i racconti erotici di desiderya

Il cornuto dell'....armadio accanto!

Autore: Bull23bari
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Li avevo rapidamente incontrati in un parcheggio nei pressi di un centro commerciale: io lì per l’occasione, loro di rientro dal Salento dopo un periodo di ferie di fine estate. Conosciuti su un sito qualche settimana prima, ero leggermente restìo vista l’età di lei (52, credo), nonostante le ‘rassicuranti’ foto mostrate ed inviatemi, oltre che le ‘rassicurazioni’ di lui: in definitiva si trattava di spostarsi di qualche km. ed al massimo di perdere qualche minuto.

Era il loro primo incontro del genere: lui energico nel volermi ‘vendere’ a tutti i costi sua moglie; lei, di indubbia bellezza e raffinatezza, ma al contempo timida, impacciata e forzatamente soggiacente ai suoi voleri. Essendo piuttosto ‘navigato’ e data la mia professione, il sesto senso mi stava suggerendo che mi trovavo di fronte ad una coppia con lui ormai impotente e/o minidotato, incapace di soddisfari i bollori di una lei oramai timorosa di una rapida ‘decadenza’ e soprattutto vogliosa di giocarsi al meglio le sue ultime cartucce.

Durante il breve rientro a casa, via sms lui mi espose l’eccitazione indotta su sua moglie ed il desiderio manifestamente espresso di volermi incontrare di lì a qualche giorno.

Così fu e durante un piovoso e fresco pomeriggio di metà settembre mi recai a casa loro: una villetta a schiera finemente arredata con mobili d’epoca , a breve distanza dalla mia residenza, con lei a farla degnamente da padrona di casa. Lui mi condusse al garage al piano inferiore e mi invitò a salire su, nel frattempo che avesse provveduto a parcheggiare la sua auto. Mi accolse una lei elegante, avvolta da un tubino nero non aderentissimo e su tacchi non esageratamente alti: era quello il suo discreto modo di dimostrare il suo leggero ‘scioglimento’ nei miei confronti e la sua prima volta (indossava normalissima lingerie di pizzo nero). Prendemmo un caffè seduti al divano e mi limitai semplicemente a qualche apprezzamento con classe e a qualche timida avance, giusto per non mettere in difficoltà lei. Dopo breve tempo, lui ci lascio’ soli con la (falsa) scusa di volersi fare una doccia al piano di sopra ed io, dopo averle accarezzato i folti capelli rossi, le dissi “credo sia giunto il tempo che ti delizi con la mia lingua…almeno per cominciare…”.

Salimmo su ed in effetti (passando davanti la porta del bagno) il rumore dell’acqua che scorreva nella doccia si sentiva, nonostante fosse frammisto a quello della pioggia proveniente dall’esterno (che comunque andava scemando).

Non entro nei dettagli dello splendido incontro con una lei lentamente svezzata e portata a far esplodere tutta la sua mastodontica carica erotica fino a quel giorno inespressa, mentre…. l’acqua della doccia continuava a scorrere (eravamo a letto da oltre un’ora)…

L’aria ormai si era fatta infuocata, i gemiti di lei ormai incontenibili ed era giunta l’ora di farle anche quel buchetto che il cornuto non era stato in grado di sfruttare nel corso della loro lunghissima relazione…

Dal bagno continuava a provenire il rumore dell’acqua che, la pioggia all’esterno era nel frattempo cessata e dall’antico ed enorme armadio a specchi presente in stanza si sentiva sordamente ansimare il cornuto che provava a menarselo…(in realtà sin dall’inizio avevo avuto il sentore che qualcuno ci stesse ‘spiando’, ma quello è il bello del gioco…)

Fu così che con voce ferma e decisa e tono autorevole (cosa che fino a quel momento non avevo fatto) esclamai:”preparati, tra poco ti sentirai per la prima volta una vera vacca da monta e ti sfondero’ quel bel culo che ti ritrovi”. Non fu di certo una frase romantica (come invece la sweet meritava) ma sortì l’effetto voluto visto che dall’armadio provenne il rumore di un tonfo: il cornuto era evidentemente contrariato ma avrebbe fatto una figura barbina se fosse uscito allo scoperto per impedirmelo.

In realtà non fu il massimo della libidine farle quello splendido culo; la misi a pecora contro l’armadio, costringendola così a chiudere del tutto quel sottile spiraglio che il cornuto aveva lasciato aperto per udire, per concludere con una copiosa sborrata che divisi a due riprese tra i due canali.

L’armadio era talmente grosso che lui non sarebbe perito per asfissia: durante gli ultimi poderosi affondi, lo sentivo aggrovigliarsi lì dentro mentre all’ultimo schizzo decisi di chiuderlo a chiave…

Con lei tornammo di sotto, la invitai ad andare ad aprire l’armadio e ad ordinargli di restare in camera da letto, di riassettarla e di non muoversi fintanto chè non fossi andato via….



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