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La prima volta con uno sconosciuto

Autore: Nymerya
Giudizio:
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Commenti: 3
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2.

Sesso con uno sconosciuto. Non era la prima volta, non sarebbe stata l’ultima. È stata di gran lunga la migliore.

È il compleanno del mio coinquilino, lui mi propone di andare a bere qualcosa con amici suoi ma io sono in a bad mood, a così declino l’invito, ringraziando gentilmente.

Se fossi stata a casa, in Italia, non mi sarebbe fregato niente di star a casa a guardare un film, sola con i miei pensieri….ma a Londra….. a Londra non puoi stare semplicemente a casa e non far nulla!

Mi ficco in doccia, mando un sms al mio flatmate e poi mi infilo su un vagone della Jubelee line, come sempre stracolmo.

Arrivo in Piccadilly che è buio pesto, c’è un mare di gente. Dopo un po’ di spingi spingi trovo A. ed i suoi due amici - un boliviano grassoccio con un enorme sorriso ed un altro brasiliano, moro, capelli a spazzola, due occhi nocciola ed un fisico da urlo.

A. fa le presentazioni, poi mi guarda e mi sussurra all’orecchio di lasciar perdere il suo conterraneo, pare che le ragazze proprio non siano di suo gradimento. Io guardo A. chiedendomi dove ha imparato a leggermi nel pensiero, poi guardo il suo amico –D. – pensando che non poter affondare i denti in questa pesca succosa sia proprio un peccato...

Ci dirigiamo in un locale, ovviamente brasiliano, dove ci sistemiamo di fianco al bancone. Non faccio in tempo a finire un drink che, subito, un altro mi viene servito dai tre amici in evidente combutta contro la mia lucidità. Oggi non c’è bisogno di pregarmi: è il compleanno di A. e il mio bad mood è solo un brutto ricordo.

Alcune birre e shots dopo, mi butto in pista con D., cercando di tenere a posto le mani per non traumatizzare il povero ragazzo.

Il locale è ormai stracolmo e l’aria è sempre più calda; si balla sempre più vicini, la testa mi gira piacevolmente.

Recitare la parte di ragazza assolutamente non interessata è davvero dura. D. sembra avere le ali ai piedi, muove i fianchi con la sinuosità di una pantera e la calda sensualità brasileira … ha un odore così buono.. tengo i miei occhi lontani dai suoi – gli occhi sono lo specchio dell’anima e si sa che in vino veritas! – ma un susseguirsi di passi veloci ed un tasso alcolico di tutto rispetto mi fanno quasi perdere l’equilibrio facendomi finire, inevitabilmente, addosso al bel D., con il viso nell incavo del suo collo. La sua pelle è così liscia, calda. Mi mordo un labbro e cerco di rimettermi in piedi. Lui si scosta lentamente tenendomi per le spalle e, sorridendo, mi inchioda con uno sguardo che è tutto dolcezza e malizia. Resto là, impietrita dall’imbarazzo, mentre lui si china leggermente e le sue labbra iniziano a mangiare le mie, e la sua lingua si fa strada nella mia bocca, sul mio collo, togliendomi il fiato.

Non ricordo la strada verso casa. Nella mia testa c’è solo il suo odore e la sua lingua, che gioca con il mio piercing e insegue i lineamenti del mio collo, finché non arriviamo a casa.

Saluto di volata le mie coinquiline appena tornate dalla Spagna e scarico A. in cucina con loro: NON VOGLIO SCOCCIATORI NE SCOCCIATURE INTORNO! Le scale che portano in camera non le vedo neppure, io mi fiondo in camera da letto mentre D. si rinfresca in bagno.

Mi metterei a gridare per la felicità. Fremo nell’attesa, nervosamente passeggio su è giù per la stanza, torcendomi le mani. Spalanco la finestra così da far entrare la fresca aria londinese, metto fuori la testa ed inspiro forte. Neppure sento la porta chiudersi dietro di me. D. si avvicina e mi cinge da dietro; sento la sua virilità premere contro di me. Le grandi mani dalle dita affusolate sono dappertutto, palpando, stringendo, alla scoperta del mio corpo. Mi spoglia piano, mentre continuiamo a baciarci di fronte alla finestra. Morde un capezzolo mentre la sua destra scivola verso la mia natura calda e ricca degli umidi umori che il mio desiderio ha generato. D. sorride nel trovarla completamente rasata. Avvicina la bocca all’orecchio, lo bagna con la lingua, mi sculaccia e sussurra di voler giocare con me.

Mi prende per una mano e mi tira verso il letto. La luce di una Londra che non dorme mai inonda la stanza. Senza parlare, D. mi spinge, sistemandomi in ginocchio sull alto materasso, poi sento il suo respiro caldo sulle mie natiche, ed un attimo dopo la sua lingua si perde fra le mie labbra, succhiando via la liquida passione che le ricopriva. Piano si sposta dalla mia vagina, cercando il clitoride, che trova, e morde, e succhia, e stimola per farmi bagnare ancora ed ancora. Intinge i suoi pollici nel mio nettare ed inizia a massaggiare il mio ano, mentre la bocca continua a succhiare avidamente ogni lembo di pelle della mia natura. Sono così eccitata che potrei avere un orgasmo così, solo all’idea della penetrazione. Il desiderio cresce in me in modo spasmodico, quasi isterico. Allunga una mano per strizzare i miei capezzoli turgidi, poi mi infila in bocca le dita della mano sinistra, accarezza la lingua e tira la barra d’acciaio chirurgico che la ingioiella. Una volta che le sue dita sono umide le toglie ed inizia a toccare mascolinità, lentamente, ed inizia a mugolare di piacere. Nel frattempo indice e medio della sua destra trovano la loro strada fra le mie natiche mentre, di tanto in tanto, la sua mano sinistra lascia il suo membro per colpirle. La sua bocca mi morde, forte, dappertutto. Sento di non poter più aspettare oltre.

