i racconti erotici di desiderya

History of violence 7

Autore: Fd5947
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Sei del mattino di sabato.

Roma è ancora deserta.

Guido lentamente tornando a casa. Sono vuota, questa nottata mi ha annichilito la mente, mi sento assente, con i riflessi appannati, e devo stare attenta a non fare un incidente. Mi fermo ad uno dei pochi semafori funzionanti, poi non mi accorgo nemmeno di quando diventa verde. Vorrei raccontare i dettagli di cosa mi è appena successo e di cosa mi hanno fatto, ma la mia mente non ha registrato con lucidità gli avvenimenti, ciò che ho appena trascorso rimane quasi avvolto da una nebbia.

Ora sono a casa, i miei dormono, mi faccio una veloce ed indispensabile doccia e crollo nel letto in un sonno senza sogni. Alle 16.00 mamma entra in camera, mi sveglia dolcemente, mi accarezza i capelli, mi chiede se va tutto bene, e cosa diavolo ho combinato stanotte con Rodolfo. Mi sento tutta indolenzita, come se avessi camminato per decine di chilometri. Cosa penserebbe mia madre se le dicessi che non ho affatto trascorso la notte con il mio fidanzato, ma con sei estranei che mi hanno posseduta in tutti i modi con cui è possibile possedere fisicamente una donna? Domanda oziosa e senza risposte. Io e lei usciamo insieme per un po' di shopping, distrarmi non può farmi che bene.

Stasera però con Rodolfo devo uscirci davvero, abbiamo in programma una cena con Davide, il suo amico d'infanzia, e la sua ragazza. Raggiungiamo i nostri amici a casa loro, si tratta di una delle nostre solite "serate culturali". Cenetta etnica allestita da Davide e poi visione di uno degli ultimi film di Wim Wenders. Il film scorre sul 50 pollici HD di Davide, impreziosito dall'audio del suo fantascientifico home teatre. Non riesco proprio a concentrarmi sul film. Mi rilasso sul divano, semiabbracciata al mio fidanzato. Il pensiero inesorabilmente torna alla notte scorsa, per la prima volta nella giornata. Ripenso ai volti eccitati dei sei uomini che mi hanno presa, usata e bistrattata. Ripenso me stessa che si avvicina alla porta d'ingresso senza gonna e senza mutandine per accogliere uomini sconosciuti... mi bagno velocemente a questi pensieri. Distolgo gli occhi dallo schermo, Davide e Michela si sono sistemati sul divano a due posti a fianco del nostro, io e Rodolfo su quest'altro piccolo ma comodo biposto. Guardo Davide, che conosco ormai da anni, e mi rendo conto che in questo preciso momento non mi dispiacerebbe affatto alzarmi dal divano, inginocchiarmi davanti a lui, sbottonargli la patta dei pantaloni e prenderglielo in bocca... e se Rodolfo, il mio fidanzato, protestasse... che problema c'è? Lo prenderei subito in bocca anche a lui. E Michela... beh potrebbe andarsene al diavolo, tanto per cambiare, lei e le sue ciance culturali. Mi farei scopare per un'oretta dal suo ragazzo e poi glielo restituirei come nuovo... Si, avrei proprio voglia in questo momento di provare il cazzo di Davide. Ma, naturalmente, non sono certo impazzita fino a questo punto. La mia mano scivola però verso il solo cazzo che ho a disposizione al momento. Siamo in penombra, Davide e Michela sono semiabbracciati sul loro divano, concentratissimi ed incapaci di perdersi anche solo un'inestimabile inquadratura di Wenders, nella forte penombra non possono accorgersi delle mie manovre. Sbottono velocemente la patta dei pantaloni del mio futuro marito ed infilo la mano dentro. Lui mi bisbiglia all'orecchio se mi ha dato di volta il cervello, io per tutta risposta gli avvolgo il cazzo tra le dita ed inizio a fargli una discretissima sega. Dopo pochi colpi il cazzo del mio fidanzato di irrigidisce. Gli piace a questo bel porcellino quello che gli sto facendo, nemmeno mi chiede di smettere. Facendo finta di cambiare posizione mi giro sul divano in maniera da dare leggermente le spalle alla coppia di amici e di coprire la manovra con il mio corpo. Adesso Davide e Michela non possono accorgersi di nulla, anche se mi sento ormai in uno stato d'animo in cui se ciò accadesse non mi sentirei particolarmente sconvolta. Sento che Rodolfo contrae impercettibilmente i muscoli delle gambe. Intensifico un po' la sega, avverto il suo respiro farsi un po' più affannoso. Povero amore mio, lo sto mettendo in difficoltà. Mi piacerebbe sditalinarmi ma questo proprio non riuscirei a farlo passare inosservato. Capisco sempre quando Rodolfo arriva al punto di cottura, quindi stringo un po' di più il cazzo nel mio pugno. Rodolfo non è in grado di resistere e compie un miracolo di autocontrollo eiaculando senza emettere un solo fiato o gemito. Sento il calore della sborra che mi imbratta la mano. Con circospezione la estraggo dai pantaloni di Rodolfo, lo guardo in viso e lecco lo sperma raggrumato sulle mie dita, assaporandolo. Immagino quanto Rodolfo sia paonazzo ed imbarazzato, la penombra mi impedisce di gustarmi la scena. Nel mio mondo ideale adesso Rodolfo e Michela dovrebbero togliersi dalle palle e lasciarmi sola con Davide. Rabbrividisco constatando che in questo momento se io e lui fossimo soli sarei capacissima di provare a sedurlo, mettendo irresponsabilmente a repentaglio la mia reputazione personale ed un'amicizia consolidata. Mi alzo dal divano chiedendo scusa, Davide mi chiede se voglio che metta il film in pausa, gli rispondo che non c'è problema, torno subito. So quanto si irrita quando qualcuno interrompe le sue preziosissime visioni dei film che considera "sacri". Vado al bagno, ho il fuoco in testa. A quel paese pure Davide, ora ci vorrebbe Sergio qui, che mi maltrattasse un po'.... oppure Fausto, che soltanto venti ore fa mi ha leccato intimamente in una maniera che non ritenevo possibile. Mi chiudo in bagno, mi siedo sulla tazza e mi sditalino. Mi bastano trenta secondi per arrivare ad un orgasmo violento, con il pensiero concentrato sul cazzo di Fausto. Mi ricompongo e torno al mio posto, rassegnata a sorbirmi il resto del film, sotto lo sguardo lievemente seccato del purista cinefilo Davide. Dio mio, che imbecille!!!

