i racconti erotici di desiderya |
Il fuoco del drago |
....il sottopassaggio aveva un chè di sinistro, un odore forte di urina ne testimoniava un uso improprio anche se abituale, a riprova che gli istinti e le necessità si sfogano nei luoghi bui e nascosti, che la vergogna ed il misfatto hanno i loro paradigmi. A quell'ora ne ero l'unico fruitore idoneo, dovevo solo attraversare una strada, ma la sensazione era di essere entrato in un luogo dove stagnavano pensieri primitivi oltre che odori. Ed io stavo andando, non potevo certo starli a raccattare per scrutarne le ombre..alle 5 di mattina,avevo un gran da fare, stavo già scappando. O meglio, stavo correndo ,come spesso mi accade, con la voglia di affaticare il corpo ben oltre la mente e farli marciare in sintonia. Pochi minuti prima lo specchio mi suggeriva il personaggio del giorno, un bell'IO versione Rocky Balboa, accessoriato di tutto punto per l'evento metropolitano di cui mi sentivo protagonista unico. Non v'era dubbio, "l'unico coglione in giro a quell'ora e con quel freddo a scarpinare sui viali," questo doveva essere il riassunto che leggevo negli occhi di coloro che vi erano costretti per lavoro e che sarebbero restati volentieri nei loro letti caldi. Il night warrior in me incassava mestamente questi giudizi cabinati a quattro ruote, ma compreso nel ruolo di giustiziere senza causa ,quale un insonne deve per necessità diventare pena un abbattimento dell'autostima, continuavo la mia corsa ritmata da un adrenergico Barrry de Vorzon stereofonico. Coglione si, ma con un background! Musica e memoria filmografica facevano mulinare le mie gambe oltre il minimo sindacale che m'ero imposto per arrivare a completare il giro previsto. Il cielo si tingeva di blu, ad est in un altrove indefinito cominciava il giorno, il buio era ancora buio, il freddo era secco, il naso colava, e l'alito era lo sbuffo di un drago. In erba però, perchè sul drago dovetti ricredemi subito.
Lo vidi, anzi lo sentii prima di vederlo, gas a manetta ed un puntino incandescente con una scia sfumacchiante a conferma che questo Drago era migliore del mio. Mi fermai ad osservare affascinato quest'ossimoro motorizzato, un surgelato che sprizzava scintille di fuoco.Arrivava di gran carriera, ed era un uomo, contro ogni apparenza, un eroico col Ciao postbellico, orecchie al vento, senza guanti, sigaretta penzoloni sul labbro alla Bogart, in singolar tenzone con l'aria che voleva fumarsela al posto suo e la combinazione era stupefacente. Un tizzo ardente maivistotale fendeva l'aria davanti alla sua maschera ferma, facendomene immaginare l'acredine oculare. Lo vidi sfilare senza accennare a ripensamenti, senza porre fine al supplizio. E lì cominciò il calvario esegetico della visione. Qual'era il senso della sua apparizione, cos'èra quell'insieme apparentemente stonato......ma soprattutto, da dove veniva e dove andava? Cominciai ad ipotizzare che l 'uomo, un circa sessantenne, fosse un disoccupato in cerca di un'occupazione che lo facesse ammalare seriamente; l'incuranza con cui fendeva l'aria gelida deponeva a suo favore nel processo alle sue malsane intenzioni. Vista l'ora però, avrebbe potuto essere un turnista che smontava e tornava a casa, incazzato come un vikingo. Avrei anche detto come un nero, ma il freddo e la chioma chiara lo rendevano assai poco africano. O un marito furioso per la nottata passata accanto ad una moglie non più donna, quasi elefante visti i barriti che sicuramente avrà emesso nel suo russare da obesa. Oppure stai a vedere che era un eroe, quelli di razza moderna, che sopravvivono alle loro azioni e le perpetuano quotidianamente tanto da sembrare normali. Fumare controvento è un azione epica, è un desiderio avversato dagli elementi, è un andare contro sapendo di perdere, è diventare soldato armato di pugnale contro il fuoco di sbarramento di un plotone di artiglieria. Ovvio che ci vuole una giusta causa per immolarsi così, non puoi pensare che il tuo sia un sacrificio che fai per l'umanità. La tua sigaretta ridotta ad un carbone ardente se la fuma il vento ed il vento non ha niente di umano, ed il fumo non è neppure gradito agli dei che da secoli gradiscono il sangue. Eppure il fumo del drago non era un invenzione inutile quella mattina, ai miei occhi era poesia di una congiuntura irripetibile. Il buio, l'ora in cui io ero lì e lui pure, era un qualcosa che trovavo sensuale, passionale, decadente, mancavano solo dei violoncelli a sottolineare il quadro. Quante volte avrei voluto e non l'ho fatto, quante volte avrei voluto consumare la rabbia come fosse una sigaretta al vento, quante volte ho ricordato il suono della sua voce avendo la certezza non rassegnata che non l'avrei più ascoltata. Eccolo là, scomparendo alla mia vista, in lontananza, il drago bruciava le sue e le mie passioni. |
I vostri commenti su questo racconto | ||
Autore: | Mysterx | Invia un messaggio |
Postato in data: | 23/02/2012 16:22:47 | |
Giudizio personale: | bello | |
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Autore: | Vulcanica Napoletana | Invia un messaggio |
Postato in data: | 22/02/2012 20:03:17 | |
Giudizio personale: |
...se avessi letto questo tuo racconto, senza prima aver imparato a conoscerti( almeno un poco) mi sarei sicuramente chiesta: " ma è l'autore che nn sa trasmettermi il suo pensiero o sono io ad esser cosi poco sensibile da nn capire quanta rabbia nascondono queste parole??" rabbia di una persona: vera, onesta con se stesso e sopratutto di una sensibilità a dir poco unica ed mi inchino ad essa! complimenti sinceri caro Rotterdam. ti lascio un bacio sincero accompagnato da una dolce carezza so che nn riusciranno a cancellare quella "rabbia"..ma voglio illudermi che almeno un pò riescano a strapparti un sorriso :-)) spero di rileggerti presto. smuackkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkk Sarah/Vulky :) |
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