i racconti erotici di desiderya |
Con iaia al ristorante |
Quello che segue è un racconto scritto qualche anno fa. Era la seconda parte di un "trittico", del quale ho perso (stupidamente) la prima ("Svolta (nella mia vita sessuale") e la terza parte ("Sotto esame"). Si tratta di vicende di fantasia, ma che ho dedicato a quella fantastica Donna che (aveva soli 15 anni) mi ha sconvolto la vita sessuale: Iaia.
L'ambientazione è un po' "banale", ma spero che vi piaccia lo stile. Una buona lettura a voi. Che vi piaccia o no, sarei grato se lasciaste dei commenti: aiutano a "perfezionare" le ambizioni di chi punta a migliorarsi. Grazie. Dopo l'esperienza nel cottage del mio migliore amico, che ha realmente segnato tutta la mia vita sessuale in maniera inequivocabile, ci sono state tantissime occasioni particolari che hanno costellato la mia relazione con Iaia, rendendoci agli occhi di amici e semplici conoscenti come coppia aperta e "godibilissima". Voglio raccontarvi di quella volta che andammo a cena nel ristorante di un amico comune. Era gennaio e faceva freddo, anche in una cittadina di mare come la nostra. Forse non capitava spesso che nevicasse, ma posso assicurarvi che nelle giornate di tramontana il freddo ti tagliava la pelle come un rasoio e ti penetrava nelle ossa. In serate come quelle Iaia si copriva con dei dolcevita aderenti, che non lasciavano troppo all'immaginazione, disegnando con perfetta profilatura il suo seno. Pur non avendo gambe da pin-up, non abbandonava quasi mai la gonna, sotto la quale gli immancabili Camperos le davano quel tocco di "ragazzaccia" che amava ostentare. Non si truccava mai in maniera appariscente, anche perchè odiava dover essere schiava del trucco. Il freddo e quindi il contrasto con il calore del ristorante avevano comunque donato alle sue gote un rossore "naturale" che metteva in risalto il verde dei suoi occhi e la sensualità delle labbra carnose. Con la sua solita effervescenza, non appena accortasi della presenza, nel locale, di Luigi, il fratello del proprietario, Giovanni, mi abbandonò in mezzo alla sala con il suo piumino d'oca in mano e si precipitò ad abbracciare l'amico che non vedevamo da mesi. Luigi era iscritto all'università e passava molto tempo lontano dalla nostra città per ragioni di studio. Veniva di solito per le vacanze di Natale e di Pasqua, difficilmente in quelle estive, preso com'era dagli esami. Era nostro amico da anni. Uno di quegli amici "ereditato" dalla conoscenza con Iaia, in quanto loro si conoscevano da quando erano ragazzi, abitando le famiglie nel medesimo palazzo. Erano cresciuti assieme e so che qualche scintilla tra i due c'era stata, qualche anno prima. Cose da ragazzini, comunque. "Luigiiiiiiii!" fu il saluto di Iaia mentre correndo si gettava letteralmente tra le sue braccia. Gli stampò un bacio sulle labbra lasciando Luigi in leggero imbarazzo. "Noi ci salutiamo sempre così!" disse lei ridendo, quasi a volersi scusare, mentre io ero più divertito che indispettito. Abbracciai a mia volta l'amico, scambiando qualche chiacchiera prima di scoprire che anche lui doveva ancora mangiare. Era piuttosto tardi, dopo il cinema di prima serata, e non c'erano molti posti liberi nel locale, piccolo ma molto accogliente. Lo invitammo a sedersi con noi, anche se il tavolo che Giovanni ci aveva fatto preparare era piccolo e posizionato in un angolino del locale. Nonostante i suoi tentativi di declinare l'invito, Iaia lo prese sottobbraccio e strusciando le sue tette contro il suo braccio riuscì a vincere la sua resistenza. Dicevo che il tavolo era in un angolo del locale. Non era il massimo della comodità, a volerci stare in tre. Per evitare spostamenti di sedie e troppo traffico in mezzo alla gente che già mangiava, ci siamo limitati a spostare il tavolo più a ridosso dell'angolo, approfittando della cassapanca che occupava parte della parete e che poteva essere usata come sedia suppletiva. Lasciammo che Luigi raggiungesse la sedia