Fuggo dalle sue grinfie e lo spingo sul letto, mentre l’aria fresca accarezza il mio corpo nudo, arrossato laddove lui aveva colpito, morso.

Ora D. giace nudo, la sua virilità eretta in tutta la sua mascolina magnificenza, il suo sacco è glabro e pieno di seme in fermento. Allunga le mani per toccarmi, per guidarmi dove lui vorrebbe che io andassi, ma questo è il mio momento di giocare. Gli permetto di incrociare le braccia dietro la schiena, così che abbia un’ottima visibilità e possa cogliere tutti i particolari visivi, oltre che tattili, della mia dedizione al suo piacere. Stendo le sue gambe sul letto, in modo che siano perfettamente parallele e che spingano verso l’alto, i suoi morbidi gioielli di carne. Salgo sopra di lui, con il mio bacino all’altezza delle sue ginocchia, chinandomi in avanti. La mia sinistra si avviluppa attorno alla calda asta mentre la mia bocca bacia la sua radice, passando sulle ricche rotondità la mia lingua umida in fluide e lente pennellate vogliose. D. geme di piacere nel vederle sparire nella mia bocca, che le succhia avidamente e le friziona con la lingua dal basso verso l’alto, quasi volesse ingoiarle.

Potrei farlo per ore, succhiarle sino a sentirle liquefare nella mia gola assetata di seme, ma l’orchidea che sta in mezzo alle mie cosce pulsa senza darmi tregua, rigandole dei suoi umori biancastri.

Mi giro di spalle, ed accolgo con estatico piacere il fallo gonfio dentro di me. Lo sento farsi strada fra le pareti morbide e strette della mia pesca. Cavalco il mio brasiliano come fosse un purosangue da domare, mentre lui mugola di piacere nell’essere montato. Sento la sommità del suo membro irrompere dentro di me ancora e ancora, sento di essere prossima all’orgasmo e assolutamente non voglio raggiungerlo adesso, così mi stacco da lui e, senza dargli il tempo di proferire parola, adagio piano la mia prugna sulla sua bocca, mentre la mia si impossessa del suo sesso in un incastro perfetto. D. sembra voler mangiare il mio frutto della passione, mordendolo e rinfrescandone le insenature con la sua lingua esperta. Io tengo il suo membro saldamente alla base e lo spingo sino al fondo della mia gola con movimenti lenti e avvolgenti. D. ansima con me, ma stacca la sua bocca dal mio sesso per insinuare la lingua fra le mie natiche, lubrificando e massaggiando il vergine orifizio. Si aiuta con le mani, facendosi spazio e puntellando l’ingresso con i pollici per poter raggiungere più in profondità gli anfratti del mio corpo. Ben presto la voglia di essere posseduta è incontenibile. Con la destra mi colpisce quasi con cattiveria sulle natiche sudate, facendomi gemere forte, poi mi spinge sul letto e mi prende, da dietro, privandomi dell’ultima verginità. I primi colpi sembrano una pugnalata, io mi dimeno e cerco di liberarmi dalla sua presa ma lui è troppo forte. Mi tira a se, leccandomi l’orecchio e sussurrando sommessamente in portoghese, spingendo sempre più a fondo. Così come era venuto, il dolore passa, lasciando spazio ad un piacere nuovo, diverso, più intenso e selvaggio.

Ora è lui che mi possiede e mi monta, con colpi ben cadenzati, facendomi godere tante e tante volte, senza mai toglierlo fuori.

Quando, dopo quasi un ora di sesso esclusivamente anale e svariati miei orgasmi, anche lui decide di arrendersi all’orgasmo, gli chiedo un ultimo piacevole sforzo: è la mia bocca a dover concludere questo incredibile amplesso. D., stremato e sudato, sorride e annuisce. Io mi stendo e lo faccio inginocchiare sopra di me, così da accogliere in bocca il suo membro poderoso. Titillo piano il suo orifizio, succhio la sua asta con bramosia, ma lui vuole montare anche la mia bocca, così tiene ferma la mia testa con una mano, mentre con passione mi prende ancora una volta, inondandomi la gola di dolce e caldo seme.





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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Stilettox Invia un messaggio
Postato in data: 16/12/2013 23:46:21
Giudizio personale:

Autore: DrakEva Invia un messaggio
Postato in data: 25/09/2008 23:56:19
Giudizio personale:
bene, le 5 stelle sono arrivate; scorrevole, coinvolgente, eccitante .... che si vuole di piu\'?

Drake

Autore: Carino6423 Invia un messaggio
Postato in data: 23/09/2008 17:18:54
Giudizio personale:
Il calore che emani nel descrivere l\'amplesso ............ fa bagnare i miei boxer, come se vedessi. Grazie, Brava.


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