i racconti erotici di desiderya

Four seasons milano

Autore: Marchese Del Grillo
Giudizio:
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Commenti: 5
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Le sensazioni si erano susseguite, succedute costantemente in quello strano, particolarissimo rapporto.



Inizialmente lo aveva trattato con la sufficienza naturale di chi riceveva una dozzina di messaggi al giorno. Più o meno interessanti, più o meno coinvolgenti. Tolti di mezzo gli analfabeti, gli offensivi e gli arroganti; quelli istintivamente fastidiosi, incapaci di trasmetterle alcunché con i loro messaggi al limite della logica umana.. le rimanevano comunque diversi nomi, nick, idee, contatti.. cui dava seguito senza troppo preoccuparsi di ciò che diceva loro.

Sara era abituata a rispondere in tono pacato e dimesso, capiva che quel gioco la interessava.

La intrigava soprattutto leggere, valutare le risposte che di volta in volta le venivano sottoposte. Cercare di capire chi effettivamente aveva di fronte, farsi un’idea mischiando il mondo virtuale con quello reale.

In altre parole capire se effettivamente qualcuno dei tanti proponenti sarebbe arrivato a comprendere la vera posta in gioco. Verificare se esisteva davvero una mente capace, brillante, raffinata e perversa che si fosse allineata ed identificata nelle sue fantasie.



Ufficialmente fantasie di una slave… esigente ma pur sempre alla ricerca della sua guida ideale… Sapeva dentro di se che la realtà era ben diversa . Proprio per quello il suo gioco stava andando avanti da qualche mese. I contatti, le proposte si succedevano insieme alle sue risposte. Dava poche notizie di se, delle sue effettive voglie e fantasie.

Voleva fossero gli altri a presentarsi, ad offrirle su un piatto d’argento attimi, condensati di mille sogni troppo spesso impresentabili e quindi ben chiusi nel cassetto dell’irrealizzabile. Si rendeva inoltre conto di esser divenuta quasi prigioniera di se stessa.

Il gioco l’aveva assorbita a tal punto che… non avrebbe potuto rinunciare a quei momenti. Alla lettura di quei messaggi.

Ad iniziare dalle proposte irriverenti e palesemente sconclusionate.

Le piaceva anche rileggere la scheda che presentava in chat, l’origine del gioco.

Immaginare quello che percepivano i frequentatori scorrendo il suo annuncio.

Una proposta senz’altro ben oltre le righe della cosiddetta “soglia di normalità”. Una femmina, schiava nella sua personalissima concezione del termine….

Un messaggio nella bottiglia che evidentemente richiamava molte fantasie proprie dell’universo maschile. Una donna oggetto da maltrattare. Da usare e violentare a piacimento. Come le mosche sul miele.. gli aspiranti master si lasciano andare superando ogni ipotizzabile fantasia. Con i pochi cui aveva dato seguito il filo diveniva sottile dopo qualche scambio di mail. Scendere nei dettagli, parlar di voglie perverse era senz’altro eccitante ma mostrava tutti i limiti del gioco. L’opera da condurre non era semplice. Era difficile non scadere nel triviale e nella volgarità. L’approccio dei più puntava quasi istintivamente verso incontri reali, con la stessa rapidità con cui si susseguivano le mail in arrivo nella sua casella.

Quella mattina nella sua casella ecco un messaggio diverso.

Il nick le era sembrato immediatamente interessante. Esplicito ma non offensivo. Richiamava atmosfere, coinvolgimento, temi legati alla dominazione.

Dopo alcuni scambi iniziali la routine appariva fuori luogo in quel caso specifico. Capì quasi subito che non aveva di fronte una persona qualunque. I messaggi avevano indubbia eleganza e profondità. Si rese conto che pur con tutti i problemi professionali in cui si trovava aveva voglia di proseguire un dialogo che poteva muoversi fuori dalla banalità. Si scoprì ad immaginare, anticipare le risposte che sperava avrebbe trovato nella casella… voleva proseguire quel gioco … riprenderlo…





Lo sconosciuto l’aveva condotta per mano in una disquisizione sui temi legati alla sottomissione e la dominazione, l’aveva ispirata offrendole brandelli di sogni e fantasie. L’aveva eccitata coinvolgendola e costringendola ad ammettere che si stava abituando alla sua presenza. Che bramava i suoi scritti. Che si identificava nelle sue fantasie. Lentamente capiva che si stava assoggettando a quella nuova presenza. I messaggi si succedevano e con essi la profondità con cui l’uomo esplorava la sua mente. I suoi sogni più proibiti e perversi erano stati evidenziati, esplorati nel dettaglio e nei particolari. Capì che non era lontano il momento in cui sarebbe divenuto il dispensatore unico delle sue fantasie di femmina sottomessa.

