i racconti erotici di desiderya

Carriera ad ogni costo


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Carriera ad ogni costo.



Sono sempre stato attirato dal fare carriera e non mi sono mai posto tanti scrupoli.

La vita e' breve e non mi sono mai tirato indietro. Certo non sono un lecchino, nel senso subdolo del termine, ma non mi sono mai risparmiato nel rendermi direi piacevole agli occhi dei capi.

Questo preambolo per dire che sono ancora sconvolto da quando mi e' capitato pochi giorni fa'.



Lavoro in una multinazionale, in cui la competitivita' e' sempre stata la molla scatenante sia a livello dirigenziale che commerciale. Il mercato in cui lavoriamo e' molto esigente e quindi all'interno vige una regola che e' molto semplice...flessibilita'.



Quindi quando la settimana scorsa siamo andati all'ennesimo "meeting" per la presentazione della nuova struttura, e relativi capi, nessuno si e' stupito piu' di tanto.

Il vecchio capo andava in pensione e quindi era nell'aria da tempo una successione.....io e tutti i rampolli scalpitanti, non vedevamo l'ora che si sapesse chi era il nuovo designato.

Ma mai nessuno si sarebbe aspettato di vedere come nostro capo, una donna. E che donna....una tipa affascinante...anzi no...decisamente bona!!!



Non altissima ma formosa al punto giusto e proporzionata.....dal viso forse un pelino rotondo, ma incorniciato dal contorno biondo dei suoi capelli......la sensazione strana era che mi sembrava di conoscerla......ma ancora non capivo quando l'avevo vista e soprattutto dove.



Ovviamente a parte l'iniziale sbigottimento, dato dal fatto che non si era mai vista nei nostri uffici prima di ora (da dove salta fuori? ci chiedevamo), cominciarono a fioccare i commenti salaci di tutta la platea di maschietti.



"Ehi Marco (che sarei io), voglio credere che quando andrai a leccarle il culo lo farai con un maggiore accanimento....." e giu' risatine piu' o meno velate.

Il meeting fini' fin troppo presto, ma lei avrebbe preso il suo posto, nel mega ufficio del Mega Direttore Galattico (descrizione fantozziana, ma calzante), solo da li a un mese dopo.



Cosi tutti, chi piu' chi meno, ebbero il tempo di affilare le armi e i report, per presentarsi piu' che bene al nuovo direttore, o meglio alla nuova direttrice.

Io come direttore commerciale, misi alla frusta tutte le persone che avevo a mia disposizione per fare bella figura, gli avrei presentato fin da subito una persona determinata e con obiettivi ben precisi.



Detto questo, il mese volo', e alla mia presentazione feci una bella figura con lei e tutto il consiglio d'amministrazione. Lei..eh gia'....lei che quel giorno era uno schianto ancora di piu' che nella prima occasione, vestita con un tailleur serio, grigio, gonna e giacca ma con le sue belle gambe in mostra.



Dopo di me si presentarono anche gli altri e lei (Simona cosi si chiama) fece gli onori di casa, ringraziando qui e la' per gli ottimi propositi e gli altrettanto buoni risultati.

A riunione finita dispenso' sorrisi e strette di mano a tutto il suo staff, me compreso, ma quando stavamo per andare via, si diresse verso di me e sempre sorridendo mi disse "con lei non ho finito. Ho bisogno di alcune informazioni di dettaglio, in un ambito piu' privato, pero'!" concluse con un fare tassativo di chi non ammette rifiuti o se volete di chi e' abituata a comandare.



Devo dire che sulle prime ebbi una piacevole reazione all'inguine, dovuta alla parola "privato", ma poi il dubbio che mi volesse mettere da parte come direttore commerciale, magari per insoddisfazione del mio operato, fece rientrare prontamente nei boxer la mia virilita', scattata sull'attenti troppo in fretta, eppoi quel dubbio nonmi dava pace, una sensazione mista tra la famigliarita' di una persona gia' conosciuta e il sospetto di essere sulla strada sbagliata.



