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Conflitto


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Quel lunedì si era svegliato assieme a lei, ma non sarebbe andato al lavoro come al solito. Quel giorno per lui era festa. Fecero colazione insieme persi nello sguardo l'una dell'altra come fossero due giovani fidanzatini al loro primo appuntamento. Si amavano alla follia ed ogni giorno quel magnifico sentimento riempiva i loro cuori scaldandoli sempre più.

Lei posò la tazza con quell'atteggiamento unico ed affascinante che contraddistingueva ogni suo qualsiasi movimento e salì in fretta le scale per prendere la borsa. Lui, ancora assonnato, temporeggiò un attimo, poi sistemò nel lavabo le tazze e la raggiunse sull'uscio, la baciò con tutta la tenerezza del mondo e la salutò.

Ormai quella sensazione di sonnolenza era passata, il freddo di quella gelida mattina d'inverno pungendogli i piedi scalzi mentre baciava la sua ragazza sulla porta lo aveva risvegliato.

Si preparò, si fece la barba ascoltando quei programmi che normalmente lo accompagnavano nel viaggio per andare al lavoro e si vestì. Non avrebbe fatto nulla quella mattina, niente in programma, solo riposo e relax. Non avrebbe risposto al telefono e non avrebbe aperto la porta a nessuno, quella mattina sarebbe stata la sua mattina.

Si sedette davanti al computer. Aveva intenzione di cercare qualche viaggio per un capodanno romantico e farle una sorpresa.

Vagliò con entusiasmo un po' di offerte per un'oretta, poi, complice un errore di digitazione, il motore di ricerca, gli presentò una lista di siti con annunci di ogni genere. L'occhio fu attratto da una scritta lampeggiante. Un link ad un sito di annunci per incontri erotici.

Si incuriosì e lo aprì.

Confermata la maggiore età si mise a frugare per pura curiosità tra i profili degli inserzionisti. Scettico pensava come potesse esserci così tanta gente in cerca di sesso e trasgressione. Fu il suo primo pensiero nel vedere le migliaia di inserzionisti con i profili e le richieste/offerte più impensabili. Medici, insegnati, operai, liberi professionisti, ragazzi e ragazze, mariti e mogli insoddisfatte, coppie, gay, lesbiche, bisessuali, travestiti, tutti in cerca di esperienze "nuove", tutti insospettabili. Inizialmente quasi inorridì pensando a quello che da chissà quanto tempo si nascondeva nei risvolti del web. “Tutti pervertiti!” fu la sua sentenza. Stava quasi per riprendere la sua ricerca per capodanno quando lo colpì un annuncio proveniente dal suo stesso paese. Lo aprì. La foto, fatta all’aperto, raffigurava una signora cinquantenne mostrare col viso nascosto tra i capelli i suoi grossi seni mentre con le mani teneva sollevata la gonna e spostate le mutandine. Lo colpì la moltitudine di pearcing che le defloravano le labbra. Si distingueva inoltre sullo sfondo una rete metallica. Lo sguadro si fece attento. Lo conosceva bene quel posto, quella rete. Era la stessa che spesso costeggiava la sera andando a correre tra i campi dietro casa. Era incredulo. Poi lesse l’annuncio. Era il marito che l’aveva messo e cercava sesso per la moglie insaziabile. Dentro di sé sogghignò, uscì dal sito e riprese la sua ricerca.

