i racconti erotici di desiderya

Il cugino pittore

Autore: Nikole2
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Rieccomi qua, sono Nikole, è passato moltissimo tempo dal mio ultimo racconto, ma ho continuato a leggere i vostri, sempre bellissimi e eccitanti, ho ripreso a scrivere perché molti amici ed amiche mi hanno invogliato a farlo, dicono che scrivo bene e i racconti sono belli, e così mi sono convinta.

Ero sempre attratta dal mondo femminile, e a far aumentare la mia attrazione erano sempre mia sorella, mia madre e le loro amiche, un susseguirsi di emozioni e eccitazioni da farmi star male, continuavo a spiarle e ad indossare il loro intimo, oltre alle avventure con il mio amichetto e con il prof (leggi “Infanzia e gioventù 1-2) ne sono capitate altre.

Mamma e papà avevano deciso di imbiancare le pareti e mettere dei parati, avevano chiamato un loro nipote (figlio del fratello di papà), era pratico della cosa e al momento non era impegnato, così pensavano che avessero fatto del bene anche a lui, e naturalmente io lo dovevo aiutare, visto che papà e mamma lavoravano. Giovanni era molto più grande di me, e veniva spesso a trovarci, ci voleva bene e stava bene con noi.

Mio cugino era un uomo di 24 anni aveva una personalità molto forte, io lo ammiravo tanto, rimanevo incantata a guardarla mentre parlava o discorreva di qualsiasi argomento con i miei o altri amici , quando si rivolgeva a me, piccolo ometto di 13 anni io mi esaltavo e ne rimanevo affascinatae entusiasta dell’importanza che mi dava, qualsiasi cosa mi chiedesse o che mi voleva far fare era difficile che gli dicessi di no, anzi per me fu davvero gratificante come mi trattava, come una persona adulta con la quale poter instaurare un vero rapporto di amicizia.

Il lunedì mattino successivo si presentò a casa , io ero già sveglio, mia sorella ci avrebbe preparato la colazione e poi sarebbe sparita anche lei (da un amica fino all’ora di pranzo), non voleva rimanere nella polvere.

Iniziammo a prepararci e a preparare tutto l’occorrente, lui indossò un pantaloncino comodo e una canottiera, io anche un pantaloncino (di quelli stretti e cortissimi, avevo solo quelli) e una maglietta, una volta preparato il tutto iniziammo a lavorare, lui mi faceva vedere cosa fare e io ubbidivo, si iniziava dall’alto a pitturare e mettere i parati, provai a farlo io e lui mi teneva lo scaletto, era proprio sotto di me, notai che non guardava come stavo lavorando, ma i suoi occhi erano fissi sul mio culetto e sulle mie cosce, sarà stato, forse, causa dei pantaloncini mah! , quando stavo per scendere dallo scaletto con secchio e pennelo in mano, mi disse “aspetta ti aiuto” invece di prendere il secchio mi strinse le cosce e poi i fianchi aiutandomi a scendere, sfiorando anche il culetto, appena misi i piedi a terra, i nostri corpi si trovarono a contatto, mi scansai e andai a posare il pennello, la cosa si ripetè per diverse volte nella giornata, non ci badavo la consideravo una cortesia da parte sua.

Il giorno dopo continuammo a lavorare, mamma ci aveva preparato anche il pranzo, perché mia sorella non ci sarebbe stata per tutto il giorno. Dovevamo mettere i parati, io passavo la colla sullo scaletto e lui sotto, mi aiutava a scendere sempre tenendomi le cosce, e questa volta si soffermò di più sul culo, io gli dicevo che non c’era bisogno, ma lui insisteva dicendo che era responsabile,