Torniamo a casa, in macchina Rodolfo è silenzioso, io pure. Sbotta tutto d'un tratto con un:

"Ma che ti è saltato in mente, se Davide e Michela se ne accorgevano che c***o di figura ci facevamo?".

Lo guardo sorridendo:

"Perchè, non ti è piaciuto?".

"Non è questione di piacermi o non piacermi, tesoro, è che poteva succedere un disastro".

Non mi va di sentire altre banalità.

"Ma pensa a guidare..." gli sussurro. Mi abbasso sul sedile, con mossa abile gli risbottono la patta dei pantaloni e concludo la serata regalando al mio uomo un pompino con i fiocchi...

Dopo una domenica tranquilla il lunedì inizia con una telefonata di Fausto verso le 11.00. Sergio non si è certo fatto pregare per dargli il mio numero. Sto in ufficio impegnata in una pratica noiosa e non mi dispiace sentirlo. E' garbato, galante, l'unica allusione sessuale me la rivolge con la sua voce profonda chiedendomi se mi sono ripresa dalla notte brava. Mi aspetto un invito, un'avance... invece nulla, mi saluta chiedendomi se mi dispiace se, di tanto in tanto, si permette di telefonarmi.

Alle 13, in pausa pranzo mi squilla il cellulare di nuovo... numero sconosciuto. Non rispondo. Il numero mi richiama ancora. Alla terza volta rispondo, fosse qualcosa di urgente.

"Ciao Francesca, sono Giorgio".

Non afferro, anche se la voce non mi è nuova.

"Quello del camper, ti ricordi?"

Ovviamente mi ricordo.

"Ci vediamo quando esci dall'ufficio?"

Trasecolo.

"Senti Giorgio, oggi ho tanto da fare... ma che ti sei messo in testa?"

"E che devo avere in testa, mi va di stare un po' con te, dai, noi due da soli".

"Guarda che non c'è nessun 'noi due'... scusami, ho da fare" e riattacco.

Mi richiama due o tre volte, non rispondo.

Questo st***zo di Sergio mica può distribuire il mio cellulare a tutti i caproni infoiati di Roma, gli mando un sms in cui gli chiedo se per caso è scemo e di piantarla di crearmi questo genere di problemi.

Dopo 5 minuti Sergio mi chiama. Mi investe come una furia gridando che io queste figure di m***a con i suoi amici non devo fargliele fare e che è sempre pronto a rovinarmi se non faccio quello che mi dice. Mi intima di chiamare subito Giorgio e di chiedergli scusa, poi mi sbatte il telefono in faccia.

Rossa in viso per la sfuriata ricevuta rifletto un attimo sulla faccenda. In fondo si tratta solo di farmi scopare una mezzoretta da Giorgio, non è mica la fine del mondo. Lo richiamo e ci accordiamo per vederci alle 18,15 al parcheggio.

Nel pomeriggio ricevo altre telefonate da numeri sconosciuti, ma a questo punto ritengo più prudente non rispondere.

Arrivata l'ora scendo dall'ufficio pregando il cielo di non trovarmelo sul portone ad aspettarmi, sotto lo sguardo dei colleghi. Per fortuna non c'è. Mi incammino verso il parcheggio. Il disappunto di prima è scomparso. Tra me e me considero che ormai sono una troia, quindi è normale che mi accadano queste cose... in fondo se Giorgio ha tanta voglia di scoparmi posso pure accontentarlo... mi domando se si presenterà davvero da solo o con l'amico dell'altra volta.

