i racconti erotici di desiderya

Il camionista turco


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Era stata una giornata di discussioni con la mia compagna e come succedeva in quelle occasioni sentivo il bisogno, quasi fosse una sorta di punizione, di andare a cercare qualche cazzo che mi si inculasse. Perciò, verso le 23, me ne uscì di casa, vestito unicamente con una tuta sportiva, così da potermi spogliare con facilità.

La serata era tiepida, ideale per uscire con tale abbigliamento. Mi avviai verso il parcheggio dei TIR, all’entrata del Porto Franco Nuovo. Avevo sentito dire che i camionisti turchi che si parcheggiavano lì in attesa di un imbarco sui traghetti per la Turchia erano di bocca buona e tendenzialmente omosessuali.

Arrivato nei pressi parcheggiai e mi diressi a piedi verso quell’assembramento di Tir che vedevo ad un centinaio di metri. Erano posteggiati ordinatamente, uno a fianco all’altro, con tra loro uno spazio di circa due metri, due metri e mezzo, e qualcuno, in quello spazio, si stava preparando da mangiare. Evidentemente era arrivato da poco e non aveva ancora cenato. Man mano che transitavo in prossimità mi accorsi che qualcuno mi osservava, altri se ne disinteressavano, alcuni erano già bui, con le tendine abbassate e qualcun altro era con la luce accesa all’interno che guardava la televisione. Uno, dall’alto della cabina, osservò il mio approssimarmi e decise di uscire. Sceso dal mezzo, facendosi notare da me, si diresse nello spazio semibuio con il Tir vicino. Era in canottiera e mutande. Si tirò fuori l’uccello ed iniziò ad urinare, stando ben attento a farmi vedere tutto. Una volta che ebbe finito, se lo sgrullò, prese una spugna da un secchio d’acqua appeso al camion e si risciacquò l’uccello. Poi se lo segò un po’ per farlo diventar duro, lo rimise nelle mutande e si diresse verso la cabina, dove dall’angolo del muso io avevo osservato tutta la scena. Notò, evidentemente, che mentre lo guardavo nei suoi movimenti di masturbazione mi ero involontariamente passato la lingua sulle labbra e perciò, una volta aperta la cabina, mi fece segno di salire. Era un tizio sulla cinquantina, con spalle e torace da lottatore, possente, massiccio, ma nell’insieme per nulla volgare e piuttosto interessante. Non mi feci ripetere due volte l’invito ed iniziai a salire e lui mi aiuto mettendomi subito una mano sul culo, spingendomi, approfittando per darmi una bella palpata. Tutto chiaro: lui era il maschio ed io la femmina. Una volta entrati tiro giù le tendine, cosicché non si vedesse nulla dall’esterno, e mi invitò a gesti a spogliarmi e distendermi sulla cuccetta, la quale era un letto a due piazze, comodo, enorme. Non mi aspettavo che l’ambiente potesse essere così grande.

Sì, d’accordo, non ero mai salito su un Tir e pertanto fu una piacevole scoperta. D’altronde, dovendo passare tante ore ed a volte molti giorni sul mezzo, avevano bisogno di comodità. Una volta nudi si inginocchiò davanti a me facendomi capire che avrebbe gradito gli facessi un pompino. Avvicinai la testa al suo membro aspettandomi di sentire odore di urina invece,,, sorpresa, era quasi profumato. Evidentemente quella spugna che si era passato sul membro e sul pube, dopo aver urinato, non era intrisa di sola acqua, ma conteneva anche qualche detergente profumato. Lo imboccai vogliosa cercando di farlo diventar duro prima possibile poiché mi era presa la smania di essere posseduta. Era già in un discreto stato di erezione, evidentemente gli facevo voglia, ed in breve riuscì a portarlo alle sue giuste dimensioni: piuttosto lungo, non grosso ma ben conformato e, soprattutto, duro come l’acciaio. A quel punto mi rialzò la testa, mi bacio a tutta lingua in bocca, quindi mi prese le gambe, le appoggiò sulle sue spalle, prese un po’ di crema lubrificante, me ne spalmò un bel po’ sullo sfintere infilandomela anche dentro, masturbandomi un po’ il culo, dentro/fuori con due dita, dopodiché mi puntò l’uccello sul buco e me lo infilò con un colpo solo. Ebbi una inspirazione profonda, poiché inattesa la modalità della penetrazione che, peraltro, grazie al fatto che non aveva un cazzo grosso, non era stata per nulla dolorosa. Iniziò a possedermi con colpi lunghi, profondi, che mi diedero l’impressione mi arrivasse fino in gola, dandomi splendide sensazioni che mi portarono a mugolare dei “Sìì… così… ancora… oddio com’è bello…. Sii, fottimi… sono la tua troia… affonda i colpi…” e lui, come se avesse capito il mio desiderio iniziò a colpirmi più forte, più a fondo, portandomi ad avere un orgasmo lunghissimo accompagnato dal suo riempirmi il culo con una sborrata lunghissima. Rimase dentro di me, con il mio sfintere che si contraeva in continuazione causa l’orgasmo avuto, ma che così facendo lo aiutava a mantenersi in erezione, poiché lo stimolava da pazzi, facendomi capire che apprezzava moltissimo. Sempre rimanendo ben infisso dentro di me, si piegò verso il mio volto e mi mise tutta la lingua in bocca, baciandomi in maniera lasciva ed eccitante. Come ebbi già modo di dire per me il bacio è la massima espressione di erotismo e, ogni volta che bacio qualcuno, mi elettrizzo. Stava quasi facendomi godere di nuovo. In quel momento sentimmo bussare alla porta della cabina ed una voce che, in turco, chiedeva qualcosa. Era un collega del tizio che rispose (evidentemente invitandolo a salire) e un attimo dopo la porta si aprì ed un tizio salì.