Acconsentii a raggiungerla nel suo ufficio al piu' presto dopo la fine del meeting.

Giungendo davanti all'enorme vetrata all'ultimo piano del palazzo, il cuore mi batteva in petto come un martello pneumatico, avevo dato tanto a questa azienda ed ero convinto che avrei venduto la pelle a caro prezzo, non mi sarei fatto sbattere fuori da una puttanella appena arrivata per giunta!!!



La segretaria la chiamo' con l'interfono e lei giunse in una nuvola di profumo francese ad aprire la porta del suo immenso ufficio.



"Sara, non voglio essere disturbata per nessun motivo" disse con fare perentorio alla segretaria, che annui' in silenzio con un cenno del capo.



Finendo la frase mi fece cenno di entrare, o meglio mi lascio' come un pollo sulla porta, mentre lei spariva nella penombra del suo ufficio.



Accidenti come era cambiato il locale del Megadirettore, prima una profusione di potere in pieno stile maschile, la poltrona alta di pelle, l'immensa scrivania di legno massiccio, i quadri alle pareti tutte rivestite di legno.



Nulla, non c'era piu' nulla di tutto questo.

Tutto adesso era di chiara impronta femminile, ma molto hi-tech, con una luce molto soft, tanto che si faticava a capire da dove veniva, piante, un acquario, una scrivania di cristallo e una poltrona, quella si, sempre abbastanza imponente.



Lei era seduta sulla poltrona con le flessuose gambe accavallate, e da come si era messa non era sulla difensiva, tanto che anche nella fioca luce riuscivo a vedere l'orlo delle calze autoreggenti e un briciolo di pelle nuda.



Il mio inguine mando' nuovamente quella piacevole sensazione che precede un'erezione di portata galattica, a mi sforzai di fare finta di nulla e di apparire professionale ed efficiente.



"Venga, Signor Guidi, non le faro' perdere molto tempo, la questione che voglio esporle e' molto delicata e non volevo farlo davanti a tutti", attimo d'attesa studiata e poi, per poco rischiai l'infarto. Lei fece per far scorrere verso l'alto la gonna del tailleur, scoprendo per bene le succitate calze autoreggenti e le cosce candide.



"Mi hanno detto di lei che e' un ottimo dirigente, uno che non si ferma davanti a niente pur di fare risultati e carriera " disse con noncuranza.



Feci per ribattere ma lei mi zitti' con un gesto della mano "e vedo anche che lei e' un bell'uomo oltre che un elemento capace, chissa' i commenti che avrete fatto su di me, un mese fa' alla mia presentazione" continuo’ con voce languida e ironica allo stesso tempo.



Anche qui tentai un'imbarazzata replica, subito stroncata da un'occhiataccia perfida "su' su' non faccia il timido...eh? Chissa' quante ve ne siete detti. Senta voglio essere per lei un capo esigente ma onesto e pretendo che lei lo sia con me, dai su cosa vi siete detti?" insinuo’ sempre piu’ sibillina.



La domanda esigeva, con quel tono autoritario, una risposta in linea con delle aspettative molto ampie, cosi balbettai qualcosa, senza troppa convinzione.



Lei mi attacco' con fermezza "non dica balle, non sono questi i commenti che mi sono stati riferiti da questa" e indico' una specie di cimice. "Si ne ho messe in tutte le sedie, prima della riunione e ho potuto sentire tutto". "E le diro' di piu', e' un bel po' che lavoro in questa ditta, ma sotto mentite spoglie, ha mai visto questa persona?" disse sparendo per un po' dietro una specie di paravento.



Quando torno' vidi la consulente insignificante coi capelli grigio topo, che aveva lavorato con noi per un anno, niente tacchi, vestita come un sacco di patate, insomma una vera e propria schifezza, ecco questa era il mio nuovo capo.



Sbiancai in volto e anche la mia erezione svanii all'istante.



Cazzo, questa non era solo una stupida puttanella che aveva fatto carriera grazie alla sua avvenenza, era uno squalo!!!!



