Arrivai da lei subito dopo pranzo. Mi aveva chiamato perché le installassi la sua nuova stampante. Mi offrì il caffè e poi mi misi subito a lavoro. Mi bastarono pochi minuti e la stampante era pronta, accesa e correttamente installata. “Hai qualcosa da stampare per poterla provare?” le chiesi. “Certo, va bene una foto?” domandò lei. “Ottimo, così vediamo anche come si comporta con le foto.” risposi. Mi fece entrare in una cartella contenente un centinaio di foto e mi disse di aprirne una a caso. Quello che vidi ebbe ripercussioni immediate su tutto me stesso. Evidentemente non me l’aspettavo ma soprattutto lei era meravigliosa: in questa foto c’era una ragazza nera, scoprii dopo che era inglese... era nuda, chinata in avanti con le gambe tese mentre teneva allargato il culo con le mani, con la figa aperta e con la testa girata verso chi le aveva fatto questa fotografia mentre sorrideva divertita. Sono sicuro di aver lasciato passare qualche attimo di troppo, intento ad ammirare tutta quella roba perché Claudia mi chiese “Tutto ok?”. “Oh, sì, tutto ok. Scusami ma non me l’aspettavo. Ma chi è?” dissi riprendendomi un po’. “E’ Giselle, la mia nuova amica” “La tua nuova amica? Non dirmi che la foto gliel’hai fatta tu?!” “Ok, se vuoi non te lo dico... però se ti piace così tanto puoi dare uno sguardo a qualche altra foto... in qualcuna dovrei esserci anch’io” “Ma stai scherzando o dici davvero? In quale foto ci sei anche tu?” Lei mi rubò il mouse e aprì una foto in cui c’era lei, nuda, abbracciata a Giselle. Erano davanti ad uno specchio per fotografarsi. Sentii subito che mi stava diventando duro. “Non sai cosa rischi” le dissi, “quando vedo certe cose non capisco più nulla e, te lo dico subito, non mi assumo nessuna responsabilità” aggiunsi con un sorriso malizioso. “Fantastico, è esattamente quello che volevo!” mi spiazzò. “Bene, ci sei riuscita alla perfezione” le dissi prendendole la mano e portandomela direttamente sulla patta rigonfia. “Difficilmente faccio cilecca” mi sbeffeggiò lei. E iniziò subito ad aprirmi i pantaloni. Io non aspettai nemmeno un secondo e cominciai a palparle le tette... e intanto sentivo che mi eccitavo sempre di più. Me lo tirò fuori e lo prese immediatamente in bocca... iniziò a leccarlo completamente, da cima a fondo per poi riprenderlo in bocca, caldo e scivoloso. “Chiama anche Giselle” mi uscì spontaneo. “Sta già arrivando” mi sorprese nuovamente. Quel fantastico pompino andava avanti e io continuavo a stuzzicare i suoi capezzoli tanto da sentirli durissimi. Passarono pochi minuti e sentii aprirsi la porta... mi girai e la vidi lì, stupenda... la realtà le rendeva giustizia mostrandomela molto più bella di quanto avessi potuto apprezzarla in foto. Mi disse solo “ciao”... non so nemmeno se conoscesse altre parole in italiano. Diede un bacio a Claudia, mi baciò sul naso, si aprì la camicia e mi avvolse la faccia con quella quinta abbondante e morbida che si ritrovava. A quel punto lasciai le tette di Claudia e infilai una mano sotto la minigonna di Giselle scoprendo con piacere che non portava mutandine. Gli strofinai la figa con due dita finché non mi sembrò abbastanza bagnata da schiaffargliele tutte e due dentro. Ci spostammo da lì e ci mettemmo sul letto di Claudia... io sdraiato, ormai nudo... Claudia sempre concentrata su quel cazzo così duro e Giselle si mise a cavallo sulla mia faccia, sbattendomi quella figa calda direttamente in bocca. Lavorai di lingua con tanta intensità da dovermi fermare ad un certo punto perché mi faceva male. Quel clitoride aveva un sapore fantastico e le leccavo la figa con una voglia incredibile. Poi fu il turno di Claudia che scambiò il posto con Giselle. Il sapore di Claudia era diverso ma ugualmente buono... e ormai in bocca i due sapori si stavano mischiando creando un cocktail da sballo. Giselle lavorava il cazzo con maestria... lo accarezzava con tutto il palmo della mano e poi se lo spingeva in bocca... aveva la capacità di prenderlo dentro completamente e quando la cappella le toccava la gola sentivo che rischiavo già di venire. Non vi dico che cosa provavo quando ogni tanto se lo metteva tra le tette e partiva con una spagnola da urlo... e quando la cappella era vicina alla bocca tirava fuori tutta quella lunga lingua rossa e mi leccava per bene. Claudia scese e si mise insieme a Giselle... un cazzo solo per due bocche così affamate... se lo litigavano e cercavano di leccarlo insieme... non so dirvi cosa ci possa essere di più bello al mondo... con l’altra mano, Claudia titillava la figa di Giselle e Giselle quella di Claudia. Non sapevo di avere un’amica così porca ma ora non era il momento per soffermarsi su queste considerazioni. Mi alzai, le misi tutte e due a 90. Giselle a sinistra, Claudia a destra. Lo ficcai dentro Giselle che inarcò la schiena con un gemito... e con la mano scopavo anche Claudia... nel frattempo loro annodavano le loro lingue con giochi che mi stavano facendo uscire fuori di testa... e presi a penetrare con forza Giselle, sbattendola ripetutamente e rendendole difficile il gioco di lingua con Claudia. Poi cambiai posizione e cominciai a scoparmi anche Claudia. Claudia gemeva molto più di Giselle. Quei gridolini erano musica per le mie orecchie. A quel punto mi sdraiai di nuovo e Giselle mi cavalcò immediatamente prendendo il cazzo e mettendoselo nella figa. Claudia mi rimise la figa in bocca e ricominciò a slinguazzare con Giselle... ora oltre al sapore di Giselle e Claudia ora sentivo anche il mio... non stavo capendo più niente. Giselle cavalcava sempre con più foga... finché non la vidi fermarsi di colpo e piegarsi su se stessa con un gemito che mi riscaldò il cazzo... era venuta e io sentivo il suo lago attorno al mio arnese... Claudia venne subito dopo, eccitata anche dall’orgasmo di Giselle... e mi inondò la faccia ormai fradicia dei suoi umori. Non riuscii ad andare oltre... uscii velocemente da Giselle che subito lo prese in mano e si chinò con la bocca aperta... Claudia si spostò velocemente e mise la sua bocca vicino a quella di Giselle. Ragazzi, venni con tanta di quell’intensità che riuscii a dissetare tutte e due che continuavano a leccarsi avidamente le labbra in cerca delle ultime gocce di quel dolce nettare bianco. Fu così che mi svegliai e dovetti constatare che anche questa volta era stato solo un sogno, sempre lo stesso... era ormai una persecuzione.
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