i racconti erotici di desiderya |
Elena & fabio - parte 2^ |
Giunse a casa e trovò Ramona intenta a chiudere le valigie. L’indomani sarebbero partiti tutti e quattro per la Sardegna. Alzata alle sei del mattino, in auto fino a Livorno e poi sul traghetto che sarebbe partito alle 10,00 alla volta di Olbia. Ebbe solo il tempo di inviare una mail per ribadire il suo apprezzamento ad Elena per il caldo incontro pomeridiano e quasi gemendo al pensiero di oltre una settimana senza vedersi e di leggere la risposta, dello stesso tono, della sua amante tutta presa ai fornelli e nel contempo con un occhio al suo notebook con la scusa di cercare una nuova ricetta.
Fabio portò poi le valigie già pronte davanti alla porta di casa in modo che non intralciassero il passaggio nell’appartamento ed in modo di averle già a portata di mano la mattina seguente. Ogni suo gesto veniva compiuto quasi meccanicamente, sulla scorta dell’esperienza accumulata in 15 anni di matrimonio, ma la sua testa, i suoi pensieri erano solo per l’incontro di quel pomeriggio. Era un film di cui si stava gustando ogni minimo dettaglio e che si era rivisto già decine di volte. Fosse stato su una VHS, la videocassetta sarebbe ora già consumata dallo scorrere avanti e indietro di continuo. Cosa gli era piaciuto di più? Tutto! Sarebbe stato difficile scegliere qualcosa a discapito di altri aspetti. Lo sguardo ed il sorriso di Elena, oggi ancor più ammaliatrice del solito. La tenerezza e la passione profusa dalla donna; il suo lasciarsi andare completamente al piacere carnale puro, accompagnato dalla voglia di trasgredire prima di tutto con il cervello. Finalmente una donna, LA DONNA che aveva sempre sognato. Impeccabile in pubblico e trasgressiva, molto trasgressiva nell’intimità. Adesso l’importante era non farsi scoprire. Infatti, come più un ladro ruba, più è possibile che sia scoperto, così pure per loro, ladri d’amore sarebbero aumentati i rischi. Ma ora non voleva pensarci. Godersi gli splendidi momenti passati in quella giornata e il cui ricordo lo avrebbe accompagnato nelle vacanze a San Teodoro e non solo…. Elena trovò la mail sua mail il giorno dopo l’incontro. Leggeva il sommo piacere di Luca per il pomeriggio passato insieme. Elena rispose: ”Mio caro, grazie a te, ieri mi sono finalmente sentita DONNA, una donna che sa dare piacere al proprio uomo e che sa riceverlo e dimostrarlo in ogni istante. Ti penso continuamente; ripenso ad ogni carezza, ogni bacio, ogni sensazione provata con te e sono felice. Sì, felice! Ora però sento già la tua mancanza e ogni giorno che passerà, la nostalgia di te aumenterà a dismisura. Chissà quando potrai leggere questa mail… Ti lascio tanti baci quanti sono i minuti che ci separano dal nostro prossimo incontro. Tua, Elena”. Con un sospiro, chiuse il pc e si buttò sul letto, ripercorrendo, ancora una volta, il pomeriggio di ieri. Intanto Fabio e la sua famiglia erano arrivati a destinazione e, dopo cena, fecero tutti insieme una passeggiata sul lungomare. Ma la testa di Fabio non era affatto lì, ad assaporare il profumo del mare, a sentire il vento tra i capelli. No, lui era con Elena, tra le braccia di Elena, con il viso nella curva del suo collo… Le era entrata dentro come un virus e come un virus stava dilagando a macchia d’olio in ogni sua cellula. Decise che l’indomani avrebbe trovato un internet point e avrebbe scritto alla sua nuova, inaspettata, splendida e pericolosa malattia: la sua Elena. Elena si alzò al mattino e come ogni giorno, la prima cosa che le balzava alla mente era Fabio. “Ma come è possibile che io mi sia innamorata così, che mi sia fatta rapire in questo modo? Eh, i misteri dell’amore…”, pensava tra sé e sé. Anche durante la mattinata la situazione non era migliore; ogni tanto apriva la posta nel notebook e rileggeva le mail scritte dal suo amante, ma la sua sete di lui non si placava. Scrisse a Fabio un’altra mail, con scritto solamente “Mi manchi…” Mentre stava per chiudere,ecco arrivare una mail. Sapeva che era il suo, sicuramente il suo Fabio perché solo lui aveva accesso a quell’indirizzo . Aprì la mail. ”Vieni in chat?” Yyyyyuppyyyyy!!!! Balzò dalla sedia dall’emozione, si sentiva una bambina alla quale avevano regalato la miglior bambola. Entrò in chat e lo trovò lì. “Ciao, come stai? Tutto bene?” “Si, bene. Tu?” “Sai, mi manchi così tanto…” Per fortuna era dietro allo