Arrivo al camper, lui mi vede e scende dal posto di guida.

E' vestito da quel buzzurro che è, jeans sdruciti e scarpe da ginnastica.

Mi rivolge un saluto biascicato, si vede che è eccitato. Ci baciamo sulle guance e saliamo sul camper.

Da un tipo simile non c'è da aspettarsi un po' di classe o di corteggiamento, me lo ritrovo subito addosso e le sue mani mi insinuano avidamente tra le cosce, sotto la gonna.

"Questo culo che c'hai, Francè, so' dieci giorni che ce penso...".

Le dita del porco mi frugano a lungo dentro le mutandine, una mano davanti e l'altra da dietro mentre limoniamo con le lingue, poi Giorgio me le abbassa fino alle ginocchia. Mi fa girare, mi rovescia la gonna sulla schiena. Faccio appena in tempo a divaricare le gambe che lui mi si inginocchia dietro, la sua lingua avida si insinua tra le mie natiche, mi vellica l'ano. Lo lascio fare per un po' poi, non vedendo ragione per cui non debba divertirmi anch'io, lo prego di leccarmi la passera. Non è bravo come Fausto, ma è comunque molto piacevole, mi bagno completamente. Sento che si sbottona i pantaloni, poi mi afferra e mi butta sul lettone del camper. Non faccio in tempo a sistemarmi che mi viene sopra con il cazzo eretto. Mi libero dalle mutandine, scosto spudoratamente la gonna e gli slargo le cosce sotto in naso. Lui non si fa pregare, si assesta tra le mie gambe aperte, appoggia la cappella sulla fica ed entra come nel burro. Divarico le cosce al massimo per farmi scopare il più profondamente possibile. E' un buzzurro ma a letto non è male. Mi chiava ad un ritmo sostenuto e in pochi minuti mi fa uscire fuori di testa. Inizio a gemere e ad incitarlo. La situazione ora mi piace da morire, mi sto facendo usare da un emerito sporcaccione in un parcheggio... Giorgio è alto, mi sta sopra e ora il mio viso preme contro la sua ascella che puzza decisamente di sudore. Mi dispiace solo che non ci sia anche il suo amico, ora. Lui accelera il ritmo, io arrivo all'orgasmo e mi abbandono al godimento. Chissenefrega se qualcuno nel parcheggio mi sente strillare, anzi ora vorrei che tutti sapessero quanto sono troia... Giorgio si dimostra meno buzzurro di quanto mi aspettassi, ha se non altro la sensibilità di tenermi il cazzo ben assestato dentro finchè mi dura l'orgasmo. Poi esce dalla mia fica e mi avvicina menandosi il membro rorido dei miei umori davanti al mio viso. Non faccio in tempo neanche a dargli qualche colpo di lingua che i fiotti del suo piacere mi inondano le guance. Mi viene sui capelli, sul naso, sulle labbra. Non soddisfatto, con la mano si diverte a spalmarmi la propria sborra su tutta la faccia. Poi raccoglie alcuni grumi di eiaculato con le dita cacciandomele in bocca. Ci rivestiamo, mi fa scendere dal camper e se ne va con un cenno di saluto.

Sono in uno stato mentale di esaltazione, se un altro numero sconosciuto ora facesse squillare il mio telefono credo che risponderei volentieri... Tra venti giorni esatti devo sposarmi, ma questo pensiero non riesce a togliermi la sensazione di appagamento ed esaltazione che custodisco nel profondo di me stessa.

Sono proprio una troia, e sono pure felice di esserlo.


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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Levis_48 Invia un messaggio
Postato in data: 04/01/2013 00:03:27
Giudizio personale:
Credevo che a breve avresti continuato il racconto ma vedo che te la prendi con comodo allora devo pensare che e' un racconto di fantasia e non ce niente di vero è cosi o mi sbaglio ? vai con il seguito

Autore: Mysterx Invia un messaggio
Postato in data: 29/12/2012 18:20:50
Giudizio personale:
da farci un film, aspettiamo il sequel

Autore: Fraqwerti Invia un messaggio
Postato in data: 28/12/2012 11:58:21
Giudizio personale:
Straordinaria capacità di scandagliare le zone più intime e perverse del sesso con una dote unica e mirabolante di scrittura! 10 e lode!

Autore: Levis_48 Invia un messaggio
Postato in data: 28/12/2012 10:26:45
Giudizio personale:
Continua , i primi capitoli erano migliori ora questi mi sembrano meno realisti

Autore: Pop45 Invia un messaggio
Postato in data: 28/12/2012 06:31:26
Giudizio personale:
quanto al soggetto ti sei definita da sola: un sogno per tanti uomini. Ma la realtˆ diversa, a meno che tu abbia la vocazione della schiava. Il racconto? scorre, si lascia leggere, anche se non brilla per pregi particolari.


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