i racconti erotici di desiderya

In libreria di pomeriggio


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I libri mi hanno sempre affascinato, spesso durante il tempo libero giro

per la città in cerca di una libreria. Adoro passare ore a guardare le

novità e le varie sezioni. I libri di narrativa, filosofia, storia,

saggistica. A volte in mezzo a tante cose si riesce a trovare qualcosa di

interessante. Ma questo accade ormai sempre più raramente. Credo che il mercato dell'eitoria sia molto inflazionato. Tutti scrivono ma pochi

riescono a dire qualcosa. Ero annoiato dal pomeriggio e dopo aver passato quasi tutto il giorno a ciondolare per casa mi decisi ad uscire. L'inverno è lungo ma il piacere di fare due passi è più forte anche del brutto tempo. La galleria di Milano è uno dei migliori salotti della città dove ci si può sedere e prendere un caffe o passare qualche ora dentro alle varie librerie che li trovano giusta collocazione. Ero entrato in una di

queste infatti quel pomeriggio, ad attrarmi verso l'interno era stato un

libro sul mondo mistico dei celti. Cercai con cura la sezione e individuai

il libro che avevo visto in vetrina. Non seppi resistere alla tentazione

di sfogliare quelche pagina per comprenderne il contenuto. Metre ero li

notai che una delle commesse dalla gonnellina troppo succinta

nell'abbassarsi per rassettare dei libri nei piani più bassi degli

scaffali, metteva in evidenza le sue mutandine bianche nettamente visibili

anche attraverso le calze. Alla vista di quello spettacolo non potè fare a

meno di rivolgerle la mia attenzione. Il libro fra le mie mani era solo un

pretesto ormai per rimanere qualche minuto in più e per scoprire qualcosa di più. Ma qualcuno notò il mio atteggiamento, un ragazzo dai capelli cinerei e gli occhi chiari, di corporatura media che mi sorrise trovandosi nella posizione più sfavorevole per godersi quell'evento. Stava guardando infatti, la sezione di storia che si trovava sulla parete alla sinistra oltre la solerte commessa. Sorrisi anche io, confermando quanto lui aveva già intuito. Dopo un pò la commessa uscì dal reparto richiamanta da un suo collega. " E' sorprendente quanto a volte si possa scoprire in questi luoghi." Si presentò con cordialità. " E vero non si smette mai di meravigliarsi" affermai. Ma risposi solo per cortesia, non avevo veramente voglia di instaurare un dialogo. Ma lui continuò a parlarmi incurante delle mie mezze risposte. Cominciai così a chiedermi il motivo di quell'interesse. Il suo aspetto era più che ordinario ma qualcosa negli occhi mi dicerva che non era tutto quello che vedevo davanti a me. Fini così, un pò per cuoriosita che per altro per dargli retta. Fu così che

uscimmo e ci fermammo a bere un caffè. Giacomo aveva una vita ordinaria, un lavoro all'ufficio delle entrate e una casa nella quale viveva da solo, pochi amici. Eppure mentre mi parlava, li in quel caffè, qualcosa mi sfuggiva della sua personalità apparentemente normale. C'era qualcosa nei suoi occhi che a volte si illuminava e che io nonostante mi impegnassi non riuscivo a cogliere. Girammo insieme per la città parlando di molte cose, ma il tempo ad un certo punto si dimostrò inclemente e cominciò a piovere a dirotto. Ero uscito senza un'ombrello come Giacomo del resto. Ci riparammo sotto ad un palazzo ed un pò mi seccai per essermi fatto coinvolgere in quella situazione. " Bene penso che chiamerò un taxi, magari ci si vede un'altra volta, sempre in libreria." Ma Giacomo non fu dello stesso avviso. " Casa mia e qui dietro l'angolo, magari puoi venire e ti presto un'ombrello, se cammini per altri cento metri c'è la

metropolitana." Stetti li a pensare qualche secondo incalzato dalle sue

insistenze poi accettai e ci dirigemmo verso casa. Effettivamente eravamo

vicini. Salimmo le scale sino al secondo piano ed entrai con lui mentre

accendeva le luci in un bel corridoio. Sarei voluto andar via, poi mi

convinse a togliermi il soprabito e ad accettare un bitter. Ci sedemmo nel

salotto. Giacomo attirò la mia attenzione sulla sua collezione di CD

veramente impressionante. Aveva un'enormità di CD selezionati, gran parte di importazione e tutti di generi vari. Mise un CD di musica ambient e abbassò le luci. Mentre guradavo i vari titoli inclinando la testa una

