i racconti erotici di desiderya

La galleria scavata nella roccia

Autore: Cioccolatopiccante
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Commenti: 1
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L'una di notte passata, la città si sta addormentando.

Tutto volge al silenzio. Anche la pioggia, prima insistente, comincia a scemare fino a diventare brusio, e poi ancora ricordo di brusio.



Anche la cintura della stanchezza si allenta, lascia respirare nuovamente nell'afa di luglio, tornano le emozioni, torna la vita. Torna il desiderio, fino a qualche ora fa negato e massacrato in ufficio.



Quando esco dalla doccia tu dormi già. Provo a infilarmi nel letto, nudo, ti accarezzo lievemente il collo e ti passo un dito sfiorando le tue labbra.

Non voglio spingermi oltre, e rispetto la tua stanchezza, il tuo bisogno di riposo dopo molte fatiche.



Riprende a piovere di stravento, la finestra sbatte e urla, fino a farti alzare. Vai in bagno, e prima di tornare a letto mi dici sono davvero stanca morta ti prego scrivi in un racconto cosa vorrei facessi e domani ti accontenterò.



Ed eccomi qui.

Ecco quello che farai domani.



Domani ci vedremo nella nostra casa in montagna in tardo pomeriggio. Ti verrò a prendere alla stazione, e come prima cosa andremo a fare una passeggiata nei boschi.

C'è una strada in piano, in mezzo ai castagni in fiore, che arriva ad una galleria abbandonata, scavata nella roccia durante la guerra come passaggio militare.

E' buia e umida, fresca e profuma di montagna e di selvaggio.



Arrivati a metà galleria, là dove l'oscurità prevale sulla luce delle estremità, là inizierò a baciarti.

E riconoscerai l'incedere della mia lingua, capirai che non si tratta di un bacio di cortesia anche perché ti spingerò lentamente verso la parete di roccia fresca.

Le mani si insinueranno sotto la maglietta, slacceranno il reggiseno e andranno ad accarezzare i tuoi capezzoli ritti come antenne di piacere.

Con una mossa rapida, da leonessa quale sei, invertirai le posizioni e mi bloccherai contro la galleria. Poi farai scivolare la tua mano sinistra ad avvolgere il mio cazzo, duro come non mai, ti inginocchierai lentamente baciandomi il petto e il vetre.

Ed infine, come antipasto, me lo prenderai in bocca. Inutile spiegarti qualcosa o darti dritta alcuna: il tuo talento naturale ti guiderà nel ciucciare, leccare, dimenare la tua testa con la stessa sinuosità di un delfino che gioca a pelo d'acqua. Ed io prenderò la tua testa tra le mani e fermerò ogni movimento tranne uno: quello che porterà il mio cazzo sempre più in fondo alla tua bocca, fino ad arrivarti in gola, fino a vedere la tua lingua sfiorare le mie palle.

Solo a quel punto ti darò il permesso di staccare le tue labbra dal mio membro, e ti metterò a pecorina, sbattendotelo dentro con forza.

Con tutta la mia forza, e sai di cosa sono capace.

E allora inizierò a sentire i tuoi primi, lievi, gemiti, diffondersi all'interno della galleria e permeare lo spazio intorno a noi, fino ad arrivare a delle brevi e intense urla di piacere.

Ti rimetterò in piedi, girandoti di fronte a me, e quindi lo infilierò piano, frontalmente, cambiando il ritmo da tarantella a ballo lento e innamorato. Ti bacerò nuovamente, con dolcezza e amore, leccandoti la lingua con movimenti circolari.

Ti prenderò in braccio, sempre frontalmente, facendo valere la mia forza fisica e sentendomi avvolgere dalle tue gambe lunghe di immenso piacere.

A questo punto avvicinerai le tue labbra al mio orecchio, sussurrandomi: sbattimelo nel culo. La dolcezza del tono, in palese contrasto con la violenza della richiesta, mi farà impazzire. Così mi sfilerò la maglietta, la sistemerò a terra e ti ci coricherò sopra, supina. Con la mia lingua andrò a baciare il buco del tuo culo, che da lì a poco subirà un attacco in piena regola.

Hai sempre avuto il tabù del sesso anale, e ancora oggi la tua entrata secondaria è stata violata poche volte, e sempre con delicatezza e premura.

Ma ogni volta che il mio cazzo si infila lentamente nel tuo culo, sento questo cedere di millimetro dopo millimetro, e ogni volta la resistenza è sempre minore a quella precedente.

Ardo dal pensiero di quando sarai in grado di prenderlo davanti e dietro con la stessa foga, e potrò sbatterti come si deve.



Ma non sarà domani ancora questo momento, e così infilerò piano piano la punta del mio cazzo, ormai pronto ad esplodere, all'interno del tuo stretto e porco buco del culo.

Piano, piano, mi muoverò avanti e indietro dapprima in modo impercettibile, poi via via sempre più veloce, sempre più a fondo, sempre con più forza. La tua mano andrà a strofinare la tua fica umida e gocciolante, fino a quando sentirò il tuo gemito intenso e le contrazioni che scuotono la tua fica e il tuo culo, da parte a parte.

Il mio cazzo, stritolato in questa morsa, ti sbatterà ancora qualche minuto, giusto il tempo di uscire, farti alzare in ginocchio, e schizzarti in faccia tutta la sborra che ho in corpo, bianca, bollente, cremosa.



Ci rivestiremo e, da bravi ragazzi, torneremo a casa dove i nostri due amici ci accoglieranno con un sorriso malizioso: ma dove siete stati, eh?



Questo ti chiedo e questo domani pomeriggio faremo.

Ora la pioggia è finita e sono quasi le tre di notte. Il mio cazzo esplode, in più momenti ho dovuto fermare la scrittura per toccarmi e gioire per il pensiero del piacere che mi attende.

Mi sa che, dopo aver caricato il racconto sul sito, mi infilerò nel letto con il cazzo duro come una sbarra di ferro, e te lo sbatterò neòòa fica fino a schizzarti dentro.

Buona notte, amore.





























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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Principessa Del Clitoride Invia un messaggio
Postato in data: 25/07/2009 11:33:08
Giudizio personale:
didascalico ma intrigante .ok


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