i racconti erotici di desiderya |
Io e fabio |
LUANA E FABIO(1)
Fabio, un ragazzo algerino, trentenne alto 190 cm per circa 80 kg. Un armadio di ragazzo proporzionale è il suo cazzo, la sua forza fisica e la sua voglia di sesso. Precoce ma ripetitivo, sempre in tiro e abbondante. Lui dice basta quando tu non ce la fai più… quando sei stremata ed esamine. Ti assicuro che da sotto di lui puoi uscire anche con una costola rotta. E successo! L'ho sconosciuto tramite un annuncio scritto dietro ad una porta di un cesso pubblico sull'autostrada Napoli Roma. Allora abitavo ai Castelli e lui ad Ardea quindi non molto lontano. Ti confesso che al primo incontro vado sempre un po' insicura (sarà cosi anche per l'altro). Ci sarà… gli piaccio… mi piacerà… sarà un bell'incontro, sarà un delinquente… etc. Gli fisso un appuntamento in un posto non eccessivamente isolato e abbastanza illuminato sulla via Nettunense all'altezza di Valmontone, non lontano da casa mia e non molto lontano da casa sua. Aspetto che scende prima lui dalla macchina… cerco di inquadrarlo e farmene un'idea prima che fisica (quella me la sono fatta subito, era bello e possente) del tipo di persona… è un bravo ragazzo… posso fidarmi… Abbasso il finestrino… "Ciao bella (mi squaglio), posso darti un bacio? (mi liquefo) S'infila con la testa nel finestrino, mi lascio fare… Intanto per valutare non tanto le sue dimensioni (oddio se ci sono anche quelle non è male) ma il suo interesse, gli metto la mano sulla patta… indossa una tuta abbastanza ampia il suo cazzo non è durissimo ma è a metà strada e ti garantisco… anche la mia dolce e soave mano ha faticato ad afferrarlo. E' fatta! Penso. Con modo da femmina troia apro la portiera della macchina, mi faccio precedere dalle mie bellissime gambe velate da collant neri autoreggenti, un vestitino cortissimo nero… lui mi osserva con molto interesse e intanto con la mano si posiziona q alcosa in continuo crescendo perché nella vecchia posizione stava scomodo. Quando il suo sguardo arriva al mio viso, con tratto da troia, faccio scorrere lentamente la mia lingua sul mio labbro superiore… i suoi occhi brillano e le sue mani fremono e suppongo il suo cazzo scoppia. Chiudo la portiera dietro le mie spalle e mi appoggio alla macchina, mostrandomi molto femminile, remissiva e docile. Noto che quest'atteggiamento lo eccita. Attimi di sguardi incrociati, scrutamento reciproco, imbarazzo, ma convinta che in entrambi il pensiero era (da parte mia "prendimi" e da parte sua "sarai mia"). Rompe il ghiaccio lui… "Posso abbracciarti", con voce flebile e smielata: Fabio Sisia abbracciami! Mi abbraccia con forza, passione, mi spinge contro la macchina, sento il suo enorme cazzo sotto il mio seno (finto), mi faccio avvolgere immergendomi tra le sue forti e robuste braccia (lui cm 190 io cm 174), sento una sua poderosa gamba immersa in mezzo alle mie cosce… riesco a mala pena a dargli un bacio sul collo… al mio smack mi stringe ancora più forte. Penso è fatta gli piaccio e mi strapiace. E' ancora lui a riprendere la parola, deciso e sicuro di se, aveva capito che tremavo e fremevo per lui: "Luana ti voglio subito, sarai mia!". Dolcemente e con qualche battuta di ciglia gli dico: "Si', Fabio… anche io ti voglio! Ma non qui". Riprende: Non oso chiederti di andare a casa tua e io non ti posso ospitare, seguimi, conosco un posto appartato e tranquillo… ci vado ogni volta che devo scopare, non è molto lontano da qui… sull'Ardeatina". "Ok ti seguo!". Lo seguo! Ci fermiamo in una strada dietro ad un casetta dell'Enel da dove si vedono scorrere le