i racconti erotici di desiderya |
La loro prima volta |
Eccomi ancora qui....dopo il primo racconto e la quantità di e-mail porcelline, fantasiose e molto accattivanti che mi avete mandato ho deciso in poco tempo di tornare a parlare qui con tutti voi porcellini.
Mi sono chiesto......e adesso cosa racconto??? La risposta è venuta da sola.....se prima ho raccontato la mia prima esperienza con una coppia...ho pensato di raccontarvi la prima esperienza di una coppia che decidendo di allargare il numero di partecipanti ai loro giochi ha scelto me grazie a Desiderya. Bene..! Per potervi raccontare tutto nella maniera più dettagliata ed eccitante possibile vi racconto l'esperienza di una coppia conosciuta poco più di un mese fa. Ecco...chiudo gli occhi e cerco nella mia memoria le immagini che mi riportano a quella magnifica esperienza........ .......Il respiro di Silvia era ancora irregolare, interrotto da sporadici sospiri di piacere, nonostante il tempo trascorso dall’amplesso. Sola, stesa a gambe divaricate sul letto al centro della stanza, ascoltava le delicate sensazioni del rivolo di seme che colava lentamente dalle labbra della vagina mentre una cacofonia di sentimenti avversi si facevano strada dentro di lei. - Come ho potuto farlo? – si domandava mentre la mente seguiva d’istinto la musica di sottofondo a bassissimo volume. Non cercò la risposta, non n’ebbe il tempo. Appena il pensiero si spostò sugli avvenimenti di quella serata una fitta di piacere la costrinse a contrarre il ventre ancora una volta. Istintivamente portò la mano verso il pube e lasciò scivolare un dito tra le labbra della vagina. Percepì sulla pelle il suo stesso calore e l’umido vischioso del seme, allora si spinse verso il cuscino in modo da sollevare la schiena e spostare lo sguardo la dove teneva la mano. Osservò per prima cosa il proprio ventre, poi la delicata peluria del pube, allora sollevò lentamente il dito e rimase come ipnotizzata dal traslucido filamento che univa l’arto alla vagina. Ancora incredula portò la mano verso il volto ed appoggiò quel poco di seme sulle labbra per coglierne il sapore dopo averlo odorato. - Da quanto tempo non sentivo il sapore di un seme diverso da quello di mio marito? – questa silente domanda la sconvolse meno di quanto potesse aspettarsi, anzi l’eccitò. Penso che a quel punto le immagini di quella serata iniziarono a prendere possesso della sua mente. Risentì i propri gemiti e le parole d’incitamento, erano termini duri, diretti, decisi e forse volgari. Vocaboli che non si era mai nemmeno permessa di pensare erano usciti dalle sue labbra prossime a dischiudersi per lanciare l’estremo urlo di piacere. Intanto la mano era tornata verso il pube come per trovare conferma, nel seme sempre più liquido, di quei ricordi che apparivano più vanescenti ora che il languore lasciava luogo alla spossatezza. Il contatto sul clitoride ancora arrossato le generò una fitta di piacere inatteso quanto intenso. Silvia voltò di lato il viso mentre chiudeva gli occhi concentrata sulle fitte provenienti dal ventre. Cercò di spostare il suo interesse, non voleva masturbarsi per cercare un piacere che non poteva replicare quello appena provato, e concentrò lo sguardo sul comodino stentando nel mettere a fuoco il fallo plastico abbandonato dopo il breve uso iniziale. Quando lo riconobbe non esitò ad afferrarlo per portarselo nel solco tra i seni, lo fece scorrere sulle mammelle indugiando sui capezzoli mentre la mano continuava a scivolare sul clitoride impastando il seme residuo con un nuovo apporto del suo liquido lubrificante. Silvia portò il fallo alle bocca e lo inumidì, più per il piacere di sentire nuovamente tra le labbra un oggetto tondo e solido. Senza indugiare lo portò quindi all’altezza della vagina, divaricò le labbra e se lo guidò dentro. Lo spinse con decisione sino in fondo nonostante le sue ragguardevoli dimensioni e stette immobile a lungo, senza muovere un muscolo, per gustarsi sino in fondo quella presenza. Lentamente prese a contrarre i muscoli bassi per assaporarlo meglio, soddisfatta lo