contro l'altra parete, dove si sedette tentando sempre più timide proteste. Sulla cassapanca c'era Iaia ed io, di fronte a Luigi, avevo di spalle il resto del locale. Vicino al nostro tavolo c'era un altro piccolo tavolo con due coppie di anziani ed una tavolata di una decina di ragazzi e ragazze che programmavano una settimana bianca, ridendo e scherzando. "A proposito di settimana bianca! Ma lo sai che Luigi è uno sciatore provetto?" disse Iaia agganciandosi alla discussione dei chiassosi vicini di tavolo. Siamo stati insieme ad una settimana bianca, io lui e suo fratello Giovanni, qualche tempo fa. "Già!" commentò laconicamente Luigi, lievemente imbarazzato. Di fronte al mio sguardo interrogativo fu Iaia a spiegare il motivo di tale imbarazzo. "Fu quella volta che usciti dalla discoteca, con qualche grappa di troppo in corpo, ci ritrovammo tutti e tre in camera loro, a dormire nello stesso letto." ricordò ridendo ... "E che al risveglio ..." stava per continuare. "Ti prego!" disse Luigi seriamente intenzionato a lasciar cadere la cosa. "Ma dai!! Cosa vuoi che sia!!!" riprese lei. "Cosa successe al risveglio" domandai incuriosito io, mentre già l'idea di Iaia fra due fratelli mi faceva svegliare un pizzico di eccitazione: pregustavo già una situazione torbida, condita da scene di sesso sfrenato. "Quando mi sono svegliata mi sono ritrovata sdraiata sul fianco sinistro, con Giovanni di fronte a me, pancia sotto, profondamente addormentato e Luigi che mi teneva stretta a se, con una mano sul mio seno sinistro ed il suo corpo aderente al mio ... con una sensibile erezione che spingeva contro le mie chiappe. A differenza di Giovanni che era completamente vestito, io ero in slip e camicia, niente reggiseno e Luigi era in boxer e nient'altro. Aperti gli occhi impiegai qualche minuto a ricordare la genesi e a riassumere la situazione. Mi mossi con il culo all'indietro per accertarmi di quanto avevo sentito dietro di me e sentii il suo cazzo durissimo appoggiato lungo il solco delle mie chiappe. Lui era addormentato ..." iniziò a raccontarmi con la sua consueta dovizia di particolari. Vedevo la scena come se l'avessi di fronte a me, in quel momento. "Vorrei vedere chi, al contatto con il tuo corpo e palpandoti una tetta non avrebbe un erezione!!" commentò Luigi, un po' per giustificarsi ma più per trasformare la situazione in "neutra" per lui, partito in svantaggio per via del racconto imbarazzante. "E come è andata a finire?" chiesi non senza un tremito nella voce, che tradì al tempo stesso l'eccitazione di cui iniziavo ad essere preda e il timore che questa cosa si fosse esaurita così. D'altra parte Iaia non me ne aveva mai parlato, pertanto non doveva essere stata una situazione così scabrosa. "Niente!" rispose lei "Non appena mi mossi si svegliò sia Luigi che Giovanni. Luigi, forse inibito dalla presenza del fratello si è rivestito con una velocità da box Ferrari al pit-stop e siamo scesi tutti e tre a fare colazione!" Ridemmo per la battuta e per sciogliere un po' l'imbarazzo di Luigi. La tavolata ci aveva preceduto di pochi minuti nel locale, quindi c'era da attendere ed il ragazzo, addetto ai tavoli della parte di locale ove sedevamo, ci avvertì della cosa portandoci delle bruschette insieme ad un po' di verdure in pinzimonio e chiedendoci cosa volessimo bere. Chiedemmo una bottiglia di vino bianco, produzione di un contadino di nostra conoscenza che faceva il vino da se e ne imbottigliava diverse bottiglie per i suoi clienti più affezionati. Come il ragazzo si allontanò percepii che il gioco di Iaia stava per riprendere. "Vedo che ricordi bene quella settimana bianca" la stuzzicai io, sperando che lei riportasse il discorso sul binario a sfondo sessuale che aveva iniziato a stuzzicarmi. "Certo! Mi sono divertita tantissimo ed è stato l'anno che ho messo gli sci ai piedi per la prima volta" disse Iaia. "Fu proprio Luigi a darmi le prime lezioni. Credo che abbia iniziato a prendere gusto nell'abbracciarmi