i racconti erotici di desiderya

Iniziato dal collega


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Con una mia amica ci divertiamo da tempo con altre coppie, qualche volta a tre con un singolo. Un divertirsi in origine etero tra uomini, trasformatosi in full bisex quando il lui di una coppia mi prese a sorpresa il cazzo in bocca; cosa da cui comunque non mi tirai indietro, ricambiandola. Tutto però limitato a qualche palpatina ed a un breve e minimo succhiarsi reciproco. Un bisex soft provato quella prima volta e poi ripetuto che mi intrigò però al provare di più, al provare al far sesso solo tra uomini, al far sesso senza donne nel gioco.

Ed allora volli provarlo. Sapevo che un mio collega non era etero o, quanto meno, non lo era totalmente. Una sera andai a trovarlo, con la scusa di voler vedere con lui una relazione per l'ufficio. Dopo aver svogliatamente letto la relazione, iniziammo a chiacchierare del più e del meno ed io condussi il discorso sul sesso in generale. Un mio fare che volevo rendesse evidente che ben altro era il mio interesse ad essere lì; non l'andamento del mercato immobiliare, ma corpi eccitati e membri induriti. Fui quasi certo che l'avesse capito quando, dal generico conversare di sesso, passò al personale, dicendomi che lui adorava farsi usare da un maschio come femmina sottomessa. Lo disse e subito scomparve per un paio di minuti in bagno. Fui totalmente certo del suo aver intuito quando, rientrato in salotto, disse che gli sarebbe piaciuto se io fossi stato quel maschio. Non mi feci ripetere due volte l'invito... era lì proprio per la voglia di sperimentare il sesso tra uomini. Una voglia di sperimentare un dare e ricevere piacere solo tra maschi per me ancora sconosciuto.

Pur essendo non certo di primo pelo nel gioco erotico, era eccitato come uno sbarbino alla sua prima volta… e d'altra parte per me era una prima volta, la prima volta di un gioco solo tra uomini.

Gli dissi allora di spostarci in camera da letto, dove che avrei potuto essere l'uomo che l'avrebbe usato.

Si alzò immediatamente e, mentre lo seguivo verso il letto, gli accarezzai il culo, così come fa un cliente con la puttana che lo porta in camera. Lo sentii fremere mentre lo palpavo, dicendogli che ora doveva farmi vedere quanto era troia, quanto gli piaceva subire il mio cazzo. Poche parole che subito gli indurirono l’uccello. Lo sentii crescere sotto la stoffa dei pantaloni, mentre la mia mano passava dal suo culo al suo inguine.

Gli ordinai di spogliarsi davanti a me, come una schiava che deve eccitare il suo padrone. Percependo la sua ormai scatenata libidine troiesca, mi sedetti allora sul bordo del letto a guardarlo, mentre uno ad uno si toglieva gli indumenti. Prima quelli maschili esterni che nascondevano a tutti il suo essere femmina, poi il raffinato intimo femminile, indossato quando scomparse in bagno, che evidenziava la sua natura di autentica troia, pronta a soddisfare le più sfrenate voglie di un maschio… ed io ero quel maschio che avrebbe soddisfatto. Il maschio che l’avrebbe usato per far sfogare il proprio cazzo su di lui. Il maschio che gli avrebbe regalato il suo sperma.

Più volte gli rimarcai quanto fosse troia, quanto quel suo corpo da puttana mi stesse eccitando, quanto quel suo accarezzarsi il corpo ormai nudo mi intrigasse sempre più ad usarlo quale schiavetta per il mio piacere. Sempre seduto a guardarlo mentre si accarezzava, passando dal cazzo ai capezzoli, lo incitai ad essere ancora più troia, così non mi bastava… lo feci mettere a quattro zampe e gli ordinai di avvicinarsi a me come una cagna in calore e di tirarmi fuori dai pantaloni il cazzo, ormai indurito da quel suo spettacolo di troia con uccello che si spogliava per me.