Io rimasi basito, sconvolto: ero ancora a gambe larghe con infisso il cazzo del camionista, ancora in piena erezione. Ci fu uno scambio di battute, davanti alla scena che si presentava al nuovo tizio. Non ne capì una parola ma non credo di sbagliare di molto pensando si siano detti: “Ti ho visto salire con questo tizio, ho immaginato che stavate facendo qualcosa, visto che avevi chiuso le tendine, e mi sono chiesto se forse non avevi bisogno di una mano per far godere la troia che avevi fatto salire” – e che la risposta non sia stata molto diversa da: “ Sì, è veramente una troia e, anche se l’ho fatta godere per bene, forse possiamo farla godere di più.” Il nuovo venuto si spogliò, mostrando un bel cazzo, anche questo non grosso, già ben eretto, che comunque mi mise subito in mano per farne aumentare la consistenza. Nel frattempo colui che mi stava ancora inculando, dimostrando notevole maestria, forza ed agilità, si rovesciò sulla schiena tirandomi addosso a se senza far uscire il suo membro dal mio culo, cosicché mi ritrovai sopra di lui con ben infisso quel cazzo che tanta soddisfazione mi aveva dato sino a quel momento, offrendo le spalle al nuovo venuto che colse subito l’occasione per palparmi ben bene il culo, aprirmi le natiche, prendere della crema e spargerla tutta intorno all’ano cercando di infilarmi (riuscendoci) prima un dito nello spazio minimo che c’era tra le pareti del mio sfintere ed il cazzo che continuava a possedermi, e poi riuscendo ad infilarmene anche un secondo. D’accordo che il tizio che mi stava inculando non aveva un cazzo grosso, anche se ben formato, ma comunque non avrei pensato potesse riuscirci ed invece…. Qualche minuto dopo avermi masturbato così, sfilò le dita, mi appoggiò il suo cazzo e, piano piano, riuscì a farsi un po’ di spazio (io da parte mia cercavo di farmi più morbida possibile per agevolarlo) e finalmente scivolò dentro. Mi sentivo “invasa”, posseduta totalmente, e iniziai a respirare in modo accelerato, godendo di questa penetrazione che non avevo mai avuto modo di apprezzare. Stettero fermi per un po’ dandomi modo di abituarmi a questa penetrazione. Evidentemente erano cose che avevano già avuto modo di sperimentare, c’era troppa complicità ed orchestrazione nei loro gesti. Iniziarono, finalmente a chiavarmi, entrando ed uscendo all’unisono dal mio culo che si stava sempre più rilassando ed abituando a questa doppia penetrazione, portandomi in breve a goderne da matti ed iniziare a biascicare incitamenti che non so quanto capissero, ma che comunque li portarono ad accelerare le frequenze sin quando mi fecero venire ed iniziai a schizzare sborra sul petto del proprietario del camion che, a tale vista, ne raccolse un po’ sulla punta delle dita e poi se le succhiò, ma subito dopo mi attirò a se baciandomi e passandomene un po’ facendomi gustare la mia stessa sborra. A quel punto, accelerando ancor più, di comune accordo, il ritmo mi scaricarono in culo due sborrate, quasi contemporanee, che mi riempirono oltre ogni dire. Ripresero fiato e mentre i loro membri iniziavano ad ammosciarsi, si sfilarono dal mio culo e quello che mi stava alle spalle si sdraiò dandomi una pacca sul culo. L’altro mi offrì delle salviettine detergenti, mi ripulì e… ringraziando, li salutai. Scesi dal camion con le gambe tremanti. Provai altre volte ad andarci e vedere se li ritrovavo; ebbi altri incontri ma loro non mi capitò più di incontrare.

Che goduta, che serata.

PS.: Graditi commenti.



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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Bobo45sex Invia un messaggio
Postato in data: 25/05/2017 00:04:32
Giudizio personale:
ne hai di avventure da raccontare...! sei fortunato, oltre che molto bravo... complimenti

Autore: Vogliosi E Simpatici Invia un messaggio
Postato in data: 17/11/2016 14:41:02
Giudizio personale:
A dir il vero cera una mia amica che la scopavo suo marito era un turco lui la penetrava solo nel culo mai in fica mentre io solo in fica mai nel culo!!!!!


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