estrasse sino a farlo uscire completamente poi se lo spinse nuovamente dentro mentre un rauco gemito di piacere usciva dalle sue labbra serrate. - Non ti è bastato? Sei insaziabile! La voce ammirata di Paolo giunse da molto lontano, da un mondo ed un tempo diverso da quello in cui si trovava ora. Silvia si scompose, non aprì gli occhi e non perse la concentrazione; estrasse il fallo per poi spingerlo nuovamente nel proprio ventre, molto lentamente questa volta. - Sei fantastica… continua, ti prego! dissi io Lei non lo sentiva se non come un rumore di sottofondo che andava a sovrapporsi alla musica dolce. Spinse con forza ciò che restava dell’attrezzo in se ed arcuò il corpo sollevandolo dal letto a causa dell’intenso piacere, quindi crollò distesa tenendolo dentro per iniziare a muovere languidamente il bacino. Paolo si avvicinò al letto e si sedette sul bordo, dolcemente scostò la mano di Silvia dal fallo e la sostituì con la propria. - Stai godendo! – costatò con stupore sottovoce, più rivolto a se stesso che a lei – Il seme di Alessio sta ancora colando dal tuo ventre… e sei già pronta a godere ancora! Paolo si alzò per slacciare l’accappatoio con il quale si stava asciugando dopo la doccia, lo lasciò cadere in terra quindi s’inginocchiò davanti al bordo del letto. Allungò le mani sotto il corpo di Silvia e delicatamente la fece ruotare sino a porre il suo pube esattamente sul bordo, la guidò mentre sistemava le gambe intorno a lui poi tornò ad afferrare il fallo per muoverlo in lei. La portò sino al limite dell’orgasmo, la tenne a lungo su quella sottile linea che separa il piacere dal godimento osservando eccitato come il suo ventre si adattasse al membro sintetico. Estasiato estrasse l’oggetto da lei e lo sostituì con il proprio di vera carne. Silvia sussultò, riaprì gli occhi e fissò lo sguardo su quello di Paolo mentre lui entrava in lei, poi sussurrò qualcosa del tipo: “Avanti, riempimi anche tu” che, però, lui non comprese tanto era flebile la sua voce. Silvia era troppo eccitata, come percepì il calore di Paolo nel proprio corpo raggiunse l’orgasmo ed i suoi spasmi incontrollati generarono immediatamente quello di lui. Penso che Pasolo sentì il suo seme espandersi nel ventre, unirsi a quello mio che ancora rimaneva e questa consapevolezza prolungò il suo piacere. Silvia era veramente distrutta ora, sentiva il bisogno impellente di una doccia ma non aveva la forza di raggiungere il bagno. il recente orgasmo aveva colmato un desiderio rimasto insoddisfatto a causa della forte eccitazione e le aveva lasciato un dolce languore........ ......Silvia mi guardò e io mi alzai......mi guardava dritta negli occhi.......aveva uno sguardo che mentre mi avvicinavo a lei mi rendeva sempre più eccitato...mi abbassai sul letto, presi Silvia dai fianchi e la avvicinai al bordo del letto, la girai dolcemente e la misi carponi....con una mano presi in mano il pene con l'altra la avvicnai a me tenendola dal bacino, appoggia la cappella, ne feci entrare solo un poco e la presi con tutte e 2 le mani dai fianchi, spostai il busto indietro e diedi un colpo deciso tirando Silvia berso di me, urlò, io mi fermai qualche secondo e inizia a possederla con forza..era ancora eccitatissima e sentirla urlare di piacere e vderla stringere le lenzuola con le mani mi eccitava terribilmente aumentai ancora il ritmo, dopo un po' sentì che stavo per venire. -Silvia sto quasi per venire- dissi con i denti stretti. -Vienimi dentro- rispose lei con il fiato quasi interrotto per il piacere. Aumentai ancora e sentì il seme uscire e mentre venivo non mi fermai, Silvia urlò ancora più forte. Poi silvia si lasciò cadere sul letto e io sopra di lei. Ritornai con la mente alle origini di quella fantastica notte. Avevamo organizzato una cena a casa mia, io disto parecchi chilometri dal loro paese, non troppi ma sufficienti a sconsigliare il rientro a casa quella stessa notte. Al telefono erano stati chiari.... -veniamo, ma è la nostra prima volta e non sappiamo se andremo fino "in fondo"- Andai a prenderli alla stazione ricordo bene cosa pensava