macchine sull'Ardeatina. Erano circa le 22.00, piena estate, caldo d'aperta campagna… ideale per una buona e sana scopata. Ferma la macchina, fermo la macchina. Gli vado incontro e ci fermiamo tra la sua e la mia macch ina. Mi dice: "Tranquilla, qui non viene mai nessuno e poi stai con me!" Mi piace il suo fare… sicuro di se di quello che vuole e di quello che mi può offrire. Mi prende di peso e mi fa sedere sulla parte anteriore della mia macchina, metto i miei tacchi a spillo sul paraurti, si curva su di me… sento il suo cazzo proprio tra i miei glutei… duro, poderoso e prepotente. Mi bacia su collo sul viso, in bocca, la sue mani tirano su il mio vestito, rimango in tanga. Le mia mani tentano arrivare al suo cazzo che è incollato al mio sedere… non ci riesco, si rende conto si raddrizza e si scosta, tento di tirare giù la tuta, il cazzone e fuori dagli slip per più della metà e qui permettimi una pausa per una sommaria descrizione. Dico sommaria perche' in fondo i cazzi sono tutti uguali, può variare la grandezza,la robustezza, ma ti assicuro quello che varia e chi lo porta e noti la differenza solo quando lo senti in mano, in bocca, in faccia, dentro. Comunque sarà stato un 22x18 (non esagero) dritto, con una cappella proporzionata ma bella grande. Faccio fatica a prenderlo in mano, si accorge: con la mano sinistra mi afferra ad un fianco e mi tiene incollata alla macchina, con la mano destra si abbassa la tuta e tira giù gli slip. Svestito il fratellone, sposta il filo del mio tanga, lo riposiziona tra i miei glutei e va su e giù, mi bacia mi accarezza, mi avvolge. Ad un tratto si ferma (quasi mi spaventa) e mi dice: "Mettimi il preservativo, voglio scoparti… voglio farti sentire femmina…". Si allontana di qualche passo scendo da quella posizione, tento di abbassarmi perché voglio sentire in bocca quella mazza enorme, mi dice: "No adesso no, se cominci di bocca me ne vengo subito… bagnami solo con la lingua la cappella" cosa che faccio (e come potevo non farlo) mentre con una mano gli accarezzo una gamba mentre con l'altra cerco di prendere le palle… enorme, sode in una mano non c'entravano. (Perché abbiamo solo due mani, in certi momenti ce ne vorrebbero, forse, dieci per toccaretutto quello che c'è da toccare). Prendo la mia borsettina con tutto l'occorrente… preservativo, fazzolettini umidificati e l'immancabile lubrificante. Quasi inginocchiata, davanti a quella statua, gli metto il preservativo a fatica mentre le mani afferrate, le mie spalle mi stringe a sé. Cerco di lubrificare bene il cazzo, mentre sento il mio culetto stringersi ma con il desiderio profondo di accogliere quella prepotente creatura, mi blocca: "Fermati, altrimenti mi fai venire… la prima vengo subito…" Dal tono della voce, maestosa e maschile, e dalle parole capisco che ci sarà un seguito e quindi devo fare di tutto di non eccitarmi troppo e soprattutto di non venire. Apro il mio tubetto di lubrificante mi faccio cascare un po' di gocce sulle dita e lo spalmo sul buchetto. Mi rendo conto che non è abbastanza, provo a prendere altro lubrificante… Mi ferma con una mano e con l'altra mi tira giù il tanga. Mi dice: Non mettere troppo lubrificante, altrimenti diventi troppo larga… "Che scopata è se non ti spacco il culo, ti faccio male e poi ti faccio godere". Gli dissi: "Guarda sono una donna, non una vacca da scannare" quasi ribellandomi e pensando al dolore… Mi disse ancora, con tono maestoso, convincente, ma nello stesso tempo persuasivo, mentre la sua mano mi accarezzava il viso: "Guarda che una scopata è un inizio di dolore con un