i racconti erotici di desiderya

Chi perde paga

Autore: Carste
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Cambia lo sfondo
I debiti di gioco si pagano. Avevamo scommesso sul numero di taxi che avremmo visto per andare alla spiaggia dell’Es Cavalett e ho vinto io, di uno solo ma ho vinto io. La posta in gioco era comunque molto stimolante anche in caso di sconfitta: essere lo/la schiavo/a dell’altra/o per quella notte. Ti ho vestito solo dei sandali nuovi comprati a Milano e per un’ora buona ti ho fatta godere in tutti i modi succube dei miei giochi e dei miei desideri. So che sei contenta e vorresti continuare ma fa caldo, molto caldo. Nonostante siano le 3 di notte e le pale al soffitto girino vorticosamente l’aria calda che finalmente ci accompagna a Ibiza ha inondato la stanza insieme ai calori dei nostri corpi ansimanti di piacere. Esci per una sigaretta sul terrazzo. Stare nuda è un piacere per te e passi tutto il tempo possibile senza nulla addosso. Ormai ti hanno vista nei giorni scorsi anche dal cortile fuori il bar ma a Ibiza questo è normale, non siamo a Jeeeeeesolo. Appoggiata alla ringhiera del terrazzino ti godi la Vogue. Ti arrivo alle spalle, ti tocco le spalle umide di sudore e intanto ti bendo. So che fa caldo ma non è molto avere una benda addosso. Ti prendo il mozzicone e lo metto nel posacenere, ti giro e ti abbraccio. I nostri sudori si mescolano ma non importa è ormai giorni che non facciamo altro. Le manette scattano ai tuoi polsi ma dopo aver bloccato una mano prima di chiudere l’altra faccio passare la catena dietro le sbarre del terrazzo. Morale, sei nuda incatenata alla ringhiera e dai le spalle al cortile. La catena è lunga ma i movimenti possibili sono minimi. Non ti spaventa che qualcuno ci possa vedere, sanno che siamo una coppia super che fa l’amore come nessun’altro al Can Bossa, e poi il gioco è troppo eccitante. Ti propongo una onesta rivincita della scommessa del mattino: se indovini con cosa ti penetro ti faccio godere con quell’oggetto. Le prime cose sono facili, un dito o due dita le riconosci subito e i primi orgasmi si consumano. Un rivolo di sudore passa dal collo nei tuoi seni, lo lecco avidamente, chiedi da bere e volutamente un po’ di acqua finisce sul tuo corpo e poi a terra ma con il caldo che fa…… L’acqua i tuoi umori il sudore tutto si mischia. Ti rendi conto che sei nuda su tacchi da 15 cm con il culo in mostra bendata e che stai godendo come una vera troia? Il vibro piccolo; facile anche quello lo hai usato spesso in questi giorni così come quello grande. Non te ne frega nulla di urlare, a Ibiza tutto è concesso. Ora comincia il difficile: per un po’ il tubo del dentifricio entra ed esce dalla tua figa allagata prima che tu lo possa riconoscere e via un altro viaggio nel piacere. Un cazzo ancora di gomma? Ah si è il tuo strap on che in questi giorni hai usato. Hai sfruttato l’allenamento dell’inverno e non hai perso occasione per incularmi e insieme godere, perché sai da vera puttana che quel gioco entra si in me ma ogni colpo è per te un piacere per il piccolo cazzo che ti sfrega il clitoride. E questo cos’è? Il manico della tua spazzola…… Troppo piccolo, non lo riconosci, primo errore. Sai che dopo il terzo errore il gioco finisce quindi occhio. Sei un po’ stanca ma non di godere. In realtà è una mia scusa per farti sedere. Porto una sedia e mi ci metto sopra, ti faccio sedere sulle mie gambe o meglio sul mio cazzo duro che ti ho già sbattuto a ripetizione sulla figa e sul culo. Nonostante sia incatenata ti muovi bene da vera puttana