i racconti erotici di desiderya

Il camionista


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Ero seduta ad aspettare l’autobus, sola, nel caldo e silenzioso dopo pranzo estivo. In quella zona commerciale passavano poche auto e diversi camion che trasportavano merci per la grande distribuzione alle vicine industrie. D’improvviso, dall’altro lato della strada, lo sguardo accesso di un camionista sulle mie cosce, mi scatenò dei pensieri molto poco pudici… Strano, era grosso, un po’ grasso, volgare, peloso e barbuto, mi diede un impressione generale di sudicio per quello che avevo potuto brevemente vedere, eppure che scherzi che fa l’inconscio: A dispetto di quell’impressione, per un istante nella mia testa si compose l’immagine di me nella cabina di guida con lui, appartata in una rimessa nelle vicinanze, con il suo largo membro in bocca a insalivargli tutta la cappella. Stordita dalla puzza di sudore e dalla fragranza delle sue palle pendenti e accaldate.

Allora mi venne la voglia di fare un gioco. Presi dalla mia borsa il giornale e iniziai ad accavallare le gambe, fintamente assorta nella lettura, ogni volta che passava un tir. Stavo bene attenta a farlo con calma, con una certa studiata lentezza, in modo che il vestitino leggero saliva di poco a mostrare la coscia e la leggera brezza che sentivo tra le gambe mi confermava che andava in mostra anche parte delle mie mutandine. La fantasia correva veloce e ad ogni passaggio, grazie all’eccitazione che montava, osavo sempre di più.

Facendo finta di niente arrivai a sfilarmi dal tallone la fibbia del sandalo sinistro con l’altro piede, quindi poggiai il piede sinistro sul ginocchio per rimettere a posto la fibbia. In quella posizione, chi passava dall’altro lato della strada vedeva sicuramente le mutandine e l’osare tanto, da sola, in quel posto isolato, mi infiammò così tanto da farmi bagnare tutta. Mentre ero assorta nei pensieri più perversi, sentendomi una cagna lasciva, dal mio lato della strada arriva un tir che si blocca davanti la fermata ed io mi sentì gelare.

Era il camionista sudicio, quello che avevo visto una ventina di minuti prima e mi aveva scatenato le fantasie. Non sapevo cosa fare, istintivamente mi ricomposi e finsi indifferenza, ma la mia mente esplodeva in tante direzioni contemporaneamente: avevo paura, mi chiedevo cosa volesse ma anche mi sentivo eccitata, col cuore in gola e la pancia che mi bruciava. Dopo un paio di minuti decisi di risollevare lo sguardo verso di lui dietro i miei occhiali da sole e vidi che mi guardava fisso con una faccia stravolta agitando un braccio. Dalla posizione in cui eravamo non potevo vedere bene cosa facesse nell’abitacolo ma ero sicura che si stesse masturbando.

Mi alzai di scatto e presi il telefono dalla borsa senza nemmeno sapere perché, feci finta di chiamare qualcuno ed iniziai a dire cose senza senso mentre ogni tanto davo velocemente uno sguardo al camionista. Dopo un po’ iniziai a tranquillizzarmi, alla fine, pensai, non mi stava facendo nulla, era solo fermo lì a guardare e poi l’idea che si toccasse solo a vedermi vestita era lusinghiera e decisi con un pensiero folle e immediato di dargli più materiale… Mentre “parlavo” al cellulare mi aggiustai la tracolla della borsa che sollevò “casualmente” il vestitino di un bel po’ di centimetri: dal riflesso del vetro della fermata vidi che avevo buona parte della coscia in mostra.

Andò avanti per qualche minuto e mi sentivo completamente fradicia tra le gambe, ricordo di aver pensato velocemente “ma non si vedrà mica?”, poi un clacson fortissimo mi stordì, il camionista ingranò la marcia e si spostò andando via, era arrivato un autobus e reclamava lo spazio di fermata.

Miranda

(dal mio blog: tastyhoney.wordpress.com)


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