finale di piacere! Credimi ti piacerà… ne vorrai ancora e mi cercherai ancora!". Quasi sconcertata e confusa dissi: "Speriamo…" "Girati, ti voglio prendere alla pecorina". Docilmente come una pecora che non sa se va al macello o in un prato d'erba fresca. Mi aiuta a posizionarmi con le ginocchia sul paraurti, l'addome sul bordo del cofano e la braccia distese. A dir poco tremavo, ma ero rilassata e serena, cosciente di stare sotto un esperto, consapevole e sicuro di volermi fare male ma di darmi tanto piacere e dolcezza. Si pianta dietro di me, con la mano sinistra afferra la mia mano, la stringe e la tiene ferma sul cofano; con la mano destra accarezza i miei glutei (massaggiandoli), piano piano con l'indice scende fino al mio buchetto, gli gira intorno con il polpastrello, lo massaggia, piano lo fa entrare, mi scopa per qualche attimo con l'indice (forse per scrutare la posizione e l'elasticità). Sento togliere il dito e avvicinarsi qualcosa di veramente enorme, l'appoggia dolcemente, (non c'è rudezza) nel suo fare intanto con l'altra mano, posizionato il cazzo davanti al buco, si libera e mi afferra l'altra mano. Continua dolcemente, sento il suo respiro sul mio collo e al mio orecchio (una cosa che m'inebria e mi fa uscire fuori di testa) Spinge dolcemente fino al punto di allargare il buco ma non entra, aspetta che mi rilasso, mi sussurra parole dolci all'orecchio e mi chiede se lo voglio. Gli dico: "Si… si, si, lo voglio (gli potevo dire di no!) non ce la faccio più lo voglio…" Mi muovo, cerco di alzarmi con il busto, con il suo torace, mi spinge sul cofano. Mi chiede: "Sei pronta?, dimmi che mi vuoi… dimmi che vuoi godere…" Il mio respiro e le mie parole diventano affannose, gementi. Con la sua bocca mi morde il lobo dell'orecchio, mi sento penetrare anche dal suo respiro… sono in estasi con la cappella piantata davanti al mio buco del culo… Mi sento i polsi stringere… sento…il ventre rilassarsi… in un colpo solo, fermo, deciso e forte mi apre ed entra con tutta la sua potenza. D'istinto mi stringo, mi dimeno, mi tiene ferma, urlo, mi pesa sul corpo, sento urlare anche lui insieme a colpo sferrato da una macchina potente e sicura. L'urlo reciproco è unisono. Il dolore mi fa perdere i sensi… ma non fino al punto di non sentire niente… Sento una enorme mazza dentro di me, tutto il peso del suo corpo sopra di me, il respiro, di un leone fiero con la sua preda tra i denti, nel mio orecchio, i polsi stringermi da due mani che sembrano tenaglie, una voce fiera che mi dice: "Come stai Luana…?" ed io con una voce pregna di dolore e di piacere rispondo: "N o n p o t r e i s t a r m e g l i o…!" In effetti non è stata una frase di circostanza: cosa c'è di meglio che essere posseduta da un maschio bello, dotato… ma soprattutto posseduta da una persona che ti desidera… che desidera darti il massimo del suo piacere e averne altrettanto da te. In più la giusta dose di rudezza e dolcezza maschile. Da lui e da questa penetrazione ho imparato che in fondo un atto sessuale e soprattutto infierire e ferire: in fondo un coltello (cazzo) che s'infila in una ferita (bocca, figa, culo), la bellezza dell'infierire e ferire dipende da come lo si fa. Un violentatore infierisce e ferisce soltanto; un amante infierisce e ferisce con passione e dolcezza. Dopo la mia affermazione d'enorme benessere, continua a muovere il suo bacino, con dolcezza e determinazione, mentre sento, con enorme piacere, la mia cavità anale svuotarsi e riempirsi. Il ritmo si fa sempre più frenetico e deciso, i colpi sono sempre più forti e profondi, il mio dolore