i racconti erotici di desiderya

I due fratelli cinquantenni

Autore: Boyxdads
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Era un caldo pomeriggio di inizio estate e passeggiavo per le vie del centro di una grande città siciliana. Sono un ragazzo di 28 anni, alto e con un corpo statuario, molto bello, con un culo da fare invidia. A un tratto mi accorgo che, sul marciapiede di fronte al mio, ci sono due bellissimi uomini sulla cinquantina davanti all’ingresso di un negozio che parlano tra loro fumando una sigaretta. Attraverso la strada per poterli ammirare da vicino, sembrano fratelli: sono alti 1 e 80, molto ben messi fisicamente, si notano i muscoli anche attraverso le camicie e le giacche, sono molto ben vestiti, due uomini distinti; sono entrambi brizzolati con i capelli cortissimi, uno ha i baffetti, l’altro la barbetta incolta, sono abbronzatissimi. Insomma due bei maschioni maturi! Passo loro davanti e sento un buon profumo; sento un mancamento, come se stessi svenendo. A un tratto, uno dei due, mi afferra, come quando stai inciampando e ti bloccano per non farti cadere. “Grazie, scusatemi”, dico. –“Dovevamo essere noi a svenire davanti a cotanta bellezza”, mi dice quello che mi ha afferrato. Lo guardo e sorrido dicendo: “E’ così evidente che stavo svenendo per voi due?”. Sorridiamo tutti e tre, l’altro mi dice: -“Beh, almeno siamo andati subito al sodo, anche noi ti avevamo notato. Abbiamo visto che ci stavi mangiando con gli occhi. Poi sei anche venuto verso di noi…. Quindi….”. Cominciamo a dialogare. Mi dicono che sono due fratelli, uno di 52 e uno di 54 anni, napoletani, e che sono qui in vacanza con le mogli, che, al momento, stanno facendo acquisti nel negozio davanti al quale ci troviamo. “Porca miseria”, dico io, “la mia solita sfortuna! Sempre le mogli attorno quando si tratta di bei maschi!”. -“Hey, tranquillo, mica siamo incatenati, noi usciamo anche da soli, siamo abbastanza liberi, anche in vacanza. Ti sembra che ci lasciamo sfuggire una bella troietta come te?”. “Chi vi dice che sono una troietta?”. –“E’ una sensazione!”. “Vi sbagliate”, rispondo, “io non sono una troietta, io sono una gran troia!”. Ci mettiamo a ridere. Dico che vivo solo e che desidero essere scopato da entrambi, che fare la troia-schiava per due fratelli boni come loro mi fa eccitare da morire e che sarei capace di tutto. –“Noi siamo molto esigenti, siamo due gran porci, dovrai fare tutto quello che ti diciamo noi. E, tra l’altro, abbiamo anche due bei grossi cazzi instancabili, che saranno felici di entrare in quel bellissimo culetto e farsi ciucciare da quelle belle labbra carnose”. “Come si fa?”, chiedo. –“Mauro adesso entra in negozio per distrarre le nostre mogli. Io resto qui e mi dai il tuo numero. Stasera sei libero?”. “Liberissimo di farmi fottere alla grande”. Do il mio numero a Gennaro, gli spiego dove abito e ci accordiamo per la sera dopo cena. -“ Non bere troppo stasera”, mi dice Gennaro, “ti daremo noi tanto da bere, piscio e sborra. O sei uno schizzinoso?”. “Io, sono un gran bevitore. Spero che me ne diate tanta, anzi”. –“Sapevo che eri troia. A stasera”. Sono già le 19, torno a casa, preparo la cena e mangio velocemente. Per prima cosa mi faccio un bel clistere per svuotarmi completamente. Poi sotto la doccia e infine mi passo un olio profumato su tutto il corpo. Voglio essere appetitoso come non mai. Sento l’eccitazione che sale! Sono le 22, il telefono non squilla. Cos’è successo? Non sono riusciti a sganciarsi dalle mogli? Mi hanno preso in giro? Aspetto. Squilla il telefono. Numero anonimo: classico dei maschi sposati! Sono loro, rispondo. –“Pronto troietta, siamo qui sotto, apri il portone e la porta e aspettaci in ginocchio”. Cominciamo bene. Entrano, io sono in ginocchio, mi si mettono davanti. –“Ciao bella, siamo ancora vestiti come oggi pomeriggio, non abbiamo neanche fatto la doccia. Adesso ci spogli piano e cominci col leccarci tutti, a partire dai piedi”. Non me lo lascio ripetere. Slaccio loro le scarpe e comincio a baciare i piedi attraverso le calze. Tolgo anche quelle e lecco i loro piedi. Si sente che hanno tenuto scarpe e calze tutto il giorno. Godo di quell’odore e di quel sapore pungente. Mi alzo, comincio a togliere giacca e camicia a Mauro, quello col baffetto. E’ bellissimo, ha un torace favoloso pieno di peli neri misti a una bella peluria brizzolata. Gli metto la lingua in bocca e parte un bacio appassionato. Mi afferra il culo con entrambe le mani forti, io sono in mutande. Rispondo palpandogli il cazzo attraverso i pantaloni, sento qualcosa di enorme e molto duro. Passo a leccargli il collo, il petto, i capezzoli, la pancia pelosa e prominente. Gli mordo il cazzo attraverso i pantaloni e poi scendo di nuovo verso i piedi. Gennaro intanto si è spogliato ed è rimasto in mutande. Passo ai suoi piedi per risalire alle cosce, al cazzo, che bacio attraverso le mutande, anche il suo sembra una bestia che desidera di essere liberata dalla stoffa. Lecco la pancia e il petto di Gennaro, sembra la copia di suo fratello. Mi afferra la testa e mi bacia, sputandomi saliva in bocca. Vado in estasi. Mauro è anche lui in mutande. Siamo in piedi, io in mezzo a loro. Scopro finalmente i loro cazzi. Che meraviglia! Mauro ha un’asta di 22 cm, grossa e nerboruta, con una cappella perfetta, sembra l’elmetto dei soldati tedeschi della seconda guerra mondiale. E’ già bagnata, la lecco e la succhio con avidità. Mi giro verso Gennaro: stupore! Lo stesso cazzo, ma ancora più lungo e più grosso, una meraviglia di 25 cm. Comincio a spompinarlo, mentre Mauro mi toglie le mutande e comincia a leccarmi il buchetto. –“Hai un culo da favola troietta, adesso te lo spacchiamo!”