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In Facoltà : Sara si scopre (cap.3)


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La settimana successiva andai direttamente nell’ ufficio della Maggiora per chiedere delucidazioni su un suo intervento a favore di Gaudì in una nota rivista del settore. Mi misi seduta e accavallai le gambe in una maniera che le suore delle scuole elementari non avrebbero certo approvato. La vidi molto interessata, soprattutto alle giarrettiere e al perizoma nero semitrasparente che avevo acquistato insieme a Sara per l’occasione. Come per caso finimmo a parlare di una annotazione che Sara fece durante il corso e a quel punto la Maggiora mangiò la foglia. Iniziò a fissare i miei piedi e a deglutire vistosamente. Io sorrisi e mi avvicinai con la sedia. Le presi la testa fra le mani e con decisione la abbassai verso le gambe. Iniziò a leccarmi i collant e a scendere verso i piedi. Mi leccò devotamente le scarpe e poi, presa dall’ansia, tolsi le scarpe e iniziai a farmi leccare i piedi; tolsi la calza e iniziai a inserirle le dita nella bocca, con forza. Scoprivo in quel momento un piacere inaspettato nel sottomettere una donna. Finito con i piedi le permisi di salire pian piano verso l’alto; le misi la testa direttamente sotto la gonna in maniera che fosse in difficoltà con la respirazione, e inizialmente le permisi di leccare solo le mutandine. Solo quando queste furono completamente bagnate poté passare direttamente alla figa. Devo dire che era molto brava, mi fece provare una vertigine continua che sfociò in un gran bell’orgasmo. Le feci levare il tailleur grigio e rimanere in mutandine e reggiseno, aveva un seno enorme e ben fatto. Iniziai a strizzarle un po’ i capezzoli fino a quando non fece una smorfia di dolore. Mi accorsi che stava colando dalle mutandine e sorrisi. Stava godendo come una pazza! Presi un bastone di una scopa lì dimenticata, glielo mostrai con uno sguardo un po’ acceso; lei deglutì ancora una volta e si sdraiò sulla scrivania in attesa. Glielo feci leccare un po’, poi lo accostai alla figa e la penetrai con forza. Divaricò la schiena e poi si portò le gambe verso il petto, la costrinsi a leccare prima una sua tetta, poi l’altra, poi presi il suo piede e glielo accostai alla bocca. Lo leccò tutto mentre veniva. La costrinsi a carponi sul pavimento, un po’ preoccupata mi domandò “Cosa vuoi farmi?”, senza neppure una parola le infilai il bastone direttamente nel culo fino a quando non sentii un po’ di resistenza, fece un piccolo urlo ma niente di più. Andai dentro e fuori fino a quando il bastone non fu ricoperto di una bianca spuma. Godette almeno ancora una volta e alla fine si riversò sul pavimento. Iniziai allora a possederla con le dita del piede. Iniziai con l’alluce, dentro e fuori fino a quando non fu completamente bagnato e poi cercai di infilarvi tutto il piede! Godette molto anche perché la divaricai piuttosto dolorosamente.

Vidi un bicchiere e le dissi “Sai, l’altro giorno Sara mi ha asciugato la figa con un fazzolettino dopo avere pisciato, il problema è che ora non ci sono fazzolettini…” presi il bicchiere e vi pisciai dentro, la Maggiora mi guardava con gli occhi sgranati, io lì accucciata che riempivo tre quarti del bicchiere, poi la guardai, lei si mise sotto e mi asciugò tutta con la lingua! Alla fine, seduta in terra, accostò il bicchiere alle labbra e iniziò a bere con fatica un liquore che mai si sarebbe immaginata!



L’esame comunque è andato bene! Meno male!



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