i racconti erotici di desiderya

Io guardone


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Il gioco che avevo organizzato stavolta era davvero perverso. Ma mi piaceva alcune volte spingermi dove non ero mai arrivato prima, proprio per cercare stimoli mai provati.

Le avevo concesso qualche scappatella altre volte è vero, ma non avevo mai assistito di persona, non sapendo né come io né come l’altro avremmo gestito l’esperienza. Così via SMS, per il pudore di non riuscire a dirglielo di persona, le proposi questo gioco che dopo un paio di scambi di messaggi portò ad una definizione dei ruoli e delle modalità.



Lei sembrò interessata ed eccitata all’idea e riuscì ad organizzare la cosa nel giro di pochi giorni. D’altra parte non le sarebbe mai risultato difficile: chi fra gli amici di una donna, tra l’altro carina come lei, sarebbe riuscito a rifiutare una proposta così allettante? Ma il patto era che Lui non dovesse sapere nulla del nostro accordo e che non dovesse conoscermi.

Il giorno fissato era l’indomani. Lui sarebbe passato a prenderla per andare a mare in una spiaggia che tante altre volte avevamo frequentato insieme e che offriva quella privacy ed atmosfera che erano necessari.



La sera prima io ero molto nervoso mentre lei sembrava assolutamente rilassata. La osservavo distesa sul letto, nuda, dormire con le gambe leggermente raccolte offrirmi la vista di quel delizioso triangolino di pelo all’incrocio fra le gambe. Sentivo però intenso quell’odore fra l’acre e il fruttato che conoscevo bene e che confermava che, anche mentre dormiva, il suo inconscio le faceva secernere un po’ di quello splendido nettare che avevo tante volte assaporato.

Anzi la sua fica sembrava perfettamente sveglia, consapevole che la stessi osservando e mostrava con quell’umore di volermi attrarre dentro facendomi percepire che era umida al punto giusto perché la penetrassi.



Ripensavo a poche ore prima quando, spiando dalla porta del bagno, l’avevo vista con una gamba sollevata e poggiata sulla tavolozza del water, le gambe allargate e con quel diabolico strumento di tortura simile ad un rasoi elettrico,che invece ti tagliare i peli li tira via. Lo passava con estrema cura e attenzione sui lati dell’inguine, usando l’altra mano mano per tenere la pelle in tensione. Quando mi aveva visto mi aveva sorriso commentando:

“Rifinisco, perché per il tanga non si devono vedere peli che sporgono dal costume….!”.

Ma nonostante questi pensieri e il vederla lì, dovevo resistere e cercando di non pensarci dopo un po’ mi addormentai.



La mattina seguente quando la sveglia suonò, lei era già alzata. Sentii che stava facendo la doccia. Mai aveva avuto tanta cura al mattino.

Mentre prendevamo il caffè parlammo del più e del meno facendo finta di nulla. Lei mi riportò alla realtà quando alzandosi sentenziò:

“Ok, sono le 9. Fra poco lui passa. Io vado”. Finì di allestire il suo zaino, che usavamo da sempre per andare a mare con il kit di tovaglie e creme solari, mi sparò un bacio sulla bocca ed uscì dalla porta.

Così rimasi solo aspettando che passasse quell’ora di vantaggio che avevamo concordato le concedessi. Quei maledetti sessanta minuti passarono mentre nella mia mente scorrevano mille pensieri. Anzi lasciai passare qualche minuto in più prima di avviarmi anch’io con il mio zainetto in spalla ed uscire di casa.



Quando arrivai in quella spiaggia, ebbi la conferma che avevamo scelto il giorno giusto: un giorno feriale e pochissime persone distanziate e distribuite lungo la riva.

Mi incamminai sul bagnasciuga andando verso la zona più riservata e distante. Ogni coppia che incrociavo mi sembrava fossero loro, finché la riconobbi sdraiata al sole con lui vicino. Erano l’ultima coppia, in una parte più isolata e li superai con indifferenza andandomi a fermare ad una decina di metri circa, stendendo la tovaglia sulla sabbia e sdraiandomi anch’io. Lei, che indossava un tanga viola, offriva a chi passava di lì lo spettacolo dei suoi glutei praticamente nudi.

Non si accorse subito che ero arrivato, ma anche se se ne fosse accorta doveva fingere di non conoscermi. Così avevamo pattuito.



Tante volte in quello stesso punto, eravamo stati noi l’attrazione per maschi porci e guardoni che speravano di godersi gratis lo spettacolo di una gnocca in topless.

Ora il guardone ero io che, sdraiato, fingevo di prendere il sole sbirciando con la coda dell’occhio la mia donna!



Lei non tardò molto ad accorgersi che ero arrivato e subito, con molta naturalezza, si girò sfilandosi il reggiseno che indossava ancora sicuramente per tenere lontani altri guardoni. Lui si illuse che lo spettacolo fosse a lui riservato e le si accostò sollevando la testa, dandole un lungo bacio sulla bocca. Ma era per me quello spettacolo, solo per me, che intanto iniziavo invece a fremere e a soffrire.