si fa sempre più misto a piacere fino a diventare solo piacere. Mi auguro che hai provato questo piacere o che hai fatto provare questo piacere… non puoi chiedere di più… Intanto il suo respiro diventa sempre più intenso, il suo peso diventa sempre più pieno, il mio corpo attutisce in pieno i colpi, il povero cofano nella macchina non so… Il suo respiro diventa un lamento di piacere ed io lo accompagno con parole dolci e d'incitazione, il mio corpo vorrebbe seguire il suo ma non ne ho il tempo… appena fuoriesce me lo risento di nuovo dentro e sopra. Il suo lamento comincia ad essere urla che coincide con la fine del colpo sferrato e in quel preciso istante non posso che attutire il colpo (non ho via di scampo) la mia bocca emettere un lamento di piacere, il mio cervello e il mio corpo liberare scariche d'energia. Le sue urla sono sempre più frequenti i suoi colpi sempre più profondi… Sono stremata… Mi stringe più forte, bloccata come sono (mani e bacino sul cofano) non posso che godere e predispormi nel miglior modo possibile ad accogliere il frutto del suo piacere dentro di me. La sua stretta è sempre più forte sento sopra di me un animale che scarica tutta la sua forza e la sua energia dentro di me… Il suo corpo ormai freme e mi avvolge, il suo respiro e affannoso, le sue parole sconnesse, il suo cazzo e più duro, i colpi sono forti e decisi, ad un tratto "Luana vengo… vengo… Luana sei mia… Luana… prendimi tutto…" sento lo sperma che attraversa la sua uretra, lo sento scorrere sulle pareti del mio ano prima frequente e poi a fiotti e lui che cade sopra di me, mi morde sul collo, (stramazzo di piacere, urlo) è doloroso è il massimo della goduria. In un attimo mi allenta la mano riesco a sfuggirgli mi aggrappo al tergiacqua che spezzo… (ma che me frega…). Ha scaricato dentro di me non solo il suo cazzo, il suo succo, il suo desiderio, la sua passionalità, la sua forza, la sua potenza, la sua mascolinità, ma soprattutto il suo amore … I suo colpi rallentano ma non si fermano, le sue mani mi accarezzano la testa, il collo, la schiena, il bacino, mi prende il bacino lo attira a se… I suoi movimenti diventano più lenti, più sinuosi, soavi…è soddisfatto! Il leone ha ferito la sua preda con l'arma della sua regalità… e felice perché ha dato tutta la sua energica potenza alla sua femmina. La sua vittima è ferita e felice di aver accolta l'arma del suo feritore, consapevole di aver dato tutta se stessa al suo maschio. Il suo corpo è adagiato sulla sua vittima, con il cazzo ancora duro dentro la sua femmina, con le mani accarezza i capelli (parrucca) gira la testa e si perde in un lungo bacio di tenerezza. Qui i pensieri e le parole si perdono nella spossatezza dei corpi e nella pace dei sensi. La sua cavalcata è stata breve, intensa e devastante, si ritira e dentro il mio ano fa in tempo ad entrare una brezza leggera e rinfrescante. Mi gira, mi abbraccia e si perde, ancora, in un bacio, intenso, profondo e ristoratore… Non so quanto è durato… Di classico in questo primo round c'è stato soltanto la sigaretta che dopo aver acceso la sua, accende anche la mia, e dopo averla accesa con le sue mani stringe la mia (non è stato il solo a farlo anche altri ragazzi arabi me lo hanno fatto - sarà un gesto affettuoso della loro cultura). Abbiamo parlato per circa mezzora, a me piace sempre chiedere della provenienza, cultura, usi e costumi, storia, è un modo di capire, condividere, acculturarsi, è una forma di viaggiare, studiare… -------------------------------------- Vuoi conoscermi, vuoi comunicare con me: luana@sexy-guide.com |