i racconti erotici di desiderya

Incipit di un master

Autore: BelBruno34
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Cambia lo sfondo
Perchè ho iniziato a scrivere questo racconto non mi è ancora ben chiaro; forse adesso, dopo anni di momenti, anime perse come la mia incontrate e lasciate, situazioni al limite dell assurdo vissuto, emerge un bisogno, inconsapevole, di tirarle fuori dalla buie segrete in cui le tengo imprigionate gelosamente, senza mai fossero confessate ad alcuno.

A volte, adesso, spintomi così lontano su questo sentiero fatto di gioie e dolori, di piaceri e sofferenze, di schiave e padroni, di matti e di genii, di essere speciali e di entità nere, mi tornano sempre più di frequente in mente i primi incerti momenti in cui iniziavo a scoprire la mia natura, a capire quale tipo di particolare creatura io veramente fossi.

Avevo scoperto da poco le chat, mi piaceva, entravi e si apriva una porta magica su un mondo popolato di donne che avevano varcato quella stessa soglia per il tuo stesso motivo, chiaccherare, conoscere, evadere dalla propria normalità.

tra le varie persone, ragazze, uomini, donne una mattina di luglio mi imbatto in lei, 40 anni, sposata da una vita, due figlie adolescenti, un marito molto impegnato e lei casalinga, mamma, moglie perfetta, inappuntabile, didascalica.

Ritrovatasi in quel posto insieme a me per caso, curiosità, un amica le aveva parlato del modo di passare le interminabili ore a casa da sola a girare l'italia e a conoscere un sacco di gente senza alzarsi dal suo comodo ed elegante divano di casa, senza neanche rinunciare al the che in pianta stabile teneva pronto da assaporare sul tavolino accanto, quello dove teneva le foto di figlie e marito sistemate in ordinarie, luccicanti cornici di silver.

Con lei è speciale, forse perchè, nel più classico dei casi, ha 10 anni più di me, forse perchè è realmente molto bello chiaccherare, anzi scrivere con lei, ha un belllissimo senso dell'umorismo, sempre sul filo della malizia e di una dolce ingenuità; sta il fatto che diventa un appuntamento sempre più fisso, cercato, voluto, atteso..da me come da lei..le sue battute maliziose si fanno sempre più serrate, sempre più

sfrontate, le vaghe allusioni imbarazzate, nei nostri mille discorsi, diventano parole sempre più dirette e curiose nei miei confronti.. mi sembra quasi di sentire fisicamente il calore del suo imbarazzo mentre mi chiede se mi piacciono più le donne con il seno piccolo o con il seno grosso, domanda di cui avrei presto scoperto il senso, del resto.

La curiosità e l'interesse, il divertimento erano ormai diventati attrazione e desiderio..due sconosciuti, per qualche strano motivo non ci eravamo mai descritti, ne scambiato foto o altro, era stata da subito qualcosa legata alle nostre teste, ai nostri stomaci, ai nostri nervi, alle nostre anime..

Per questo una mattina ci venne quasi naturale confessarci il nostro reciproco desiderio di vederci, lei trascorreva ineluttabilmente tutte le mattine da sola, figlie a scuola e marito a lavoro, capiì più avanti che aveva quasi l'incubo di queste mezze giornate abissalmente vuote, passate tra una finta inutile commissione e un caffè con qualche noiosa amica.

riuscimmo tra mille incertezze a darci appuntamento per la mattina dopo, prestissimo, alle nove , in modo da avere certezza che nessuno l'avrebbe cercata, ero la prima persona che incontrava davvero e lei, anche se per vergogna non l ha mai saputo, lei era la mia prima che incontravo io.. mi disse che era meglio se ci fossimo visti a casa sua, viveva in una piccola cittadina vicino la mia, uno di quei posti dove si conoscono tutti e lei davanti a un caffè con uno sconosciuto giovane uomo non sarebbe passata a lungo inosservata.

le nove in punto, arrivo, parcheggio in strada davanti al condominio piccolo ma ordinato e pulito di quattro piani. Lei sa che auto ho, quindi mentre esco e chiudo la portiera vedo il grande cancello esterno di metallo chiaro scattare e aprirsi lentamente, lei stava sbriciando dalla finestra e vedendo l'auto arrivare mi aveva aperto in modo da non lasciarmi esposto a sguardi curiosi in strada ad aspettare.

