però, la stagione successiva retrocesse. Chissà perché.
Seppi che poi che il nostro ex compagno sposò Annalisa ma ne perdemmo le tracce. Ecco questo fu l’inizio di riflessioni e sensazioni che poi portarono me e Marina a sperimentare qualche trasgressione e qualche situazione che voi conoscete e che per la verità fu disastrosa perché eravamo troppo immaturi”.


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Autore: Paolapino Invia un messaggio
Postato in data: 01/02/2011 13:05:21
Giudizio personale:
storie del passato...ma vere


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