i racconti erotici di desiderya

Il giardino delle rose.


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Mai un saluto, ne un accenno, tirava dritta a portare a spasso il suo cagnolino, eppure era l'unica persona del vicinato che non salutava mai nessuno. Capelli neri, infagottata, pensai avesse sui 45-50 anni ma il suo viso sembrava liscio senza una ruga. Sulle prime pensai che fosse una donna oltremodo riservata visto il suo comportamento, ma aveva qualcosa di strano, di particolare, qualcosa che mi faceva fantasticare un po'ma non rimasi li a pensarci. Venne l'estate, le giornate calde dopo un inverno abbastanza freddo erano benvenute e così, in un sabato ozioso in cui avevo ben poco da fare, per evitare la noia decisi di andare a dare un pulita all'auto, in tutto il tempo non avevo intuito che il giardino recintato a fianco del mio box era della signora col cagnolino. Giardino curatissimo con siepi di rose e altre varietà di fiori.

Ebbene mi misi a pulire la macchina, un po di musica di sottofondo e una birra fresca a portata di mano, d'altronde il caldo alle 16 di pomeriggio si fa sentire e ben presto iniziai a sudare come un matto, mi sfilai la t-shirt ormai zuppa e continuai senza notare che lei era uscita fuori e si era messa a curare le sue piante. Mi voltai quasi per caso, lei con un vestitino leggero, inginocchiata pudicamente sfoltiva e iniziava a sentire il caldo, un goccia di sudore le scese giù per il viso, poi un altra. Si voltò e mi guardò, abbozzò un sorriso ma non disse niente. Salutai -"Salve!" ma non ottenni risposta. Mi voltò la schiena e continuò col suo da fare.

Un po ci rimasi male ma poi sentii che si schiariva la gola una volta, due, quando mi voltai la vidi a quattro zampe sull'erba col sedere rivolto verso di me. Intenzionalmente, e non poteva essere altrimenti, aveva tirato la parte posteriore del vestito che ora le aderiva alle natiche e lì in mezzo vidi che era bagnata, si intravedeva la forma esatta della fica nel chiaroscuro di quelle macchie che pensai fossero di sudore. E nel frattempo con una piccola vanga dissodava il terreno, quel movimento le faceva muovere il culo avanti e indietro, sbuffava e inarcava la schiena. Mi eccitai e il cazzo ben presto divenne difficile da nascondere sotto i pantaloncini.

Mi schiarii la gola anche io, lei si voltò e mi fissò proprio li, poi rivolse lo sguardo verso di me e mi fece un piccolo sorriso malizioso. Si alzo e rientrò in casa. Non usci più.

Le manca qualche giovedì pensai, finii di pulire e tornai a casa per una bella doccia. La sera classico appuntamento con gli amci al pub per una birra e le solite cazzate. Arrivata l'una, mezzo brillo, decisi di tornare a casa, avevo bevuto e non volevo rischiare un controllo, quindi salutai la compagnia e dritto a casa.

Una e trenta.

Parcheggio la macchina davanti al box, non ho voglia di scendere, preferisco fumarmi una sigaretta e ascoltare un pò di musica, in fondo non ho nessuna fretta. Con calma scesi per andare ad aprire il box e notai che il cancelletto del giardino era aperto. Strano pensai, si sarà dimenticata. Feci per infilare la chiave nella serratura, sentii un colpo di tosse, quasi sommesso. sulle prime non vidi niente e nessuno ma poi col chiarore di un bel quarto di luna vidi che era lei, appena nascosta da una pianta, accosciata col vestitino alzato che faceva pipì e mi guardava. La cosa mi eccitò all'istante, non so perché ma oltre all'alcol c'era un altro tipo di calore che mi assaliva. Non dissi niente. Entrai.

Lei non si mosse affatto mentre finiva di pisciare con un cenno della mano mi invitò ad avvicinarmi.

Ora stavo col mio cazzo gonfio all'altezza del suo viso, non una parola, mi slacciò i pantaloni, quasi impacciata

armeggiò con la cinta ma alla fine riusci in un solo colpo a tirarmi giù pantaloni e slip.

Iniziò a leccare l'asta vicino all'attaccatura delle palle che con una mano massaggiava delicatamente. Piano,

lentamente la insalivò tutta fino ad arrivare al glande che dopo avere baciato e leccato si infilò in bocca.

Non riuscivo a crederci, mentre avvolgeva la cappella con le labbra mi guardava e allo stesso tempo avanzava con la bocca sempre più giù sempre più a fondo, si stava facendo scopare in gola. Con l'altra mano si toccava, il clitoride, poi apriva le labbra e infilava un dito dentro, poi ancora in clitoride. Adesso mugolava, riprendeva fiato e riprendeva ad ingoiarsi il mio cazzo. Era incredibile mai una donna mi aveva fatto un pompino così. Certo non sono John Holmes ma non sono messo male. Non riuscii a trattenermi, fu un esplosione di calore e godimento, sentivo il cazzo che pompava e sborrava senza fermarsi. Lei si fece inondare la faccia e il collo e continuava a leccarlo inghiottendo il succo che le finiva in bocca. Sembrava come in trance, lo leccò per bene e lo ripulì da ogni goccia e residuo di sborra. Rimasi li, fermo, sudavo, il cazzo ancora duro.

