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Giulia: la svolta sessuale [parte 1]

Autore: Coppiaromana38
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[Segue dal primo racconto: "Giulia"]



Per un paio di giorni non pensai quasi più ai momenti passati insieme a Maurizio nel camerino di prova della Rinascente. O meglio, ci pensavo spesso, ma avevo bisogno di tempo per elaborare l'esperienza fatta. In questi casi amo lasciar scorrere gli eventi, fare in modo che le sensazioni si sedimentino, per poterle poi ripensare a mente più fredda e riposata. Quello che era successo per molti aspetti era stata un'esperienza del tutto nuova: incontrare un uomo in un modo del tutto casuale, guardarsi, piacersi... e ritrovarsi immediatamente a condividere una situazione sconvolgente come un rapporto intimo in un luogo pubblico, senza avere nemmeno il tempo di riflettere. La mia vita sessuale con mio marito correva su binari decisamente normali, forse non sarà stata esaltante da un punto di vista erotico ma era sicuramente molto gratificante da quello affettivo. Claudio, mio marito, soddisfaceva, e soddisfa tuttora, il mio profondo bisogno di possedere un uomo, di averlo tutto ed esclusivamente per me. Claudio, la persona meravigliosa che da quando ci siamo conosciuti si è sempre dedicato a me, che ha sempre cercato di prevenire i miei desideri, che mi ha sempre fatto sentire una donna speciale, oggetto di una sorta di devozione, di adorazione quasi. Una vita sessuale quindi normale e tranquillamente felice, che però mi ha sempre lasciata incapace di rinunciare alle scappatelle quando capitava l'occasione. Il mio primo amante da donna sposata, due mesi dopo il matrimonio, è stato Fabrizio, ci siamo frequentati per un paio di annetti più o meno saltuariamente. Ce ne sono stati poi diversi altri che si sono avvicendati, sempre all'insaputa del mio lui: Francesco, un bel cinquantenne, Andrea, un ragazzo un po' più giovane di me, poi Fabio e Attilio. Tutte storie però più o meno finite. In quel periodo, correva il 2005, avevo in piedi una storiella con Emilio, 42enne amico di un collega di ufficio. Storia frutto di un lungo corteggiamento da parte di Emilio stesso, e che si consumava di tanto in tanto in qualche motel oppure, nelle rare occasioni in cui la moglie di Emilio si assentava da casa, nella sua camera da letto. Pochi mesi prima avevo ceduto per un periodo limitato anche alle lusinghe di Arturo, il commercialista di mio marito, che aveva iniziato a farmi una corte segreta e sfegatata. Per qualche settimana avevamo preso l'abitudine di vederci in un parcheggio appartato vicino al suo ufficio e finivamo invariabilmente per fare sesso sui sedili dell'auto. Una storia breve ed intensa quella con Arturo, bruciata nell'arco di poche settimane e poi definitivamente chiusa. E con questo è proprio tutto per quanto riguarda i primi due anni di matrimonio. Insomma, non credo proprio di poter essere considerata una troia, come qualcuno sostiene, in fondo mi comporto come quasi tutte le donne sposate della mia età... però riconosco pure di non essere la moglie più fedele del mondo. Tutto questo fino all'incontro con Maurizio alla Rinascente. Gli aspetti più autentici della mia vita sessuale infatti si sono realizzati in seguito all'incontro con lui.



Conservavo il biglietto da visita di Maurizio nella mia agendina, di tanto in tanto mi capitava in mano e lo rigiravo divertita fra le dita. Chissà se si aspetta davvero che lo chiamo, quel mascalzone, mi chiedevo. Non ne avevo nessuna intenzione, figuriamoci.