D'istinto realizzo che non ho la minima idea di come sia il suo aspetto e che adesso, qui, in mezzo al cortile che sto attraversando per entrare dentro il portocino d'ingresso lei ha tutto il tempo di squadrarmi per bene. provo a cercare di vedere meglio la figura che intuisco nascondersi dietro la tenda della finestra dell'ultimo piano ma non riesco a distinguere null altro che il contorno di una figura umana.

Anche la seconda porta d'ingresso, come per una magia, al mio arrivare scatta con un rumore metallico e si apre, devo aver superato l'esame cortile penso sorridendo. Entro, richiudo alle mie spalle, sento le mie tempie battere sempre più forte, il mio respiro diventa pesante e sento il ritmo del mio sangue pulsare in gola, cerco di calmarmi, di respirare meglio ma nulla da fare, sto praticamente tremando, mentre vedo l ascensore chiudersi e spingo il quarto pulsante.

percepisco ogni minimo rumore, i miei sensi sono tiratissimi, il tragitto sembra non finire mai, la mia mente piena di tutto quello che mi ha portato ad essere in quel posto, in quel momento, penso all eventualità che potrei trovare chiunque dietro quella porta, penso che forse potrei anche rischiare la vita, perchè l ho fatto...potrei trovare una banda di sadici, che potrebbero derubarmi, violentarmi e torturarmi a morte...si apre...mi sveglio...e con un passo sono fuori sul pianerottolo.

due porte, uguali, marrone scuro lucido, alcuni vasi di piante grasse riempiono lo spazio in mezzo, dalla vetrata la forte luce estiva illumina tutto in un bel modo caldo e pulito. guardo meglio le due porte incerto, una delle due è socchiusa, accostata...mi avvicino, la scosto, senza guardare all'interno entro e la chiudo veloce alle mie spalle cercando di fare meno rumore possibile.

Sono entrato in un bell'appartamente ordinario, borghese, mi trovo direttamente in un bel salone grande con due divani, tappeti in terra, un grande televisore in un angolo e una serie di tavolini pieni zeppi di foto di famiglia, di cornici di silver e di centrini di pizzo. Mi accorgo che tutte le serrande della casa sono semi abbassate e regna una semi oscurità che più che intimorirmi mi fa sentire a mio agio, piu tranquillo.

Nel mezzo della stanza vedo lei, mi ha visto entrare, sembra imbarazzata e confusa anche lei, è in piedi, dritta che si tiene le mani, cercando di non farmi arrivare il suo tremore che invece sento tuonare intorno intorno fortissimo, non è alta, non arriverà a un metro e settanta, non porta scarpe con tacchi ma delle comode ciabatte da casa, ha un bel faccino pieno in salute rotondo, dei bei capelli castano chiaro che cadono sul collo con un caschetto curato e molto gradevole, due occhi nocciola scurissimo, vivissimi, mi sento quasi pungere da questi suoi occhi accesi, forti. si apre in un bellissimo sorriso in cui vedo dei denti bianchissimi, perfetti. E' piena, formosa, ma non robusta, ha uno stupendo corpo burroso; indossa una coreana grigia con i primi tre bottoni slacciati, intuisco che non indossa reggiseno dallo sfacciato disegno con cui due seni che reputo enormi tirano alla perfezione la maglia, sarà una sesta penso, con le forme dei due capezzoli che sembrano due chiodi appuntanti sul petto; porta un paio di pantaloncini color kaki, la vita è sottile, stretta e i fianchi si allargano come a seguire il disegno di un perfetto violoncello. le gambe affusolate benchè non lunghe, con delle caviglie molto piccole e dei piedini ancora piu piccoli che mi fanno rendere appieno conto di quanto io sia profondamente eccitato e confuso allo stesso tempo.