nel mettere il parato, io stavo sullo scaletto e lui due gradini sotto di me, che mi guidava a farlo scendere dritto, in pratica stava con la testa all’altezza del culo e le braccia intorno alle cosce, una volta messa, mi prese quasi in braccio e mi fece scendere, prendendomi mi aveva abbracciata e stretta a se, sentivo una cosa dietro, ma poi mi divincolai, ogni occasione era buona o per toccarmi le cosce e per sfiorarmi il culo o per abbracciarmi, io non sapevo che fare, non mi aspettavo quelle attenzioni, iniziò pure a farmi i complimenti, diceva che ero proprio un bel ragazzino e che avevo un bel fisico per la mia età; era finita la colla e scendemmo per andarla a comprare, lui aveva la vespa e mi invitò ad andare con lui, accettai, mi piaceva , una volta saliti, disse di stringermi a lui e di mantenermi, mi strinsi a lui e misi le braccia intorno al suo petto, mentre ci avviavamo, mi disse di spostare le braccia che così non poteva guidare, le spostai sulla sua pancia, mentre si andava, me le spostò lui e le portò più in basso, quasi sopra il cazzo, io stavo ferma, al ritorno mi disse di mettermi come prima , che così guidava meglio, mi posizionai e misi le mani sotto la sua pancia, lui aveva una camicia svolazzante, la alzò e coprì le mie mani, mentre si ritornava, iniziò a toccarmi le mani, e poi con una leggera pressione cercò di spingerle più in basso, io opposi un po’ di resistenza, ma lui disse che così gli davano fastidio, e le spinse più giù, in pratica me le fece mettere sul suo cazzo, le tenevo solo poggiate, lui accellerò un po’ e disse di tenermi forte, e istintivamente strinsi le mani proprio sul suo cazzo, non era deltutto duro, pensai che fosse una pratica per chi andava in moto.

A casa riprendemmo il lavoro, poi ci fermammo per pranzare, mentre pranzavamo mi faceva i soliti complimenti, mi chiedeva anche se avevo la ragazza, io diventavo rosso e rispondevo di no, lui insisteva in questi discorsi, ero un bel ragazzino, un bel fisico , belle cosce, e mentre lo diceva me le toccò, io sempre più rosso stavo zitto, eravamo uno affianco all’altro, io con le cosce completamente scoperte fino all’inguine, cosce lisce e ben fatte, lui invece con le gambe piene di peli, presi la sua mano e gliela scostai, gli dissi che dovevamo continuare a lavorare, e così fu.

Il giorno riprendemmo il lavoro, si doveva pitturare il soffitto, lo faceva lui e io stavo sotto tenergli lo scaletto, poi scese dallo scaletto e una volta a terra, inavvertitamente inciampò e cadde su di me rovesciandomi addosso la pittura rimasta nel secchio, mi ritrovai tutta sporca, maglietta, pantaloncini e cosce, un po’ di pittura era andata anche su di lui, mi disse , dai subito in bagno prima che secchi, in bagno lui si tolse subito canottiera e pantaloncini, io rimasi un po’ interdetta, non mi aspettavo che saremmo entrati insieme, mi disse di sbrigarmi , che mi avrebbe aiutato a pulirmi, dai entra nella vasca e togliti tutto, io molto lentamente mi tolsi la maglietta, e i pantaloncini, lui disse dai, non avrai mica vergogna, siamo maschi tutti e due, e dicendolo si tolse le mutande, mettendo in mostra un cazzo di tutto rispetto, anche