lui mentre andavamo a casa mia e disse -sono preoccupato da come mi sento come se la vita fosse spensierata e priva di vincoli sentimentali- Io rimasi sorpreso ma mi limitai a sorridere. Lei fece finta di non capire, era forse la prima volta che suo marito manifestava così apertamente una forma di gelosia, tutto sommato se ne sentì lusingata. Il primo pensiero malizioso la colse quando, io chiesi a Paolo se il viaggio era andato bene ma non mi rispose nulla, nemmeno si era accorto che avevo detto qualcosa,guardai Silvia in faccia e lei sorrise. Lei era con l'espressione assente come quella di chi è avvolto dai propri pensieri. Paolo girò un poco lo specchietto retrovisore e la guardò - A cosa stai pensando? – domandò aolo senza staccare gli occhi dallo specchietto. - Io… emm .. a nulla! – rispose Silvia colta di sorpresa. – Guardo il paesaggio! – tentò di mentire. - Non me la conti giusta. Ti conosco, sai! Nei tuoi occhietti c’è una luce maliziosa! - Guarda davanti che è meglio. – disse Silvia un po’ seccata d’essere stata scoperta, anche se si notava che era molto divertita - Non ho bisogno di guardarti, basta sentire il tono della tua voce quando rispondi… Sbaglio o c’è qualcosa che speri ma, allo stesso tempo, temi? - E di cosa dovrei aver paura? rispose Silvia - Di te stessa. – fu la lapidaria risposta di Paolo. E ci misimo tutti a ridere. Silvia decise di ritirarsi in un dignitoso silenzio mentre tentava di cacciare dalla mente le ossessive immagini che si erano formate. In un estremo tentativo di ritrovare una forma di razionalità si mise a valutare il suo abbigliamento e ai capi che aveva portato con se. La mente, però, non rispondeva e si limitò a visualizzare solamente l’intimo, troppo “decente”, che aveva scelto prima di partire. Silvia era insoddisfatta e maledisse la sua timidezza che le aveva impedito di scegliere capi più sexy mentre si preparava in presenza di suo marito. Però una soluzione c’era - Fermati nel prossimo paese, ho bisogno di una merceria. Paolo non disse nulla, si limitò ad annuire. Aveva già compreso. Meno di un ora dopo Silvia usciva felice da un negozio d’abbigliamento intimo con una discreta borsa tra le mani. - Va meglio ora? – domandò Paolo che aveva atteso paziente il ritorno della moglie. - Ora sì! Ma… - Ma? - Non vuol dire niente, mi son comprata qualcosa di molto sexy: biancheria, calze… solo perché volevo sentirmi meglio con me stessa. Non volevo presentarmi alla cena vestita come una “vecchia”! La guardai.....camicetta, gonna sopra il ginocchio, scarpe alte ma non troppo… -Non mi sembri vecchia- dissi io con aria perplessa. Così pare.. ma sai cosa ho sotto? – domandò Silvia - String. - E basta? non feci in tempo a dire una parola che lei aggiunse - Autoreggenti! – disse pizzicando il sottile velo che le ricopriva le gambe. - Nient’altro? – domandai - Non mi pare… - tentennò Silvia aprendo dolcemente le gambe e facendo intravedere una paluria scura e ben disegnata - Allora vedi che ho ragione! disse Paolo - Forse! – rispose Silvia Per tutto il viaggio il discorso mantenne questo tono ambiguo, tra loro non erano necessarie frasi esplicite per comprendersi. Arrivammo a casa, cenammo mantenedno il discorso sul generico. Paolo si alzò Vieni, facciamo due passi fuori,… è una bella serata e non è nemmeno particolarmente fredda. Accettò offrendo il braccio al marito. Uscimmo fuori, Paolo accese una sigaretta e ci incamminammo sino ad una panca seminascosta nell’oscurità dove lui la fece accomodare restando, però, in piedi. - Non ti siedi? – domandò lei - Finisco la sigaretta. – rispose secco lui - Non mi da fastidio, vieni! – lo invitò lei battendo con la mano sulla panca - allora? come mai lamenti una vita… “piatta”, priva di stimoli… disse Paolo con il sorriso tra le labbra. “Dove vuole arrivare questo?” si domandò mentalmente Silvia(:D) anche se conosceva già la risposta. Decise di rimanere in silenzio, senza incoraggiare il marito, ma anche evitando di smorzare il suo evidente ottimismo. - … e se fosse lui a fornirti questi “nuovi stimoli”? – domandò Paolo con sguardo d’intesa - Sai la novità! – si lasciò sfuggire Silvia a mezza voce per poi subito pentirsene - Ma non ti puoi immaginare cosa ho in mente per te, questa notte! – disse lui mentre appoggiava dolcemente la mano sulle gambe di Silvia. Lei non diede segno d’aver colto quella carezza, temeva di apparire troppo disponibile Silvia allora gli domandò: - E cosa vorresti propormi di tanto eccitante?