da dietro proprio sulle piste" aggiunse ridendo. "Beh, ma con la salopette di certo non avrai potuto constatare la sua reazione a quei contatti" dissi io provocatoriamente. "Ti sbagli!" rispose lei, mentre Luigi addentava un pezzo di bruschetta al pompodoro. "Un paio di volte ho finto di scivolare solo per potermi aggrappare a lui e verificare lo stato del suo attrezzo!" A momenti la bruschetta finì di traverso al povero Luigi. Non era al corrente di questa cosa, evidentemente e dopo aver recuperato tossendo le briciole di pane dal profondo della sua gola, chiese: "E che risultato hai ottenuto?" "In nessuna delle due occasioni ho potuto riscontrare la stessa erezione di quel mattino ..." rispose lei. "... era superlativa. Provavo mentalmente a misurare quella erezione. Era appoggiato alla mia schiena e percepivo distintamente attraverso la stoffa dei suoi boxer che il suo cazzo doveva avere una bella consistenza, anche in lunghezza" aggiunse cogliendo la palla al balzo. "Prima che si svegliasse sono anche riuscita a spostarmi leggermente in avanti e ad inserire tra le mie chiappe ed il suo cazzo la mia mano aperta. Ebbene, quando la punta del dito medio raggiunse il suo scroto, la punta del suo cazzo si appoggiava quasi a metà del mio avambraccio ... Ora io non ho una mano enorme, ma sono certa che si trattasse di un cazzo notevolissimo!" chiuse il suo intervento addentando la sua bruschetta e guardando nei miei occhi la reazione alla sua descrizione. Sorrise con malizia quando si accorse del mio sguardo che indugiava sulla sua mano e sul suo braccio scoperto parzialmente dalla manica del dolcevita, tirata su. "Però!" esclamai come compendio di racconto e misurazione. Luigi sorrideva in silenzio, consapevole vittima sacrificale di quel gioco. "Chissà se anche in questo momento gli hai provocato una di quelle erezioni!?" dissi come se non intendessi niente di più che porre una domanda. In realtà mi eccitava l'idea che anche Luigi fosse eccitato dal fare porco ed aperto di Iaia. Se avessi potuto, per soddisfare la mia curiosità sarei andato io stesso a verificare il suo sesso. "Inizia a fare molto caldo, qui!" disse, in tutta risposta Luigi. Sollevando il tovagliolo in movenza di ventaglio, spostò la tovaglia quel tanto che bastò per scoprire la parte alta delle sue gambe e la sua patta. Complice del gioco, vedendo me e Iaia fissargli il pacco in maniera interrogativa, abbassò la mano e si prese il cazzo attraverso la stoffa del pantalone, denunciando un'erezione mooooolto consistente. Iaia si sfregò le mani, passandosi in maniera porca la lingua sulle labbra. "Non so tu, Luigi, ma io accetterei volentieri una .... mano d'aiuto per calmare la mia eccitazione!" dissi ridendo ed ammiccando ad entrambi. Iaia si avvicinò al tavolo, facendo in modo da avvicinarsi alle nostre gambe, sotto di esso, e da appoggiare le sue tette ben tornite sul desco. "Ragazzi!" bisbigliò, facendo in modo che entrambi seguissimo il suo esempio, avvicinandoci a nostra volta al tavolo. "Posso avere un po' della vostra ... attenzione?" chiese allungando nel contempo la mano verso il mio cazzo. Lo accarezzò attraverso la stoffa, girandosi verso di me e pronunciando queste frasi che difficilmente potrò dimenticare. "Lee, sai cosa mi piacerebbe fare adesso? Vorrei avere i vostri cazzi nelle mie mani e vorrei accarezzarli a lungo per godere del contatto con due pali di carne calda!" La troia sapeva come portarmi dalla sua parte. Sapeva che adoravo le sue porcate e che mi faceva impazzire anche solo come me le proponeva. Sorrisi senza commentare, aspettando che andasse avanti. "E lo voglio fare qui, adesso. Sarebbe facile finire di mangiare e poi andare a casa e farlo con la massima comodità! No. Voglio che si stia scomodi e con alta possibilità che dai tavoli vicini si percepisca ... qualcosa. Voglio studiare la vostra abilità nel dissimulare il piacere. Il gioco che vi propongo è questo: io vi masturbo fino a farvi venire e