volta a destra una volta a sinistra come si fa quando i titoli scritti in

verticale sono un pò sparpagliati mi accorsi che Giacomo mi aveva messo

una mano su di un fianco e che mi stava molto vicino. Solo in quel momento mi accorsi che aveva delle labbra ben delineate e carnose. Si avvicinò alla mia bocca e leccò dolcemente le mie labbra. Sentì un fremito e il mio pene ingrossarsi, non ci fù l'istinto che ci si aspetterebbe ma una scarica di lussuria. Apri la bocca e lo baciai voluttuosamente confermando la turgidità della mia erezione. Lasciammo entrambi i bicchieri. Ora comprendevo il luccichio dei suoi occhi. Mi tolse la giacca e la camicia e cominciò a baciarmi il petto slinguazzando sui capezzoli. Più volte lo fermai per approfittare delle sue labbra e succhiargli la lingua. Finalmente il mio cazzo fu libero e Giacomo sballonzolò più volte il glande prima di succhiarlo vorticosamente. Vedevo la sua schiena e il suo culo liscio e sodo inaspettatamente glabro, muoversi e ondeggiare. Più volte mi guradò tenendo ben saldo in mano il mio cazzo mentre mi guardava fisso negli occhi con un'impeto di perversione. Ero eccitatissimo, ma lui riuscì a trattenermi, leccandomi fra le coscie e i testicoli. "Aspettami.." lo vidi scomparire per alcuni minuti mentre io non riuscivo a frenare la mia eccitazione. Mi chiesi cosa ci facevo li, con un cazzo dritto come un paletto? Giacomo riapparve lasciandomi completamente meravigliato. Aveva indossato una guepiere e delle calze a rete, il suo corpo era completamente trasformato, del tutto simile a una donna. Anzi il suo culo mi faceva venire la febbre. In mano aveva un cazzone di gomma che stentai a credere potesse mai aver usato. Ticchettanto sul pavimento con i suoi tacchi a spillo venne su di me che ero steso sul divano e continuo a spompinarmi. Non riuscivo a togliere gli occhi dal suo culo. Quanto lo volevo ! E lui lo aveva capito. Si girò prono sulla poltrona e mi invitò a sfondarlo aprendosi le chiappe. Non esitai. Mi misi dietro di lui e gli puntai la mazza verso il buco strofinandovi il glande più volte. Con un colpo deciso fui dentro e cominciai a spingerlo fino a farlo entrare tutto. Giacomo si muoveva e cercava di agevolare la penetrazione. Trovammo il ritmo ma non volevo godere e cercai di tenermi qualche istante in modo da far passare la frenesia dell'attimo. Vi riuscì, ma Giacomo non voleva rimanere senza. Apri un cassetto e dopo aver estratto un tubetto di crema lo spalmò con cura sul cazzone di gomma. Un'affare enorme di circa trentacinque centimeti. E poi lo posizionò sul pavimento impalandovisi sopra. A quello spettacolo cominciai a masturbarmi per calmare il mio cazzo che strepitava. Giacomo prosegui facendolo entrare per quasi tre quarti dentro il suo culo. Poi mi fece segno di avvicinarmi e freneticamente, mentre impazzava balzando su quel cazzo enorme, mi prese a sbocchinare. Sentivo la lingua che roteava strofinandomi il prepuzio e gli affondi che eseguiva alternandoli ai risucchi. Pensando a quel cazzone che gli sfondava il culo venni copiosamente nella sua bocca. Ma non riuscì a calmare la mia erezione. Giacomo bevve tutto ed estratto quel mostruoso attrezzo dal culo mi mostrò il buco aperto e dilatato da quell'azione. Impazzito non riuscì a reprimermi, inclinai Giacomo sul tavolo e lo scopai con forza sino a quando non sentì di nuovo i canali dello sperma ingrossarsi per eruttare di nuovo. Venimmo insieme mentre lui si masturbava cozzando con il culo contro la mia pancia. Poi sfiniti e tremanti ci lasciammo andare sul divano.



Frequento spesso le librerie e da quando conosco Giacomo, bhè ancora di più.


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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Mirkotre Invia un messaggio
Postato in data: 31/08/2012 07:36:08
Giudizio personale:
molto eccitante


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