se ancora moscio e contornato da tantissimi peli, una foresta, io ferma ero rimasta incantata, allora lui mi prese le mutande e me le abbassò, io diventai di fuoco, non ero mai stata così nuda in bagno con un altro uomo, mi vergognavo tantissimo, il mio cazzetto era diventato piccolissimo, e mi vergognavo ancora di più per l’assenza completa di peli sul cazzo, con le mani lo coprivo, la vergogna era tanta, cercava di incoraggiarmi, mi diceva che non c’era niente da vergognarsi, la differenza tra noi è dovuta all’età e basta, poi prese il soffione della doccia, e iniziò a spruzzarmi sulla pancia e sulle cosce, con le mani toglieva la pittura dalla pancia e dalle cosce, e mentre lo faceva, “inavvertitamente” mi toccava l’uccello, stai tutto sporco, guarda che cosa ho combinato, e dicendolo mi puliva gambe e cosce con la mano, e l’altra la teneva prima dietro la schiena a man mano la faceva scendere fino al culo, io ero bloccato, eravamo tutti e due nella vasca , io in piedi e lui seduto sul bordo, poi mi fece girare e mi puliva la parte posteriore delle cosce, partiva dalle gambe, poi cosce e finiva sul culetto, mi diede dei schiaffetti dicendo che avevo proprio un bel culetto non mi giravo, il mio cazzo a quel contatto era diventato duro, molto duro, lui continuava a pulire le cosce , ma si tratteneva di più sul culo, anche se non ne necessitava, era l’unica parte che non si era sporcata, ero tutta insaponata, mi sciacquò e mi fece girare, io cercavo di coprire il cazzo, che era diventato come il marmo, mi guardò, vide le mie condizioni, non disse niente, si alzò e disse che se lo aiutavo a pulirlo, anche il suo cazzo era diventato abbastanza duro, no mi vergogno risposi, lui insistette e io presi il soffione e iniziai a pulirlo, si girò e si fece pulire anche il culo, anche quello pieno di peli, mentre tenevo il soffione lui si lavava, io ero bloccata, una volta finito di lavarci prese l’asciugamano e iniziò ad asciugarmi, prima il petto poi la pancia, le cosce e il cazzo, durissimo, lì si soffermò molto, mi piaceva, e mentre mi asciugava il cazzo con l’altra mano mi accarezzava il culo, più lo accarezzava più il cazzo mi diventava duro, finì di asciugarmi, interrompendo anche la sega che mi stava facendo, dicendo che adesso toccava a me asciugarlo, mi porse l’asciugamano e si girò, procedetti ad asciugargli il culo e le cosce, poi si girò di nuovo, e disse asciuga anche davanti, rimasi un pò interdetta, il suo cazzo era diventato durissimo, bello grosso e lungo abbastanza, direi un 18-19cm, lo presi in mano con l’asciugamano, e lo asciugavo da sopra a sotto, appena mi staccavo per asciugare altre parti, mi prendeva le mani e le riportava sul cazzo, tenendomele ferme , si vedeva che era molto eccitato, mi accarezzava il culo, saliva lungo la schiena fino alla nuca, mentre guidava la mia mano nella sega, poi mi chiese se mi piaceva, non risposi, tenevo gli occhi bassi, mi vergognavo, poi mi chiese se volevo baciarlo un po’, gridai di no, mi venne istintivo, insisteva ma io sempre no, poi lo sentii gemere e accelerare il movimento della mano, fino a che lo vidi schizzare 4-5 volte, una marea di sborra.

