i racconti erotici di desiderya

Il mio caro amico


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Quando me lo dissero cascai dalle nuvole. E non ci credetti finchè non la vidi. Alta, mora, bellissima. Con due belle tette grosse premute da un vestitino attillato nero sulla generosa scollatura. Una donna da cartolina, lunghi capelli lisci, grossi occhi verdi, rosse labbra carnose. Da togliere il fiato e non farlo tornare più.

Quando venne verso di me avrei voluto scomparire. Per me, che relazionarmi con qualsiasi donna era la cosa più semplice del mondo, adesso risultava inconcepibile vedere in quello statuario corpo una donna da desiderare.

-Se non vuoi dire nulla ti capico- mi disse con una flebile ma decisa voce, quasi imbarazzata..

Mi invitò a prendere qualcosa da bere al bancone del locale. Accettai ma una parte di me avrebbe voluto declinare l'invito perchè mi sentivo terribilmente a disagio, e sono sicuro che anche lei lo fosse, sebbene in misura minore rispetto a me. Quella parte di me era addirittura disturbata dall'avere davanti tale stupenda creatura.

Beviamo e parliamo, o meglio, è lei che si racconta. Bevo il mio drink nervosamente, mi guardo intorno e lei nota il mio stato d'animo. Mi sorride e cerca di mettermi a mio agio. Alterna atteggiamenti di tenerezza e di seduzione, spostandosi i lunghissimi capelli, facendo scivolare le sue dita sul collo.

Ci ritroviamo appartati e mentre passeggiamo fuori dal locale, si avvicina alla sua auto e mi apre davanti la portiera. -Sali- tono secco e imperativo, mentre statuaria si offre ai miei occhi. Se non me l'avesse detto in quel modo che mi ha eccitato, non sarei mai salito.

Dopo pochi minuti siamo in albergo, saliamo in stanza. Mi offre da bere, mi fa accomodare sul divano e si siede vicino. Non faccio a tempo a portarmi il bicchiere alla bocca che la sua mano va ad accarezzarmi l'interno coscia. Resto immobile. Si avvicina e fa per baciarmi il collo, istintivamente mi scanso.

Mi fissa con occhi vogliosi, avvicinando il meraviglioso seno alla mia faccia, mi toglie il bicchiere di mano e lo posa.

Mi afferra con decisione le palle, e struscia a lungo la mano sull'uccello. Si inginocchia davanti a me e mi slaccia i pantaloni, tira subito fuori il mio cazzo prendendolo in mano. Inizia a la sua agoniata sega cercando di farmi eccitare, ma io sono ancora moscio, e mi chiedo cosa cavolo ci faccio lì.

Lei allora fa scendere il vestitino e fa saltare fuori le sue tette strabordanti, che sembrano quasi trovare finalmente spazio fuori dalla costrizione dello stretto tubino. Le struscia sul mio uccello finchè, scendendo, non inizia a baciarlo. Lo prende in bocca e sento la sua cavità calda e bagnata che lo accoglie. Mi pompa ma non mi eccito. Vorrei scansarla Adv e abbandonarla lì, ma invece la fisso silenzioso mentre mi gusta.

Fa dolcemente scivolare via il mio cazzo dalla bocca, con la lingua disegna una lenta traiettoria verso il mio petto fino al collo, e si mette a cavalcioni sulle mie gambe. Mi accarezza dolcemente il viso con le mani e mi fissa imperturbabile. I nostri respiri sono trattenuti per un attimo, sento forte i nostri battiti. E in quell'attimo cambia la mia vita.

Inizio ad accarezzarle e stringerle le tette. La sento fremere tra le mie mani, con la lingua le bagno e succhio i grossi capezzoli, avido su quel seno che si gonfia ad ogni respiro di godimento, immenso davanti alla mia bocca che lo assapora. In un attimo ce l'ho grosso e duro.

Con una mano adesso lei mi accarezza le palle, finchè non ripercorre nel verso opposto il percorso pocanzi segnato dalla lingua. Quando la sua bocca torna tra le mie gambe il mio uccello è già eretto e pulsante davanti ai suoi occhi bramosi.

E mentre quegli occhi mi guardano, le spingo deciso la testa finchè non sento il cazzo sfregarsi sulla sua gola, scivolando sulla tumida lingua, che voluttuosa lavora sulla cappella rovente.

Due labbra da pompinara che mi mandano in estasi, succose scivolano dalla punta fino alle palle, assaporate anch'esse dalla bocca che non trascura nulla di quel dolce frutto.

La ragazza ci sa fare e sa come farmi godere. Afferra a due mani il mio uccello e lo pone tra le sue tette inumificandosi con un po' di saliva, e continua lì quello che aveva iniziato a pieno ritmo con la bocca.

Mi fissa sorridente mentre mi stringe in quello stretto canale, posso sentirmi pulsare in mezzo a quelle tette sode. Lei stessa lo sente sul suo corpo eccitato e ne gode.

La favolosa spagnola sta per farmi venire, allora, afferrandola per le braccia, repentinamente la faccio stendere a terra, adagiandola sui numerosi cuscini che si trovano sul pavimento, a completare quella dolce opera.