Fu la settimana successiva che però tornai sulla mia decisione: una notte subii infatti un dolce ed affettuoso assalto da parte di Claudio. Cominciammo a fare l'amore, poi lui volle che glielo prendessi in bocca. Di solito i pompini a mio marito glieli faccio sul letto, lui seduto appoggiato alla spalliera ed io piacevolmente impegnata a succhiarglielo. Ma ad un tratto Claudio decide di alzarsi in piedi lasciandomi... a bocca asciutta sul letto a guardarlo incuriosita. Claudio, tesoro mio, che mi avverti sempre quando stai per venire perchè non vuoi eiacularmi in bocca, sapendo che mi dà fastidio... Insomma lui si alza in piedi e mi domanda di sedermi sul bordo del letto. Mi viene vicino, in piedi e mi chiede di prenderglielo in bocca in quella posizione. Lo faccio e appena il membro di mio marito mi invade la bocca ho come un flashback, e ripenso a quella selvaggia penetrazione orale a cui mi ha sottoposto una decina di giorni prima Maurizio. Spingo il viso contro il pube di Claudio e lascio che il suo uccello mi entri fino in gola... ripenso alla sensazione di soffocamento che mi aveva quasi gettato nel panico, dentro a quel benedetto camerino. Mi eccito morbosamente ed inizio a spingere con la testa in modo da farmi penetrare da Claudio quasi fino in gola. Lui rimane certamente stupito da quell'inconsueto modo di praticargli la fellatio, io che solitamente lo gratifico con mille delicati ricamini di lingua intorno al filetto. Non sollazzo certo soltanto lui con questi servizietti, ma il mio tesoro non sospetta minimamente che alla sua mogliettina non dispiace affatto assaggiare di tanto in tanto anche il sapore della virilità di altri uomini. Bastano un paio di minuti di quel trattamento per portare Claudio all'orgasmo. Rispettosamente come sempre esce ed eiacula in un fazzoletto di carta. Vivo in quell'istante una sorta di delusione profonda... non che ce l'avessi con il mio amore o mi aspettassi da lui qualcosa di diverso... ma nel mio profondo sentivo la bruciante mancanza di tutt'altri ingredienti, del pepe e del peperoncino dela trasgressione. Claudio mi propone di ricambiarmi il favore leccandomi la fica ma gli dico che mi sento poco propensa quella sera e lui mi abbraccia affettuosamente, mi ricopre il viso di dolci bacini, prima di addormentarci. Accetto la sua dolcezza ma dentro di me provo un profondo senso di depressione. Il flashback ha riportato a galla sensazioni che scopro solamente ora di desiderare morbosamente. So che lì, in quel preciso momento, in quella stanza e con la persona che ho a fianco non c'è niente che possa appagare questi miei desideri quasi animaleschi. Provo un senso di vuoto, di inutilità, mentre la mia carne brucia letteralmente... Non riesco a prendere sonno. Guardo mio marito che si è appena addormentato e gli accarezzo teneramente i capelli. Tesoro mio, penso... così dolce... così tranquillo... così noioso...



L'indomani il trantran del lavoro quotidiano mi distoglie da quei pensieri fino alla pausa pranzo. Poco prima di recarmi alla mensa con i colleghi squilla il cellulare. E' quel pazzerello di Emilio, non ci sentiamo da diversi giorni. Come stai, come non stai, quanto mi manchi. Le solite cose, penso tra me e me. Ha voglia di scopare, figuriamoci. Immagino già il seguito che arriva puntualissimo: mi chiede se ho voglia di vederlo dopo il lavoro, visto che si trova a passare dalle mie parti. 'Ci credo proprio che dovevi passare dalle mie parti' avrei voglia di ribattergli. Ma vederlo mi fa sempre piacere e gli dico di si. Tanto Claudio il giovedì non rientra a casa prima delle 20 e se tardo un po' non se ne può certamente accorgere. Ci vediamo ad un paio di isolati dal mio ufficio, quanto basta per evitare di essere pizzicata da qualche collega. Prendiamo un aperitivo analcoolico in un bar e vedo Emilio che mi guarda attentamente. Gli chiedo la ragione di tanta attenzione e lui mi dice di vedermi diversa, molto più... eccitante del solito. Finito l'aperitivo mi dichiara di non farcela più... ha bisogno di abbracciarmi, di respirare il mio odore. Mi chiede se voglio regalargli almeno cinque minuti di tenerezza in macchina con lui. Lo fa con brio e spirito, il suo solito modo che sempre mi diverte tanto. Acconsento. Salgo sulla sua macchina e ci dirigiamo verso una delle piazze dell'EUR. Sono le 18.30 ed è già buio. Emilio ferma la macchina in un angolo della piazza e mi assale letteralmente. Lingua in bocca, mani dappertutto.



-"Ma non volevi soltanto un po' di coccole?", faccio io con finto sdegno facendo finta di respingere l'assalto.



-"Ti desidero da pazzi, sono giorni che penso a te".



La sua lingua mi percorre il collo, le sue mani pastrugnano i miei seni sotto la camicetta.



