i racconti erotici di desiderya

La prima volta con cpblues


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Questa volta, dopo tanta attesa, il momento dell’incontro reale era arrivato.

L’appuntamento era per le 17 al molo Brin, a Olbia. Eravamo arrivati puntuali, ansiosi di conoscere Stefano e Chiara dopo oltre un mese di messaggi a volte anche polemici. Mi ero guadagnato la fama di permaloso, e dovevo assolutamente smentirla. Dopo pochi minuti spuntò dal traffico il fuoristrada di Chiara e si fermò accanto a noi. Lui era molto simile alle foto che ci aveva mandato. Lei nettamente più bella di come appariva in foto e più simpatica di quanto non mi fosse apparsa nei suoi pochi e stitici messaggi al cellulare.

Pochi minuti per salutarci, dire due fesserie per sciogliere il ghiaccio, e poi decidemmo di andare a bere qualcosa. Occupammo il breve periodo dello spostamento verso il bar per esprimere ciascuno le proprie prime impressioni, che a pelle parevano essere positive. A me Chiara piaceva molto, e la pelle d’oca che mi provocava lo stava a testimoniare. Che a Lucia piacesse Stefano era cosa assodata da tempo, quindi dal nostro punto di vista stavamo per vivere un incontro indimenticabile.

Poi, al bar, avevamo raccontato un po’ di noi in un clima scherzoso e molto piacevole. Il lungo scambio di messaggi delle settimane precedenti sembrava aver aperto la strada ad una conoscenza che si stava rivelando interessante e assolutamente priva di imbarazzo. Dopo una mezzora una passeggiata verso il mare aveva fatto emergere il carattere scherzoso di Chiara che mi aveva chiesto come generoso regalo di conoscenza di farmi…sodomizzare da un cactus. Nelle ore seguenti il gioco sarebbe continuato, con grande spasso, rivelando un particolare desiderio di Chiara nei confronti del suo Stefano. Non so se fosse una certa dose di “invidia del pene” , ma pareva che i suoi desideri ruotassero spesso sulla sodomizzazione maschile. Chiara comunque non evitava di sottolineare spesso, a gesti o a parole, il suo amore per Stefano che aveva un qualcosa di sottilmente possessivo.

A cena il feeling appena abbozzato si era rinsaldato di molto, complice anche un certo numero di bicchieri di mirto ghiacciato. Lucia e Stefano avevano subito legato, e anche fra me e lui, nonostante i precedenti piuttosto turbolenti, si era creato un buon rapporto di complicità. Per quanto riguarda Chiara…non sembrava, ma era lei a dirigere il gioco. Io sinceramente ero rimasto stregato dal suo corpo e dal suo battere di ciglia che veniva utilizzato per ottenere qualsiasi cosa le passasse per la testa. Era un gioco di seduzione sottile, ma se dopo cena mi avesse chiesto di scoparmi con un fallo finto glielo avrei consentito, pur di poterla poi avere. Del resto il parlare era ormai diventato esplicito, e poco ci mancava che iniziassimo a esplorare i nostri corpi ancora seduti al ristorante.

Per un attimo credetti che ci fossimo quando Stefano e Lucia si allontanarono verso un viottolo poco illuminato con la scusa di comprare le sigarette. Pensai che sarebbero tornati dopo un po’, e ritrovarmi da solo con Chiara mi fece avvampare di desiderio. Quegli occhi, quella bocca, quel seno così prorompente mi stregavano e mi facevano sentire totalmente nelle sue mani. Solo dopo avrei realizzato che, forse per non aver bevuto, era l’unica presente a sé stessa mentre noi eravamo già partiti per le isole della Fantasia Sfrenata.

Quando decidemmo di andare a casa di Stefano mi passò per un attimo per la testa il gioco dello scambio. Chiara sarebbe venuta in macchina con me e Lucia sarebbe andata con Stefano. In seguito capii che non sarebbe stato possibile per una forma di possesso che Chiara avrebbe manifestato poco dopo nei confronti di Stefano. Peccato…il gioco della seduzione in macchina, in una magnifica notte piena di stelle, sarebbe stato fantastico. Il timido approccio della mano maschile sulla coscia scoperta della donna…il lieve avanzare verso l’inguine con le dita che timorose ma decise cercano di farsi spazio oltre il bordo delle mutandine…e scoprire che mutandine non ce n’erano affatto e la dolce , morbida e umida pelle della figa era lì, con la mano ad un millimetro dal paradiso…

Peccato privarsi di quella sensazione di lucida esaltazione quando lei avrebbe aperto leggermente le gambe per facilitare il ditalino da parte di quella mano sconosciuta nella penombra…peccato non assistere al momento in cui avrebbe poggiato i piedi sul cruscotto per aprirsi di più, gemendo di quel contatto ormai familiare. L’orgasmo sarebbe arrivato a metà strada, mentre le ruote sembravano volare sull’asfalto e le stelle stavano a guardare con le guance rosse per l’eccitazione provocata da quello spettacolo di sesso e di passione.

Peccato…peccato davvero rinunciare al momento in cui lei si sarebbe abbassata sul tuo inguine, tirandoti fuori il cazzo teso come un giunco e assaporandolo interamente fino al momento in cui in tutta la Gallura sarebbero esplosi i fuochi d’artificio e tu, e io, avremmo rischiato di finire fuori strada con i sensi ormai offuscati dal più bell’orgasmo degli ultimi anni.

Peccato non aver potuto provare tutto questo.