- - Vedrai… sarà veramente qualcosa di nuovo, di stimolante. Fidati di me. - Vieni con me! – la invitò lui mentre allontanava la mano. Silvia mugolò in segno di disapprovazione poi disse: - Dammi almeno un bacio, poi portami dove vuoi e fammi godere! … e rimetti la mano dove stava prima, ti prego. – terminò ansimando. Paolo l’accontentò. Avvicinò il viso alle labbra di Silvia mentre con la mano tornava sul pube, questa volta per sondarlo a fondo. Anche io eccitato misi la mano sul pube di Silvia. Mentre le loro lingue giocavano ora nel palato di una ora dell’altro, aveva visualizzato tutta una serie di possibili amplessi con lui, stimolata dalle dita che scorrevano sul clitoride lubrificato dalla prepotente eccitazione, ma la fantasia non poteva avvicinarsi a ciò che l’aspettava in quanto solo nei suoi più reconditi e segreti sogni aveva osato immaginare una situazione tanto eccitante. Al termine dell’appassionato bacio Silvia era pronta ad accettare ogni genere di proposta da Paolo Paolo la prese per mano ed in silenzio la guidò verso casa. Silenzioso Paolo la guidò verso il corridoio che portava alla mia camera. Mancavano pochi metri alla mia camerae l’eccitazione che l’aveva sorretta sino a quel momento, all’improvviso, sparì. Si rese conto di cosa stava per fare, comprese che oltrepassata la porta non poteva più tirarsi indietro e doveva andare sino in fondo, non poteva illuderlo sin dentro la mia camera. Rallentò il passo per guadagnare tempo mentre si domandava se era realmente pronta a concedersi, per la prima volta, un avventura al di fuori del matrimonio. Troppe le sensazioni negative in lotta con quelle positive. Di fondo restava una latente eccitazione per la trasgressione insita in quella situazione. Mi misi davanti a lei mi guardò e penso che unbrivido percorse la sua schiena. “Non devi pensare, fallo e basta!” disse Paolo cher aveva letto i suoi pensieri Paolo aveva colto le incertezze di Silvia ma era sicuro che l’avrebbe vinte, non si era voltato per incitarla, non aveva rallentato il passo, aveva aperto la porta della mia camera ed era entrato tenendola aperta per lei. Ci sedemmo sul letto Paolo le sussurrò nell’orecchio mentre l’abbracciava con dolcezza: - Tanti anni fa mi avevi parlato di un tuo ricorrente sogno erotico. Un desiderio intimo e segreto che eri sicura di non soddisfare mai… che temevi di non avere il coraggio di soddisfare mai. Ora puoi farlo! Ciò che potrebbe accadere in questa stanza… non uscirà da qui se non vorrai. poi colto un certo rilassamento lasciò scivolare le mani verso i glutei e le disse: - Lasciati andare, non te ne pentirai. Silvia riaprì gli occhi per fissare i miei che ero seduto sul letto, quindi sollevò il viso verso quello di Paolo e dischiuse le labbra in cerca di un bacio. Persa nella stupenda sensazione di quelle labbra a contatto delle proprie e nella crescente eccitazione si sentì portare verso il letto e spingere verso il basso sino a sedersi sul bordo. Improvvisamente le mani sul suo corpo divennero quattro, le carezze si moltiplicarono e con esse la percezione del piacere. Silvia non oppose alcuna resistenza alle mani che scivolavano sulle gambe, che sollevavano la gonna, s’intrufolavano sotto la camicetta e ne slacciavano i bottoni. Restò immobile, con gli occhi chiusi, a godersi le sensazioni che nascevano da ogni punto del suo corpo solleticato da quelle mani, le aveva dappertutto oramai, pelle contro pelle. L’eccitazione era quasi incontrollabile, nella mente non vi era più traccia dei dubbi di poco prima, rimaneva solamente il desiderio di non perdersi neppure un istante di quell’orgia di sensazioni piacevoli. Non riusciva a comprendere cosa le stessimo