sorrisi, parole, frasi, gesti, passano i minuti, ci accorgiamo entrambi che piu di due perfetti sconosciuti, la sensazione è quella di conoscerci da una vita, uno di quei momenti nella vita in cui ti accorgi che provi un feeling totale, completo, assoluto con un altra persona.

mi fa accomodare in cucina, mentre imbarazzata armeggia tra i fornelli, per preparare il caffè che mi ha promesso. mi siedo ad una delle 4 sedie del tavolo, tutta la cucina ha una prevalenza di color lilla mentre lei mi da le spalle e cosi posso guardarle la forma perfetta del culo e il modo cosi netto in cui stacca dall arco della schiena fino a quando delimita la forma delle natiche e fa iniziare le cosce.

Neanche me ne rendo conto, non ci avevo pensato, non avevo scelto, ma mi trovo a scattare dalla sedia e stringere forte le braccia intorno a a lei dicendo: " il caffè me lo offri dopo, adesso stai un pò qui con me". nel mio abbraccio apparentemente affettuoso, sento l'enorme peso dei grossi seni mentre le mie braccia si stringono intorno alle sue, sento i capezzoli battermi ancora piu duri sui polsi mentre lei sicuramente sente tutta la non indifferente dura lunghezza del mio desiderio che attraverso i miei pantaloni si è appoggiato deciso nel bel mezzo del culo ammirato prima.

Non mi risponde, non ci diciamo più nulla, si gira verso di me e iniziamo a baciarci in modo strano, diverso, più che un bacio sembra che le nostre bocche cerchino di entrare l'una dentro l'altra, come se le nostre lingue volesso misurare l ampiezza delle nostre gole, sondare ogni piccolo dettaglio delle nostre fauci che intanto sento inondate di saliva che entrambi iniziamo a deglutire massicciamente.

E' lei a un certo punto a staccarsi e a chiedermi di seguirla, con mia certa sorpresa la seguo sin dentro la stanza di una delle figlie, una bella stanzetta da adolescente, piena di cuoricini dappertutto, peluche, diversi posters di gruppi musicali alle pareti, una scrivania di noce piena di foto della ragazza, una ragazza molto bella, con lo stesso viso della madre, e con un bellissimo corpo da giovane donna che mi colpisce, ma di questo...forse...vi scriverò un altra volta.

In mezzo alla stanza un lettino che mi pare davvero piccolo, sembra uscito da un libro di favole, lei intanto si è seduta proprio su quel lettino, mi tira a se e mi inizia a sollevare e togliere la maglietta scura con cui sono arrivato, mi passa le mani sul torace, sull addome, sui fianchi, sento la sua lingua leccare la mia pelle, i miei capezzoli, la parte di pelle tra l 'ombelico e la cintura dei miei jeans, io sono immobile, la lascio fare e mi godo le intensissime emozioni che sto provando.

Sento le sue mani slacciare la mia cintura di cotone intrecciato blu, aprirla, sbottonare il bottone e abbassarmi la zip, apre le sue mani sui miei fianchi e abbassa piano jeans e boxer insieme, i miei boxer attillati, bianchi di bucato liberano finalmente il mio cazzo imprigionato da un tempo infinito in una brutale, dolorosa, violenta erezione.

La natura mi ha fatto il bel regalo di darmi un arnese di cui sono fiero, bello lungo e spesso, quello che si dice insomma un bel ceppo, di pelle molto scura, molto più scura del resto della mia carnagione. Ne ho un primo momento di forte sollievo quando sento finire l oppressione dei vestiti e un secondo momento molto più intenso quando sento la sua bocca completamente colma di saliva prenderlo dentro e iniziare un delicato massaggio fatto di affondi, colpi ripetuti e lente leccate sulla cappella tanto gonfia e paonazza come forse non era ancora mai stata. instintivamente le infilo le dita dentro i bei capelli castani, che si scompigliano e ricompongono ad arte come in una elegante danza di colore, sento le ossa della sua testa, perfettamente rotonda e armoniosa, sento le sue orecchie sotto le mie mani, sento la nuca nella zona dove si unisce al collo, a quel punto stringo forte e inizio a tirare verso di me, sempre più forte, prendendo ritmo, sempre più a fondo, il colpo dopo con più forza e decisione del colpo prima, dura un pò di più del primo, meno di quello che sto per dare.