Poi con altrettanta naturalezza si girò verso lo zaino estraendo la crema solare, porgendogliela. Non sentivo le parole, ma intuii che stava chiedendo di spalmarla. Lui ovviamente, più preso di me, non se lo fece ripetere due volte e non appena lei si distese a pancia in su, inizio a massaggiarle la crema prima sulla pancia e poi su su intrattenendosi a lungo sui suoi seni.



Io, intanto, sbirciavo dietro gli occhiali da sole.

Sotto le SUE mani, mi sembrava di sentire IO quei capezzoli, palpati che lentamente diventavano sempre più turgidi.



Lui le si accostò più volte per baciarla in lunghi interminabili minuti in cui li osservavo abbracciati. Poi, come in un film che conoscevo già, lei si alzò avviandosi verso la riva per immergersi in acqua mentre lui, come un cagnolino, la seguiva e io restavo lì ad osservarli. In acqua lui le si strusciava addosso. Capivo, perché lo aveva fatto con me tante volte, che lei gli accarezzava il membro sotto il costume mentre si baciavano abbracciati.

Doveva averlo durissimo, almeno quanto lo era diventato il mio.

Dopo un po’ di scaramucce simili, tornarono a distendersi sulla battigia. Mentre erano sdraiati al sole, vidi la mano di lei frugare sotto il costume di lui che, prima imbarazzato poi via via perdendo ogni inibizione, la lasciava fare ricambiando con delle carezza fra le cosce di lei e iniziando incursioni con la mano sotto i pochi centimetri di costume che le ricoprivano il fiore.

Si intuiva che lei lo stava masturbando e che lui lasciava scivolare le sue dita lungo l'apertura della sua fica. Riconobbi l’esatto momento in cui lui venne sotto le sue sapienti mani perché raccolse le gambe di scatto. Anche lei stava raggiungendo l’orgasmo perché strinse le coscie fermando la mano di lui con la sua.

Rimasero lì altri interminabili minuti. Poi lui si alzò andando verso l’acqua, evidentemente per ripulirsi. Lei, gettando uno sfuggente sguardo verso di me per verificare che la stessi osservando, si portò le dita alla bocca succhiandole. Quindi lo raggiunse in acqua dove si diedero un altro lungo bacio.



Nei successivi minuti, li osservai sdraiati. Di tanto in tanto passavano altre persone, che arrivavano da chissà dove, per andare chissà dove. Altri anonimi che però si godevano gratis quello spettacolo delle sue tette o del suo culo, dipendeva da come era girata a rosolarsi al sole.

Poi mi alzai, raccolsi le mie cose e dalla strada dove ero venuto e passando davanti a loro, ripresi la strada di casa.



Lei rientrò circa 2 ore dopo che io ero già tornato. Aprì la porta e mi trovò sdraiato sul letto:

“Ciao. Ti è piaciuto lo spettacolo?” mi chiese con un sorrisino malizioso.

“Non male! Bella troietta che sei…!”

Lei si sedette vicino a me e accarezzandomi le palle mi sussurrò:

“Non ho niente sotto perché il costume era bagnato. Peccato che ti sei perso il resto...”

“Ah, perché c’è un resto?” chiesi.

Lei mi abbasso il costume che invece io indossavo ancora e continuò:

“Beh, mentre tornavamo lui guidando aveva iniziato a sgrillettarmi con le dita fino a farmi venire, allora mi sono sentita in dovere di fargli un pompino di ringraziamento”

“Un pompino di ringraziamento, in macchina?” riuscii a balbettare fingendo stupore.

“Sì, un pompino. Gliel' ho tirato fuori dai pantaloncini ed in pochi minuto l’ho fatto sborrare, mentre eravamo a 90 all’ora. E così per non distrarlo e non sporcare la macchina me lo sono fatto venire in bocca…Tutto….Neanche una goccia fuori….!”.



Non mentiva perché conoscevo bene il suo pompino da crociera, roba da farti andare fuori strada. Molto pericoloso!



Senza profferire verbo, le tirai via la maglietta e mi avventai con la lingua sui suo capezzoli laccandoli.

Sapevano ovviamente di sale. Poi salii lentamente su su lungo il collo fino alla bocca dove iniziai a baciarla.

Mentre riprendevo possesso della mia donna, e del mio territorio, sentivo l’amaro sapore del sale a poco a poco mischiarsi con un sapore che conoscevo già sulle sue labbra, ma che stavolta non proveniva da me.





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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Millumino_dimmenso Invia un messaggio
Postato in data: 22/07/2022 12:38:37
Giudizio personale:
vorrei andare anch'io a mare con lei,

Autore: Pantera_sexy Invia un messaggio
Postato in data: 14/08/2008 15:06:31
Giudizio personale:
ok

Autore: DrakEva Invia un messaggio
Postato in data: 05/08/2008 21:33:56
Giudizio personale:
Molto porcello ... erotico e ben scritto con classe, non scade nella volgarita\' gratuita .

Drake

Autore: Sinpauler Invia un messaggio
Postato in data: 02/08/2008 17:05:24
Giudizio personale:
quasi simile ma più spinto è successo a noi solo 15 giorni fa in Corsica ancora dopo 2 settimane come ci penso devo toccarmi credo che lo ripetrò con lei uno di questi giorni


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