i racconti erotici di desiderya |
Dronero |
Questa è una storia quantomeno singolare, se non altro per la soluzione nella quale la sorte ci ha fatto imbattere per la sua… gloriosa conclusione. Ma andiamo con ordine.
Dopo un anno di lavoro, di vita caotica in città, di giornate vissute incalzate dal diabolico e beffardo vorticare delle lancette dell’orologio, eravamo –io e mia moglie- in drammatica astinenza di ferie. Poi finalmente, il giorno di ferragosto, siamo partiti con la nostra auto, i nostri due gatti, la nostra attrezzatura da campeggio e lo stress accumulato in un anno (duro come al solito) ed abbiamo raggiunto una certa –semisconosciuta- località sulle montagne del cuneese che frequento da una trentina d’anni. Dopo qualche giorno -riposati, ritemprati, riossigenati e tranquilli- abbiamo deciso di contattare una coppia che aveva risposto ad una nostra inserzione, che dichiarava un’età di 44 anni, bella presenza, di essere bisex entrambi e che abitava ad una cinquantina di chilometri da dove eravamo in vacanza. Così abbiamo contattato Paolo al numero di cellulare che ci aveva indicato e, dopo i normali convenevoli, avendolo giudicato –dalla voce e dal modo di parlare- una persona che valesse la pena di conoscere, gli abbiamo proposto di incontrarci. Ci ha, lì per lì, stupito declinando l’invito, ma poi ha chiarito che sua moglie era via e non gli sembrava corretto incontrarci da solo. Apprezzando molto questo atteggiamento, lo abbiamo invitato a chiamarci quando Olga fosse tornata. Dopo qualche giorno, infine, lo abbiamo risentito e ci siamo accordati affinché ci raggiungessero ove eravamo accampati. Il giorno dopo, verso le quattro, sono arrivati; la presenza e l’età dimostrata si attagliavano a quanto dichiarato: Paolo era sul metro e settantacinque, massiccio senza essere grasso, con un’incipiente calvizie mimetizzata da un taglio a zero dei capelli, mentre Olga –alta poco meno del marito- era una snella ed elegante signora, bionda e con una frangetta sbarazzina. Suggeriva –potenza degli stereotipi che ci creiamo!- l’idea di una francesina, idea che, nel corso della conversazione, è stata confermata, essendo lei figlia di una francese e di un torinese. Abbiamo conversato amabilmente per circa tre ore e Cinzia si è dimostrata ottima padrona di casa –nonostante fossimo in campeggio- offrendo loro caffè ed un dolce che aveva espressamente confezionato. Ritengo molto utile, per conoscere meglio le persone con le quali si ha intenzione di giocare, la conversazione ad ampio spettro, parlare cioè di tutto: viaggi, lavoro, letture, hobbies e cosi via, senza ridursi solo alle caratteristiche ed ai gusti sessuali; il conversare, in effetti, ci aveva fatto notare la loro intelligenza, cultura e compatibilità mentale con noi. Alla fine ci siamo accordati per ritrovarci nella cittadina di fondovalle, lì a due giorni, per andare a cena assieme. Con una puntualità sempre graditissima, ci siamo rivisti ed abbiamo convenuto di lasciare la nostra vettura, per raggiungere una gradevole trattoria di loro conoscenza -distante una decina di chilometri-, viaggiando sul loro mezzo. Durante l’ottima cena, ho fatto notare che eravamo molto vicini ad una località famosa per delle particolari formazioni geologiche e, siccome Cinzia non le aveva mai viste, Paolo ha proposto di andarle a visitare. Lasciato il locale, però, abbiamo riflettuto sul fatto che il luogo sarebbe stato buio ed ho, allora, fatto presente che in macchina avevo una potente torcia elettrica. Così siamo tornati alla mia auto e poi siamo andati a visitare questa attrattiva, distante una mezza dozzina di chilometri. Il luogo è all’interno di un parco pubblico, all’ingresso del quale un bar spandeva intorno luce e suoni di risate e conversazioni. Dopo una decina di minuti a piedi, abbiamo raggiunto il luogo e, mentre contemplavamo quest’at-trazione naturale alla luce della mia torcia, mi sono trovato dietro ad Olga. La situazione mi sembrava matura ed ho appoggiato il palmo aperto sulle sue natiche, appena velate dalla seta dell’abito. A questo contatto, lei ha spinto indietro i fianchi, per meglio colmare la mia mano ed io, facendo sfarfallare le dita, le ho fatto risalire il lembo del vestito sino a poter accarezzare il suo culetto nudo. In breve la mia mano le è scivolata nell’inforcatura ed ho cominciato a sfiorarle i peluzzi della micina, provocandole brividi di eccitazione, mentre la sua mano ansiosa litigava con i bottoni dei miei pantaloni e poteva, in breve, constatare la consistenza della mia eccitazione. Avendo spento la pila, potevo soltanto intuire che anche Paolo e Cinzia stavano… familiarizzando; soprattutto, avevo notato che lei si era inginocchiata davanti a lui ed, aiutato dai movimenti ritmici del capo di mia moglie, potevo facilmente immaginare cosa stavano combinando. Dopo pochi minuti, ansando, ci siamo fermati all’unisono ed abbiamo valutato l’opportunità di proseguire le nostre attività ludiche in quel luogo, allungandoci sull’erba stentata del posto; però, considerazioni sul rischio di essere sorpresi da altri visitatori notturni e sul fatto che avevo un telo adatto, ma in macchina (a qualche chilometro da lì), ci hanno consigliato di ricomporci, passare a prendere il telo e cercarci un altro posto adatto per proseguire la serata. Essendo una tiepida serata di agosto, pensavamo di trovarci un bel prato per poter giocare insieme e perciò abbiamo cominciato a percorrere una stradina che si avventurava, in morbidi tornanti, su per una collina. In uno di questi tornanti, abbiamo trovato il vialetto d’ingresso di una villetta, sbarrato però da un basso cancelletto sul quale era fissato il cartello obbligatorio per i cantieri edili. Senza neanche parlare, Paolo ha fermato davanti al cancello ed io sono sceso con la pila per esplorare il luogo. Aggirato il cancello –manovra facile, converrete, in assenza di recinzioni!