lei è un pò in difficoltà, i forti colpi, quasi riescono a cacciarle il ceppo duro quasi tutto in gola per quanto è lungo, sento i gorgoglii che emette, ha gli occhi pieni di lacrime, che scendono sulle guance vedo saliva dappertutto, la mia asta piena nell attimo in cui è fuori e sta per rifiondarsi dentro, le sua labbra, è andata anche sui miei pantaloni abbassati e sulla sua maglia..già la sua maglia...realizzo in questo momento del suo enorme seno, la stacco da me..lei ne approfitta per dei gran respiri...ma non ha fatto un lamento ne una protesta...la mia eccitazione continua ad aumentare. le alzo le braccia e sfilo la coreana, nessuna traccia di reggiseno, due enormi, incredibili, stupendi seni piombano giù dopo che la maglia alzandosi li aveva portati con se...quasi sobbalzano su di me...quasi ho la sensazione che tutta la stanza, tutta la casa sobbalznino con loro...lei resta seduta sul letto di fronte a me che resto in piedi, li afferro, li impasto in ampi massaggi mentre mi chino e il viso affonda dentro, cercando i capezzoli, succhiando, mordendo, leccando.

mi rialzo tenendo ben forte le enormi sacche turgide, mi avvicino piu possibile, lei capisce al volo, afferra la mia nerchia dura come il ferro e se la mette bene in mezzo ai due stupendi cuscini...a quel punto lascio la presa e le sue mani prendono il posto delle mie, penso che non è vero, che sto sognando, mentre la guardo stringersi quelle bocce enormi che stanno massaggiando a morte il mio mio cazzo li in mezzo, nel mentre sta piegata con la testa in modo da averne la cappella in bocca, ne sento tutto l umido calore.

Sono già minuti e minuti che sto trattenendo a sangue una furiosa sborrata, ma adesso no, sono sempre preoccupato della situazione, potrebbe sempre arrivare qualcuno da un momento all altro, o squillare il telefono o arrivare una vicina come si usa qui..quindi ho già deciso che sarebbe stata una e veloce almeno stavolta...

Mentre sto pensando queste cose ancora una volta l'insolito feeling tra di noi emerge chiaro, lei si ferma...la guardo...il suo viso è cosi rosso..gli occhi sgranati e pieni di lacrime, dal naso fino all ombelico è tutta un liquido, saliva, umori, sudori..è una visione mistica.

Riesce a dirmi "Adesso però ti voglio sentire..." le poggio entrambe le mani sulle spalle e la spingo indietro, facendola sdraiare sul letto, stavolta sono io a sbottonarle i pantaloncini color kaki e tirando giù via di un sol colpo. indossa un piccolo slip a brasiliana, di quelli che hanno la parte sottilissima dietro infilata tra la natiche, ricordo di aver pensato che se le aveva indossate quella mattina, aveva la stessa mia idea di cosa sarebbe successo in quella stanza...

erano color violetto, lo stesso della cucina, delle tende, degli asciugamani che ho notato prima di sfuggita in bagno, deve proprio piacerle molto questo colore. però è uno strano violetto, capisco, sono cosi intrise di umore che sono praticamente madide, zuppe, ne ho la riprova toccandole e scostandole, infatti non le tolgo, le sposto e scorgo le labbra della fica completamente aperte e inondate di acqua, almeno quella sembra l'idea...è una fica da donna, non da ragazzina, un bel ciuffo incolto di peli molto chiari ma niente peluria, tutto cosi lindo e liscio, un bellissimo colorito rosa tra addome, inguine, cosce...il rosa, rosso intenso della fica e il nero del buco colmo di umore che vedo davanti a me. Tiro un respiro, da consumato appassionato di immersioni in apnea e mi lancio con bocca, lingua, naso, labbra su quella stupenda visione; subito la mia lingua cerca il clitoride che trovo, un bel pezzo di carne, che si indurisce nella mia bocca che intanto sento riempirsi dei succhi che lei secerne sempre piu copiosi.