facendo, i punti stimolati erano troppi per seguire il piacere nato da ognuno di loro. Silvia gemette poi sussurrò: - Spogliatemi! La accontentammo. Abbandonammo per un istante il seno, la vulva, i fianchi e le gambe per sfilarle del tutto la camicetta e la gonna, le lasciarono solo le calze e le scarpe. Silvia apprezzò questo gesto, si sentiva diversa con qualcosa ancora indosso, specie quei due simboli di femminilità. Era in attesa delle nostre mani, ora che nulla si opponeva più a lunghe carezze sulla pelle, ma ricevette uno stimolo ancor più intenso dalla mia lingua che le scivolava sulle calze in direzione del pube. Silvia aprì completamente le gambe, ansiosa di ricevere quella lingua tra le labbra della vagina, nello stesso tempo non dimenticò il membro di Paolo che le si stava avvicinando al viso. Ingoiò l’asta del marito nel preciso istante in io spingevo con forza la lingua sul clitoride. Un’esplosione di piacere le invase il corpo, il sapore di maschio in bocca e lo stimolo in basso portarono Silvia in uno stato d’eccitazione che raramente aveva provato. Aspirò con forza e succhiò il membro mentre faceva scorrere la mano per tutta la sua lunghezza, si sentì subito gratificata dal lungo mugolio di piacere emesso da Paolo e s’impegnò al massimo per strappargli subito un orgasmo. Si rese conto di poter fare ciò che voleva senza preoccuparsi di spremere subito il suo amante, tanto ce n’era un altro pronto a soddisfarla. Fu questa scoperta a farla godere più dello stimolo che riceveva in basso. io ero impetuoso, non mollavoper un istante il proprio ritmo, Silvia trasmetteva a Paolo il piacere che riceveva, forse troppo intenso. Paolo si allontanò bruscamente da lei per poi fissarla con gli occhi carichi di stupore. Silvia apprezzò quello sguardo, le piaceva stupire, dimostrarsi al di là delle aspettative. “Sconvolto? Aspetta a vedere questo!” pensò. La ragazza si sollevò con l’aiuto delle mani appoggiate sul materasso e si portò verso il centro del letto, s’adagiò distesa con le gambe aperte poi disse: - Vieni! – rivolta a nessuno in particolare. Lei sapeva che Paolo non avrebbe raccolto l’invito, aveva sentito il suo glande ingrossarsi tra le labbra e alcune sporadiche gocce di seme sulla lingua, era troppo vicino all’orgasmo per entrare in lei senza rischiare di venire subito. Come previsto fui io a sollevarmi e posizionarsi timidamente sopra di lei, indeciso se indossare o no il profilattico. Era quello che voleva, accogliere Luca sotto gli occhi di Paolo. - Prendimi! – mi sussurrò scesi lentamente sino a portare il pene contro la vulva, attesi un movimento favorevole di Silvia poi spinsi penetrandola. Lei inarcò la schiena sollevandola dal letto mentre io mi spingevo sempre più a fondo nel ventre, quando lo sentì tutto dentro gemette e rantolò qualche parola che il rmarito non comprese. iniziai a muovermi su di lei, uscivo quasi completamente poi rientravo, inizialmente con dolcezza, poi notato come lei spingeva il pube incontro al mio quando scendevo, presi a penetrarla sempre più intensamente. Silvia era eccitatissima, la dilatazione interna e la copiosità della lubrificazione mi consentivano un ritmo indiavolato. Lei seguiva il ritmo, non aspettava che io spingessi a fondo, si faceva sempre incontro incurante dell’espressione allucinata di Paolo. Quando Silvia riusciva a spostare lo sguardo sul marito, rimasto in piedi ed in disparte, trasformava la propria espressione in una di puro piacere, più di quanto provasse in realtà, era eccitata dagli occhi di Paolo, da come scrutavano il suo corpo sotto quello mio, se li sentiva addosso. Quando si ritenne soddisfatta di quell’iniziale amplesso mi disse che voleva cambiare posizione, mi sollevai a malincuore da lei, convinto di dover cedere il posto al marito ma mi ritrovai steso sul letto con Silvia che prendeva posizione sopra di me. Lei si sistemò a cavallo su di me, prese il membro e se lo posizionò tra le labbra della vulva, scese appena lo percepì correttamente indirizzato. Silvia si spinse sino in fondo aprendo le gambe per aderire