i racconti erotici di desiderya

Inghilterra


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Tornavo da una delle mie solite passeggiate, adoravo l'Inghilterra in primavera, i fiori selvatici fiorivano negli allevamenti e nei rupi lasciando che il loro profumo inondasse il paesaggio.

Mi fermai come mio solito al Pub di Kim, un indiano trapiantato ormai da tre generazioni nello Yorkshire, entrando sentivi subito di essere straniero, un italiano nelle più fervide tradizioni inglesi, quasi un' offesa, tranne che per Kim che con il sul sorriso orientale scongelava l'indifferenza degli altri clienti.

Presi dalla tasca dei pantaloni una sigaretta piuttosto ammaccata

e mi accomodai sullo sgabello vicino al bancone chiedendo la solita doppio malto.

Sorseggiavo tranquillo quando una voce di donna improvvisamente tuono grave il mio nome, non ebbi nemmeno

il tempo di voltarmi, che venni scaraventato in terra e ammanettato.

Senza rendermene conto ero già nella piccola e diroccata

stazione di polizia, ero seduto in una stanza, solo, con gli unici tre agenti di servizio in quel paesino sperduto, che mi fissavano.

Cercai di riordinare le idee, ma fu tutto inutile, ero ancora confuso e spossato, e il mio corpo era percorso da una specie di formicolio, dentro di me era chiaro il sentore che qualcosa stava per accadere.

Venni spogliato completamente e fatto inginocchiare, li supplicavo nel mio stentato inglese di non farmi nulla.

La prima risposta fu una manganellata e a quella ne seguirono altre e altre ancora fino a farmi svenire.

Me risvegliai nel silenzio di una cella senza finestre e illuminata dalla debole luce di un neon, spettrale fu la prima parola che mi venne in mente.

Soffocati lamenti provenivano dal corridoio, ma non sembravano di sofferenza,era piacere, qualcuno godeva emettendo rantoli ritmici. Con fatica mi alzai dal pavimento, il mio corpo era ricoperto di lividi, e le contrazioni muscolari anche del più banale movimento procuravano lancinanti dolori. Mi appesi alle sbarre e mi tirai su stringendo i denti e lasciando che le lacrime di dolore mi solcassero il volto, sporsi lo sguardo attraverso la grata e vidi nella semioscurità un uomo e una donna scopare, lei era poggiata su una scrivania e a gambe larghe offriva il suo frutto migliore all’uomo, che possente la sbatteva ringhiando il suo piacere.

Rimasi per qualche minuto, imbambolato, a guardare la scena cercando di distinguere meglio le due figure, quando nel tentativo di sporgere ancora di più lo sguardo feci cadere una ciotola da un tavolo vicino alle sbarre. Il rimbombo metallico risuonò in tutto il corridoio, i due si voltarono immediatamente verso di me, ora il gelo si faceva sentire ancora di più, ma non era una sensazione fisica, era qualcosa che partiva da dentro, da quella parte di noi stessi che non governiamo e che continuamente ci regala emozioni, gioie e dolori. I due rapidamente si rivestirono e vennero verso la mia cella. Due sbirri erano due sbirri, lei bionda alta circa 1,70 le labbra carnose e un corpo da favola fasciato nella stoffa ruvida di quella divisa, lui invece doveva essere almeno 1,80 bruno con un fisico veramente possente. “Merda, questa volta sono veramente nei guai” fu l’unico pensiero che riuscì a scavalcare la paura. Arrivati davanti la mia cella, la donna estrae dalla cintura il manganello e inizia a sbatterlo contro le sbarre, il rumore e assordante e non lascia presagire niente di buono, quando, con mio grande stupore,improvvisamente la ragazza, si infila in bocca il manganello, e inizia a succhiarlo e a leccarlo come un cazzo. Lo lascia scorrere tra quelle labbra carnose, facendo girare vorticosamente la lingua sulla punta. Il ragazzo intanto prende dalla tasca un preservativo e lo porge alla collega, che con un gesto rapido e da vera esperta scartoccia e infila sul manganello. Non riuscivo a capire, la ragazza non aveva certo bisogno di masturbarsi, ma tutto mi fu orrendamente chiaro quando il ragazzo denudato si mise a pecorina sul pavimento e con entrambi le mani si apriva le chiappe. Aveva un buco nero e grinzoso, si vedeva anche che era già stato sfondato parecchie volte, nell’aria c’era già odore di sesso, di sudore, di umori. La ragazza salì a cavalcioni e con un unico gesto infilo nel culo del suo collega almeno 15cm di manganello, il ragazzo emise un urlo incredibile, forse si sarà sentito per almeno un isolato, la ragazza invece per nulla intimorita dal dolore arrecato cominciò un sadico avanti e dietro che accelerava man mano che il culo si dilatava. Quelle immagini, l’atmosfera strana mi avevano fatto eccitare, lo tirai fuori e iniziai una lenta masturbazione, la ragazza mi fissava passandosi più volte la lingua tra le labbra e pronunciando grugniti di piacere quando il ragazzo ormai allo stremo grida “sborrooooo”

Schizzando un vero fiume bianco sul pavimento, “Puttana” gli grida la ragazza, “Adesso chi pulisce” con una voce roca e soddisfatta dalla precedente goduta il ragazzo indica me!

“Porca Vacca” pensai e adesso? Non ebbi il tempo di pensare alla risposta che avevano aperto la cella e ammanettato nuovamente i polsi dietro la schiena.

Quella puttana di sbirra mi prese per i capelli e mi costrinse a camminare a carponi, gridando “Asino cammina” e quando cercavo di far resistenza a quell’umiliazione mi calciava nelle costole. Arrivati d’avanti alla pozzanghera di sperma, mi mise un piede in testa e spinse verso il basso spiaccicando la mia faccia in quella poltiglia! “Aspetta gridò il ragazzo, a me sembra troppo poco da bere, pisciamo!!!” la ragazza annui soddisfatta, lui si posizionò d’avanti alla mia faccia mentre lei si mise dietro poggiando la sua figa calda sulla mia schiena.

Iniziarono a pisciare, il bastardo mirava alla faccia mentre la troia dietro di me faceva scorrere il suo fiume giallo verso il mio culo.

Lo tenevo duro come non mai, finita la pioggia dorata mi fecero bere tutto dal pavimento.Mi rinchiusero nuovamente in cella, lordo e puzzolente di piscio mi addormentai…il risveglio fu incredibile ero nella mia stanza d’albergo, profumato e pulito come non mai!Contento del fatto che fosse stato solo un incubo feci per alzarmi dal letto, ma un dolore lancinante mi sorprese, il mio corpo era ricoperto di lividi…





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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Mplf1 Invia un messaggio
Postato in data: 30/04/2013 13:50:05
Giudizio personale:
sei drogato o pazzo.


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