voi non dovete tradire in alcun modo la situazione agli occhi degli altri" propose. Non attese nemmeno una risposta, allungò la mano destra verso il pacco di Luigi e iniziò a lavorare sulle due cerniere per estrarre i cazzi. "Adesso continuate a bisbigliare con me, altrimenti allontanandovi mi mettereste in difficoltà!" aggiunse, palesando così il fatto che ci aveva già "intrappolati" entrambi. In effetti non potevamo allungarci troppo sotto il tavolo senza dare nell'occhio, nè potevamo pensare di passare la serata in quella posizione come dei cospiratori. "Dobbiamo organizzarci" fu la sola cosa che riuscii a dire, mentre le sue dita scorrevano lungo la mia asta, accarezzando con fermezza e voluttà. "Si, ma come?" aggiunse Luigi, senza aiutare molto la conversazione, ma di certo abbastanza bravo a mascherare il maneggio che Iaia gli stata propinando. A tagliare la testa al toro ci pensarono le due coppie di avventori, che giudicarono di aver passato abbastanza tempo nel locale e si alzarono, lasciando vuoti i loro posti. Non dovemmo fare molto (a parte ricomporci): la nostra posizione era così scomoda che subito il ragazzo dei tavoli ci preparò quei deschi per permetterci una "Soluzione più comoda" disse, suscitando un'ilarità esagerata in noi tre. Una volta che il tavolo fu pronto, sul lato lungo, spalle al muro, presero posto Luigi e Iaia. Io mi accomodai sul lato corto, al fianco di Iaia mantenendo la tavolata alla mia sinistra. "Stavamo dicendo?" disse Iaia per riprendere ... "in mano" la situazione. E così, mentre io e Luigi studiavamo una posizione che al tempo stesso paresse naturale e permettesse a Iaia di "impugnare" ... la situazione come desiderava, Iaia prese un ravanello dal mucchietto di verdura, lo intinse nel preparato del pinzimonio e ci giocò oscenamente con labbra e lingua. Il mio cazzo ebbe un nuovo guizzo, mostrando tutta la rinnovata vitalità. Immaginai che lo stesso stesse accadendo a Luigi. Quella gran troia le studiava tutte. Non solo con la mossa del ravanello ci aveva riacceso la libido, ma dal modo in cui lo teneva aveva fatto colare qualche goccia di olio tra le dita e ne aveva approfittato per lubrificare le sue mani. Non ci fece attendere troppo. Dopo aver preparato le mani, riprese la sua duplice azione. La sua mano era ancora più calda e morbida sul mio cazzo e si muoveva sapientemente piano, soffermandosi di tanto in tanto, lasciando la cappella completamente scoperta, indugiando, altre volte, con l'indice sulla cappella stessa, sollecitando tutti i centri di piacere lì posizionati. Stava mantenendo un ritmo lento ma costante, che non avvicinava all'orgasmo, senza dubbio, ma che impediva al cazzo di rilassarsi. Senza dare troppo nell'occhio, seguivo il movimento della sua altra mano. A giudicare dall'ampiezza del movimento, si doveva trovare al cospetto di una gran mazza. Intuivo il movimento del suo polso, ben nascosto dalla tovaglia, e per un istante mi soffermai a studiare la situazione. Senza aver programmato una singola scena della serata, eravamo al ristorante di un amico, con Iaia che stava masturbando me ed un altro cazzo contemporaneamente, con intorno una discreta "folla" di estranei, compreso un cameriere che ogni tanto ci passava accanto, facendo aumentare i nostri battiti. Nel frattempo le nostre discussioni continuavano a variare argomento. Più che altro si cercava di trovare dei temi che ci permettessero dei doppi sensi spinti. Quando lasciai i miei pensieri, infatti, Iaia stava parlando (forse) del locale e disse: "E' proprio come me lo ricordavo: lungo e caldo ..." La sua voce stava sempre più assumendo quella tonalità torrida che lei assumeva quando era particolarmente eccitata. Dopo l'ennesima pausa a glande completamente scoperto, l'indice sollecita la fuoriuscita di un'abbondante dose di liquido prespermatico. Rapidamente Iaia passa indice e medio a mo' di forbice lungo l'intera asta, raccogliendo con le due dita quelle gocce di liquido