L’aveva costretta ad ammettere l’impossibile. Aveva una minuziosa e precisa descrizione del suo aspetto fisico. Le aveva fatto dettagliare e descrivere l’abbigliamento che possedeva. Era lui che guidava il modo di vestirsi. Incluso l’intimo da indossare. O non indossare affatto. L’aveva coinvolta in giochi erotici in cui le aveva fatto togliere le mutandine in bagno mentre si trovava in ufficio. Per poi tornare al suo posto di lavoro e continuare a dialogare con lui attraverso mail, l’aveva eccitata e fatta bagnare, le aveva fatto ammettere di aver voglia di masturbarsi violentemente nel bagno dell’ufficio. Per poi negarle quel sottile piacere .



Lo scambio dei numeri di telefono era divenuto una logica conseguenza. Si era resa conto che altre volte aveva a lungo esitato prima di consegnare a sconosciuti il suo numero. In altre occasioni aveva addirittura interrotto i rapporti. In questo caso consegnare una parte della sua privacy le era parso naturale e scontato.

Lui le aveva premesso che inizialmente non l’avrebbe chiamata. Non voleva sentirla al telefono. Dovevano essere solo scambi di sms. E da lì la situazione si era fatta decisamente più coinvolgente. Non erano solo le mail, lo scritto e la visione di immagini che via, via le andava sottoponendo… adesso la sua presenza, forte, continua e perversa si estendeva e le giungeva anche sul cellulare.

Lo sconosciuto rispettava alla lettera i limiti e gli orari che lei aveva indicato per l’uso del telefono. I suoi messaggi riguardavano soprattutto giochetti cui lei doveva sottoporsi durante l’orario d’ufficio piuttosto che nelle pause pranzo. Sottilmente le imponeva un crescente stato di eccitazione per poi quasi sempre privarla del desiderato epilogo. Era stata autorizzata a masturbarsi un’unica volta, e l’aveva dovuto fare in un bagno del ristorante nel quale stava pranzando con altre colleghe. L’ordine doveva completarsi dettagliando con una mail lunghissima tutto ciò che aveva provato a livello emotivo nelle ultime ore. Lo aveva fatto non appena rientrata in ufficio.

Lo sconosciuto… l’aveva ripresa per aver poco considerato la descrizione dell’imbarazzo provato nei confronti dei colleghi con le quali si trovava.

Una vera e propria tortura.. prima e dopo il meritato piacere.



Stavolta però… il messaggio l’aveva lasciata interdetta, impaurita e frastornata.

“domani alle ore 13.00 ti voglio nel bar dell’hotel Four Seasons. Hai una mail in cui ti ho dettagliato l’abbigliamento che devi indossare. Sii puntuale e perfetta come voglio e desidero altrimenti dovrò punirti. E sai che questa volta non saranno punizioni corporali autoinflitte. Ma i miei occhi guideranno le mie mani.”



La mail era impostata in modo scarno rispetto al solito. Conteneva precise indicazioni sull’abbigliamento che avrebbe dovuto indossare in occasione del primo incontro.



Stivale femminile a punta, in pelle nera con tacco a spillo almeno 7 cm. Calze autoreggenti con bordo in pizzo, scure 12 den, gonna nera sopra al ginocchio, fasciata in vita. Camicetta chiara, con bottoni. I primi tre aperti. Reggiseno in pizzo finissimo. Deve raccogliere tutti i seni ma lasciarne chiaramente intravedere ogni dettaglio. Giacca in abbinamento alla gonna. Capelli raccolti dietro la nuca. Labbra evidenziate leggermente. Rossetto poco evidente colore scarlatto. Trucco appena accennato.

Non devi indossare le mutandine. Ma devi averne un paio dentro la borsetta.

Non troppo piccole, ma comunque basse in vita. In pizzo fine e ricamo semitrasparente.

Sii puntuale. Non appena sarai arrivata e ti sarai seduta inviami un sms dicendomi

"LA STO ATTENDENDO, UMILMENTE SUA"

Quando arriverò di fronte a te dovrai avere busto ben eretto, e gambe non troppo chiuse. Idealmente offerta a me con tutto il corpo e la mente.