Non aspettava altro. Subito mi slaccio i pantaloni e, mentre mi sfilavo la camicia, prese tra le sue mani il mio cazzo. Neppure il tempo di vedermelo tra le sue mani, che subito sparì nella sua bocca. E mentre lo succhiava, mi alzai, facendo alzare anche lui. Ora eravamo entrambi nudi l’uno di fronte all'altro. Iniziammo a sfregarci i corpi, ad accarezzarci reciprocamente i cazzi, a strofinarli tra loro. Con un su e giù alternato, ci godemmo in bocca i rispettivi uccelli, mentre le mani strizzavano culi e capezzoli. Lui ad un certo punto mi baciò sulla bocca. Restai un attimo interdetto da quella lingua di uomo che mi lambiva le labbra, poi mi lasciai andare e limonammo ripetutamente. Dopo il succhiarsi e toccarsi reciproco senza donne presenti, anche il baciare un uomo non erano quindi più per me un qualcosa di sconosciuto. L'esperienza di quel nuovo gioco era stato provata e sempre più mi sentivo eccitato e coinvolto.

E quel coinvolgimento mi portava ad incitarlo ad essere sempre più vacca, sempre più puttana… e lui mi rispondeva con gemiti di eccitazione e piacere. Senza mai toglierci le mani dai corpi, ci trovammo sdraiati su un letto… mi stesi al contrario su di lui per un meraviglioso sessantanove… Ci succhiammo a fondo, con le lingue che passavano veloci dai testicoli al cazzo e dal cazzo ai testicoli. Una camicia di saliva ricoprì in un attimo i nostri coglioni ed i cazzi arrivarono quasi al delirio orgasmico. Ma non lo volevo ancora… volevo ancora giocare, volevo ancora vivere quell’eros che ci aveva portato in quel letto.

Mi alzai e, seduto sul bordo del letto, gli ordinai di toccarsi con entrambe le mani i capezzoli, di stringerli e pizzicarseli… poi, eccitato da quella visione, gli dissi che, da brava troia qual era, doveva fare a me la stessa cosa… senza però mai toccarmi il cazzo, quello era riservato al dopo… Giocò vari minuti con i miei capezzoli… alternando le mani alla bocca, le unghie ai denti nello stuzzicarmeli, mentre io, guidandolo e trattandolo da vacca in calore, gli palpavo palle ed uccello.

Era ormai oltre un’ora che giocavamo… sentivo il mio cazzo implorare lo sperma e percepivo egual implorazione dal suo. Lo feci allora mettere a quattro zampe sul letto, come una puttana navigata e rotta ad ogni pratica erotica e, mentre gli dicevo cosa pensavo di lui… del suo cazzo… del suo essere troia… con una mano lo sculacciai, mentre con l’altra gli presi il cazzo e lo masturbai in quella posizione, tirandoglielo verso di me. Dalla sculacciata passai poi a strofinare il mio cazzo sul suo culo continuando a masturbarlo. Mentre la mia mano scorreva sul suo cazzo, gli raccontai passo passo cosa stavo facendogli, come lo stessi mungendo come si fa con una vacca in calore, come il mio cazzo stessa strusciando sul suo culo rotto… e lui rispondeva gemendo di piacere, con gemiti sempre più inarticolati e forti… Fu a qual punto che sentii il suo cazzo pulsare e vibrare in tutta la sua durezza. Diedi a un paio di colpi più veloci e tra le mie mani sentii sgocciolare il suo sperma. Continuai a masturbarlo con il palmo sulla cappella, per non perdere neppure un goccia di quel liquido del piacere che mi stava inondando la mano. Gli lasciai il cazzo solo quando lo sentii ammorbidirsi… mentre il suo respiro poco alla volta tornava normale.

Ma se il suo cazzo aveva finalmente trovato il piacere, il mio era però ancora in attesa dell’apoteosi finale.

Si sdraiò sul letto e mi fece mettere a cavalcioni su di lui. Mentre mi deliziava a colpi di lingua palle e culo, mi disse di masturbarmi, strisciando il cazzo sul suo viso. Mi bastarono pochi colpi e gli spruzzai di sperma la faccia. Eccitato dal sentirsi colare sul viso lo sperma caldo che gli avevo appena riversato… quella gran cagna si protese infine sul mio cazzo e lo sfece smosciare tra le sue labbra, regalandomi quei finali brividi di piacere che hanno reso indimenticabile la serata.

Una serata ove appresi e sperimentai il godere tra uomini. Una serata poi seguita da altre, con il culo ad unirsi a mani e bocche quali strumenti di piacere... il culo del mio collega sempre pronto a ricevere il mio orgasmo. Da quella sera continuo infatti a divertirmi con la mia amica insieme ad altre coppie, anche se il gioco ormai è sempre autenticamente full bisex e non solo soft come prima, ma non manco mai di ritagliarmi anche qualche bel momento solo tra uomini. .


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