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Il diario di alice ( 6 )


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Lorenzo e Michela, col tempo, più che clienti sono diventati quasi degli amici. A dire la verità conosco Lorenzo da molto più tempo. E’ stato uno dei primi a “sperimentare” le mie capacità professionali, quando ho deciso che vendere il mio corpo sarebbe stato meno volgare che vendere la mia dignità. Allora aveva appena divorziato e cercava un modo per compensare il suo esuberante desiderio di sesso. Il nostro primo incontro fu in effetti molto “caloroso” visto che durò cinque ore praticamente senza sosta. E poi ne seguirono altri, sempre molto fantasiosi ma mai perversi, fino al giorno che conobbe Michela. Per un anno non lo sentii più, poi una mattina mi chiamò all’alba :

“ Ciao Ali…..Lorenzo il magnifico! Sei libera?”

“ Che hai fatto….già stanco del matrimonio?”

“No, ho parlato tanto di te a Michela che vuole vedere se è tutto vero”

“ Un trio?”

“Già….ma con fantasia! E ti assicuro che Michela ne ha più di me”

“Ok…..proviamo”

L’appuntamento era per la sera stessa. A casa loro, visto che per una volta non c’erano mogli da tenere all’oscuro. Arrivo intorno alle 20. Suono. La porta è accostata, quindi mi sento autorizzata ad entrare. “C’è qualcuno?”

“Avanti”…la voce arriva dalla camera da letto. Ci avrei scommesso. Dalla soglia capisco cosa hanno deciso di fare. La fantasia di Lorenzo è sempre stata quella di fare sesso con i personaggi delle favole. Ha speso un capitale per acquistare i costumi di tutti i personaggi, e si diverte a scopare, di volta in volta, con Cenerentola, La bella adormentata, la Strega, Biancaneve eccetera. Questa “deviazione”, seppur abastanza innocua, gli ha però creato nel tempo una impossibilità a fare sesso normalmente, senza “personaggi” a cui rivolgere le sue attenzioni.

Oggi lui è vestito da lupo, con un abito molto verosimile bucato all’altezza dell’inguine dal quale fuoriesce il suo cazzo eretto. E’ in posizione supina, con braccia e gambe divaricate e bloccate al letto da delle manette. Michela è vestita da Cappuccetto Rosso e sta su di lui impalandosi con gusto.

“Brutto lupo cattivo! Mi volevi mangiare e io ti punisco. Adesso resterai così finchè non tornerà la nonna. Poi decideremo cosa fare. Intanto mi diverto un po’ col tuo pisellone da lupo.”

Evidentemente anche a Michela non dispiaceva la parte, e dalle sue parole capisco cosa si aspettano da me. Sulla poltroncina davanti al comò c’è un vestito da vecchietta, che indosso mentre loro continuano imperterriti a scopare non badando assolutamente a me. Cappuccetto Rosso ogni tanto si sfila il cazzo e lo mordicchia un po’ per punire il Lupo Cattivo che secondo me sta per soffocare dal caldo e dall’eccitazione dentro quel costume.

Finisco di prepararmi con una parrucca grigia con i capelli raccolti e un paio di occhiali, poi entro in scena.

“ Cosa è questo casino? Nipotina mia, cosa fai con quel lupo?”

“E’ il lupo cattivo nonna……voleva mangiarmi ma io l’ho catturato e l’ho legato al letto”

“E perché ha il cazzo di fuori?”

“Perché è un porcellone e voleva farmi le cose sporche. Puniscilo nonna…”

“ Bè…..però è un peccato sprecare tutto….non sembra male!”

Così dicendo la invito a riprendere il pompino interrotto poco prima, e poco dopo mi unisco a lei, scambiando umori e leggeri tocchi di lingua che, sinceramente, hanno il potere di eccitarmi. Proseguiamo per un po’, alternando le nostre bocche nel pompino, poi lei si alza e si rimette a cavalcioni infilandoselo nella figa ampiamente lubrificata. A me non resta che proseguire con la lingua, alternandomi fra il suo clitoride e la base del cazzo. Il Lupo intanto mugola di piacere pur soffrendo del fatto che non può muoversi ed è completamente alla mercè dei nostri desideri. Michela aumenta il ritmo per portarlo alla soglia dell’orgasmo, poi all’improvviso lo sfila ancora una volta e mi invita a sdraiarmi davanti alla faccia del lupo, la mia figa a pochi centimetri da lui, che ne può percepire il profumo oltre che ovviamente vederla senza poter fare niente.

“La vorresti?” gli chiede Cappuccetto Rosso.

“Mmmmmm” risponde lui

“E invece la nonna è solo mia!”

E inizia a leccarmi e a succhiare i miei umori con grande trasporto. Quasi involontariamente muovo l’inguine verso la sua bocca, andando incontro ai suoi colpi di lingua.

“Mmmmm nipotina mia, che lingua grande che hai!

“Per leccarti meglio la figa, nonnina mia…”

“E che mani grandi che hai!”

“Per strizzarti meglio le tette, nonnina mia…”

“E questo lupo cattivo, che cazzo grande che ha....”

“E no, nonnina, quello me lo prendo io dentro, mi dispiace per te…tu accontentati di questa leccatina”

La cosa non mi dispiace, in fondo, e poco dopo le stringo le gambe intorno alla testa ed esplodo in un orgasmo incredibile, mentre il lupo sta per avere un infarto per quello che succede sotto i suoi occhi. Il cazzo sta per esplodere da quanto è teso, e Cappuccetto Rosso decide che è giunto il momento di dare un premio anche a lui. Dopo aver bagnato le dita dei suoi umori, facendo uscire dalla cappella alcune gocce di liquido, se le passa con calma sul buchetto, poi ci strofina sopra la punta del cazzo e infine se lo infila con due colpi nel culo sedendosi sopra. Poi mi invita a ricambiare il giochetto che ha fatto poco prima con me. La lecco senza problemi, mentre lei si impala ritmicamente. Nessuno dei due può resistere ancora a lungo, e infatti il Lupo si dimena più che può dando dei colpi di reni sempre più veloci, mentre io muovo la lingua a mulinello sul clito di Michela. Pochi secondi dopo lei mi afferra la testa spingendola ancora di più verso il suo inguine, e contemporaneamente si impala con tutta la forza che ha, sollevando anche le gambe per farselo entrare dentro fino alla radice. Poi esplode con un urlo soffocato, quasi strappandomi i capelli, e si dimena in un orgasmo che sembra una scarica elettrica. Contemporaneamente anche Lorenzo, che si era trattenuto fino a quel momento, viene nel suo culo con una serie di contrazioni che fanno ballare il letto. Abbiamo appena riscritto il finale della favola di Capuccetto Rosso. Scendiamo dal letto e liberiamo finalmente il povero Lupo che dentro l’abito è ridotto ad uno straccio. Mi invitano a restare a cena, cosa che accetto e quindi la serata finisce a tavola dopo una bella doccia rilassante. Al momento di salutarci mi sento quasi in colpa ad accettare la busta che mi porge Michela. In fondo è stata una bella serata anche per me. Forse lei lo ha capito, perché quando mi accompagna alla porta mi guarda per un attimo, poi si avvicina e mi bacia infilandomi la lingua in bocca. Ci rivedremo presto, spero....



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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Puffetto Invia un messaggio
Postato in data: 02/08/2009 19:09:54
Giudizio personale:
Che ervida fantasia!Sembra realtà


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