Lei si alzò, mi prese per mano e mi portò in angolo buio del cortile, una porticina dava accesso alla cantina dove oltre alla cucina e al tavolo c'era un divano. -Siediti vuoi qualcosa di fresco da bere? Una birra?- Vada per la birra- dissi. Prese due birre dal frigo, mi si sedette accanto. Finì la sua birra di colpo quasi fosse consumata dalla sete, si alzò e si sfilo il vestito. Non portava niente sotto. Ma il fisico, sembrava quello di una trentenne, sodo, i seni grandi e quasi perfetti. Tra le cosce non aveva un pelo. Si voltò e andò verso il lavabo della cucina e si lavò il viso. Aveva un culo perfetto, sodo, e si muoveva con grazia. Finii la mia birra mi alzai e mi spogliai del tutto e andai verso di lei. Appoggiai il cazzo tra le sue natiche e da dietro le presi i seni.

Duri e turgidi i capezzoli si indurirono quasi subito. Inarcava la schiena e faceva scorrere il cazzo tra le cosce, non ci volle molto ad avere un altra erezione, sentivo il suo calore e quanto era bagnata. Provai a spingere per entrare dentro la sua fica ma si fermò. Andò verso il frigo e mi diede un altra birra - Bevi, hai sprecato un bel pò di liquidi- Pensai stesse giocando con me. Mi sbagliavo. Mentre bevevo a canna dalla bottiglia si inginocchiò e riprese a succhiarlo e a leccarlo. Aspettò che finissi di bere. si alzò e si stese sul divano.

Alzò e piegò le gambe mostrandomi una fica liscia con due belle labbra scure e luccicanti di umore.

-Leccami- sembrava un ordine. Mi inginocchiai e iniziai a prenderle le labbra in bocca e a succhiarle, le aprivo con le dita e infilavo la lingua nel buchetto, poi il clitoride, aveva un buonissimo sapore. Continuai a lungo a leccarla e allo stesso tempo mi segavo. Sospirava, mugolava, piccoli gridolini di piacere. si inarcò ed ebbe un orgasmo. Mi allontanò -Adesso mettimelo dentro, dai sbrigati muoio dalla voglia - Stretta e bagnata. Quasi feci fatica ad entrare ma poi scivolò dentro tutto. iniziai a muovermi ,il cazzo lucido e bagnato dal suo piacere faceva dei risucchi che mi eccitavano ancora di più. Aumentaii i movimenti, adesso le palle sbattevano contro il buchetto del culo, affondavo i colpi sempre di più. Tra i mugolii mi disse - non venire, non ancora, prendimi anche così - si voltò, inarcò il culo come una gatta in calore la presi quasi con violenza, l'aria che usciva dalla fica emetteva degli sbuffi sonori che non facevano altro che eccitarmi ancora di più. Aveva gli occhi chiusi,

la bocca aperta ad ansimare sotto l'assalto del cazzo che grondava di umore. Credevo di farle male ma lei continuava a dirmi -ancora, forte,ancora- Si stava facendo scopare come una puttana e le piaceva, eccome se le piaceva. Le infilai il pollice nel buco del culo, entrò quasi senza resistenza: era bagnata anche li. Mi fermai e con voluttuosità inizia a leccarglielo e insalivarlo, abili colpetti con la lingua per saggiare la sua morbidezza.

Era pronta. il primo tentativo non riuscì. il cazzo scivolò verso l'alto. Lei si prese le natiche e le aprì.

-Se grido non fermarti- disse. Piano la cappella entrò un poco alla volta poi tutta l'asta.

Il paradiso, solo così posso descrivere quel buco caldo accogliente che calzava come un guanto.Lo spinsi tutto a fondo e rimasi fermo dentro di lei. Piccole grida rauche e gemiti.Continuai, eccitato dal vedere il suo buco che scivolava sul cazzo, la stavo scopando come un matto, alternando colpi violenti a momenti di calma. Lo toglievo e lo rimettevo fino in fondo. Con un ultimo affondo venni. Fantastico.

Mentre la riempivo di fiotti caldi lei iniziò a pisciare come una vacca, soffocava le sue grida di piacere premendo la bocca contro un cuscino. Mi tolsi, le gambe mi tremavano, ero sconvolto. Lei si girò e lo lecco bene e lo pulì. continuava delicatamente. alzò lo sguardo: -che fai non senti il bisogno di liberarti?- Forse non capii subito poi ci pensai e iniziai a sforzarmi - cavolo tutta quella birra sarà pure da qualche parte- pensai.

Si fece pisciare addosso, in faccia, in bocca, sulle tette e sulla fica. quello che più mi piaceva era il suo volto estasiato e compiaciuto. Rimanemmo sul divano ad ansimare stravolti. -Devo andare, devo lavarmi- mi disse.

Non puoi venire anche tu, di sopra c'é mia madre anziana che dorme.-

Mi vestii, mi disse solo -ciao-

Non ho più trovato il cancello aperto la notte, ma sono sicuro, eccome se sono sicuro..che una di queste sere...beh se sarà ve lo racconterò.


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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Carino6423 Invia un messaggio
Postato in data: 03/06/2009 17:22:56
Giudizio personale:
Molto eccitante e travolgente, mi avete fatto godere insieme a voi. Grazie.


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