Arrivammo dopo pochi minuti a casa di Stefano, non prima di esserci fermati a bere il bicchiere della staffa in un bar lungo strada. Erano le quattro del mattino, e la stanchezza assieme al mirto iniziavano a far sentire il loro effetto soporifero. Ma nonostante tutto la voglia di provare finalmente quella esperienza per la quale ci eravamo conosciuti era più forte di qualsiasi cosa. La luce soffusa e della buona musica di sottofondo avevano fatto da corollario al primo approccio, molto delicato e superficiale. I corpi nudi avevano iniziato a conoscersi nella penombra, e le mani nervosamente correvano sulla pelle a cercare zone erogene che potessero esaltare i sensi. Stefano aveva iniziato ad assaggiare la pelle di Lucia percorrendola con la bocca centimetro dopo centimetro, dal collo alle caviglie, e ricavandone brividi di piacere che Lucia gli ritrasmetteva stringendolo a sé. Nel momento in cui la lingua aveva per la prima volta accarezzato il clitoride una scossa aveva fatto tremare tutto il letto e io sorridevo dentro di me al pensiero di ciò che sarebbe successo se e quando Stefano le avesse leccato il buchetto…

Io da parte mia ero rimasto come inebetito ad osservare estasiato il seno prorompente di Chiara, quasi timoroso di toccarlo per non rischiare di rovinarlo, poi ero sceso lentamente lungo il suo corpo fino a perdermi fra le sue cosce, davanti a quell’oggetto del desiderio maschile che mi si apriva profumato e ricco di umori davanti agli occhi e alle labbra. La sua figa si allargava leggermente per far entrare la mia lingua , quasi petali di un fiore che si aprivano per permettere all’ape di suggere il miele, mentre le mie mani impazzivano cercando di conquistare le sue tette troppo grandi per essere contenute nella mano, troppo belle per essere lasciate sole.. Stefano e Lucia avevano deciso di spostarsi in cucina per stare più a loro agio, ma non durò molto. Appena il tempo di un bacio avido e sensuale, con le lingue affamate di sesso e profumate di mirto che si intrecciavano furiosamente, poi il lento scendere della bocca di Lucia lungo il petto e l’inguine, l’avvicinarsi al membro duro ed eretto di Stefano, che una voce aveva rotto quel silenzio fatto di gemiti e respiri ormai affannosi : “Amò…dove sei?”

Erano rientrati precipitosamente in camera da letto per farla stare tranquilla, per placare quel primo accenno di fastidio che io e Lucia non avevamo colto ma che Stefano aveva interpretato benissimo. Avevano fatto diversi tentativi per ritagliarsi uno spazio al di fuori del letto troppo piccolo per ospitare quattro corpi in preda al desiderio. Avevano provato per terra, ma non aveva funzionato e si erano dovuti adattare a tornare vicino a me e Chiara. Idea non del tutto sbagliata, visto che finalmente le due donne si trovavano una accanto all’altra, a portata di carezze. Chiara allungò la mano a palpare il seno di Lucia, e fu immediatamente ricambiata. Io nel frattempo continuavo a leccare la figa di Chiara cercando di mettere in atto tutti i movimenti della lingua che potessero darle piacere. Quando le infilai le dita dentro, iniziando a muoverle senza smettere di leccare, penetrandola per quanto le dita mi permettessero di fare, i suoi mugolii crescenti furono musica per le mie orecchie e adrenalina per il mio cervello. Quella stupenda creatura stava godendo con me, per me…

Era arrivato il momento di averla, e la cosa mi esaltava… Nella mia mente pur offuscata dal troppo alcool l’idea di entrare in lei, di far l’amore con quella stupenda e giovane donna era solo in parte rallentata dall’abitudine di pensare comunque prima al suo piacere. Mai e poi mai avrei pensato prima a me stesso. Questo mi aveva portato spesso a non arrivare all’orgasmo per troppa generosità, ma la cosa non importava. Non era l’orgasmo il fine, se tutto il resto era esaltante come fino a quel momento era stata la serata.

Come al solito il preservativo ebbe un effetto poco piacevole, mitigando in parte l’erezione, e provai a entrare, sdraiato alle sue spalle, con risultati non esaltanti. Mi pareva di ricordare che poco prima anche Stafano avesse imprecato contro il preservativo lamentando un susseguirsi di eccitazioni e crolli improvvisi… ma ora sembrava aver superato il problema. Accanto a noi infatti si svolgeva un impegnativo 69 con Stefano supino che affondava la faccia fra le gambe di Lucia che lo sovrastavano mentre lei si impegnava in un pompino che pareva gustare appieno. Restai estasiato a guardare la mia donna che faceva sesso con un altro, a sentire il risucchio quando il cazzo le usciva dalla bocca per essere poi ingoiato di nuovo fino alla radice, e la cosa stava per ottenere un grande risultato in termini di eccitazione. Purtroppo però la stanchezza stava avendo il sopravvento. Chiara aveva gli occhi semichiusi, ed era sonno, non esaltazione dei sensi… Stefano si era alzato e Lucia ora leccava la figa di Chiara mentre lui la scopava da dietro. Tutto sembrava perfetto, avviato verso il finale da tutti sognato…

Ma il destino aveva deciso diversamente. La legge delle regole incombeva su di noi…

Chiara e Stefano avevano deciso delle regole : niente baci in bocca e niente scambio in stanze separate. Stefano purtroppo aveva mancato ad entrambe e Chiara non glielo aveva perdonato. L’aria si fece improvvisamente tesa mentre al contrario i membri maschili davano l’addio all’eccitazione.

La serata fini così, alle cinque e mezza del mattino, con i saluti prima del nostro rientro a Sassari.

Nonostante tutto una serata che non dimenticheremo mai…



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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Passionflowers Invia un messaggio
Postato in data: 09/11/2017 06:50:08
Giudizio personale:
stupendo


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