i racconti erotici di desiderya

Il ( la ) corriere.

Autore: FireMan 69
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Tra poco compirò 44 anni da alcuni ormai sono dipendente di una giovane azienda della mia zona. Le mie mansioni sono tra le pi§ svariate, essendo uno dei più vecchi e di conseguenza di fiducia della titolare.

Tra tante cose che devo fare, c'è anche il compito di occuparmi di un piccolo magazzino distaccato dalla sede centrale della ditta, dove quando capita per motivi di spazio stocchiamo i materiali in arrivo ed in attesa di essere lavorati.

Spesso devo recarmi li per aprire ai corrieri che consegnano e scaricare le merci da sistemare ordinatamente in funzione delle date di utilizzo.

Una mattina come tante arriva una telefonata in ditta dove venivo avvisto che nella mattinata sarebbe arrivato un importante carico da dover sistemare proprio li ma poiché l'autista aveva trovato traffico non sapeva a che ora sarebbe arrivato, quindi dovevo attendere li il suo arrivo.

Saranno state si e no le 16,30 quando sento suonare il clacson di un furgone, apro il portone, e davanti già pronto a retromarcia c'era il furgone che aspettavo.

Entra dentro e vedo che non era il solito autista che viene da quell'azienda nostra fornitrice, bensì una ragazza si e no intorno ai 30/33 era già venuta un paio di volte ma in sede li mai, non mi preoccupai affatto buona autista ottimo occhio nelle manovre ed anche un tipo carino sulle sue estremamente professionale.

Chiara questo il suo nome, mi disse che aveva dovuto sostituire Stefano il collega perché era in Sala Parto con la moglie per la nascita del loro secondo figlio, dopo i convenevoli e gli auguri di rito ci accingiamo a scaricare . Mi dice che ha trovato benissimo il magazzino grazie alle indicazioni di Stefano e dl loro Capo che l'ha guidata per telefono.

Ragazza molto attenta nel lavoro una vera professionista,attenta e precisa, ed anche sembrava una discreta fica anche se i pantaloni da lavoro e la polo della sua ditta non esaltavano troppo le sue grazie, ma si notava che sotto sicuramente c'era un bel fisico. Mora alta intorno al metro e settanta un bel viso con la sua coda raccolta che chiese se poteva scioglierla per respirare un poco meglio a meno che non ci fossero delle restrizioni particolari,ma li non c'era nessuna lavorazione con macchine quindi nessun pericolo e poteva fare liberamente quello che voleva .

Io non immaginavo che mi prendesse alla lettera, appena sciolti i capelli tutto ad un tratto quando mi voltai la trovai che si era tolta la polo ed era rimasta con una canotta a spalla larga che metteva in risalto due belle spalle abbronzate e inevitabile il mio sguardo cadde sul suo davanzale che



fino a poco prima era occultato da quella polo arancio e blu ma che sotto la canotta si spingeva arrogantemente in su ed in fuori in maniera spavalda. Come se non bastasse, con un reggiseno di quelli sportivi da palestra che davano delle belle forme rotonde una buona terza vorrei quasi osare ad una quarta messa veramente ben tutto proporzionato nell'intera figura.

Intanto si sfacchinava sodo e io ripongo i miei pensieri, ma era inevitabile di tanto in tanto buttare l'occhio e fantasticare anche sul resto quello celato dai pantaloni tipo mimetica di colore blu in tela pesante non molte tasche.

Finito il nostro lavoro, mi chiede del bagno gli indico il vecchio spogliatoio, lei prende una borsa tipo palestra che aveva in cabina e mi dice se può darsi una rinfrescata.

Io annui , non avevo altra scelta poi mi sembrò una cosa naturale da parte sua e gentile da parte mia.

Dopo neanche 10 minuti mi sento chiamare a voce concitata, accorro pensando fosse accaduto qualcosa,che fosse scivolata o cosa non so nemmeno io, ma al mio arrivo chiedo permesso e mi apre! Resto impietrito. Era senza reggiseno,lo teneva in una mano e nell'altra l'asciugamano, due tette alte rotonde completamente abbronzate senza nemmeno il segno del costume, due capezzoli scuri turgidi ritti e prepotenti che mi puntavano dritto agli occhi .Non sapevo cosa fare come comportarmi, lei candidamente mi chiese se potevo andare sul furgone a prendergli un sacchetto aveva dimenticato il reggiseno pulito fuori della borsa.

Non so come feci ad arrivare al furgone, nonostante fosse a meno di dieci metri, ero confuso da quella vista e dalla disinvoltura di Chiara.

al mio ritorno volevo passare il solo braccio dalla porta per passargli il pacchetto, ma mio stupore l'aveva lasciata completamente aperta e come se non bastasse si era tolta anche i pantaloni restando in intimo una culottina nera sportiva che metteva in mostra un cuore spettacolare due mele bronzee a dir poco da mordere. A quel punto fui diretto :

Chiara scusa ma..

senza aggiungere altro.

Lei di tutta risposta, mi disse girandosi e restano quasi a 90 Gradi, scusa ma è l'abitudine in palestra non si guarda a certe cose, poi.... disse non mi sembra che ti disturbi anche perchè hai lasciato gli occhi attaccati alle tette ed ora al mio culo.

Cazzo risposi scusa un cazzo sono uomo mica di legno.

L'avessi mai detto, intanto a me era già più che duro, lei si avvicina e fiondandomi una mano tra le gambe mi disse :

Te di legno ma qualcosa mi sembra di sentirlo di legno o mi sbaglio.

Si avvicino i appoggio le tette addosso e mi fiondo la lingua in bocca, e con la mano continuò a stringerrmi il cazzo attraverso i pantaloni.

Io non ci vidi più le passai le mani alle mele le senti tutte belle sode zeppe come due palloni da pallavolo,sport che capì solo dopo che frequentava Chiara fin da Bambina. I capezzoli mi spingevano verso il muro dello spogliatoio,ci baciammo non so per quanto poi osai.......

Il resto ve lo racconto poi. Ma vi assicuro che questa è una storia vera, una storia che ha sconvolto la mia vita.


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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Skyline Invia un messaggio
Postato in data: 06/01/2015 22:41:12
Giudizio personale:
SUlla fiducia, diciamo che voglio crederci perchè sono qui sopra.


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