Ricambio il bacio, la mano di Emilio penetra sotto la gonna, risale. Non sono vestita sexy, ho i collant completi con le mutandine. Di solito quando vedo Emilio metto le calze autoreggenti color carne che gli piacciono tanto e gli facilitano le manovre sessuali. Ora invece sono costretta a fermarlo e devo divincolarmi un po' sul sedile per abbassare collant e mutandine e consentirgli il libero accesso alla mia fica. Ecco le dita del mio bravo amante pizzicarmi la clitoride e strizzarla dolcemente come fa sempre lui. E' così bravo a masturbarmi, e lo lascio fare. Emilio la mia fica, essendone un frequentatore piuttosto assiduo, la conosce decisamente bene e sa perfettamente come farmi godere. In pochi minuti mi porta all'orgasmo, la sua bocca incollata alla mia mi impedisce di gemere ad alta voce come mi viene naturale... Ora tocca a me... lungi dall'avermi calmata, l'orgasmo appena vissuto mi stimola a fare qualcosa di più. Gli slaccio la patta dei pantaloni, armeggio con i suoi boxer e subito il bel cazzo di Emilio svetta fuori, voglioso di attenzioni. Mi ci attacco con foga e lascio che mi penetri la bocca il più possibile... sento la sua cappella penetrarmi fino in gola e di nuovo rivivo, anche se solo in parte, il piacere del soffocamento. Pochi minuti ed Emilio esplode nella mia bocca. Lui il problema che io non gradisco lo sperma in bocca non se lo è mai posto. Di solito ogni volta che lo spompino prendo tutta la sua sborrata, la trattengo in bocca aspettando anche gli ultimi schizzi e poi sputo in un fazzoletto. Stavolta desidero rivivere il piacere regalatomi da Maurizio e quando avverto i classici sintomi dell'eiaculazione lascio affondare il membro di Emilio fino in gola, la sua sborrata mi riempie letteralmente. La deglutisco fino all'ultima goccia mentre lui rantola vistosamente di piacere, gratificato oltretutto dal vedermi per la prima volta ingoiare interamente il frutto delle mie poppate.



Ci salutiamo con un lungo e profondo bacio, ma io non vedo l'ora che lui se ne vada e mi lasci sola. La mia elaborazione è finita, ora percepisco lucidamente ciò di cui sento il bisogno e non vedo alcuna ragione perchè questo bisogno non debba venir soddisfatto. Salgo nella mia macchina e con il cuore in tumulto tiro fuori la mia agendina. Trovo il bigliettino da visita di Maurizio, lo stringo tra le dita. Con lo stomaco letteralmente stretto da una morsa prendo il cellulare e compongo il numero.



Il telefono squilla a vuoto due, tre volte... mi tremano le mani, mi mordo le labbra fino a farmi male. Poi sento la sua voce.



Il tono è abbastanza secco, me lo ricordavo bene.



"-Si?"



"-Maurizio?"



"-Si, chi parla?".



"-Ciao, sono Giulia, ti ricordi di me?".



"-Giulia?" fa lui.



"-Si, Giulia, non ricordi, ci siamo conosciuti dieci giorni fa"



"-Senti proprio non so chi sei... dammi qualche coordinata altrimenti non ne usciamo"



"-Ma si, dai che ti ricordi... alla Rinascente... il camerino di prova"



Maurizio rimane muto qualche secondo.



"-Allora ti ricordi o non ti ricordi di me?", aggiungo con una risatina forzata.



"-Ahh ma certo..." fa lui, e segue qualche secondo di pausa che non so come interpretare



"-Sei la cagnolina che gira per centri commerciali in cerca di qualcuno che se la sbatta", mi apostrofa ridendo.



Rimango un po' interdetta da quella risposta.



"-Insomma vuoi il servizio completo stavolta?"



Il tono sferzante della sua voce mi colpisce e piega qualcosa dentro di me. Come l'altra volta, Maurizio sta toccando zone inesplorate di me. Le sta invadendo con la prepotenza.



"-Che fai, Giulia, non rispondi? Allora lo vuoi il servizio completo o non lo vuoi?"



"-Si, certo che lo voglio", rispondo laconica.



"-Perchè sei una gran baldracca, l'ho capito appena ti ho vista, sai?".



Non rispondo, ogni sua parola si deposita dentro di me allagando le sopraccitate zone inesplorate... e facendo allagare anche zone già abbondantemente esplorate da diversi uomini, in aggiunta al recente orgasmo relalatomi da Emilio...