trasparente. Esegue questa manovra con rapidità e precisione. Poi mi guarda negli occhi, porta le dita quasi distrattamente alle labbra e lecca via gli umori, dando a Luigi un'inequivocabile dimostrazione di cosa stesse facendo. Lo vidi contrarsi per un istante. Dopo pochi istanti lei stava ripetendo l'operazione, succhiando le dita della mano destra. Nell'assaporare il liquido, lei chiuse gli occhi, mugolando leggermente, come se stesse assaggiando chissà quale prelibatezza. Era chiaro che stava esagerando la situazione per il nostro piacere, ma sono comunque convinto che provava sincero piacere a fare quello che stava facendo. Prima che potesse rimettere mano sui nostri cazzi tesi, al nostro tavolo si presentò il cameriere, con la bottiglia di vino richiesta. L'avevamo quasi dimenticata. Domandò, rivolto a me, a "capotavola": "Chi assaggia?" Riuscii a stento a trattenermi: "Lei!" dissi con prontezza. "Chi meglio di lei?" aggiunsi. Detto ciò scoppiammo a ridere tutti e tre, lasciando in difficoltà il cameriere. Lui non si mosse e Iaia fece una faccia risentita e si rivolse al cameriere: "Pensi che non sappia assaggiare?". Mentre pronunciava questa frase scelse tra la verdura un sedano. Senza passarlo nel pinzimonio lo avvicinò alle labbra e fissando negli occhi il cameriere simulò un golino al gambo di sedano. Vidi il ragazzo ingoiare saliva in maniera ... imbarazzata. Lei proseguì intingendo il gambo nel pinzimonio per poi leccare il gambo in una maniera che sono sicuro abbia procurato un'erezione allo stesso cameriere. Mentre il cameriere si decideva a versare l'assaggio a Iaia, vidi con la coda dell'occhio che alcuni ragazzi della tavolata si davano delle palesi gomitate, indicando il nostro tavolo. Erano tre i ragazzi che sedevano uno di fianco all'altro dalla parte del tavolo con la migliore visibilità del nostro terzetto. Stavano parlottando tra loro, scambiandosi opinioni e battute. La scena del vino si concluse portandosi dietro come risultato il fatto che il cameriere non tolse più gli occhi di dosso da Iaia (almeno fintanto che poteva). Tra quella guardia stretta e le pietanze che iniziavano ad arrivare, l'azione di Iaia sui nostri cazzi si interruppe. Non voleva che ci ammosciassimo, perciò continuò delle azioni alternate, ma soprattutto usò il suo talentuoso modo di parlare per mantenerci in uno stato di eccitazione pazzesco. "Se solo potessi spingere le cappelle dei vostri cazzi durissimi tra le mie labbra serrate, vi continuerei a masturbare con le mie labbra" era solo un esempio delle cose che ci diceva sorridendo, come se parlasse del più e del meno. Oppure diceva "Non ho ancora deciso quale dei vostri cazzi gradirei di più nel culo! Il tuo, Lee, è molto duro e sa darmi delle sensazioni sublimi quando passa lo sfintere, ma quello di Luigi è davvero un pezzo pregiato. Per prendere il suo nel culo dovrei metterci tutta la mia arte, ma ne trarrei la soddisfazione di esserci riscita, oltre al fatto di godermi un cazzo di queste dimensioni!" Sembrava che parlasse di vestiti, illustrandoci la difficoltà di scegliere quale mettere tra due che le piacciono particolarmente. Io e Luigi cercavamo, di rimando, di allungare le nostre mani sul suo corpo e lei ci lasciava fare fino a quando non percepiva il rischio di essere scoperti. Immediatamente prima che il cameriere portasse il sorbetto, avevamo raggiunto la massima conquista: le mie dita accarezzavano il clitoride e penetravano tra le labbra dandole l'ebrezza di una penetrazione, mentre sentivo quelle di Luigi che, inumidite degli abbondanti umori di Iaia si spingevano verso il basso, a perlustrare la sua zona anale. Lei si muoveva sulla sedia alla ricerca della posizione migliore. La notai muoversi per permettere la contemporanea penetrazione delle mie dita nella sua vagina e di quelle di Luigi nel suo sfintere. Cercavo di muovermi come meglio potevo, per non dare troppo nell'occhio. Con le dita che si muovevano dentro di lei percepivo alla