- ho raggiunto la villetta distante una trentina di metri ed ho potuto notare l’assenza degli infissi: ergo, il luogo non era abitato! Così ci siamo avventurati, portando il mio famoso telo, all’interno dell’edificio; abbiamo notato che i lavori erano quasi terminati, ma una volta sistemati i sanitari nel bagno, tinteggiate le pareti e montati gli infissi, la villetta sarebbe stata pronta ad ospitare i suoi abitanti. Per ragioni di istintiva privacy, ho puntato con passo deciso al piano superiore e, di fronte al bagno, abbiamo trovato quella che sarebbe diventata la camera da letto. A questo punto, probabilmente, vi chiederete come abbiamo fatto a capirlo; elementare, Watson! Lo abbiamo capito dai due interruttori doppi a tre palmi dal pavimento, dai fili che sporgono dal muro ad un paio di metri di distanza e dalla presenza di due reti accostate corredate di materasso! Il luogo perfetto per il prosequio delle attività che avevamo iniziato prima! Non credevamo alla nostra fortuna! La stanza, pur essendo senza infissi, aveva il vano della portafinestra chiuso da un foglio di plastica trasparente e, una volta spenta la pila, nel vano vi era appena un vago barlume di luce. Abbiamo gettato il telo sui materassi e, dopo pochi istanti, i fruscii che sentivo intorno a me mi fecero capire che anche gli altri si stavano spogliando. Allungatomi sul letto, ho allungato una mano verso un corpo che intuivo vicino ed ho riconosciuto la gamba di Olga; facendola risalire verso il suo pube, ho cominciato a scarmigliarle lievemente i peluzzi e poi le mie dita le hanno sfiorato, accarezzato, strizzato dolcemente il clitoride mentre le leccavo sapientemente la gola ed il collo. Nel frattempo un’altra mano sconosciuta stava impegnando i miei capezzoli ed una lingua ignota, dopo avermi leccato i coglioni, mi lambiva teneramente il cazzo. Allungando la mano libera ho rapidamente trovato il membro di Paolo, che ho prontamente imboccato per pochi minuti; nel frattempo sentivo i miei compagni di giochi che si muovevano sul letto ed ho sentito i riccioli di Cinzia che mi sfioravano la mano impegnata col sesso di Olga, segno che la linguetta guizzante della mia dolce compagna si stava occupando della nostra amica. Un bollente sessantanove ha, poi, visto me e Paolo impegnatissimi, mentre venivamo entusiasticamente imitati dalle nostre splendide compagne. In breve, i nostri corpi hanno cominciato a guizzare sul telo, inseguendosi con passione. Ho affondato il membro nella fica bollente di Olga mentre immaginavo, dai gemiti di Cinzia, che anche Paolo fosse impegnato nella stessa occupazione. Giocare così, al buio, con persone quasi sconosciute (almeno dal punto di vista sessuale) era eccitantissimo: sentivo tutti i rumori, i gemiti, i sospiri e vedevo solo con gli occhi della mente ciò che stava succedendo. Un lieve gemito di Cinzia mi fece capire che Paolo aveva… cambiato bersaglio; appurai il fatto allungando la mano e trovando l’incandescente ed umida fichetta della mia compagna dilatata ma libera, intenta ad ospitare nel morbido culetto il rispettabile cazzo dell’amico. Siamo andati avanti per un pezzo così, sempre scambiandoci di posto, leccandoci, succhiandoci, penetrando con le dita, le lingue, i membri tutti gli orifizi disponibili. La fine –trionfale- dell’incontro ci trovò così sistemati: Paolo sdraiato sulla schiena, con Cinzia che teneva il suo uccello infisso nella fica mentre leccava la natura di Olga ed io che, dopo aver lungamente inculato la mia compagna, avevo sfilato il cazzo e glie lo avevo spinto in fica insieme a quello del nostro nuovo amico. Il sentire che uno di noi stava per arrivare alle vette di un orgasmo liberatorio, ci ha eccitato incredibilmente, tanto che siamo esplosi con stupenda sincronia. Siamo rimasti come tramortiti per un cinque minuti, mentre le nostre pulsazioni cardiache tornavano a parametri accettabili, e poi, senza lasciare tracce del nostro passaggio, abbiamo lasciato quella villetta che è, così, diventata anche un po’ nostra. Ogni tanto ci rivediamo, con Olga e Paolo ed il nostro affiatamento, nato nel buio di una tiepida notte d’agosto, è ovviamente stupendo. |
I vostri commenti su questo racconto | ||
Autore: | Carpe Diem | Invia un messaggio |
Postato in data: | 26/10/2006 16:46:21 | |
Giudizio personale: | Che meravigliosa storia,questa sera vi imiteremo(speriamo) Smaaaakkkkk | |
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