"-Senti, vieni domani verso le 16 al mio bar e ne parliamo, va bene?"



"-Va bene" rispondo meccanicamente.



"-E vieni vestita carina, non da santarellina come l'altra volta, intesi?"



"-Da santarellina?" rispondo stupita, pensando a quanto piacere mi dava girare sola con la gonna che lascia scoperte le calze a rete sopra il ginocchio, sentendomi per questo un po' porcellina. Un abbigliamento cioè che reputavo in qualche misura già abbondantemente spinto.



"-Forza, metti una bella mini, falle vedere 'ste cosce, che ne vale la pena."



"-Ci proverò..."



"-E ci riuscirai pure, no? A domani Giulia, non fare tardi...".



Stavo per rispondere un ciao quando mi accorgo che la comunicazione si è interrotta. Bel tipo, molto galante...



L'indomani affronto la giornata con apparente calma. Dentro di me sono in completo subbuglio, penso all'incontro di questo pomeriggio. Non so minimamente cosa aspettarmi da Maurizio. Presentarmi così al suo bar, vestita oltretutto in modo provocante. Ripenso al tono quasi beffardo della sua voce, non riesco ad immaginare con quale faccia riuscirò a presentarmi. L'altra volta ho agito d'impulso, è stato il classico attimo di follia, adesso invece è una scelta pienamente consapevole e premeditata.



Come devo vestirmi? Io minigonne corte non ne possiedo nemmeno, ho giusto quelle due o tre gonne sopra il ginocchio di cui Claudio non sospetta nemmeno l'esistenza.



A metà mattinata prendo un'ora di permesso, esco dall'ufficio e mi reco in un grande magazzino nei paraggi. Vado nel settore abbigliamento, giro a lungo senza trovare quello che cerco. Arrivo nel reparto giovani e trovo finalmente le minigonne. Ne trovo un paio di colore scuro e una di jeans, che scarto subito. Vado a provarmi quelle due che sembrano le più "seriose", pur essendo molto corte. Entro nel camerino sorridendo al pensiero di quando ci sono entrata l'ultima volta in diverse circostanze... Indosso le mini. Sono entrambe veramente molto, troppo corte, non arrivano nemmeno a metà coscia. Ma posso andare in giro conciata in questo modo? Provo ad indossare le autoreggenti a rete che ho portato con me nella borsetta, per provare l'abbinamento. Dio mio, il bordo delle autoreggenti si vede benissimo, fa decisamente capolino dal bordo della gonna. Tiro giù la mini il più possibile ma è una manovra poco efficace, appena mi muovo riecco spuntare il dannato bordo. Ma non ho alternative, non ho tempo di cercare altre soluzioni. Mi rivesto, pago le due gonne e torno in ufficio. Arrivano le 15.30. Io esco dal lavoro alle 17.30 e devo prendere altre due ore di permesso. Saluto i colleghi che mi guardano incuriositi, esco dall'ufficio e cerco un posto dove cambiarmi. Al primo bar prendo un caffè e vado alla toilette delle signore. Ci siamo, dico a me stessa.



Sono certa che Maurizio, porco com'è, vorrà fare qualcosa anche con il mio di dietro, quindi provvedo ad una profonda pulizia con una peretta per clisteri, accorgimento un po' antipatico ma necessario, l'esperienza insegna.



Mi tolgo la gonna, infilo le calze autoreggenti nere a rete, le sistemo più su possibile. Tolgo le mutandine e ammiro il pelo pubico che ho provveduto a regolare e spuntare la sera prima. Sono proprio attraente, nulla da dire, a 36 anni sono ancora una bella fica. Mi infilo i tanga neri semitrasparenti che tanto piacciono ad Emilio, poi indosso la mini, quella più scura. Scarpe con tacchi, eleganti ma non esagerate, utili per "slanciare" le gambe. Ecco fatto, sono pronta.



Mi guardo allo specchio a provo un brivido. Sono vestita da troia, non c'è nulla da fare. La mini mi sta benissimo, fa risaltare le gambe, ma le autoreggenti si vedono... si vedono eccome. Forse dovrei toglierle, ma fa troppo fresco per restare con le gambe nude, eppoi al pensiero che sto per entrare nel bar di Maurizio vestita così mi bagno violentemente. Decido di fregarmene, si vive una volta sola. Esco dalla toilette, pago il caffè, riprendo la macchina e raggiungo il posto. Passo davanti al bar di Maurizio con l'auto e studio il posto. Un bel bar, niente da dire, in posizione centrale. Deve averne di soldi il buon Maurizio. Parcheggio l'auto poco distante e mi avvio. Batticuore a non finire mentre il bar si avvicina inesorabile passo dopo passo. Mi dò della pazza a comportarmi in un modo simile, penso a mio marito che non riuscirebbe neppure ad ipotizzare da parte mia un simile comportamento. Penso che forse gli darebbe di volta il cervello se sapesse, se mi vedesse....