schermo del computer perché, se avesse pronunciato quelle parole ora, le si sarebbero spezzate in gola dalla gran malinconia che provava in quell’istante. Fabio cercò di sdrammatizzare il momento facendo qualche battuta. Sapeva bene quello che provava Elena perché, in quel momento, stava percependo la stessa sensazione. “Dai,ancora pochi giorni e sarò da te .Teniamo duro” ,concluse Fabio. Ma Elena lo incuriosì moltissimo perché finì con scrivere:”Ti farò una bella sorpresa, quando ci rivedremo…”. E così terminarono quei lunghissimi giorni di astinenza forzata. Sempre tramite mail:”Sei tornato? Si? Ci vediamo? Quando? Dove?” Elena era impaziente e Fabio pure, anche se non lo dava a vedere. “Troverò un luogo adatto per la tua sorpresa, che sinceramente, non ho la più pallida idea di che cosa si tratti”. In effetti qualche idea ce l’aveva e anche piuttosto piccante, ma lungi da lui fare previsioni che poi magari non si sarebbero realizzate. Meglio aspettare e pregustarsi la sorpresa. “Ci vediamo domani pomeriggio, in quel viale in fondo al paese, che porta al vigneto. Ancora non vendemmiano e quell’uva è così dolce!” Elena non stava più nella pelle. Saltava da un lato all’altro della stanza come una cavalletta. Non riusciva a stare ferma! “Domani!Domani lo rivedrò, finalmente!” I bimbi avevano il doposcuola l’indomani e li sarebbe andati a prendere la nonna. Elena aveva un paio di ore tutte per lei…e per Fabio. Venne l’ora di prepararsi. Dopo una doccia rinfrescante, si sedette sullo sgabello in bagno, si tolse l’accappatoio e prese la crema al burro di mandorle dolci. Cominciò a stendere la crema sulle gambe, risalendo con movimenti lenti e profondi, sulle cosce e sui glutei. Risalì sull’addome, sui seni e sentì un fremito, al pensiero di Fabio, di come sapeva baciarli, con una dolcezza incredibile. Una passata sulle braccia ed era pronta per vestirsi. Fabio nel mentre sbrigava in fretta le ultime incombenze in ufficio, lasciava detto che si sarebbe assentato per il resto del pomeriggio e si avviò al parcheggio, elettrizzato dall’emozione di rivedere Elena. “Chissà come mi vedrà Elena? Sono abbronzato, mi sento in forma, energico e pieno di vita”. Elena si vestì e partì a sua volta. Parcheggiò lungo quel vialetto isolato sulla collina, proprio dietro l’auto di Fabio. Ma lui non c’era. Lei scese dall’auto, chiuse la portiera, guardò a destra, poi a sinistra, ma niente. “Fabio?”, chiamò a bassa voce. Lui uscì da dietro un filare di viti. Aveva il sole dietro che gli faceva da cornice. Era abbronzato, bello dritto, sicuro del fatto suo ed Elena si sentì irresistibilmente attratta dall’uomo che le stava davanti. Dal canto suo, Fabio vide Elena baciata dai raggi del sole. Aveva una gonna bianca, una camicetta a quadretti (adatta alla campagna, si disse) e due zoccoletti un po’ alti per il terreno sterrato. “La reggerò io”, pensò Fabio con un sorriso. Elena si buttò letteralmente tra le braccia di Fabio e lui la cinse dolcemente,la guardò negli occhi, poi sulle labbra e le diede un caldo,dolce bacio. “Bentornato, Fabio”, esordì lei,dopo essersi staccata da lui. “Vieni”, disse Fabio ”facciamo una passeggiata. E’ bello qui,vero? C’è calma, silenzio, la vigna comincia a prendere i colori rossastri, ma ha ancora i grappoli d’uva”. Elena si sentiva in perfetta sintonia con quell’uomo. Era con lui, per mano e ascoltava le sue parole, parole che le davano sicurezza, tranquillità e gioia. Attraversarono tre filari e tra due di essi, Fabio aveva steso un trapuntino verde. “Sediamoci qui e gustiamoci il sole che è basso nel cielo, la reciproca compagnia e, perché no, qualche acino d’uva”. Lui si mise seduto e disse ad Elena di appoggiare il capo sulle sue gambe,sdraiandosi di lato. Fabio accarezzò i capelli di Elena, guardandola e lei fece per dire qualcosa, ma lui la zittì con un piccolo gesto. Fabio prese un piccolo grappolo d’uva, lo deterse con un fazzoletto pulito, stacco l’acino più maturo e lo portò all’altezza della bocca di Elena. Appoggiò l’acino sulle labbra di Elena e lo fece scorrere su quella bocca morbida, di seta. Avrebbe voluto essere quell’acino, in quell’istante. Elena socchiuse appena le labbra,prese l’acino in bocca e lo morse. Elena gustò l’uva con un “mmh, com’è dolce.” Fabio ne staccò un secondo e glielo mise fra i denti. Non aspettò che rompesse l’acino, ma alzò con una mano il viso di lei,appoggiò