completamente al mio corpo, poi iniziò a muovere solamente le anche con un espressione di puro piacere sul viso, ora vera e non ad uso di Paolo. Dimenticò tutto il resto, in quel momento esisteva solamente quel pezzo di carne, dura, che aveva profondamente piantato nel ventre. Si muoveva in modo da sentirlo al meglio, contraeva e rilasciava ritmicamente la muscolatura interna mentre ondeggiava lentamente con le anche. Non si sollevava, non lo faceva scorrere in se e nemmeno cercava uno stimolo esterno sul clitoride. Le era sufficiente quella presenza dentro per godere. Quando ritenne d’essere pronta, fisicamente e psicologicamente, si lasciò cadere su di me e senza farlo uscire da sé chiamò Paolo. - Avanti, vieni anche tu… fatemi impazzire! Paolo non si aspettava questa richiesta, era convinto che lei si sarebbe limitata a prenderne uno mentre succhiava l’altro. Una doppia penetrazione andava al di là di ogni più perversa speranza. Era eccitato dall’idea di penetrarla analmente mentre lei aveva dentro me ed era felice che le avesse riservato quella parte del suo corpo. Salì sul letto e si sistemò dietro di lei che già aveva sollevato il sedere in attesa; ne dilatò le natiche e solleticò l’ano con un dito inumidito, quindi spinse il dito dentro di lei. Silvia rantolò di piacere e si dilatò. - Sei pronta, vedo. – le disse Paolo con voce rotta dall’emozione - Prendimi! Anche tu… dai! – riuscì a dire lei Paolo posizionò il membro ed iniziò a spingere delicatamente. - Aiutami… - disse rivolto a Silvia Lei spinse per dilatare l’ano al massimo e lo sentì, improvvisamente, entrare. Fu un esplosione di piacere misto ad un dolce dolore che lei sapeva apprezzare, urlò incurante del sottile spessore delle pareti della camera. Quando il dolore passò rimase la sensazione d’essere piena di due uomini e tornò a godere pur rimanendo immobile. capimmo il suo stato ed iniziarono un lento movimento all’unisono. Silvia si rifiutava di pensare, di realizzare appieno ciò che stava facendo, si limitava a godere. Era un piacere troppo intenso per rovinarlo con la razionalità, era invasa dagli stimoli tanto da non riuscire più a comprenderne l’origine. Ebbe un primo ed improvviso orgasmo, del tutto inatteso ma intenso, quasi feroce nel suo sviluppo. non ci fermammo, continuammo a muoverci senza badare ai lunghi ed a stento soffocati gemiti. L’interno del suo corpo, in preda alle contrazioni involontarie, era troppo piacevole per fermarsi. Silvia non terminò di godere, quel continuo movimento la manteneva in uno stato d’intenso piacere tanto da non consentirle di capire se l’orgasmo era terminato o no. In preda ad un puro delirio erotico si scopri ad urlare: - Ora riempitemi! Riempitemi… tutti e due! Questa frase entrò nelle mie orecchie che già a stento trattenevo il piacere, la voce di Silvia riuscì a rompere tutto il castello d’autocontrollo che mi ero costruito e venni immediatamente. Silvia mi sentì ansimare e contemporaneamente mi percepì pulsare dentro il ventre, allora si spinse contro di me, lo prese completamente dentro mentre anche Paolo spingeva per eiacularle nel profondo dell’intestino. In un lampo di lucidità Silvia comprese che due uomini stavano iniettando il loro seme contemporaneamente nel suo corpo, quest’immagine riuscì a donarle un secondo, meno intenso forse, ma più lungo orgasmo. Terminammo di godere che Silvia ancora provava un languido piacere, Paolo uscì da lei liberandola; lei si sollevò dolorante da me e crollò stesa sul letto, quindi chiuse gli occhi e rimase immobile a godersi ciò che rimaneva del piacere. Aspetto i vostri commenti Un grosso bacioa tutti |
I vostri commenti su questo racconto | ||
Autore: | Lady&Oscar | Invia un messaggio |
Postato in data: | 05/07/2008 15:59:08 | |
Giudizio personale: | bello anche se lungo. E\' eccitante e ben descritto | |
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Autore: | Crispool | Invia un messaggio |
Postato in data: | 27/04/2007 22:51:03 | |
Giudizio personale: | coinvolgente e carico di erotismo | |
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