Scorrere il messaggio le procurò una forte tensione emotiva. Non sapeva spiegare ma capiva che il coinvolgimento le appariva completo e totale...

la notte dormì poco e male. I pensieri si succedevano ora con violenza, adesso con rapidità. Uno stato di forte eccitazione la stava comunque pervadendo e ne occupava ogni più intimo risvolto. Chi era? come si sarebbe presentato? avrebbe avuto qualcosa da temere? si rese conto che l'eccitazione derivava comunque in buona parte dal pensiero di incontrare uno sconosciuto che sapeva e conosceva alla perfezione i suoi dettagli più intimi, ne aveva sondato e scorso ogni più recondito anfratto. non conosceva il volto, l'aspetto fisico del soggetto ma ne percepiva sempre più forte la presenza nella sua mente. nella sua vita.

come si sarebbe comportata? si sarebbe alzata non appena lo avrebbe avuto di fronte? gli avrebbe sorriso? lo avrebbe baciato? lo avrebbe accarezzato? sarebbe rimasta immobile? impacciata e seduta come un oggetto in balia di una forza oscura e fortissima? E LUI? come si sarebbe comportato? come sarebbe stato in realtà? avrebbe parlato immediatamente? avrebbe cercato di far calare la tensione oppure no?



Una frase , anche la più semplice ed innocua sapeva sarebbe servita allo scopo… ma non aveva certezze. Solo dubbi, esitazioni, incertezze, sarebbe stata all’altezza delle aspettative? Avrebbe ricevuto ordini immediatamente?

Avrebbe avuto voglia, coraggio di eseguirli? oppure si sarebbe.. scoperta troppo fragile ed esitante.. quindi si sarebbe alzata, ringraziando lo sconosciuto e l'avrebbe salutato andandosene. E l'aspetto fisico che importanza avrebbe avuto? Come si sarebbe presentato quest'uomo nella realtà? La disperata ricerca di certezze la stava angosciando. Con essa capiva però che cresceva parallelamente l'eccitazione. Si scoprì bagnata. Eccitata, con la fica abbondantemente fradicia e bisognosa di attenzioni. Decise di masturbarsi in silenzio.. sperando che ciò avrebbe fatto calare la sua tensione emotiva.



Aveva dormito malissimo e pochissimo. La mattinata di lavoro era apparsa strana e sostanzialmente inutile. Era assente. Con un pensiero fisso nella mente. Non riusciva a dar seguito ad alcuno dei pensieri legati alla professione. Decise di andarsene con molto anticipo. Era seduta al bar dell'hotel di gran lusso alle 12.10. Cercò di rilassarsi e capire quale sarebbe stato il suo comportamento da li a 60 minuti.

Non aveva le mutandine. Si sentiva oggettivamente a disagio a quel pensiero.

Si alzò diverse volte, cercando di capire se qualcuno dei presenti fosse in realtà l'uomo che aveva monopolizzato le sue attenzioni.

Cominciava a capire in modo chiaro che significava "sudditanza psicologica". ORE 12.45 LA TENSIONE SALIVA. Si sentiva sempre più insicura. Era accaldata ed emozionata.

Stava pensando di recarsi in bagno per l’ennesima volta quando il monitor del telefono segnalò un sms in arrivo. Era lui.

“Sei già arrivata? Ordina un martini bianco, e delle olive , attendimi. Sarò li tra breve.”

Replicò emozionata con un secco “sarà fatto”.

Il cameriere consegnò celermente quanto richiesto. Non potè fare a meno di iniziare a sorseggiare il drink. Trascorrono altri 10 minuti ed arriva un secondo messaggio.

“hai eseguito gli ordini? Hai avuto le olive? Non indossi gli slip?”

replicò accennando che aveva eseguito tutto alla lettera.



ore 12.58.. era emozionata in modo incredibile. Si guardava intorno continuamente. Temeva l’arrivo di una presenza che le fosse apparsa sgradita.. dentro di se avrebbe voluto il contrario… un uomo semplicemente perfetto come le emozioni che stava subendo.

Il timore e l’emozione erano ormai a livelli mai provati prima. Anche la sua eccitazione era alta. Temeva che dalle grandi labbra fossero rilasciati i suoi umori che sentiva abbondantemente presenti.. accavallò naturalmente le gambe…

Ennesimo sms.