Ci pulimmo, rimettemmo un po’ a posto, di li a poco sarebbe rientrata mia madre, e infatti, appena entrata mamma chiese se era tutto a posto, rispondemmo di si e le facemmo vedere il lavoro fatto si complimentò con noi, e dopo Giovanni andò via dicendo che sarebbe venuto l’indomani.

Ero rimasta sbigottita da quanto accaduto, non mi aspettavo che mio cugino si fosse comportato così, l’avevo sempre considerato un normale e bravo ragazzo, avevo constatato che anche a lui piacevo e piaceva molto il mio culetto.

Il giorno dopo, arrivò che mia madre e mio padre erano già andati via, mia sorella sempre dalla zia, io ancora in pigiama, aprii la porta e lo feci entrare, non avevo il coraggio di guardarlo in faccia, mi salutò, domandando se ero arrabbiato per ieri, titubai, ma dissi di no, lui mi rassicurò dicendo che era un gioco che facevano quasi tutti e che quindi potevo stare tranquillo, io sempre zitta. Adesso mettiamoci a lavorare, andammo in camera a cambiarci, lui subito si spogliò, rimase in mutande mentre cercava gli abiti da lavoro, io un po’ titubante e molto lentamente mi tolsi il pigiama, ero rimasta con le mutandine anche io, lui mi guarda e dice, togli anche quelle, così non si sporcano, anche io le tolgo e tengo solo il pantaloncino, e così rimase completamente nudo, con il cazzo in bella mostra, mi facevo forza a non guardare, ma il mio sguardo andava sempre là, lui si avvicinò e disse, ecco ti aiuto io, non ti devi vergognare siamo sempre tra maschi e poi siamo cugini, rimane tutto tra di noi, non lo diciamo a nessuno,e nel frattempo mi abbassava le mutandine, vide subito che ero eccitato, e infatti disse, poi si vede che ti piace, e mi toccò il cazzetto. Adesso però mettiamoci al lavoro, infatti iniziammo a tinteggiare un po’ e a mettere il parato, con una variante che per aiutarmi a scendere dallo scaletto mi metteva le mani sul culo e sulle cosce . Poco prima di pranzo, mi disse che avevamo fatto un bel lavoro e anche tanto e che ci eravamo meritati una pausa, ci sedemmo e bevemmo un po’ d’acqua, eravamo tutti sudati, e infatti lui propose di darci una rinfrescata prima di riprendere, andammo in bagno, io mi apprestai al lavandino, lui mi fermò e disse: no sciacquiamoci qua è più comodo e possiamo farlo insieme risparmiando tempo, si tolse la maglietta e i pantaloncini e entrò nella vasca, invitandomi a fare altrettanto,mi avvicinai alla vasca e mi tolsi la maglietta, il pantaloncino non ancora, ci pensò lui a togliermelo, ecco disse così siamo più liberi e possiamo rinfrescarci meglio, prese il soffione e iniziò spruzzarmi, io ero di spalle mi vergognavo a farmi vedere con il cazzo duro, con la mano mi lavava, le spalle, il culo, le cosce e poi risaliva subito al culo, dove si soffermava parecchio, mi lavava il solco, e iniziò insinuare la mano tra le chiappe fino a toccare la mia rosellina, appena la toccò ebbi un sobbalzo, mi piaceva e mi eccitavo, si fermò un attimo , poi rimise la mano e ce la lasciò, io sobbalzai ma poi mi calmai, capì che la cosa mi piaceva, insisteva nella carezza, io immobile, posò il soffione e con l’altra mano iniziò ad accarezzarmi il petto, la pancia e sempre più giù insisteva sulla parte subito sopra il cazzo,era molto liscia, non avevo neanche l’ombra di un pelo, sembrava la pelle di una bambina, poi mi prendeva il cazzo che era durissimo, la sua mano insisteva con queste carezze tra cazzo e pancino subito sopra il cazzo, l’altra mano era sempre sul culo e sulla rosellina, io ero in piedi nella vasca, in estasi era bellissimo, proprio come piaceva a me, essere toccata sia davanti che indietro mmmmm , lui era seduto sul bordo, staccò le mani e mi fece sedere sulle sue cosce, riprese a segarmi, io ero seduta sulle sue cosce , sentivo il suo cazzo duro sulla schiena, mi prese per le cosce e mi fece sistemare meglio, adducendo che si stava facendo male in quella posizione, mi fece salire più su, sistemando il cazzo tra le mie chiappe, in questa posizione riprese a farmi la sega, ogni tanto si fermava e mi accarezzava pancia e le palle, la sua faccia era attaccata al mio collo, sentivo il suo fiato sul collo, con il mio cazzo in mano e l’altra mano sulla coscia, mi faceva muovere il bacino, come se si stesse facendo una sega con il mio culo. Stemmo un po’ così, mi piaceva tanto quella posizione, mi solleticava il culo e mi stava facendo una sega, che volere di più? Mi fece alzare a mio malincuore, e mi disse di inginocchiarmi, si alzò anche lui, vedevo il suo cazzo durissimo e grosso, mi chiese di baciarlo un po’ ce lo avevo proprio davanti alla bocca, feci segno di no col capo, insistette, solo un bacetto dai, vedrai che ti piacerà, insisteva e poi mi assicurò che appena fatto e se non mi fosse piaciuto si sarebbe tirato indietro, ero molto indecisa, magari mi sarebbe piaciuto, ma mi vergognavo, non volevo essere giudicata male, come