perfezione i movimenti delle dita di Luigi nel suo culo. Per lui doveva essere lo stesso, perchè dopo poco iniziammo a giocare ognuno con le dita dell'altro, attraverso la sottile membrana di separazione tra i due canali di Iaia. Lei ansimò un "Bastardi!" mentre cercava un diversivo nel versarsi e bere del vino. La movenza della sua mano sul collo della bottiglia, invece, le ricordò i due cazzi ed iniziò a masturbare la bottiglia leggermente, mentre chiudeva gli occhi nell'estasi del gioco di dita. Il nostro stazionare nelle vicinanze di Iaia, il suo godimento ad occhi chiusi e il suo osceno su e giù (pochi secondi, per la verità) della mano sul collo della bottiglia risvegliarono l'attenzione del cameriere da un lato e dei ragazzi dall'altro. Lei si riprese e cercò di darsi un maggiore contegno, pur continuando a muovere il bacino, inarcando la schiena e roteando piano le anche. Questi movimenti, uniti alle contrazioni dei muscoli vaginali ed anali sembravano voler stritolare le dita mie e di Luigi. La scena stava progressivamente sfociando nel surreale: due ragazzi con il cazzo in tiro, fuori dalla patta, nascosto agli sguardi dalla sola tovaglia stanno sditalinando selvaggiamente, in una doppia penetrazione "digitale" una ragazza, avvicinandosi sempre più ad un orgasmo che andrà dissimulato per evitare "complicazioni" con avventori e camerieri. Lei si versò del vino. Poco, in realtà, perchè la bottiglia era quasi vuota. "Non c'è più vino" esclamò lei. "Peccato perchè avevo proprio voglia di bere" aggiunse fingendo contrarietà. Altro guizzo dei nostri cazzi, eccitati dal messaggio di Iaia. "Ci mancherebbe che tra due gentiluomini non ci sia chi si premuri di versare da bere ad una signora!" esclamai in preda all'eccitazione. Luigi colse al volo e prese il calice di Iaia. Dando un'occhiata in giro si assicurò di non essere visto e portò il calice fuori dalla portata degli sguardi, sotto il tavolo. Iaia riprese il massaggio al suo cazzo, conscia della carica erotica di quello che stava per accadere. Sapeva di dover dare un maggiore impulso a Luigi per farlo venire. Il massaggio non poteva essere troppo accentuato, nè in ampiezza nè in velocità, per via del luogo pubblico. Allora si avvicinò ancora al tavolo, leggermente spostata verso Luigi e cominciò a chiedere con l'aria più ingenuamente porca che si possa immaginare: "Lee. Ti dispiace se adesso Luigi mi riempie il calice di sborra?" disse, dando risalto alla parola sborra pronunciandola in maniera troiesca, in contrasto con il resto della frase, che sembrava invece la richiesta innocente di una bimba. "Ti prometto che dopo che avrò bevuto il suo sperma, poi mi farò riempire il bicchiere anche da te!" aggiunse compiacente. "Tu sai quanto mi piaccia assaporare piano il seme di un uomo, appena uscito dal suo cazzo. Se solo potessi lo berrei direttamente dalla fonte, giocando con labbra e lingua sulla sua asta, frizionando la cappella col palato e con la gola" diceva questo continuando il movimento di mano. "Invece sarò costretta a far sborrare Luigi nel bicchiere. Non potrò nemmeno questa volta avere la gioia di essere scopata dal suo enorme cazzone. In nessuno dei miei buchi ... Però potrò bere il suo sperma ancora caldo, come fosse nettare. Mmmmmm!" continuava a provocare con voce calda e sensuale. "Dimmi: dove lo vorresti, adesso, se solo fossimo in un altro posto?" chiesi provocatorio. "Non vorrei essere in un altro posto. Questa situazione mi piace così com'è. Ho in mano uno dei cazzi più maestosi cha abbia mai avuto il piacere di conoscere. Sono con il mio uomo che mi incita ad essere porca e a dare il meglio della mia troiaggine. C'è un vasto pubblico che può solo intuire che sono in uno stato di eccitazione tale da fare un vero e proprio sforzo per non impalarmi su questo cazzo e chiedere a tutti gli uomini di schizzarmi addosso ..." disse. "No non credo che potrei vivere eccitazione maggiore. Forse essere riempita mi darebbe più appagamento. Non