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Il diario di alice (1)


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Ripropongo su questo sito, perchè lo merita per la sua serietà e per la qualità delle persone che lo frequentano, alcune pagine del Diario di Alice che a suo tempo pubblicai su alcuni dei Blog più conosciuti.



PRECISO, A SCANSO DI EQUIVOCI, CHE SI TRATTA DI UN RACCONTO EROTICO DI FANTASIA e che quindi in nessun modo è riconducibile ad attività mercenarie della protagonista che NON ESISTE! Buona lettura!







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Alice, Roma 31 anni







Non vivo nel paese delle meraviglie ma per molti SONO il paese delle meraviglie.



Una donna normale, se non fosse che per amore di un uomo ( ma non era amore, e lui in fondo non era un uomo) un anno fa ho deciso di dimostrargli che potevo essere alla sua altezza. Ho deciso di fare la puttana per guadagnare più di lui e non sentirmi usata in cambio di niente. Adesso l’ho mandato al diavolo ma continuo a farlo. Perché mi piace, perché mi vendico di quelli come lui quando sbavano leccando le mie scarpe o implorando di fargli la pipì addosso. Perché in fondo è molto meglio fare la puttana così piuttosto che prostituirsi per mille euro al mese facendo un lavoro privo di qualsiasi fascino e prospettiva. Ma non farti venire la tentazione di conoscermi di persona attraverso queste pagine. Il mio nome è falso, la mia città non è Roma e non ho trent’anni. Tutto al mondo è finzione, come quando uomini che si credono potenti e intoccabili vengono dentro di me dicendo “Ti amo” e io gli rispondo “Anch’io tesoro” , ma sanno bene che invece amo il loro portafogli”. Il mio blog è il racconto della mia vita, giorno dopo giorno, finchè ne avrò voglia.



Normalmente lavoro a Roma, ma potrebbe essere Milano, New York, Parigi, Londra. O una delle altre città nelle quali mi sposto quando c’è qualcuno disposto a spendere molto per avermi per un’ora o una notte. Ovviamente quando un uomo è in grado di pagare mille euro all’ora più le spese ha diritto ad un servizio puntuale e di qualità. Ecco perché ho sempre pronte due capienti borse. In ciascuna un “set” completo. Devo essere in grado di partire in meno di un’ora. Di solito non chiedo mai i gusti, le preferenze. Preferisco scoprirle di persona e stupire il mio uomo dimostrandogli di aver previsto le sue scelte. In effetti non è così, ma dopo un po’ ci si rende conto che il necessaire è più o meno sempre lo stesso. Intimo fetish, manette, un frustino, preservativi per ogni gusto, un paio di falli in lattice per quelli che proprio non ce la fanno o che amano essere sodomizzati, o che si masturbano mentre faccio da sola quello che dovrebbero fare loro. Ovviamente ci sono anche quelli “normali” ( ma esiste la normalità nel sesso a pagamento? ) la cui unica preoccupazione è magari quella di far godere anche me ad ogni costo. Cosa piuttosto difficile, visto che non confondo la mia vita col lavoro e che i miei momenti di intimità preferisco riservarli al mio ragazzo. Si, lui sa cosa faccio. Non potrei nasconderglielo visto che non sappiamo mai quando possiamo incontrarci. E’ contento del mio lavoro? No. Ma sa che lo deve accettare, visto che ci siamo conosciuti proprio perché, un giorno, ha fatto il mio numero di cellulare. E non per chiedermi come stavo.



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Ci sono persone con le quali è piacevole trascorrere qualche ora, a prescindere dai gusti e dalle preferenze in fatto di sesso. Francesco è una di quelle. Medico affermato, cinquantenne libero professionista con studio in uno degli stabili di prestigio di una ricca città del nord-ovest, sposato con una noiosa ( lo dice lui ) e agiata figlia di grandi proprietari terrieri, si concede due o tre volte al mese quella che lui chiama “ la mia valvola di sfogo per non scoppiare”. Mi telefona qualche giorno prima e ci incontriamo solitamente in un piccolo ed elegante ristorante della provincia dove tra una portata e l’altra si consuma il rito ormai consolidato di un finto corteggiamento al quale devo fingere di resistere, benchè il brillante “ di fidanzamento” sia ogni volta assolutamente vero. Ovviamente devo restare molto distaccata e fredda, mentre lui cerca in ogni modo di conquistarmi. Dopo la cena accetto, dietro lunghe insistenze a cui fingo di opporre resistenza, di andare in albergo con lui. Arrivati in camera, sempre la stessa, telefona alla moglie per dirgli che rientrerà più tardi per imprevisti impegni di lavoro e intanto io inizio la commedia della ragazza di buona famiglia che si è trovata nelle grinfie del seduttore incallito e infatti mentre lui cerca di sfoderare le sue doti migliori io faccio la ritrosa e lo prego di non insistere oltre. Questo gioco lo carica e va avanti finchè lui non arriva al culmine dell’eccitazione e inizia a spogliarsi ordinandomi di fare altrettanto altrimenti dirà a mio padre quello che faccio. A questo punto devo cedere al ricatto. Onestamente dal punto di vista anatomico non è male per uno della sua età, sia per dimensioni che per capacità, quindi la serata può avere risvolti piacevoli anche per me. Non sempre vuole che glielo prenda in bocca, dalla volta che non ha saputo trattenersi ed ha goduto fra le mie labbra. Spesso invece mi chiede di toccarmi, stesa sul letto a gambe aperte, mentre lo guardo e apprezzo ad alta voce le sue capacità implorandolo di mettermelo dentro e di possedermi con forza, e viene così masturbandosi e schizzando il suo sperma sul mio volto e sul mio seno. Quando decide di scoparmi lo fa alla pecorina, perché gli dà la sensazione di dominarmi. Vuole che sia io a infilargli il preservativo, poi mi attira a sé con forza e raggiunge l’orgasmo dopo almeno una decina di minuti di penetrazione sempre più forte e profonda. Poi mi chiede di togliergli il condom e di spalmarmi addosso lo sperma che lui lecca avidamente. Finito questo rituale richiama la moglie e le dice che sta rientrando e che spera di fare l’amore con lei, quella sera. Poi i saluti e l’arrivederci alla prossima volta, ma non prima di avermi lasciato il solito assegno da cinquecento euro.





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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Puffetto Invia un messaggio
Postato in data: 02/08/2009 19:11:55
Giudizio personale:
Bello! Molto realistico e ben scritto


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