le sue labbra su quelle di lei e le prese delicatamente l’acino d’uva dalla bocca. “E’ mio!”, disse scherzosamente Fabio. Il gioco della seduzione era iniziato… Da quell’istante, come ogni volta che davano inizio alle schermaglie amorose, la temperatura iniziò per loro ad aumentare. Entrambi provavano la sensazione duplice di volere fortissimamente ciò che stavano per fare ed allo stesso modo di essere in balia di qualcosa che aveva preso il sopravvento sulla loro volontà. Fabio prese la mano sinistra di Elena e si portò la punta di quelle dita alle sue labbra iniziando poi a leccarne i polpastrelli e a ricoprirli di minuscoli baci. Elena, attratta da quel gioco, introdusse poi nella bocca di lui il proprio indice, quasi completamente e Fabio apprezzando la collaborazione della sua donna iniziò a succhiarlo avidamente mentre con la mano destra iniziava ad accarezzare il corpo sinuoso e vellutato di lei Apprezzò al tatto le splendide gambe, coperte da una gonna sopra al ginocchio e dotata di un ampio spacco che godette dei suoi favori facilitandogli l’opera di risalita verso zone più calde. Il suo incedere era lento, ma man mano che si avvicinava alla zona segreta di Elena, sulla bocca di lei si disegnava un sorriso sempre più ampio il cui significato Fabio non tardò a comprendere. Ecco la graditissima sorpresa che gli aveva preannunciato! Era a pube nudo , senza né slip, né perizoma. Eccitato ancora di più da quella sorpresa affondò la sua bocca in quella di lei e le due lingue iniziarono un ballo sfrenato incoraggiate dalla mano destra maschile che stimolava con voglia le grandi labbra di lei già desiderose di ben altro. Per Fabio, sentire la sua compagna già così bagnata, era l’inizio di una vorticosa e sempre più veloce corsa verso il culmine del piacere. Questa “manifesta” situazione produceva nella sua mente un godimento difficilmente spiegabile, forse dovuto al suo ego maschile. I loro corpi, avvinghiati iniziarono a rotolarsi sul plaid prima e sull’erba poi; lui iniziò a sbottonarle la bella camicetta a quadri che prima aveva così tanto apprezzato, ma che ora costituiva solo un ostacolo a godere della splendida visione del corpo di lei nudo. Arrivato al reggiseno, ne abbassò le spalline in modo da liberare in fretta i seni di Elena e buttarcisi con foga e dolcezza insieme, leccandone e succhiandone i bei capezzoli e godendo della pelle vellutata e profumata di lei. Intanto Elena, godeva della foga del suo uomo e soprattutto conscia dell’effetto da lei scatenato su Fabio. Sapeva di essere irresistibile quando voleva, e con lui voleva…. E siccome a Fabio non piaceva una compagna sessualmente passiva, ma anzi la voleva piena di iniziativa, oltre che di ..sorprese come quella odierna, con una rapida mossa gli andò sopra e dopo avergli slacciato la cintura dei pantaloni ed abbassata la zip fece emergere alla luce, ciò che fino a un minuto prima era solo un grosso rigonfiamento. Il membro di lui scattò sull’attenti di fronte a cotanta bellezza e lei, dopo un breve sguardo di ammirazione, lo prese in mano iniziando ad accarezzarlo. Fabio socchiuse gli occhi lasciandosi andare a gemiti di piacere provocati dal lento su e giù della mano della sua compagna che poi accostò la bocca a quell’asta e con sapiente fare acuì il piacere di lui. I gemiti di Fabio aumentarono di intensità ed i complimenti sulla bravura di lei uscivano dalla sua bocca, misti ad apprezzamenti sul corpo conturbante della sua femmina. Poi quando lei era in piena fellatio, lui la trasse a sé e la baciò in bocca con avidità e ciò gli diede la sensazione della massima complicità, poi le disse con tono quasi imperativo :” Girati!” e la guidò a mettersi a pancia sotto con il capo sul suo membro in modo da godere della splendida visione di lei e afferrandone i glutei diede inizio a un piacevolissimo “69”. Elena dopo non molto raggiunse l’orgasmo facendone partecipe Fabio così immerso nel suo sesso. Apena diminuiti i tremiti del piacere, lei gli si mise sopra a smorzacandela voltandogli le spalle, affinché godesse di quella che lui considerava una “splendida visione” ovvero le sue natiche sode e conturbanti che riscuotevano nutriti consensi maschili quando passeggiava in città, anche se vestitissima. Fabio iniziò ad eccitarsi sempre di più , ma non perse l’occasione, data dalla posizione, di stimolare manualmente il clitoride di lei che