i racconti erotici di desiderya

Che bel lavoro

Autore: Placibo
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Dopo una decina di anni passati dietro una scrivania ho avuto il colpo di testa di lasciare un buon lavoro per dedicarmi a una passione... il giardinaggio.

L'ho sempre fatto nei ritagli di tempo o al sabato mattina, la vicina aveva da potare la siepe, il vicino un frutto, il dottore un pratino e così mi sono detto perchè non farlo seriamente?

Non dico di essere un professionista, ma la passione che metto nel lavoro mi ha fatto entrare un po' nel giro e così mi sono ritrovato a casa di Carlo e Alice.

Carlo è un mio ex compagno di studi che abita in campagna, ha una bella villetta, una bella moglie e una graziosa bambina.

Ho cominciato ad andare a fargli un po' di manutenzioni tra settimana mentre loro sono a lavoro e la bambina a scuola, normalissima routine.

Un giorno Carlo mi chiede se posso andare da lui di Sabato, ha da togliere dei rami secchi da un Leccio vicino casa e preferisce esserci anche lui perchè dovendo salire sulla scala preferisce che non sia solo e così ci accordiamo.

Mi presento verso le 9 per non disturbare troppo, Carlo mi porta la scala e mi dice di cominciare da solo poiché ha da sbrigare alcune faccende con Alice, così salgo sulla pianta e comincio il lavoro.

Quando sono già a metà del lavoro all'altezza della finestra del primo piano mi accorgo che tipo di faccende urgevano a Carlo...

Alice era sdraiata sul letto con una magliettina bianca, a gambe larghe e Carlo la stava leccando bene bene, poi lei lo butta giù di spalle verso di me e comincia un pompino da urlo, forse avrei dovuto scendere ma l'idea proprio non mi passò neppure lontanamente...

Il pompino intanto continuava, Alice aveva una passione esagerata tanto che lasciò l'arnese per saltarci sopra, era lanciatissima... ad un certo punto alzò lo sguardo mi guardò, sorrise, si tolse la maglietta, prese le mani di Carlo e si fece strizzare il seno, cominciò così a dimenarsi sul pezzo come una forsennata, era un fiume in piena...

Dopo 5 minuti esplose e si buttò su di Carlo.

A quel punto tornai alla realtà, da lì a poco si sarebbero alzati, quindi scesi in fretta dalla pianta.

Carlo arrivò dopo 5 minuti scusandosi per avermi lasciato solo, io feci finta di niente, gli feci vedere il lavoro da ultimare ma lui disse che dovevano uscire per fare la spesa e che si sarebbe finito un altro sabato, di quanto successo non una parola.

Il sabato successivo tornai come da accordi, appena arrivato Carlo si dirige a prendere la scala, Alice invece mi chiama dalla porta, s'era appena fatta la doccia, aveva una maglietta larga che lasciava intravedere le belle forme del seno e un asciugamano avvolto intorno alla testa, mi chiama per un consiglio su una pianta da interni, le dico con tutta franchezza che ne so ben poco ma lei insiste tanto che anche Carlo mi dice quasi scocciato di andare a vedere di cosa si tratta così poi magari ci lascia lavorare in pace...

La seguo al piano di sopra, era un bonsai, lei si china per prenderlo, era senza mutandine, mi mostra il suo bellissimo culetto e la sua curatissima passerina, rimango un po' interdetto, ma lei mi interrompe con un sorrisino“ti è bastato averla vista da lontano?”, a quel punto lascio ogni dubbio e mi fiondo su quel culo, lo accarezzo, lo bacio, comincio a passare la lingua su quelle labbra profumate, me la gusto proprio, le sfilo la maglietta lasciando cadere l'asciugamano, le lecco la schiena e poi ancora giù, la rigiro e comincio a d accarezzarle il clitoride, la lecco bene bene, poi con un'impeto lei si mette in ginocchioni davanti a me, mi apre i pantaloni e comincia a leccarmelo, è già in tiro... vuole che mi alzi in piedi, mi lecca le palle, le succhia, poi lo lecca per tutta la lunghezza più e più volte, io non capisco più niente, ora comincia una sega intanto succhia, succhia, io non posso più... le dico “mi fai venire...” lei per tutta risposta mi srtinge le chiappe e se lo tiene tutto in bocca come una ventosa... vengo, le gambe mi tremano ma lei rimane ben salda attaccata con quegli occhi che mi guardano soddisfatti. Mi giro e dalla finestra vedo Carlo sulla scala che mi accoglie con un sorriso beffardo e il pollice alzato.

Ho capito tutto, erano d'accordo, ci sono arrivato tardi ma ora l'ho capito, ero entrato nel loro gioco dalla porta secondaria ma ero entrato...

Che bello il mio mestiere


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