che vuole ricevere ogni mm di cazzo a disposizione. Godi urlando 1, 2, 3 volte; il cazzo è sempre la cosa tua preferita e come spesso accade ti ho riempita di caldo sperma, come se la temperatura non fosse già alta, nonostante nell’ora precedente tu ti sia ben preoccupata di svuotarmi le palle. Ora è la volta del nostro nuovo giocattolo, il fallo a ventosa comprato prima di partire da Giovanna, non vibra, è più grosso dell’altro ma ormai sei così elastica che ti adatti a ogni cosa. Te lo infilo tutto e te lo sbatto con forza, godi come una vera troia in calore allargando ben bene le gambe. Lo sperma che avevi dentro schizza sull’interno delle cosce e scivola sulle gambe mischiato al sudore. Intanto succhi pure un altro vibro, caso mai ti restasse qualche buco libero. Dopo l’ennesimo orgasmo raccolgo con la lingua lo sperma dalle tue cosce e te lo porgo in bocca. Tu avida lo prendi subito ma hai ancora sete. Un po’ di vinello in fresco fa bene, un po’ scivola sulle tette (l’avrò fatto apposta?) e prontamente lo raccolgo, non va sprecato!!!! Ma anche io ho ancora tanta sete ma non trovo un bicchiere. Va beh viene utile ancora la sedia, ti metti sopra a gambe aperte ti riempio la figa di vino e così posso bere da te direttamente. “Che vacca che sono e quanto sono contenta di esserlo”. Sono le prime parole che dici dall’inizio del gioco a parte gli urli. Ehi ma non hai riconosciuto la bottiglia, secondo errore….. Dai andiamo sul facile due vibratori insieme e così un paio di orgasmi ci scappano ancora. Sentiamo che rientrano i nostri vicini di stanza, per la conformazione dei terrazzi sai che ci possono vedere, ti chiedo se vuoi smettere. No assolutamente no mi rispondi, tanto sappiamo che sono gay per cui al massimo sarebbero attirati dal mio cazzo ormai esausto. Non tardano a farsi vedere e pare che lo spettacolo, nonostante sia la figa l’attrice principale, non viene disdegnato e prendono a incularsi a vicenda con molto ardore ed enfasi. Ho usato sempre le ciabatte per motivi igienici, posso appoggiare il piede sulla figa bollente per raffreddarla, è un sollievo e intanto le dita penetrano e così puoi godere ancora una volta, ormai il conto è perso, credo che sia il tuo record. Però….. no il prossimo oggetto proprio non lo riconosci….. 3 – 2 – 1 tempo scaduto il flacone del mio deodorante non è stato indovinato, terzo errore e gioco finito. Posso sbendarti e slegarti, sei esausta la figa bolle nonostante il piede ma credo ormai sia ora di andare a letto. “E no caro il mio bastardo troppo comodo, era una rivincita”. Indossi il tuo strap on e con poco gel me lo infili nel culo dopo avermi ordinato di mettermi sul letto a pecorina. Mi inculi schiaffeggiandomi ripetutamente le chiappe, il rumore è sordo e sentiamo i gay che si divertono, forse stanno immaginando il contesto ma….. a parti invertite. Il cazzetto che entra in te ti provoca un ennesimo orgasmo urlato. “Ti sfondo bastardo, figlio di puttana, porco maiale schifoso adesso sei tu a subire, prendilo tutto” e via un altro momento di piacere. Ormai sono le 4,15….. ora di dormire. Dormire? E chi ne ha voglia? Ok andiamo al pub magari ci danno ancora un long island per dissetarci e magari per passare il bicchiere sulla figa in fiamme. Ti vesti (si fa per dire) con una mini cortissima, top, i sandali che avevi da 15 cm di tacco e basta, gli slip darebbero solo fastidio. Andiamo…… ah un momento infilati le palline fino al pub….. potrebbero farti godere, ne hai così bisogno!!!!!!!!!!!!!!!!!!


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