Desiderato. Trovato. Voluto. Avuto. Penso si possa così riassumere quanto è successo un po' di tempo fa allorquando incontrammo LUI. Come molte coppie avevamo avuto le nostre esperienze. Fugaci e frugali. Di arricchimento sessuale. Ma con il passar de tempo i desideri si trasformavano e diventavano più pretenziosi rispetto al soddisfacimento delle intime aspettative. "Basta fare la farfalla" diceva mia moglie. Uno solo. Solo UNO. Con questo "mantra" rallentammo gli incontri. In casa avevamo un rapporto più sereno; meno aspettative tranquillizzavano i rapporti fra noi e con gli altri. Ma il destino fu "generoso" con noi. Uno sguardo, un sorriso valsero più di tanti discorsi. Lo incontrammo, ovvero gli sguardi di LEI e di LUI si incrociarono un pomeriggio nel centro commerciale. Quegli sguardi divennero più frequenti in rapporto alla nostra frequenza (giornaliera) del centro commerciale. LO sguardo ed il sorriso furono il viatico per un rapporto che nacque all'improvviso, completo e dirompente. Era quello che LEI voleva; era quello che IO volevo; era quello che LUI voleva. LUI era un ragazzone del nord, profondo nord, che era "capitato" dalle nostre parti per lavoro. La sua disponibilità nel lavoro fecero si che il "contatto" fra LORO due fu un naturale susseguirsi delle cose. Il rapporto fu facilitato dalla nostra disponibilità e dalla sua volontà a trovare un "appoggio" in un paese lontano da casa. Era all'inizio del suo trasferimento in una zona nuova; non aveva né parenti né amici. NOI eravamo, scoprimmo, le prime persone con le quali aveva avuto un "dialogo". Un aperitivo, un altro sorriso, una passeggiata e.... così fu. Mia moglie era "felice" ogniqualvolta parlavamo di LUI. Un sorriso le illuminava il volto. Quella sera, proprio "quella sera", perché tutto ha inizio da quella sera quando ci accordammo di vederci per il dopocena. Una serata insolitamente fresca per le nostre parti. Ci incontrammo dove concordato e proseguimmo con una sola auto per raggiungere un famoso bar della cittadina ragionevolmente distante da casa nostra. IO alla guida, LEI davanti (con il torcicollo per tanto che si girava verso di LUI) e LUI sbracato sul sedile posteriore. Arriviamo e ci accomodiamo sul terrazzino, il panorama sembrava dipinto apposta per l'occasione. Entrammo come in un labirinto. Le voci attorno a noi rimbombavano nelle nostre orecchie; eravamo estraniati dal contesto in cui eravamo. Bevemmo e dialogammo: LUI era singolo, solo con gli affetti della famiglia di origine e si trovava da noi per lavoro. Doveva organizzare il processo produttivo di quel centro commerciale che stava nascendo. Le condizioni ideali. Passò il tempo anzi volò il tempo. LORO si alzarono e si diressero verso l'auto mentre IO pagavo e li raggiungevo. Li vidi fermi vicino all'auto. In silenzio. Si guardavano diritti negli occhi. In silenzio. Un colpo al cuore. Avevo capito. LUI si avvicinò a LEI. Il suo corpo si appoggiò a quello di LEI. Che lo cinse e lo tirò a sé. Le loro labbra si unirono in un bacio appassionato. Lì, nel parcheggio, senza remore né timori. IO alla guida e LORO dietro. Ci dirigemmo verso casa. Tutto ebbe inizio.