Mentre ero immerso in questi pensieri, lei si era mossa con movenze da gatto ed eccola sdraiata sulla scrivania, con il sedere rivolto verso di me, il quale era quasi scoperto e potevo vedere solo un minuscolo tanga, infilato in mezzo a due globi di carne arrapanti come mai ne avevo visti.



"Ma dove e' andato a finire l'arrivista che e' in lei? non e' lei che ha riso di gusto quando le hanno detto che sarebbe stato piu' piacevole leccare il culo al nuovo capo? eddai non faccia l'imbranato e faccia il suo dovere, mi lecchi il culo, e se sara' bravo, forse lei otterra' di piu' e la sua carriera sara' salva." Disse ora con fare decisamente autoritario.



"In caso contrario", continuo' dimenando un poco il culo, come per invitarmi " mi vedro' costretta a rimuoverla dall'incarico, nonostante le sue indubbie qualita' di dirigente, vediamo se lei e' all'altezza della fama che le attribuiscono come sciupafemmine".



E questo da dove lo aveva saputo? Be' certo e' che le donne sono piu' disposte a fare confidenze ad un cesso, perche' cosi si era fatta conoscere all'interno dell'azienda, non temono la concorrenza. E' vero mi ero fatto praticamente tutte le tipe + gnocche all'interno dell'azienda, ma come si sa, con dei capi maschi questo poteva essere un punto a mio favore, ma con questa qui si metteva male, il mio futuro era tutto in mano alla mia lingua e al mio uccello, forse!!!





Con questi pensieri mi avvicinai a quelle deliziose terga offerte aspirando dalle narici un forte e caratteristico odore di femmina vogliosa.



In quel mentre suono' l'interfono e lei molto seccata rispose alla segretaria:"Le avevo detto che non voglio essere disturbata per nessun motivo, allora che cosa c'e'?" la voce della segretaria rispose timida che doveva farle firmare un documento urgentissimo e lei le disse di entrare. Si ricompose in un lampo e quando entro' Sara era come se la situazione di pochi secondi prima fosse solo il frutto della mia fantasia malata.



Vedendo la mia espressione appesa tra lo stupore e un accenno di eccitazione, la vidi riflettere e con una nuova luce negli occhi affermare rivolta alla sua assistant "no aspetta con te non ho finito, vieni qua'" e poi rivolgendosi a me" lei non te la sei mai fatta eh? troppo brutta per i tuoi gusti, ma dai e' giovane e dopottutto sotto quel velo da santarellina ha magari un bel corpicino, su Sara si spogli e ci faccia vedere come e' fatta".



Sara in effetti non era un granche', sapevo che mi mangiava con gli occhi tutte le volte che entravo dal direttore, ma non si era mai fatta avanti e io non l'avevo mai neanche degnata di uno sguardo.

In quel momento mi sembrava molto piu' preoccupata di perdere il lavoro che di spogliarsi e cosi si levo' in fretta tutto coprendosi solo per pudicizia i punti "caldi".



Ecco perche' non l'avevo mai guardata, giovane e insignificante, mi ero sempre detto e la nudita' non metteva in mostra niente di notevole, un po' di cellulite sui fianchi e due tettine per niente invitanti.



Per ordine di Simona, Sara si mise docilmente nella medesima posizione dove si trovava lei pochi istanti prima "su Marco caro, fai un bel lavoretto a questa cagnetta" disse con fare beffardo (anzi no...bastardo!!!)



Visibilmente impacciato mi diressi verso le terga offerte, ma stavolta non sentii quel piacevole afrore e il mio arnese non si mise sull'attenti come in precedenza. Il mio nuovo capo lo intui' e mi intimo' di essere piu' attivo, dicendomi nel contempo di mettermi comodo, insomma di spogliarmi.



Mentre mi toglievo gli indumenti pensavo che se ci avessero beccato in quella posizione, il direttore commerciale nudo che lecca il culo alla segrataria del direttore non ci avrei fatto una bella figura..che spettacolo deprimente.

