i racconti erotici di desiderya |
Elisabetta e antonio 50 enne di lecce |
Appena uscita dal lavoro alle sette di sera, sono andata a prendere l’autobus e mi sono recata al solito posto, con le mani che tremavano, con la paura di essere riconosciuta.
Lo sapevo benissimo che mio marito era a casa tranquillo pensando che io fossi a una cena di lavoro con i colleghi. Antonio 50 enne di LECCE mi ha aspettata, non ha detto nulla della mia mezz’ora di ritardo. E’ stato dolcissimo, mi ha accolto con un sorriso e un bacio sulle labbra. Mi ha detto che da qualche tempo sto diventando la sua ossessione. Io sono lusingata e preoccupata allo stesso tempo. Sono salita sulla sua station wagon e siamo andati a casa sua, dove non ero mai stata, visto che sua moglie è fuori per qualche giorno. Sono entrata: una casa indipendente, piccola, con un giardino. La cucina, il salotto, la stanza del bambino e la loro camera da letto. Non c’erano le foto di loro due insieme, probabilmente lui le ha fatte sparire, sa quanto mi avrebbe fatto male. Ha acceso le candele, spegnendo poi la luce, e mi ha offerto un bicchiere di vino bianco. Abbiamo brindato. Io lo osservavo, immaginando di essere la sua donna ufficiale e che quella camicia pulita che aveva addosso gliel’avevo stirata io, e non la mia “rivale”. Ho chinato il capo, triste. Lui se n’è accorto e mi ha chiesto cosa avessi. Niente, risposi io. Nei suoi occhi vedevo la stessa tristezza. Senza dire una parola mi ha baciato, dolcemente, sulle guance, poi sugli occhi, poi sulle labbra. Un bacio, poi un altro, tenero. Le nostre mani unite, le dita intrecciate, dietro la mia schiena, mentre mi abbracciava. Si è accorto quasi subito che non avevo messo la biancheria intima sotto e ha cominciato a toccarmi sotto al mio bel vestitino di lana attillato. Mi ha steso sul suo bel tappeto orientale, aveva voglia di me, subito, e ci siamo ritrovati avvinghiati, a rotolarci... La sua lingua scivolava su tutto il mio corpo mentre mi spogliava, sulla mia pelle morbida e profumata. Un piacere inebriante... Mi ha leccato ovunque fino ad arrivare alla mia vagina, che si era bagnata e inumidita solo a sentire la sua voce. Ho aperto gli occhi e ho visto la sua testa che affondava tra le mie cosce... Ho avuto un brivido quando la sua lingua ha cominciato a sondarmi, a frugarmi. In quel momento il piacere mi annullava totalmente. Amava pascolare nella mia fica, in tutte le stagioni. Gli piaceva pelosa, come amavo portarla io. Mi faceva sentire più disinibita. A volte era lui che mi accarezzava i folti peli e finiva sempre che scopavamo come ricci. E’ tornato sopra di me e mi ha baciato ancora, tutto impregnato dei miei umori, della mia fica... Non sopportavo che fosse ancora vestito. Volevo perdermi con lui, volevo la sua pelle, la sua carne. L’ho fatto girare e sono salita sopra di lui, nuda, bella... Anche io l'ho spogliato e gli ho stretto forte il suo pene. Un’asta di carne ben dritta con le vene che pulsavano. Gli ho posato un bacio sul glande, una veloce leccata e lui non resisteva più... Mi ha intimato di alzarmi e di appoggiarmi al tavolino. Io non ho detto nulla, ho obbedito prontamente e mi sono lasciata trasportare da quella sua passione animalesca che desideravo da giorni. Mi ha preso da dietro e ha iniziato a scoparmi con forza... Mi ha afferrato i seni e mi ha pizzicato forte i capezzoli così da rendermeli gonfi e doloranti. Io sono la sua puttana, Antonio può farmi tutto e può dirmi tutto. Questa volta vuole scoparmi anche il secondo canale... Mi lubrifica il buchino con la saliva, lo toglie dalla fica, e me lo mette nell’ano, solo la punta, per non farmi male... Lo sa che è stato il primo e l’unico a cui l’ho dato, e lo vuole sempre, forse perché sente che così gli appartengo di più. Mentre mi fotte il culo mi chiede se mi piace e non dimentica la mia fica... Mi titilla il clitoride con un dito e aumenta le spinte, ormai è tutto dentro e tutti e due ansimiamo e gemiamo... Sento che lui è venuto, lo sento che pulsa nel culo. Lui lo toglie, dopo essersi scaricato, e me lo rimette nella fica, ancora sporco di sperma ma duro. Vuole farmi venire... E inizia a spingere, a spingere... Non so più dove finisce il suo corpo e dove comincia il suo. Vengo, l’orgasmo mi scuote tutta. Godere è sempre come rinascere. Perdo la concezione del tempo, dello spazio, mi scordo di tutto e di tutti. Ancora nudi siamo rimasti sul tappeto, abbracciati, a parlare di quello che è appena accaduto e delle nostre sensazioni, evitando di parlare del domani. Ci siamo rivestiti, senza lavarci... Io mi laverò a casa, prima di vedere mio marito, sentirebbe subito il forte odore di maschio che ho addosso. Mi accompagna fino al capolinea dell’autobus. Sono già le nove e mezza, non gli piace che vado da sola, ha paura per me, ma purtroppo non abbiamo scelta. Viviamo in una piccola cittadina come Lecce, non certo in una grande città. L’autobus non passa e lui mi bacia ancora, ancora, approfitta di ogni secondo che abbiamo. Non c’è nessuno nello spazio di cento metri, solo qualche extracomunitario. Mi ha abbassato il vestito fino a scoprirmi il seno e mi ha succhiato forte un capezzolo. Ecco la voglia che subito tornava. Il desiderio più forte della paura di essere scoperti, di dover dare spiegazioni a mio marito del mio ritardo... Mi ha sfilato gli slip da sotto la gonna e poi si è slacciato i pantaloni, tirandosi fuori il cazzo. E’ salito sopra di me e ha cominciato di nuovo a scoparmi, senza troppi preamboli, il tempo era poco. Ma poi il rumore dell’autobus che arrivava mi ha fatto risvegliare. Ci siamo ricomposti e sono uscita di corsa, senza neanche baciarlo. Lui mi ha salutato, mi ha chiamata “amore”. Per tutto il tragitto ho guardato fuori dal finestrino, ho quasi pianto. Perché sono sposata? Perché lui è sposato? Perché sono egoista e non voglio pensare al futuro, non voglio capire cos’è quello che ci sta prendendo? L’autobus si è fermato e sono scesa, il mio sesso quasi dolorante dal piacere. Una doccia veloce, non appena entrata a casa, e prima di andare a dormire mi sono scopata mio marito. Il suo cazzo mi serviva per pensare a Antonio, per continuare quello che non eravamo riusciti a finire. Gliel’ho tirato fuori dal pigiama e gli sono montata sopra, cavalcandolo. Mi sono addormentata soddisfatta, dopo che sono venuta. Questa storia dove ci porterà? |
I vostri commenti su questo racconto | ||
Autore: | Mareionio | Invia un messaggio |
Postato in data: | 12/10/2009 19:11:54 | |
Giudizio personale: |
Non porterà da nessuna parte, vivi questa storia con amore e impeto, forse non succederà mai più, e facci sentire e leggere ancora qualche altra storia, ti ringrazio se me la invii sulla mia posta. grazie per quello che fai per noi e per TE. bellissima. P.S. hai fatto venire anche a noi quelcosino duro |
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