più eccitazione. Quindi rimango in spasmodica attesa di sentire le pulsazioni del suo cazzo, di mirare la sua cappella dentro il calice e raccogliere la massima quantità di sperma per poi liberamente berlo al cospetto di tutti". Fu tale l'enfasi delle sue parole e il calore nel richiedere la sborra da bere che Luigi iniziò a palesare la sua eiaculazione. Lei continuò il lavoro di mano, mentre lui gestiva il calice. Luigi fu bravissimo a far finta di niente. A parte la stretta della sua mano ai danni del tovagliolo, che potevo notare solo io al tavolo, per il resto sia il suo corpo che il suo viso rimasero abbastanza rilassati, considerando le attenuanti generiche. Altra occhiata a 360 gradi ed ecco comparire il calice sul tavolo, di fronte a Iaia. La quantità non era forse stratosferica, ma il liquido denso raggiungeva la metà del calice e rappresentava una discreta dose per un'estimatrice come Iaia. Lei allungò subito la mano e prese il calice, si atteggiò a sommelier mentre lo agitava leggermente "Discreta consistenza!" disse con piglio accademico Lo mise controluce "Colore pulito, leggermente torbido!" continuò scherzosamente Lo accostò alle narici, annusando con grazia "Fragranza penetrante ..." decise. Poi lo portò alle labbra e ne assaggiò appena un goccio. Con fare porco lasciò che le labbra rimanessero bagnate per un po'. Finse un aria pensierosa, mentre impercettibili movimenti delle mandibole mostravano come stesse giocandoci con la lingua, per passare tutto lo sperma sul palato, al fine di togliere gli altri sapori. Degluttì vistosamente, regalandoci un'espressione estasiata. Poi si passò lentamente la lingua sulle labbra, togliendo le tracce di sborra residua e regalandomi una delle viste più eccitanti di cui era capace. Si accorse che il cameriere arrivava per chiederci eventuali dessert e altro da bere. Lei non nascose il proprio calice, assolutamente consapevole delle conclusioni che avrebbe sicuramente tratto il cameriere. Congedammo il cameriere e notammo che anche dalla tavolata si prestava attenzione al bicchiere di Iaia. Lei riprese l'assaggio, introducendo metà del contenuto residuo in un unica soluzione. Un sottile filo di sborra si allungò dal bicchiere alle labbra e lei lo staccò con un guizzante colpo di lingua. La rapida visione della sborra nella sua bocca ebbe un effetto devastante in me ed in Luigi che vidi ingoiare la saliva in maniera rumorosa. I tre ragazzi della tavolata strabuzzavano gli occhi ed avevano la bocca semiaperta in espressione incredula. Lei assunse un'espressione ancora più goduriosa e porca a questa seconda sorsata. "E' ancora deliziosamente caldo!" disse dopo aver ingoiato la seconda dose. Io non resistetti e presi il mio calice portandolo sotto il tavolo, riprendendo a masturbarmi con la massima discrezione possibile. Lei sollevò il calice per la terza volta. Ne finì il contenuto, capovolgendolo e lasciando scolare fino all'ultima goccia sulla sua lingua protesa. Già così era l'estasi. Quando poi vidi il suo dito raccogliere altre piccole parti dall'interno del bicchiere iniziai a sborrare copiosamente e quasi dolorosamente nel bicchiere, a mia volta. Pur con il massimo di attenzione, fui colto dal cameriere proprio nell'atto di tirare fuori da sotto il tavolo il calice di sperma. Lo vidi scuotere la testa, come ad indicare il suo rifiuto a credere ai suoi occhi. Poi lo vidi sparire dentro la cucina, mentre con una mano non riuscì a trattenere l'impulso di toccarsi il membro evidentemente eretto. Iaia riprese il suo gioco con la sborra depositata da me stesso nel secondo calice. La conoscevo bene e sapevo che in queste situazioni la sua carica erotica va tenuta sotto controllo altrimenti finisce con l'esplodere con effetti non meglio prevedibili. La vedevo riprendere i movimenti ondulatori e capii che Luigi la stava ringraziando per lo show con un doppio ditalino (anale e vaginale). Perse quasi ogni ritegno e nell'assaporare la mia sborra più volte