i racconti erotici di desiderya

Il mio primo completo menage a trois

Autore: A Lex
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LA PROPOSTA
Un pomeriggio di circa 10 anni fa, nello spogliatoio della piscina, un compagno mi propose un'uscita. La mia espressione non deve aver nascosto molto bene il mio sospetto, considerando che mise subito le mani avanti specificando « Con rispettive partner, che hai pensato? ». Risposi che al momento non avevo una ragazza e mi disse « Che problema c'è? Usciamo in tre! ».

IN RISTORANTE
Ci incontrammo dopo qualche giorno, andammo a cena insieme e ci conoscemmo sotto vari aspetti. Erano entrambi molto intelligenti e sarcastici (anche sugli argomenti più tabù), palesavano una vasta conoscenza sulle materie più svariate e ci fu uno scambio di vedute molto arricchente per tutti. Conclusa la cena, si scambiarono uno sguardo d'intesa e fu lei a prendere l'iniziativa di invitarmi a "bere" qualcosa da loro. Accettai più che volentieri, avendo fino a quel momento trascorso una serata estremamente stimolante, con due persone splendide sotto ogni aspetto.

A CASA
Giunti da loro, lei si scusò e disse che sarebbe tornata presto. Intanto, lui mi mostrò il loro elegantissimo bar e mi chiese di scegliere un drink. Optai per un rum e, fra un reciproco scambio di battute complici sulla piega presa dalla serata, ne versò tre. Mentre risistemava la bottiglia, presi il vassoio coi drink e con uno sguardo gli chiesi verso quale divano fossimo diretti. Così posai il vassoio sul tavolino accanto al divano, lui mi raggiunse e dopo meno di un minuto lei tornò con una forma smagliante, ci sorrise con sguardo felino e movenze da Dea.

LA SVOLTA
Indossava un baby-doll mozzafiato, la grazia con cui ci raggiunse ammutolì entrambi. In un secondo momento, capii la ragione per cui lui fu preso dal mio stesso stupore: quella era la prima volta che realizzavano questa loro vecchia fantasia e disse di non averla mai vista in quei panni, con tanta sensualità e femminilità. Ci si accostò, porse a ognuno il proprio drink, prese il suo e si sedette fra noi. Non potei, ma soprattutto non volli, fare a meno di dirle « Stai proprio bene con questo baby-doll ». Lui aggiunse « E già, quando l’hai comprato? ». Dopo una breve esitazione, la risposta fu « Lo tengo da parte da tempo, aspettavo la giusta occasione per indossarlo! ». Lui ed io ci siamo guardati e risultò evidente che entrambi trovavamo la cosa assai stuzzicante. Dopo qualche sguardo complice e sorriso malizioso, lei ruppe il silenzio chiedendoci « Beh, non bevete il vostro drink? ». Non ci volle molto perché i bicchieri tornassero più asciutti di prima, lui mise in riproduzione un disco dalle sonorità estremamente sensuali, avanguardia metropolita, con dei sax molto incisivi e lei prese a farmi delle carezze sul viso, ricambiando i complimenti che le avevo fatto poco prima. Intanto, intrigato dalla scena, il suo lui iniziava a pregustare quello che stava per avvenire.

IL FATTO
Fu così che cominciai a ricambiare le carezze e ci scambiammo qualche innocente bacio sul collo. Affondò le sue piccole e affusolate dita fra i miei capelli, guidò la mia testa verso il suo seno e abbassò una sola bretella del baby-doll come evidente invito a fare io il resto. Nel frattempo, lui le si sedette dietro, accarezzandole i capelli e baciandola sulla schiena. Dopo averci tergiversato un po’ intorno, il tanto giusto per accendere completamente il suo desiderio, baciandole il petto e massaggiandole i seni, abbassai anche l’altra spallina. Aveva un seno spaventoso, sodo fino all’inverosimile, della dimensione perfetta per il palmo della mia mano, con una forma splendida, dei capezzoli turgidi di un colore e un profumo che ancora oggi ricordo con una certa nostalgia. Ci ruotai intorno con la lingua per qualche secondo, poi iniziai a leccarli e, infine, succhiarli. Lei era al settimo cielo e lui trovava il tutto enormemente intrigante. Non si trattenne dal palparle vigorosamente le cosce, mentre io, continuando a massaggiarle il seno, scesi con la lingua fino alla zona ombelicale (cosa che provocò un suo incontrollabile sussulto), poi con molta cura e delicatezza ho fatto lo stesso gioco di prima con lingua, ma questa volta attorno al clitoride. A questo punto il livello ormonale era alle stelle, a breve mi spinse indietro per farmi sdraiare, mi slaccio i jeans, lo prese in mano e diede una leccata lenta e interminabile dallo scroto fino al glande e mi guardò compiaciuta. Si mise carponi e suo marito la prese da dietro, in una morsa testosteronica che farebbe impallidire i porno divi più navigati. Vi lascio immaginare la foga con cui lei stesse continuando l’opera d’arte di cui ero beneficiario. Ormai, ero sulla Luna. Quella musica mi è entrata sottopelle e ancora oggi il ricordo mi rinnova certe sensazioni. Sedato l’entusiasmo dei primi minuti, lui ed io ci invertimmo e lei si mostrò molto felice di provare questo scambio. L’atmosfera era ormai incandescente, brevi ma incisive frasi si alternavano a esaustivi gemiti provenienti da ognuno di noi. « Voglio cavalcarti! » mi disse. Così, seduto comodo sul divano, la tirai verso di me e in meno di 5 minuti di furioso galoppo raggiunse un orgasmo che, forse, non si era mai nemmeno sognata. Approfittando del suo stato di trance, lui le prese con dolcezza i capelli e la penetro analmente. Intanto lei continuava a stimolarsi su di me e sembrò gradire infinitamente la doppia penetrazione, durante la quale i nostri membri erano più in contatto di quanto fino a quel momento avessi potuto immaginare, ma non fummo disturbati dalla cosa. Proseguimmo per meno di 10 minuti, lei ebbe un secondo (meno intenso) orgasmo e ci disse « Ora voglio vedere voi venire! ». Lui, si ritrasse, lei si alzò e tenendomi per le mani mi esortò a seguirla mentre si metteva in piedi. S’inginocchiò fra noi, li prese entrambi in mano e ci giocò per qualche minuto, mentre ci osservava maliziosa, godendo della nostra eccitazione. Ci leccò ovunque e ci chiese di farle sentire la nostra, cito testualmente, calda crema sul viso. Questo fu un elemento stimolantissimo per entrambi, che nel giro di pochi minuti la accontentammo quasi in simultanea. La sua beatitudine non lasciava niente all’immaginazione, era soddisfatta tanto dell’intera esperienza, quanto del suo epilogo. Assaggiò e ingoiò buona parte della crema di entrambi, della quale sembrò gradire parecchio il sapore.

COSA FU DOPO
Per un po’ ci frequentammo e diventammo anche parecchio amici.
Purtroppo, poi si dovettero trasferire per lavoro e ci perdemmo di vista.


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