Entro. Mi guardo intorno, vedo una coppia che sorseggia il caffè ed un paio di avventori fermi al banco del SuperEnalotto. Dietro il bancone Maurizio non c'è, c'è solo un ragazzo. E ora che faccio? Sono le 16.00 spaccate, ordino un altro caffè? Mi metto seduta ad aspettare ad uno dei due tavolini presenti nel bar? Prendo e me ne torno a casa, che sarebbe poi la cosa più saggia da fare? Mi avvicino al banco, il ragazzo mi chiede cosa desidero e, per prendere tempo ordino un tè caldo. Mi guardo intorno titubante mentre aspetto il tè. Il ragazzo si sbriga a servirmelo, non mi rimane che zuccherarlo lentamente e berlo ancora più lentamente. Passano cinque minuti abbondanti e Maurizio non si vede. Faccio finta di essere interessata alle confezioni regalo di cioccolatini e i minuti di attesa diventano dieci. Seccata inizio a domandarmi cosa ci faccio piantata lì, mi avvio verso la cassa e tiro fuori il portafogli per pagare. Il ragazzo viene per battere lo scontrino quando Maurizio entra nel locale. Viene subito verso di me con un sorriso, mi abbraccia, mi bacia sulle guance con fare cordiale e dice al ragazzo che la signora è ospite e non paga. Insiste per farmi preparare un cocktail speciale che accetto di buon grado. Mi scorta al tavolino e si siede accanto a me. Ora il ragazzo non può più sentirci.



"-Brava, ti sei vestita proprio bene". Mi fa sorridendo da mascalzone, io non ribatto e gli sorrido.



"-Accavallale quelle gambe, e girati verso la sala... fai vedere ai clienti che belle gambe hai, mica vorrai rimanertene rigida come un baccalà, no?"



Invece di protestare a quella richiesta insolente mi ritrovo ad accavallo le gambe in direzione della sala, arrossendo. Adesso chiunque entri dalla porta avrà una bella visione delle mie autoreggenti.



"-Sei sposata, Giulia?" fa lui ammiccando alla fede che porto al dito.



"-Si" rispondo io sottovoce.



"-Fortunato il maritino, con una moglie così bella".



Arrivano i due cocktail margarita, il ragazzo non può fare a meno di guardarmi le gambe. Entra un uomo sulla sessantina e i suoi occhi pure si incollano lì.



"-Tuo marito ti scopa?", domanda diretta e piuttosto volgare.



"-Si, certo. Guarda che siamo una coppia felice, io e lui", rispondo in un impeto di orgoglio.



"-E come, no? Ci credo proprio che siete tanto, tanto felici... specialmente tu", ribatte lui con un sorrisetto irritante. Mi viene voglia di riferirmi alla sua non esaltante raffinatezza per metterlo in difficoltà e pareggiare i conti, ma poi lascio perdere. C'è qualcosa dentro di me che tende ad arrendersi di fronte a quest'uomo impudente.



-"Mi aspetti un momento, sbrigo un paio di cose e sono da te"



"-Fai pure" ribatto.



Rimango seduta a gambe accavallate, entra altra gente, gli uomini mi guardano tutti chi più che meno sfacciatamente, un paio di donne mi fissano con espressione vagamente disgustata.



Qualche minuto e Maurizio torna. Mi si siede accanto.



"-Allora vuoi il servizio completo, stavolta, hai detto, no?"



Io ridacchio alla sua provocazione.



"-Sono qui apposta per vedere di cosa sei capace" rispondo divertita e riservandomi di punzecchiarlo almeno un po'.



[CONTINUA]


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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Carino6423 Invia un messaggio
Postato in data: 15/03/2010 17:41:39
Giudizio personale:
molto eccitante e travolgente ....

Autore: Transgredercp Invia un messaggio
Postato in data: 09/03/2010 18:54:26
Giudizio personale:
bravissima


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