. Continua il suo lavora di lingua per lubrificarmi il buchetto; infila un dito, poi due, poi tre. Comincio a mugolare e a spompinare Gennaro sempre più forte. “Andiamo a letto”, dico. Mi ritrovo impalato sul cazzo di Mauro che è disteso sul letto. Gennaro è in piedi davanti al mio viso che mi scopa la bocca. Mi meraviglio di me: le mie labbra toccano i peli del suo pube! Ho 25 cm di minchia alloggiate tra la mia bocca e la mia gola e lo sento pompare. Intanto il cazzone di Mauro mi trivella il culo, io salto sul suo cazzo, lo esco tutto mantenendo solo la punta della cappella dentro per poi sedermici su e farlo rientrare tutto. Godo come una vacca. Sento gli sputi di Mauro e Gennaro sul viso, sul petto, in bocca. Mi insultano, mi incitano a godere dei due cazzoni che mi tappano i buchi. Gennaro dice che vuole entrare anche lui. Esco da Mauro, mi metto a pecorina e Gennaro mi fionda la sua minchia d’un sol colpo nel culo. Comincia a cavalcarmi. Io ho già la minchia di Mauro in bocca che è rimasto immobile. Sento il sapore del mio culo, è buonissimo. Gennaro esce dal culo, mi afferra mi gira, solleva le mie gambe sulle sue spalle e mi riempie di nuovo il culetto. Mi sta scopando davanti, io gli accarezzo il petto, lui mi sputa in bocca. Poi mi afferra, si distende sul letto restando dentro di me. Adesso è sdraiato e io sono sopra di lui che faccio su e giù. Mauro mi fa curvare la schiena. Cazzo vuole entrare pure lui, lo fa. Sento un dolore fortissimo, sta entrando, è a metà, è tutto dentro! Sento che sto per svenire. Ma mentre Gennaro mi tiene per i fianchi e mi fa fare su e giù, Mauro comincia a scoparmi da dietro. Comincio a godere. Ho due cazzoni nel culo insieme, e che cazzoni! Sono instancabili sul serio. La doppia inculata continua per non so quanto tempo, ho il culo in fiamme, ma godo come una troia, tant’è che oramai non riesco a contenermi e sto gridando: “Si, così maschioni miei, dai fratellini, voglio che mi scassate, mi state aprendo in due, scopatemi più forte”. –“Adesso troia rotta in culo, ti diamo il latte, lo vuoi?”. “Siiiiiiiiiiii, ho sete padroni miei, voglio il latte caldo”. Escono insieme lasciandomi il culo aperto all’inverosimile. Comincio a succhiare ora un cazzo ora l’altro. –“Sto sborrando”, dice Gennaro, “dai troia bevi tutto”. Un fiume di sborra calda mi inonda la bocca, la mando giù piano piano per poterne sentire il sapore in bocca. E’ la volta di Mauro, bevo anche la sua. Che delizia! Comincio a leccargli per bene le cappelle, li ripulisco. –“Ti sei dissetato troia?”, mi dicono, e io: “Ho ancora sete!”. Mi prendono di forza e mi portano in bagno per scaricare le loro vesciche, ma lo fanno a turno per permettermi di non perdere neanche una goccia di piscio. Anche il piscio è abbondantissimo. Mi dicono che hanno fatto incetta di birre per dissetarmi al massimo. Torniamo sul letto, mi metto in mezzo a loro, mi accarezzano, mi abbracciano, sento il loro calore e il loro odore di maschi. Io ho ancora voglia ma non dico nulla, penso che se ne vogliano andare. Allora Mauro dice: “Che ne dite di una bella sigaretta per rilassarci?”. “Ok”, rispondo, “così poi tornate in albergo”. –“In albergo?, No caro, le nostre mogli sanno che siamo andati fuori città e che torniamo domani nel pomeriggio. Vuoi liberarti così presto di noi? Ancora siamo solo all’inizio”. Per tutta la notte non so quanta sborra e quanto piscio ho bevuto, il mio culo non ha avuto tregua. Ci siamo addormentati intorno alle 6, io di spalle a Mauro che ha voluto che tenessi il suo cazzo dentro il culo, e Gennaro con il viso rivolto verso me, e io con la testa sul suo bellissimo e peloso petto. Alle 8 mi sveglio con il cazzo di Mauro che mi stava pisciando direttamente in gola. Lo stesso fa Gennaro. Preparo il caffè, loro sono ancora a letto, non si sono alzati neanche per pisciare, hanno usato la mia bocca! Porto loro il caffè, lo bevono. Si alzano per fumare una sigaretta e i loro cazzi sono di nuovo duri. Ci siamo fermati solo per andare a pranzo insieme. Non hanno voluto prendere il caffè al ristorante. –“Lo prendiamo da te il caffè, che ne dici?”. Durante quel mese di vacanza Mauro e Gennaro trovavano sempre qualche scusa con le loro mogli per potersi liberare e andare a godere con la loro troia, che era ben contenta di fare felici i due fratelloni!


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