La sento iniziare a mugolare forte e a contorcersi con la mia bocca piantanta a fuoco nella fica. vedo che si trattiene a volte si tace da sola a volte cerca di non gemere, capisco che non vuole che i vicini magari si insospettiscano sentendola.

Inaspettamente, mentre immaginavo che volesse godere in quel modo, mi afferra la testa, mi stacca dal suo ventre, mi ritrovo anch io completamente farcito dappertutto di saliva, succhi, umori e quant altro possibile..mi fa capire che vuol essere presa.

Mi sistemo piu alto, mi ritrovo sopra di lei che mi guarda pronta e ansimante, viso contro viso, la mia punta piantata sul suo stomaco...e lei che si contorce stravolta. Le alzo le gambe piegandola praticamente in due, le tengo bloccate dentro le mie braccia che pianto bene sul letto accanto al suo collo e meno un colpo fortissimo, improvviso, lungo, con il mio cazzo dentro la sua fica, su per il suo utero.

Il suo viso cambia colore, diventa subito bianco poi di un rosso scuro, capisco che sta per lanciare un urlo e allora, d'istinto, senza pensare, le metto su il mio palmo della mano destra a premerle la bocca, forte, con quanta forza ho...lei muggisce...rantola...ansima forte..gli occhi pieni di lacrime mi fissano in una sorta di supplica sofferente...non riesco a capire però se la supplica è di smettere o di continuare..

nel dubbio continuo, i miei colpi dentro di lei si fanno sempre più potenti, sfrontati, profondi, ad ogni colpo cerco di sentire se avanzo ancora un pò dentro di lei, adesso lei sembra quasi piangere, ma ho lasciato la mia mano pressata forte su di lei e non riesco a capire, ma non mi importa molto...a tratti sposto di quel tanto il palmo in modo da occluderle le narici..inizia a strattornami..a splancare, come se fosse possibile, ancora di più gli occhi, mentre io mi compiaccio della scoperta perizia a dosarle aria e soffocamento.

allento la presa, tiro fuori il cazzo da lei, grondande dei nostri liquidi, guardo il suo sesso...qui poi capirò che un altra mia pervesione è di fermarmi ad ammirare il lavoro di sfaldamento operato dal mio uccello sugli orifizi delle malcapitate...sembra una ferita scomposta..il buchetto nero e adesso molto largo, le labbra si aprono e si chiudono seguendo il suo respiro...dall'interno continua a colare molto liquido, mi rendo allora conto che è venuta e, a giudicare dal quadro, anche diverse volte.

Ci guardiamo, ansima, respira forte, il viso una maschera, le chiedo, "come va?" il suo "si, bene", è come un segno convenzionale tra noi, vuole dirmi, sto godendo, continua pure, non sto male. Raccolgo l'invito, girandole bruscamente i fianchi, le faccio capire di mettersi a pecora, mi da lo spettacolo delle natiche aperte, il sesso grondande e aperto, e questi maestosi, enormi seni che vedo penzolare pesanti tra lei e il muro verso cui è rivolta.

mi avvicino aderendo a lei, le nostre ginocchia puntate sul letto, le mie cosce incollate alle sue, il mio cazzo riprende la strada del suo utero, con lo stesso impeto e brutalità di prima..volutamente cerco lo strappo, il colpo di dolore, il suo sussulto..inizio cosi a montarla con molto ritmo...sto godendo e non ho nessuna intenzione di smettere...i suoi gemiti soffocati e la fica piena di umore che sento mi dicono che anche lei è daccordo...mi aggrappo a i suoi seni...mi stringo...li soppeso...a un certo punto la punta delle mie dita trova i capezzoli, cosi lunghi e duri, e inizio a strizzarli, forte, a storcerli, come si fa con le manopole di quelle vecchie autoradio che si trovavano nelle auto una volta.