si girò verso la platea della tavolata a mostrare la sua bocca impiastricciata di liquido seminale, prima di ingoiare con voluttà e flebili mugolii eccitantissimi. Con l'ultima dose di sborra che le scendeva lungo la gola vidi il suo corpo in preda ad un fremito continuo che mi annunciava in maniera inequivocabile che stava avendo il suo orgasmo. Era spettacolare vedere lei, di solito piuttosto esplicita nel manifestare il suo godimento, godere in silenzio. Il suo viso era paonazzo e perse la parola per qualche minuto. Si riprese gradualmente, aiutata dalla mousse al cioccolato che nel frattempo arrivò dalla cucina. "Mi spiace togliermi il magnifico sapore della vostra sborra ..." disse "ma il cioccolato è un altro dei piaceri di gola ai quali non riesco a rinunciare. Magari più tardi ve ne chiederò ancora!" "Di cioccolato?" disse Luigi con aria finto ingenua di chi mostra di non aver capito! Giù risate. Dopo il dolce ed il caffè, io e Luigi prolungammo il piacere di quella cena con l'ammazzacaffè, Iaia declinò l'offerta della casa. Dietro al cameriere che portava i nostri amari, Giovanni stesso portò un bicchiere anche per Iaia. "Mi sono permesso di portare qualcosa da bere anche per te, Iaia" Si trattava di una crema di limoncello, a giudicare dall'aspetto. Quando Iaia prese il bicchiere si accorse subito che non lo era. Il bicchiere non era freddo come si addice ad una crema di limoncello. Guardò Giovanni con aria interrogativa. "Filippo, il cameriere, mi ha accennato a cosa accadeva di qua. Così io e lui abbiamo pensato di rendere omaggio alla tua fantastica troiaggine con questo "ammazzacaffè" ..." disse con la massima calma Giovanni. Era stranamente sicuro che lo avrebbe gradito. Lei non battè ciglio ed iniziò a sorseggiare anche quello sperma. "Ho sempre ritenuto che fossi una gran troia, spesso litigando su questo con Luigi che era innamorato di te. Adesso credo che anche lui abbia avuto la sua dimostrazione" aggiunse Giovanni, non con tono offensivo, ma solo accompagnando l'atto oscenamente perverso di Iaia. "Devo aggiungere che sei non solo una gran troia, ma oserei dire una fantastica troia! Per me sarà sempre un piacere averti nel mio locale e sai che un ammazzacaffè offerto dalla casa lo troverai sempre!" concluse sorridendo. Nel frattempo Iaia si riempì la bocca con l'intero contenuto del bicchiere. Ci giocò con la lingua e mostrò grazia e piacere estremo nel degluttire quel prezioso liquido. Si guadagnò le parole di Giovanni atteggiandosi a grande intenditrice di sborra e ringraziandolo per l'offerta e per le "belle parole" che aveva espresso su di lei. Ero sempre più cosciente che molti erano i limiti che avremmo abbattuto durante la nostra relazione. Salutammo gli amici in maniera ancora più calorosa di quando entrammo e mentre ci apprestavamo ad uscire, uno dei ragazzi della tavolata si avvicinò e lasciò un biglietto nelle mani di Iaia. C'era scritto "Grazie!" in caratteri cubitali e portava i nomi dei tre deliziati dalla vista di Iaia, un numero di telefono ed un'ultima frase "Noi saremo qui tra due sabati" Grazie per aver letto fin qui e per il tuo commento. 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I vostri commenti su questo racconto | ||
Autore: | Coppiaitalorussa | Invia un messaggio |
Postato in data: | 21/08/2012 15:25:47 | |
Giudizio personale: | Bravo... Ben scritto, divertente ed eccitante allo stesso tempo... | |
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Autore: | Skyline | Invia un messaggio |
Postato in data: | 25/06/2010 10:50:07 | |
Giudizio personale: | Buono Buono bel racconto, certo che se fosse vero sarebbe tremnda Iaia! | |
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Autore: | Elgolea | Invia un messaggio |
Postato in data: | 24/03/2007 01:26:57 | |
Giudizio personale: |
Monto carino, diverso dalle solite banalità che si trovano qui. Il tuo modo di scrivere mi piace molto. |
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