Tra le immagini delle Maldive e quelle di Parigi la mente tornava a quell’annuncio. Era curioso di capire a chi in quel paese di neanche mille anime potesse appartenere l’annuncio. La curiosità lo spinse a ritornare all’annuncio. Lo riaprì e lo studiò. Visionò tutte le foto, tutte all’aperto e fatte contro quella rete. Si capiva però essere state fatte in momenti diversi, per la luce, le ombre, a volte sembrava essere sera, a volte la mattina. E intanto con la mente pensava a tutte le volte che era passato da lì, ma non aveva mai incentrato nessuno. Voleva capire. Voleva scoprire chi fossero quelle persone, quella donna e quell’uomo che offriva sua moglie a superdotati. “Pervertiti!!”. A un tratto colpì la sua attenzione l’accendersi della scritta “online”. Quel qualcuno ora si trovava come lui davanti ad un computer, forse a cento metri o un chilometro o magari dall’altra parte della strada!Trattenne il fiato per un attimo, poi fece un respiro profondo. Voleva sapere, il perché non se lo spiegava neppure lui. Non se ne accorse neppure e già stava scrivendo un messaggio fingendo di voler organizzare un incontro. Lo inviò e aspettò convinto di una rapida risposta. Passavano i minuti e lui era lì, attento, aspettando il segnale della risposta. Aggiornò la pagina e con delusione notò che l’utente non figurava più online. Si rassegnò dopo una mezzora, staccò il computer e indossato il piumino che lei gli aveva regalato qualche settimana prima per il compleanno uscì per fare una camminata. Prese la via che portava a quella rete. Era la prima volta che passava da lì la mattina presto. Di solito a quell’ora era al lavoro. Passeggiava respirando a pieni polmoni. L’aria era così fresca, sembrava fosse lì per lui. Non c’era nessuno in giro, già, erano tutti al lavoro. Ma lui no! E questo lo faceva sorridere. Stava arrivando in prossimità della rete ma l’euforia di essere lì invece che al lavoro gli aveva già fatto dimenticare tutto il resto. Camminava tranquillo lungo la stradina sterrata. Poteva notare con la luce del giorno tutti quei particolari che la sera, un po’ per l’oscurità, un po’ per la corsa, non aveva mai avuto modo di carpire. Alla sua sinistra si ergeva l’argine del fiume, alla sua destra la rete proteggeva dal profondo fossato oltre il quale si estendevano i campi arati, alle sue spalle le case del paese e davanti l’ansa del fiume faceva sì che l’argine ripiegasse su se stesso facendo ostacolo alla vista. Nonostante l’aria tagliente la giornata era splendida. Non una nuvola. In quel momento la sua attenzione ai particolari gli fece individuare il punto esatto di quelle foto. Lo riconosceva dal disegno che la ruggine aveva impresso in quella rete metallica. Si fermò. Si guardò attorno. In quel momento un suono, un gemito sommesso interruppe la quiete. Proveniva dall’argine e concentrò lì la sua attenzione. Ma solo silenzio. Salì la ripida sponda. Dall’alto poteva vedere dall’altro lato del fiume dove grossi trattori aravano i campi. Si stava gustando il paesaggio quando udì di nuovo quel rumore, stavolta più nitido. Proveniva dal basso, da dietro le alte canne impenetrabili alla vista. Iniziò a scendere, raggiunse il terrazzamento e con cautela scostò le canne per crearsi un passaggio. Si trovò circondato dagli alti steli e di nuovo quel gemito. Stavolta era più vicino, forte e palesemente umano. Scostò l’ultima fila di canne e non riuscì subito ad interpretare la scena che si trovò davanti. Ci volle un istante interminabile per distinguere in quella figura un uomo di colore ed una donna. Lei, nuda dalla vita in giù, stava appoggiata su di una mano mentre lui inginocchiato le teneva con le grandi mani le natiche divaricate ed insinuava la sua lingua con avidità tra di esse. La donna incurvava la schiena portando il sedere verso l’alto e con una mano gli spingeva con forza la testa per permettere alla sua lingua di penetrarle l’ano il più possibile. Lo spettatore rimase senza parole, basito, incredulo, immobile. Il nero intanto estrasse dalla zip dei jeans il suo pene incredibilmente grosso e lungo mentre la donna, come se non potesse resistere, aveva nell’attesa infilato il suo dito medio nel suo orifizio ormai dilatato dal piacere. In quel momento il ragazzo riconobbe i pearcing della foto vista poco prima a casa. L’uomo le strappò via il dito e, dopo aver sputato quasi con disprezzo su di lei l’unico lubrificante che potessero avere, lo sostituì col suo membro. Lei, avida, lo accolse subito per intero gemendo dal piacere che la grossa base del pene le procurava dilatandole l’ano. Mentre accompagnava il movimento del bacino del suo dominatore lei si sollecitava il clitoride che caldo emergeva da quelle labbra che lasciavano scivolare giù per le cosce tutta la sua eccitazione. Passarono i minuti. Tra le canne lo shock dello spettacolo aveva letteralmente paralizzato il ragazzo che, stretto nel suo piumino, fu ad un tratto risvegliato dal grido rabbioso dell’uomo che aveva letteralmente inondato del suo godimento il retto della donna. In quel momento il ragazzo si accorse che la sensazione di disagio lo stava abbandonando. Il nero prese per i capelli la donna, la quale si lasciò costringere a leccargli il membro prima che lui si ricomponesse sbattendola a terra per andarsene senza proferir parola. Il ragazzo fece per ritornare sui suoi passi per risalire l’argine ma con l’ultimo sguardo scorse la donna mettersi supina ed iniziare a masturbarsi con le dita per raggiungere l’orgasmo al quale le mancava così poco. Mentre dall’ano grondava ancora di sperma la mano destra insisteva sul clitoride roteando su di esso mentre la mano sinistra, scostate le gradi labbra umide ed appesantite dai pearcing, sollecitava la vagina che man mano sentiva stringersi attorno al dito medio introdotto nel profondo. Il ragazzo sentì salire nei suoi pantaloni l’eccitazione che aveva fugato del tutto le sensazioni che inizialmente lo spingevano ad andarsene. Così, sbottonati i pantaloni, la sua mano iniziò a muoversi. La donna gemeva concentrata sul suo piacere come se fosse tra le lenzuola del letto di casa e presto si contorse raggiungendo l’ambito brivido che partendo dalla vagina pervase tutto il suo corpo facendolo passare dallo stato di tensione al rilassamento di ogni suo muscolo. Contemporaneamente il ragazzo raggiunse il suo venendo contro le canne. La donna si abbandonò sull’erba e il ragazzo, ricompostosi, riaccostò le canne, risalì finalmente l’argine e si diresse verso casa. Nel tragitto, a testa bassa, cercava una giustificazione per quel che aveva fatto. Cosa poteva averlo fatto restare a guardare? Come poteva essersi lasciato andare a quel gesto? Era un pervertito anche lui o forse dietro a tutti quegli annunci c’erano solo persone come lui? Nella sua mente il conflitto non trovò una risposta ma l’unica cosa che realizzò in cuor suo era la sensazione di averla tradita.



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I vostri commenti su questo racconto
Autore: DrakEva Invia un messaggio
Postato in data: 25/11/2007 21:04:55
Giudizio personale:
Complimenti.

Una bella narrazione, scorrevole, avvincente ed eccitante, senza scadere in volgarita\' gratuita.

proprio bravo

Drake


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