Ecco qui ad un certo momento succede una cosa che ha poi segnato tutta la mia vita sessuale, il primo passo che mi ha fatto capire chi ero e chi sarei diventato...mentre la sto pompando in quel modo eretto, dietro di lei..con lei piegata a quattro zampe, le mie mani che intanto stringono forte le sue bellissime natiche, poggio casualmente il mio pollice sinistro sul suo orifizio anale, fino a quel momento immacolato e totalmente da me ignorato...mi piace...mi rendo conto di quanto è bello quel buco di culo cosi rosa, cosi chiuso.

Forzo l'ingresso dell orifizio con la punta del dito, mentre continuo a spingere davanti già da parecchio tempo...nessuna reazione...nessuna risposta...lo ritraggo e lo porto verso la mia bocca...lo riempio di saliva ciucciandolo come fossi un bambino. lo tiro fuori pieno ricoperto e bagnato e a quel punto lo punto dentro il buchetto ancora stretto con piu decisione...ancora nessuna reazione...ormai e quasi per metà dentro quel caldissimo antro...decido di chiedere " ti faccio male cosi...?" "no, no...è ok"... è il secondo segnale...come è successo prima lei vuol dirmi continua pure tesoro, usami come vuoi... A quel punto tiro fuori il dito, tiro via il cazzo dalla fica e ne punto la cappella sul buchetto d ancora però tutt altro che aperto...non so cosa mi sia passato per la testa, sapevo che il marito non la inculava, quel buco era davvero molto stretto...detto fatto, tiro un fendente improvviso, terribile, un colpo di schiena che ancora adesso ricordo davvero violento. Un gesto da vero pezzo di merda che mai un gentiluomo dovrebbe mettere in atto..bhe io ero li...con il mio lungo e grosso coso piantato interamente e improvvisamente dentro lo stomaco della mia povera creatura. immaginavo cosa sarebbe successo...e mentre davo il colpo ferale ancora una volta la mia mano si spingeva in avanti a tappare la bocca di lei...non l avessi fatto l'urlo non l avrebbero udito i vicini ma penso il marito comodamente seduto nel suo ufficio, le sue figlie a scuole insieme a tutte le compagne di classe.

Con la bocca tappata ne usci un mugolio strozzato, intenso, lancinante, ma non mollai, ne dalla parte del cazzo ne da quella della mano, mi faceva davvero pena e tenerezza in quel momento, cosi impalata a sangue freddo..e questa pena e tenerezza per una mia colpa mi stava eccitando come una bestia, non ci fu sosta dopo il primo colpo, non tirò il fiato..ma fu un martellamento implacabile lungo e impietoso.

Adesso lei piangeva e singhiozzava fortissimo, la mia mano era completamente inondata dalle sue lacrime e dalla saliva che sputava respirando male, la stessa saliva che le vedevo uscire dal naso e il collo e il viso dal rosso fuoco di prima erano adesso di un viola scuro.

mi fermai ad osservare se fosse tutto ok dietro, osservando il movimento del mio cazzo che entrava e usciva dal buco...era completamente ricoperto di sangue e di pezzi di merda che lei aveva evidentemente nell intestino anche tutto attorno l orifizio anale era ricoperto di sangue, arrivana fin all inizio delle cosce e qualche goccia era già colata su abiti e lenzuola.

Non mi fermai, quando pensavo di essere giunto al massimo la mia eccitazione saliva ancora un gradino, scattò qualcosa dentro di me. Tutto quel sangue, quelle lacrime, quegli umori, la puzza di sangue e di merda che ormai aveva invaso la stanza...i singhiozzi disperati e strozzati di lei uniti alla sua rassegnata e dolce abnegazione...mi diedero un senso di rinascita...di compiutezza, di evoluzione...il mio vero me era uscito alla fine fuori...era nato..e aveva iniziato il suo cammino...



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