i racconti erotici di desiderya |
Giulia: altri progressi |
L'incontro con Maurizio, come ho già detto più volte nei precedenti racconti, è stata la vera svolta della nostra vita sessuale di coppia. Sin dal nostro primissimo incontro a casa sua Maurizio ha fatto di me la sua schiava, e la conseguenza immediata è che io, il giorno stesso, mi sono ritrovata in maniera quasi inspiegabile a riversare a mia volta questa esperienza sul mio uomo, in una sorta di tranfert dalla potenza devastante. Ciò che accadeva a casa di Maurizio mi sconvolgeva, toccava le corde più profonde del mio essere, mi ha portato a fare cose che non avrei mai neppure preso in considerazione in un precedente momento della mia vita, pur considerando che tutto ero tranne che una santarellina. E questo mio annullarmi di fronte alla prepotenza ed alla volontà dominante del mio amante-padrone anzichè svuotarmi mi dotava di una carica di analoga e selvaggia volontà di dominazione nei confronti di mio marito, che, da persona normale ancorchè dolce e delicata, si è lasciato trascinare in questo vortice con una facilità imbarazzante, dimostrando una predisposizione incredibile alla sottomissione.
La settimana successiva al nostro primo incontro ho rivisto Maurizio due volte: i due incontri si sono svolti a casa sua. Dopo il lavoro sono passata al solito baretto dove cambiarmi di vestito, ed i gestori hanno mostrato di avermi riconosciuta gratificandomi di sorrisetti molto allusivi vedendomi entrare alla toilette con giacca e pantaloni eleganti e vedendomi uscire in minigonna e calze a rete. Maurizio pretende che io mi vesta da zoccola quando vado a trovarlo, quindi la tappa al bar è obbligatoria, visto che ripassare da casa mi obbligherebbe ad un giro interminabile. E da zoccola mi ha trattata entrambe le volte. Il primo incontro è stato piuttosto brutale: mi ha buttata sul divano senza nemmeno spogliarmi, si è fatto strada tra minigonna e mutandine e mi ha scopata senza alcun riguardo per una mezzoretta, senza il minimo preliminare. Il secondo incontro è stato ancora più minimale: entro in casa, mi chiude la porta alle spalle, mi mette in ginocchio e mi infila il pisello in bocca. Se lo fa ciucciare un quarto d'ora, mi scarica lo sperma in gola, non faccio nemmeno in tempo a rialzarmi in piedi che lui ha già aperto la porta di casa dicendomi cha ha da fare e di tornare la settimana prossima. L'umiliazione mi brucia e mi eccita, mi carica di energia che trova il suo sfogo ideale su mio marito. Entrambe le sere lo aggredisco letteralmente, lo sdraio sul divano, gli metto la fica in faccia e lo obbligo a leccare. Sto sviluppando una passione esagerata per il suo culo: obbligo Claudio a mettersi pecora sul divano, gli lecco l'ano a lungo mentre lo masturbo dolcemente poi inizio a dilatarlo dietro con le dita... mi fa uscire fuori di testa infilare le dita nel culo di mio marito e sentirlo gemere... ogni volta vado più a fondo, è decisamente ora di passare ai plug. Mi attrezzo per tale bisogna. Sabato sera mi faccio portare in discoteca, io e lui da soli, niente amici tra le palle. Ho scelto una gonna decisamente corta e una camicetta semi trasparente, voglio attirare l'attenzione. Balliamo e beviamo, Claudio è letteralmente inebriato da me, dall'energia instintiva e un po' selvatica che promano e che lui assorbe come una spugna. Mentre balliamo gli tocco il culo con insistenza, lo bacio profondamente infilandogli la lingua con violenza in bocca. Spedisco a più riprese Claudio al bar a rifornirsi di beveraggi mentre continuo a ballare. Inevitabilmente dei tizi si avvicinano, io li respingo senza esitazione, finchè un bel moro sulla trentina si mette a ballarmi davanti fissandomi. E' carino, proprio carino e ha gli occhi carichi. Ricambio lo sguardo, lo lascio avvicinare. Claudio non torna allora Stefano mi chiede se voglio bere qualcosa con lui, accetto. Andiamo al bar, cerco con gli occhi mio marito ma non lo vedo. Stefano attacca bottone. In un'altra situazione, con mio marito assente, non credo che ci penserei due volte e ci andrei subito a letto con questo bel moretto. Ma mio marito c'è, quindi avviso Stefano che sono accompagnata. Il suo interesse per me non sembra diminuire e mi chiede se può farmi compagnia finchè non torna il mio lui, io accetto. Stiamo chiacchierando al bar seduti sugli sgabelli quando Claudio mi vede e ci raggiunge. Guarda Stefano sconcertato, io faccio le presentazioni. Non credo gli faccia piacere vedere sua moglie