Sono sopra di lei, sento il mio cazzo che sta per esplodere tra le sue tette e inondare il suo corpo. Il primo potente getto di godimento parte quando ancora l'uccello è stretto dalle due grosse candide colline, e arriva a bagnarle il collo.

Mi afferra quindi con una mano nel pieno dell'orgasmo e, tirandomi a sè con l'altra mano, dirige i seguenti abbondanti fiotti verso la sua bocca affamata e desiderosa di ricevere ogni goccia del mio succo.

Un'ingente sborrata finisce per investirla. La sua è un'espressione serena e soddisfatta, fissa il mio pene ancora umido e si concede un'ultima intensa succhiata.

Le do una carezza. Mi avvicino alla sua bocca. Adesso non posso fare a meno di baciarla. Poso la testa sul suo seno e mi tringe a sè, ancora ansimiamo.

Leonardo per me è stato il più assiduo complice delle mie avventure adolescenziali e giovanili. Quante cazzate, quante ubriacate prese insieme. Con le donne avevamo persino gli stessi gusti: alte, more e assolutamente con grosse tette. Lui ce la faceva meglio di me, con le donne. E' sempre stato il più intraprendente e a detta stessa delle sue conquiste -ci sapeva fare ed era messo molto bene-. E non era possibile metterlo in dubbio, dato che nelle doccie dopo il calcetto la sua dote era sotto gli occhi di tutti, e risaltava davvero bene sul suo corpo slanciato ma comunque esile.

Poi trovò lavoro a Berlino, ci si trasferì per dieci anni, e ruppe tutti i ponti con amici e conoscenti qui in Italia. Non capiì mai il perchè. Finchè non tornò e lo vidi, quella sera, in quel locale, e bevemmo insieme.

Adesso sentivo il suo gonfiore pigiare sul mio basso ventre. Non ci penso due volte, scendo con la mia mano e mentre ancora mi abbraccia afferro il suo cazzo e lo tolgo piano dall mutandine, e sfilo via completalmente il vestito. E' enorme, caldo, marmoreo. Un cazzo da film porno, qualcosa di eccezionale. I lineamenti dolci del suo corpo lo mettono in risalto come un totem che trionfa su tutto il resto.

Il mio imbarazzo lascia a poco a poco luogo alla sorpresa e a una eccitazione del tutto nuova.

La cappella è ancora nascosta, la faccio sfilare fuori lentamente. Il glande è grosso e inizia a scurirsi mentre sento il suo gemere vicino al mio orecchio.

Non inizio subito a segarlo, ma stringo forte quel tubo di carne e non gli tolgo gli occhi di dosso. Lo sento crescere nella mia mano, e più lo stringo e più lo sento gonfiare.

Non stacco più lo sguardo da quell'uccellone. Se lo facessi probabilmente tornerei in me e me ne vergognerei. Ho in mano il cazzo di quel Leonardo con il quale ho passato metà della mia vita a parlare di tette, di scopate e di quale delle nostre donne fosse più abile a fare pompini. Inizio a masturbarlo piano, ma dopo pochi secondi lo sto già pompando come un forsennato, mentre mi stringe la faccia in mezzo alle tette. Sento il mio odore mischiato al suo, e sento che mi è tornato duro.

Voglio sbocchinare quel suo bastone, voglio farlo godere come ha fatto godere me. Non penso più, mi ritrovo il cazzone davanti ai miei occhi, le palle glabre a un centimetro dalla bocca. Dapprima lo sfioro con la lingua per tutta la sua lunghezza, quando sono in cima do una intensa leccata alla cappella e lo prendo in bocca. Lo mando giù finchè non lo sento spingersi in gola. Il gusto aspro mi invade il palato. Socchiudo le labbra, lo sento pesante e caldo sulla lingua ed inizio, inizio il pompino.

Guardo il suo corpo contoncersi di piacere, accarezzarsi con una mano le tette mentre con l'altra mi spinge la nuca. Ce l'ho durissimo anch'io, tant'è che non posso fare a meno di iniziare a segarmi.

Il calore del suo uccello mi avvampa bocca, do un ultima succhiata avida alla cappella e sento i suoi gemiti farsi sempre più intensi, preludio dell'orgasmo.

Repentinamente infilo il mio cazzo con violenza nel suo culo, mentre afferro il suo per farlo sborrare. La sua schiena si inarca, l'urlo è di dolore e godimento. Esce un primo schizzo, lunghissimo, che le arriva alle tette. Poi è una sequela di getti che bagna tutto il suo corpo. Esco dal suo culo solo quando finisce di venire.



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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Jaki Invia un messaggio
Postato in data: 09/11/2009 23:12:55
Giudizio personale:
superrrrrr

Autore: Carino6423 Invia un messaggio
Postato in data: 02/11/2009 11:47:41
Giudizio personale:
molto eccitante e travolgente, ottimo!

Autore: Wolf77le Invia un messaggio
Postato in data: 02/11/2009 00:05:54
Giudizio personale:
wow

Autore: Lellatravpr Invia un messaggio
Postato in data: 28/10/2009 18:48:13
Giudizio personale:
davvero bello


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