“vai in bagno. Porta con te un’oliva. Lavala accuratamente sotto l’acqua. Allarga le labbra della fica ed inseriscila. Indossa poi gli slip e torna a sederti. può darsi che voglia assaggiare qualcosa di speciale. E voglio farlo immediatamente”



Non attese neppure che il messaggio fosse terminato che già si stava avviando verso la toilette. Eseguì alla lettera.. e le sue dita furono immediatamente bagnate dai suoi succhi. Le gambe apparivano incerte e tremanti. Non sapeva perché era li e cosa stava facendo. Temeva di impazzire. E se tornando avesse scorto l’uomo? Magari seduto al suo tavolo? Forse già la osservava da tempo… aveva il volto arrossato.. e si sentiva bruciare in tutto il corpo..

indossò le mutandine ..cercando di seguire l’ordine..

L’operazione le apparve subito difficilissima se non impossibile… l’oliva tentava chiaramente di uscire dal luogo in cui l’aveva inserita.. e le mutandine non erano sufficientemente tese per mantenervela…. Si mosse esitando e tornò al suo tavolo. Ore 13.05 .. scrutò i presenti, scrutò tutti i volti che via via le passavano accanto…





Cercò di ricomporsi, ma ormai si rendeva bene conto che era veramente oltre ogni limite ammissibile. Era accaldata, impaurita, tesa e fors’anche infastidita da tutto questo gioco.. ma anche terribilmente emozionata.

Altro sms “ apri le gambe, divaricale, e senza che altri abbiano ad accorgersi raccogli l’oliva con due dita, scostando lo slip ed assaggiala. Voglio tu lo faccia subito.”



Non capiva più niente.. ma al tempo stesso non sapeva far altro che eseguire ciò che le veniva richiesto. Si sporse in avanti sulla poltrona, aprì le gambe e quando fu vicinissima al tavolo.. infilò una mano sotto la gonna.. e con le dita scosto impercettibilmente le mutandine. Facilmente prese l’oggetto della ricerca e lo portò alla bocca.. abbassando gli occhi… istintivamente.

Il suo sapore le invase i sensi. Sapeva di buono. Leggermente acido e salato. Inviò un messaggio dicendo di aver eseguito. La sua tensione ed il suo smarrimento la indussero anche ad osare qualcosa in +. Invia un primo messaggio affermando di aver eseguito. Ed un secondo, “Posso azzardare una domanda? dove si trova adesso? Non riesco a vederla”

La risposta arrivò immediata. Senza però soddisfarla. “com’era l’oliva? Che sapore aveva? Hai voglia adesso? Sei eccitata? Descrivimelo”

Continuava a guardarsi intorno con aria stralunata. Immaginava di veder apparire la figura da un momento all’altro… Rispose quasi automaticamente alla domanda.

Le era piaciuto il suo sapore. Ed era molto eccitata. Come mai lo era stata prima d’ora… ammise di aver voglia delle sue mani. Avrebbe voluto chinare lo sguardo e con esso leccare le dita della mano destra, abbassando la testa…



Il flash arriva senza poterlo immaginare… il solito sms secco… rapido , inatteso.

“BRAVA, COMPLIMENTI SEI QUASI PERFETTA. NON MI VEDRAI OGGI PERCHÉ SONO A 200 KM DI DISTANZA…. MA AVRAI PRESTO LE MIE DITA IN BOCCA. INSIEME AD UN ALTRO REGALO CHE HO ACQUISTATO PER TE”



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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Dedizionetotale Invia un messaggio
Postato in data: 25/08/2006 10:20:19
Giudizio personale:
...elegante.

bravo!

Autore: COPPIA DOMINA Invia un messaggio
Postato in data: 24/08/2006 14:21:31
Giudizio personale:
ottimo

Autore: Globalperson Invia un messaggio
Postato in data: 24/08/2006 11:43:11
Giudizio personale:
bel racconto...mi piacerebbe poter fare anche io simili giochini con te.... sapere che saresti al mio servizio... anche se forse la distanza tra noi sarebbe sicuramente maggiore....

Autore: Duecuriosi Invia un messaggio
Postato in data: 23/08/2006 21:32:59
Giudizio personale:
bello e molto sexy

Autore: Deameo Invia un messaggio
Postato in data: 23/08/2006 14:17:26
Giudizio personale:
ben scritto. la crescente tensione è elaborata con il giusto ritmo. Non sono un appassionato del genere ma questo racconto l\'ho trovato piacevole ed interessante. Complimenti, sono curioso di leggere il seguito, spero presto. Ciao Ame.


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