in minigonna con le gambe accavallate sullo sgabello intenta ad offrire una panoramica delle sue cosce ad uno sconosciuto, ma l'incertezza non gli consente di esprimere alcunchè. Chiedo a Claudio se gli dispiace se ballo con Stefano, lui sorride un tantinello imbarazzato ma annuisce. Andiamo nella parte di discoteca meno rumorosa, con un po' di sforzo riusciamo a parlare. Stefano mi chiede se Claudio è il mio ragazzo e gli rispondo che è mio marito. Mi dice senza troppi fronzoli che lo vede un po' spaesato, io rido di gusto a questa sua osservazione. Claudio ci sta osservando allora abbraccio Stefano e gli dico all'orecchio che è un po' spaesato effettivamente. Lui risponde chiedendomi se possiamo rivederci senza marito in giro, io rido e gli dico forse. Mi scivola in mano un biglietto da visita. Lo lascio, torno dal mio lui. Povero Claudio è proprio spaesato. Mi chiede chi è quel tizio, gli rispondo che non lo so e la mia risposta lo lascia sbalordito. Mi chiede perchè l'ho abbracciato e per tutta risposta lo avvinghio e gli sparo la mia lingua in bocca artigliandogli il pacco. Lo bacio con furia, poi lo trascino fuori dalla discoteca, lo porto nel parcheggio dove c'è la macchina. Gliela faccio aprire, lo butto sul sedile, gli slaccio i pantaloni ed inizio a spompinarlo indecorosamente in mezzo al parcheggio, con il rischio che chiunque possa vederci. E' un pompino selvatico che non lascia scampo, dopo 5 minuti Claudio sta per venire allora un po' sadicamente mi fermo. "Andiamo a casa che ho un regalino per te" gli dico. Mio marito guida mentre io mi masturbo dolcemente sul sedile accanto al suo. Arriviamo a casa, saliamo, porto il mio amore in camera da letto, gli tolgo i pantaloni, lo metto a pecorina sul letto, lo incito a spalancare le gambe... sento un fuoco dentro, il desiderio di sottometterlo e togliergli la virilità. Comincio a sgrillettargli l'ano senza ritegno, glielo lecco, glielo insalivo. Stavolta sono attrezzata, prendo un tubetto di lubrificante, lo spalmo nel culo di Claudio, gli infilo dentro due dita, poi tre, poi quattro, Provo ad infilare le nocche ma la mano non entra. Allora da sotto il letto tiro fuori il regalino che avevo preparato: un pacchetto con un fallo di lattice piccolo ed uno più grande. Claudio mi guarda sconcertato ma è eccitato. Prendo il fallo piccolo, lo insalivo, entra nel culo di mio marito come nel burro. Glielo pistono dentro per una decina di minuti, poi passo al grande. Dico al mio lui di fare da solo, perchè la cappella del fallo è piuttosto grande e potrebbe fargli male. Claudio è inebetito ma non si tira indietro. Mi guarda e prova ad infilarsi l'arnese. Il culetto del mio uomo non è ancora ben allargato, allora provvedo io. Gli reinfilo il fallo piccolo e piano piano inserisco insieme al fallo un dito, poi due, diverse volte invitando Claudio a rilassarsi. Ormai lui è partito allora mi spingo oltre. Tiro fuori dal mio cassetto due paia di calze autoreggenti e gli chiedo di indossarle. Incredibilmente Claudio non fa una piega, si mette un po' goffamente le calze, lo aiuto a sistemarsele... vederlo così mi fa bagnare la fica in maniera pazzesca, ho bisogno di essere leccata per calmarmi. Lui esegue ed arrivo ad un lungo e prolungato orgasmo fissando le gambe del mio uomo avvolte dalle calze autoreggenti come se fosse una troia. La mia troia. Non sono ancora soddisfatta. Voglio vedere il fallone di gomma sprofondarglisi nel culo. Andiamo in salotto e lo sottopongo ad un'altra sessione di dilatazione con il fallo piccolo, poi faccio mettere Claudio a Pecorina, gli vado dietro, lubrifico il suo ano in maniera esagerata, mi appoggio la base del cazzone di gomma sulla mia pelvi, glielo appoggio sul buco del culo e premo con dolce decisione sfruttando il peso del mio corpo. Claudio si dimena ma cerca di favorire la manovra. Geme, si sforza, finalmente la cappella di gomma supera la strettoia dello sfintere e gli entra dentro, Claudio emette un lungo gemito profondo. Dietro di lui spingo ritmicamente e lo scopo dolcemente invitandolo a masturbarsi. Nel silenzio della stanza il leggero sciacquio del cazzone di gomma nel culo del mio sposo, i suoi gemiti sommessi. Prendo a sditalinarmi mentre proseguo l'osceno servizietto. Finalmente Claudio riesce a venire in un misto di piacere, sofferenza ed umiliazione... siamo un bagno di sudore. Gli lascio come compito quello di dilatarsi il culo da solo tutti i giorni, le prossime volte lo voglio più efficiente... |