i racconti erotici di desiderya |
Castità forzata |
Eccomi qui subito davanti a te... per giorni non ti sei fatta viva, ma lo sapevi che sono sempre il tuo cane, che mi puoi usare come e quando vuoi...mi hai afferrato dove nessuna altra al mondo può riuscirci, perché solo tu sai quanto sono schiavo...
Tu sei seduta comodamente nella poltrona di velluto, sul tavolino le sigarette e l'accendino attendono, anch'io attendo... Sono in ginocchio davanti a te, nudo come un cane, il cazzo duro e gonfio da che mi hai ordinato di non venire più se non di fronte a te, per tuo ordine... Sono giorni che vivo questa castità forzata, quante volte la mano correva sul cazzo turgido e tra le lacrime la fermavo, perché sono tuo, ti appartengo, voglio venire solo per te... Mi guardi, fisso negli occhi e sostieni lo sguardo come solo tu sai fare, domini con semplicità, SEI una padrona, nell'animo... Dopo minuti lunghissimi in cui mi sento verme, cane e schiavo nudo, prendi le sigarette, ne estrai una, afferri l'accendino e mentre avvicini la fiamma mi dici semplicemente: "comincia" e fissi lo sguardo sulla fiamma, disinteressandoti a me. Mentre tu appoggi con lentezza l'accendino sul tavolo e ti accomodi in poltrona, come per goderti lo spettacolo, io comincio a toccarmi come mi hai ordinato. Come tu vuoi ti fisso sempre, ogni mio sguardo è tuo, tu invece fissi la mia mano e la cappella bagnata che esce tra le dita ritmicamente, e pulsa... Mi conosci, sai leggere esattamente il numero di colpi che mi manca a venire, e con sadismo perfetto mentre già credo e spero che mi lascerai venire, mi dici "fermo" con la stessa serenità, e emetti una sbuffata di fumo. Io mi fermo, ansimante, il cazzo mi pulsa su e giù, il mio sguardo è puro desiderio e odio puro, tu godi a dominarmi, puttana! Sei tu invece a chiamarmi puttana, mi chiedi quanto voglio godere, se sono la tua serva del cazzo... E io parlo, dichiaro tutto quello che vuoi sentire, sono talmente pieno di sborra che mi gocciola il cazzo, voglio solo venire, venire, venire... Mi chiedi di sporgere la mano, lo faccio, tu ci sputi sopra, e mi dici di riprendere a menarmelo. La tua saliva, la sola idea che la tua saliva coli sul mio cazzo mi raddoppia la foga, il cazzo è talmente duro che mi fa male, sto per venire... "fermo!"... ancora una volta mi togli l'orgasmo che ero sul punto di cogliere... ti odio troia fottuta, te lo ficcherei in culo grosso e duro com'è, ma sono il tuo cane, tu sei la mia padrona, voglio solo soffrire e darti il piacere che desideri... Spegni la sigaretta, ti alzi, ti avvicini, e con il collo dello stivale mi sfiori i coglioni e il cazzo... dio come godo, mi sporgo a gambe aperte alla ricerca del contatto come una troietta ansimante, mentre lo sguardo rimane fisso sul tuo tailleur, sul ginocchio che sporge tra la gonna e lo stivale... Ti fai guardare, mi fai aprire la bocca, ti scosti un poco i capelli di lato e mi lasci colare dritto in bocca la tua saliva, mi trasformi all'istante nella tua sputacchiera umile e sottomessa, e io ingoio tutto con avidità, mi sento sottomesso e cane, come tu mi vuoi... E poi succede quello che temevo e non volevo pensare, che so che sei capace di fare ma non hai mai fatto, ma stavolta... Mi dici che non verrò, e mentre lo dici sorridi, e io so che è vero, che non verrò, e che non riuscirò a sipportarlo... Ma so anche che sono tuo schiavo, e lo schiavo esegue, semplicemente, mi rivesto senza dire una parola, tu mi guardi e mi sorridi sempre, e godi sapendo quanto ti odio, e quanto non posso fare a meno dei tuoi ordini, quanto sono tuo schiavo... Ti adoro, Padrona! |
I vostri commenti su questo racconto | ||
Autore: | Alto Volume | Invia un messaggio |
Postato in data: | 25/09/2007 18:35:48 | |
Giudizio personale: |
Lasciamo da parte i gusti personali e serenamente giudichiamo....... Anche a me non piace questo genere, ma la sensazione di goduriosa sofferenza è stata resa adeguatamente. Ed è questo che conta! |
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