i racconti erotici di desiderya |
Il giovane garzone |
Il giovane garzone Ringraziando Desiderja che mi permette di scrivere qui le vicende sessuali vissute con mia moglie Fiorella vorrei raccontarvi una delle nostre avventure migliori . Noi siamo una coppia sposata da più di quaranta anni , lei , Fiorella alta un metro e ottanta , mora dai capelli ricci fin sulla schiena e due tette da sballo di quinta misura , una bella Donna sessantenne dai lineamenti marcati dal tempo . Io Fabio , alto come lei , moro e soprappeso con una pancia importante , impegnato come lei nella conduzione di un piccolo negozio di alimentari in un piccolo paese lombardo quel giorno , quel giorno di fine ottobre in un momento che nel negozio non vi era nessuno entrò una cliente a prendere del pane . Buongiorno disse entrando , sono venuta ad abitare qui da poco con mio figlio Mario , noi arriviamo da Como ma avendo ereditato la casa dei nonni che abitavano in questo paese ora che mio marito è morto lasciandomi sola con mio figlio ci siamo trasferiti . Disse quella signora forse cinquantenne elegante e dall'aria allegra . Una bella signora che a guardarla metteva il fuoco addosso con le sue labbra carnose piene di rossetto e gli occhi penetranti di un colore azzurro che in contrasto coi suoi capelli biondi a caschetto risaltavano come due diamanti . Bene arrivata dissi sorridendogli mentre mettevo nel sacchetto il pane da lei richiesto . Io sono Cinzia disse allungandomi una mano . Io da dietro il banco , anche se quella per me era una cosa inusuale gliela strinsi . Dal retro entrò Fiorella con una mortadella in mano . Cara , ti presento la signora Cinzia una nuova cliente da poco nostra compaesana , dissi . Fiorella si asciugò le mani nel grembiule e gli allungò la mano . Che bella signora che è la nostra pizzicagnola , disse sorridendogli mentre gli stringeva la mano . Fiorella si mise a ridere lusingata . Ordinò un paio di etti di quella mortadella che aveva in mano Fiorella poi se ne andò . Il giorno dopo ritornò fece spesa poi alla cassa mentre Fiorella le dava il resto Cinzia le disse . Ho un figlio di diciotto anni che non vuole più andare a scuola , non sa se qui in zona c'è qualche d'uno che ha bisogno di un commesso o di un apprendista . Fiorella si mise a pensare per un attimo poi disse : no che io sappia , ma se sentirò qualcosa a riguardo la avvertirò . Grazie le disse Cinzia salutandola . Quella sera a cena ne parlammo io e mia moglie , parlammo dalla sua difficoltà di accudire la casa per mancanza di tempo e che una mano da parte di un garzone , sopra tutto al mattino quando il lavoro si faceva intenso , sarebbe stato l'ideale . Decidemmo di provare , di provare ad avere per la prima volta un'aiutante che lavorasse con noi dato che fino a quel momento ci eravamo arrangiati da soli . Il giorno dopo all'arrivo di quella signora Comasca dai modi gentili le demmo la notizia . Io e mia moglie Fiorella saremmo disposti a far lavorare suo figlio da noi come garzone , non è il massimo delle aspirazioni lo sappiamo ma nel frattempo che si trovi un posto migliore qui potrà imparare un mestiere . Mi rendete felice cosi , mi vedevo già con un figlio che mi vagabondava per tutto il giorno per il paese . Disse Cinzia abbracciando Fiorella . Mi sono informato dal mio commercialista ed è pronto ad inoltrare la pratica della sua assunzione , manca solo che suo figlio approvi , dissi io serio . Lo aspettiamo domani mattina alle sette , disse Fiorella . Non so come ringraziarvi , vedrete sarà puntuale , disse Cinzia chiudendosi la porta alle spalle . Il mattino seguente lo vedemmo arrivare . Alle sette meno dieci era già li fuori dalla porta del negozio in attesa dell'apertura . Da dietro il bancone lo spiammo , prima di aprire la porta ed iniziare quella giornata diversa dal solito volevamo vedere con chi avevamo a che fare . Come è piccolo , disse Fiorella vedendosi dietro dalla porta un moccioso alto un soldo di cacio coi pantaloncini corti . Ma siamo certi che è lui ? Dissi io più sorpreso di lei . Facciamolo entrare dissi andando alla porta . Aprii e lo feci entrare . Buongiorno esclamò appena ci vide , io sono il figlio di Cinzia . Ti aspettavamo , entra . Come ti chiami ? gli chiesi portandolo nel retro . Mi chiamo Mario ma tutti mi chiamano Mariolino . Gli feci firmare il foglio di assunzione come apprendista poi lo munii di un grembiule che data la su bassa statura gli arrivava alle ginocchia . Ora mentre noi andiamo di la a servire la clientela tu stai qui e dai una spazzata a terra , anche in magazzino mi raccomando , e stai attento a non farti male . Gli dissi per farlo ambientare . Lo lasciai solo e andai con Fiorella a ricevere i primi clienti . Ogni tanto spostando la tenda che dava sul retro lo vedevo impegnato con la scopa a guardarsi in giro studiandosi la posizione della merce . Vado di la a vedere come si comporta il nuovo arrivato . Dissi a Fiorella quando il flusso di persone si era esaurito . La lasciai sola al banco ed andai nel retro con l'intenzione di andare a recuperare il pacco di carta da salume che avevo in alto dello scaffale e per fare questo m servii di lui , di Mariolino . Lo chiamai e lui nel suo grembiule blu che lo rendeva goffo accorse . Ma non puoi lavorare cosi , togliti di dosso questo straccio . Gli dissi aiutandolo a toglierlo . Mariolino nei suoi diciotto anni bello e dai lineamenti fini , nei suoi pantaloncini azzurri si fece guardare da me vergognandosi . Non puoi lavorare cosi ! puoi ferirti ad una gamba . Gli dissi fissando il suo basso ventre . |