soggetta alla duplice stimolazione raggiunse l’orgasmo appena un attimo prima che lui le facesse sentire all’interno il piacevole tepore della raggiunta estasi maschile. Si lasciarono andare sdraiati sul plaid, l’uno accanto all’altra tenendosi per mano e guardandosi con un sorriso tenero e felice e pronunciando all’unisono un “Ti amo” dolce e ben più posato del loro concitato dialogo durante gli attimi frenetici che avevano preceduto l’orgasmo. Dopo cinque minuti di coccole, Fabio, coprendola con la sua metà del plaid le disse : “Non ti vestire, rimani così. Faccio una corsa in macchina e torno subito; tanto non c’è nessuno” Elena fece per protestare, ma incuriosita da questo fare circospetto, decise di adeguarsi al volere del suo uomo. Mentre lui si allontanava di corsa, con indosso solo gli slip, lei pensava allo strano effetto che le faceva pensare alle parole “Il mio uomo” Trovava questa definizione dolce ed allo stesso tempo decisa. Le piaceva però, così come le piaceva essere la sua donna… Fabio tornò in un baleno dall’auto e prima di superare l’ultimo filare di vigna che lo avrebbe portato alla vista di Elena le chiese di chiudere gli occhi. “Perché?” Chiese lei incuriosita. Cosa stava per combinare si domandò desiderosa di scoprire il fine ultimo di lui., ma senza voler guastare il gioco. Fabio le si avvicinò, chiedendole di rimanere immobile e ad occhi chiusi, poi le scostò il plaid, scoprendola nuda e impugnando una Nikon digitale fece susseguire una serie di scatti immortalandola sdraiata. Elena sentendo il rumore della macchina fotografica aprì subito gli occhi e chiese subito quali fossero le sue intenzioni. “Semplicemente godere di te, della tua visione, anche quando non stiamo assieme; mi fai impazzire vestita, ma anche nuda e voglio conservare un ricordo tangibile di questo pomeriggio. Dai, mettiti in posa, te ne faccio alcune così ed altre un poco più vestita. Lo trovo un bel gioco. “ Elena rimase assorta per cinque secondi, poi decise fra sé e sé che poteva andare e che era sicura che non sarebbe stato fatto un uso diverso di quel materiale che poteva senz’altro definirsi scottante. Assunse qualche posa scherzosa e altre erotiche, ma lamentandosi che se lo avesse saputo avrebbe indossato il non plus ultra della sua lingerie. Gli fece poi promettere di non salvarle sul pc di lavoro e Fabio le assicurò che le avrebbe ..salvate sotto terra, ovvero nell’ADSL dal momento che sarebbero finite nella sua casella di posta elettronica, la valigetta di Yahoo a cui solo lui poteva accedere collegandosi con il suo login di cui era l’unico ad esserne a conoscenza. Si guardarono le foto assieme sulla digitale ed Elena pretese però di poter avere anche lei una foto del suo “migliore amico” come ella lo definì : il membro di Fabio posto sull’attenti dinanzi alle grazie di lei. Fabio volle accontentarla compiacendosi di questo gradimento insperato e spogliatosi gli venne naturale, dinanzi a lei avere l’erezione desiderata per la foto. Si rivestirono poi in fretta essendo ormai passate le due ore a loro disposizione. Si avviarono verso le auto e prima di salirvi si abbracciarono e si baciarono appassionatamente; fissandosi negli occhi si promisero di rivedersi appena fosse stato possibile. Appena tornato a casa Fabio si cambiò d’abito e si mise a leggere il giornale mentre sua moglie, accortasi di nulla trovandolo come sempre, si dava da fare in cucina per preparare una zuppa di verdure che, data la temperatura Fabio trangugiò a fatica. Trascorse poi la notte svegliandosi spesso e pensando con gioia agli attimi trascorsi ed alla dea che gli era capitato d’incontrare. “Fossimo nell’antica Grecia – pensò – potrebbe essere la dea dell’erotismo. E rivisse nella sua mente tutti i piacevoli istanti del pomeriggio, acuendo così in sé la voglia di rivedere Elena al più presto. Elena invece tornata a casa dovette assolvere a tutte le incombenze di una donna moderna, ma era felice e a cuor leggero e ciò evidentemente attrasse ancor più del solito suo marito che iniziò a farle comprendere che a letto ci sarebbe potuto essere del movimento sotto le lenzuola. Lei fece finta di non capire sulle prime, ma poi , più che altr per paura di insospettire il marito, gli strizzò l’occhiolino in cenno d’intesa, rassegnandosi interiormente a prestare il suo corpo al marito. La mente, quella sarebbe stata rivolta a Fabio! |