i racconti erotici di desiderya

Claudia e il taxista

Autore: AEGEAN85
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Commenti: 1
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Claudia aspettava impaziente che l'aereo atterrasse per tornare al più presto a casa e farsi quella doccia che desiderava ormai da tutta la giornata. Legata dalla cintura di sicurezza, volgeva spesso il suo sguardo fuori dal finestrino osservando dall'alto quel paesaggio del nord tanto lontano dal suo modo d'essere. Ricordando il suo corpo sdraiato su una silenziosa sabbia ed esposto al sole cocente della sua terra, immaginava il suo rientro a lavoro come un momento frenetico ma inutile. La brezza di mare che solleticava ogni parte del suo corpo adesso sembrava solo un ricordo lontano. Voleva tornare a casa e rilassare il suo corpo un po' sudato sotto l'acqua scrosciante della sua doccia. I suoi occhi verdi si crucciarono al pensiero che doveva comunque prendere un taxi per arrivare a casa, almeno per mezz'ora. Uscì quasi di corsa dall'aeroporto tenendo con fermezza il trolley pieno dei suoi segreti. Il freddo di quella nebbiosa città le fece render conto che forse il suo vestitino leggero e impavido fosse inadatto a quel clima, ma aveva troppa voglia di fumare e quindi accese subito una sigaretta, chiudendo il suo corpo un po' in se stesso per evitare il freddo. "Signorina!" Girò lo sguardo e vide un uomo sulla quarantina poco curato. "Signorina, ha bisogno di un taxi?". "Sì, ma vorrei finire la mia sigaretta prima". Avvicinatosi, l'uomo rispose: "Non c'è problema...può fumare in macchina! C'è troppo freddo oggi".

Il taxi era ben riscaldato ma Claudia teneva il finestrino un po' aperto per far uscire il fumo e lei sentiva ancora sul suo corpo le insinuazioni di quel freddo insistente.

Fissata la direzione e affrontati i soliti argomenti da taxi (gli aerei in ritardo, il governo e il meteo), Claudia si accorse che il taxista, dopo aver serrato il finestrino, la guardava insistentemente dallo specchietto. Lei era abituata ad essere guardata, dai banali commenti dei suoi compagni di classe fino a tutte le avances dei suoi colleghi in ufficio. Quell'uomo però le dava sicurezza e la loro discussione si faceva sempre più continua e profonda. Profonda come lo sguardo del taxista che insistentemente fissava il viso e il corpo di Claudia. Lei, per nulla in imbarazzo, lo mise alla prova accarezzando il suo collo fino a scendere quasi al seno.

Come da protocollo, lo sguardo dell'uomo seguì con attenzione la mano di Claudia. La voglia di tornare a casa si stava affievolendo: Claudia stava bene in quel taxi, pronta a ricevere tutte le attenzioni che quell'uomo maturo potesse darle.

Mentre la discussione proseguiva al ritmo del pedale del taxi, i toni di Claudia e dell'uomo diventavano sempre più bassi e profondi. La mano di Claudia scese allora su tutto il suo corpo e sfiorando il suo vestitino, provocava l'eccitazione di quell'uomo con la fede al dito, il cui sguardo però non poteva andare fin lì e si fermava al seno di Claudia che nel frattempo ricambiava tutti i suoi sguardi.

Il rosso del semaforo consentì al taxista di voltarsi appena per scorgere il corpo di Claudia: notò subito che il suo vestitino era indietreggiando lasciando scoperte quelle gambe così perfette e dorate. L'uomo continuava a fissarle finché non scorse il perizoma bianco e quasi trasparente di Claudia che lasciava intravedere appena il triangolo. "Adesso deve girare a destra" sussurrò Claudia al taxista, alzandosi di scatto verso di lui. Svegliatosi da quella vista ipnotica, l'uomo rivolse il suo sguardo verso la strada e continuò a guidare, col viso rosso dall'imbarazzo. Claudia rimase appoggiata al sedile del taxista fino alla fine del percorso, inebriandolo col suo profumo e col suo tono di voce profondo.

"Arrivati" disse l'uomo. Claudia fu costretta a non pagare nonostante la sua insistenza. Prevalse infatti la determinazione del taxista che poteva già ritenersi soddisfatto. La valigia però era pesante e la gentilezza di quell'uomo accompagnò Claudia fino alla porta dove si scambiarono un saluto cortese ma pieno di intesa e passione.

Claudia era ormai nella sua casa, quasi soddisfatta. Si spogliò senza fretta e aprì l'acqua della doccia aspettando che diventasse calda. Nell'attesa mise su un album di David Bowie e si accese un'altra sigaretta. Quel gesto le fece tornare in mente quell'uomo del taxi e la strana sensazione che il suo corpo aveva provato e che tuttora provava. Non si spiegava come avesse fatto quell'uomo, così tanto diverso rispetto ai suoi standard, a farle nascere quella voglia di mostrarsi e di provare piacere.

Spense perplessa la sigaretta ed entrò in doccia. La sua pelle riceveva il getto insistente dell'acqua che andava a bagnare ogni parte del corpo sinuoso di Claudia. Le sue mani insaponavano tutti i suoi desideri e mentre il suo pensiero incrociava lo sguardo del taxista, le sue mani si soffermavano involontariamente sulle parti più intime. Fremeva, Claudia! Senza alcuna possibilità di rilassarsi. Uscì sconvolta dalla doccia, tutta bagnata! Riuscì appena ad asciugarsi ma si gettò sul letto, stanca! Nonostante il suo corpo stesse ancora fremendo, preferì chiudere gli occhi ed addormentarsi.

Il mattino successivo, la sveglia suonò e Claudia notò che le sue lenzuola erano inaspettatamente bagnate ma fece finta di nulla e bevuto il solito caffè, cominciò a vestirsi e a prepararsi per andare a lavoro. Mentre stava per chiudere l'ultimo bottone della sua camicetta, sentì suonare il campanello...CONTINUA



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I vostri commenti su questo racconto
Autore: ManzoMaturo Invia un messaggio
Postato in data: 20/04/2013 15:01:19
Giudizio personale:
..e il tassinaro stava alla porta.....poi è entrato e hanno scopato.....oppure lei gli caccia la lingua in bocca sulla porta e gli dice di tornare la sera stessa...lui torna e scopano come i ricci.......


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