una puttana o un ricchione, insisteva dicendo che sarebbe stato un nostro segreto, avrei voluto scappare ma mi teneva ferma tenendomi schiacciata nella vasca con le mani sulle spalle, cedetti e gli baciai la cappella, un bacio casto dato con le labbra, era morbida, dai un altro mi disse, e così feci,gliene diedi due, apri un po’ le labbra, aprii le labbra e un po’ di cappella entrò, una sensazione nuova, non lo avevo mai fatto, non seppi giudicare, ma non mi dispiaceva, mi teneva il capo e la mia bocca era sul suo cazzo, apri un altro po’ dai, aprii tutta la bocca e lui piano piano entrò, ,il cazzo era duro, ma in bocca non dava fastidio, anzi, era bello e eccitante, mi disse di succhiare, mentre andava avanti e indietro, una sensazione bellissima, mi piaceva, non riuscii a prenderlo tutto in bocca, troppo grosso o io non sapevo come fare, mentre succhiavo mi diceva “brava così, sei molto brava”, appena si rilassò mi staccai e mi alzai, gli dissi che non volevo, lui non insistette,ok mi disse, mi attirò a se , ero in piedi tra le sue gambe, mi accarezzava il cazzetto, durissimo, e con l’altra mano mi palpava il culo, e di tanta intanto la insinuava nel solco, mi piaceva tantissimo, con il dito mi solleticava la rosellina, prese un po’ di sapone e lo spalmò sul forellino, “laviamolo un po’” disse, il dito indugiava sulla rosellina, poi forzò un po’ e lo fece entrare un po’, sobbalzai, e cercai di divincolarmi, dicendogli di smetterla che non volevo, mi teneva ferma, con la mano sul cazzo, mi piaceva e opponevo poca resistenza, tenne fermo ii dito dentro di me, poi lo faceva uscire e poi di nuovo dentro, non sentivo dolore, anzi mi piaceva, e poi già lo avevo preso nel culetto , tante volte sia dal mio amichetto che dal prof., mi fece abbassare un po’, mi accarezzava le chiappe e poi mi infilò il dito dentro, entrò tutto, facilmente, agevolato anche dal sapone, mi stava chiavando con il dito, poi ne aggiunse un altro, stavo godendo come non mai, anche con il cazzetto, sentivo sensazioni bellissime sia davanti che dietro, stavo ferma e lui continuava chiavarmi con le dita, sentivo il suo cazzo contro la coscia che era diventato di marmo, tirò fuori le dita, uscimmo dalla vasca , ero alla sua mercè, mi fece piegare facendomi poggiare le braccia sulla vasca, si posizionò dietro di me, mi fece allargare le gambe, prese un altro po’ di sapone e me lo mise sulla rosellina e anche dentro,poggiò il suo cazzo sulla mia rosellina, mi ribellai un po’ dicendogli che non volevo, però stavo ferma chissà perché, iniziò a spingere, con una mano mi teneva il cazzetto e con l’altra il bacino, spingeva, gli dissi che mi stavo facendo male e di smetterla, si fermò e mi rassicurò dicendomi, che avrebbe fatto piano e che mi sarebbe piaciuto, mi rilassai, ricominciò a spingere, una fitta più forte mi fece gridare, si fermò dicendomi di stare ferma che il più era fatto, e infatti il dolore stava diminuendo ( come capitava quando venivo chiavata dal prof.) lui fermo nel mio culo, mi accarezzava le chiappe e le cosce, prese il mio cazzo in mano, iniziando a farmi una sega, e continuò a spingere, piano, lentamente, il suo cazzo scivolava nel mio culo facilmente, bellissimo, sempre più dentro, fino a che sentii i peli del suo pube che toccavano il mio culo, era tutto dentro, quel palo così grosso lo avevo tutto nel culo, iniziò a chiavarmi, e ad ogni spinta il mio cazzo sobbalzava dal piacere, stavo per venire, gli presi la mano e la muovevo rapidamente,mi contorcevo tutta e così venni, senza sborrare (non lo facevo ancora, troppo piccolo ), lui tolse la mano dal mio cazzo, mi prese per i fianchi e iniziò a chiavarmi con furia selvaggia, fino a quando si irrigidì e con tanti grugniti mi riempì il culo di sborra, si accasciò sulla mia schiena, mi sussurrò nell’orecchio “BRAVA”, sentivo il suo cazzo che si ammosciava lentamente, lo tirò fuori, mi alzai, tornai nella vasca e mi lavai tutta, mentre lui si lavava nel lavandino, si rivestì, io mi asciugai, presi le mie mutandine, misi un po’ di carta igienica sulla rosellina, indossai mutandine e pantaloncino e tornai fuori, la carta igienica ci voleva, perché la sborra per uscire dal mio culo impiegava tanto tempo, subito dopo chiavato il mio culetto si restringeva subito come se tornassi vergine. Facemmo colazione e riprendemmo a lavorare, mentre si lavorava, mi disse che gli era piaciuto tantissimo e che io ero molto bravo e che questo sarebbe dovuto rimanere un nostro segreto, non risposi, mi feci solo rossa, la vergogna in quel momento aveva preso il sopravvento.

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I lavori durarono altri due giorni, ma non andavamo più in bagno , ci mettevamo sul divano, e dopo un po’ di coccole, alla fine me lo metteva sempre nel culo, con mio sommo godimento.



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