Ma ormai era tardi e nessuno, ne ero certo, ci avrebbe disturbato.

Simona lancio' uno sguardo eccitato vedendomi per la prima volta nudo, si morse perfino il labbro quando la sua vista si poso' sul mio affare che se pur non in erezione era pur sempre un gran bell'arnese.



La cosa che non mi piacque per niente fu' quando per invogliarmi prese in mano la mia cintura, facendola roteare in aria.



"Bene vedo che non ti va' molto di leccare Sara e tu dimmi se la cosa ti soddisfa o meno che ci penso io a farlo diventare collaborativo, hai capito?" le disse assestandole una sonora scudisciata sul culo, per rafforzare l'ordine.



"ahiaaa" urlo' Sara facendo segno con la testa di aver capito.



Rompendo gli indugi mi abbassai e cominciai timidamente a leccare dapprima le chiappette flaccide, per poi indugiare sul forellino scuro chiuso non so' se per la paura o per la vergogna.



Mi abbassai a leccare anche un po' le grandi labbra che facevano capolino in mezzo ad una folta peluria nera (ahhh come mi hanno sempre fatto schifo i peli pensai io) ma mentre questo pensiero mi passava per la mente, Simona mi fece segno di smettere e rivolgendosi alla sua subordinata:"allora ti piace, lecca bene il nostro direttore commerciale, o da donna a donna fa' un po' pena”. “Dici che dobbiamo dargli un incentivo?" e cosi dicendo schiocco' un'altra frustata in mezzo alle sue chiappe tremanti, La segretaria non ne voleva sapere di rispondere, divisa tra il ferire me o la sua capa.



"No ahiiaaa che male che mi sta' facendo......no no non mi sta' piacendo molto " disse Sara con un sussurro.



"Bene, avanti si metta di nuovo al lavoro, vediamo se questo incentivo funziona"



Cosi, mio malgrado, mi rimisi quasi a carponi come Sara e dopo i miei primi timidi colpetti di lingua arrivo sul mio deretano un micidiale colpo di cinghia che se da un lato mi fece emettere una smorfia di dolore, dall'altro mi convinse che dovevo a tutti i costi far venire quella buzzicona della segretaria, pena l'impossibilita' di sedermi per giorni e giorni, e cosa ancor piu’ spiacevole, il licenziamento.



Sara non aveva un buon sapore, acido, come tutte le zitelle pensai malignamente, ma visto che la cinghia continuava a suonare sul mio culo, decisi che era la figa piu' bella e saporita dell'intero universo e sfoderai tutte le mie armi di amatore, tempestando il suo clitoride di teneri e continui colpi di lingua, e dimenticandomi della presenza del folto pelo, dispensando piacere a profusione.



Per fortuna del mio posteriore, Sara comincio' a reagire alle mie attenzioni, cosi Simona, fermo' le micidiali cinghiate, godendosi lo spettacolino della sua segretaria ora infoiatissima.



Sara si giro' sulla schiena per permettermi di leccare con piu' comodita' e nel contempo si pastrugnava le tettine con evidente soddisfazione, finche' venne godendo molto rumorosamente.



Una volta ripresasi dai fumi del piacere, Sara scese dalla scrivania, rimasta tutta imbrattata dal suo piacere e fece per pulire scusandosi imbarazzatissima, ma Simona aveva altre intenzioni.



"No Sara, lascia che sia il nostro direttore commerciale a pulire, con la lingua" aggiunse sempre piu' da stronza "visto che la sa' usare molto bene” disse in mezzo ad una risata fragorosa.



Cosi mi tocco' pure l'umiliazione di pulire la superficie di cristallo da tutte le gocce di piacere della mia improvvisata partner, ma guarda te cosa mi toccava subire per un posto di prestigio in azienda.



Leccai cosi nudo come un verme, per circa 5 minuti, quando finalmente soddisfatta Simona mi fece smettere.



Io ormai avevo una vistosa erezione, e speravo in un contentino.



Ma Simona disse stiracchiandosi come una gatta:" ahh ragazzi si e' fatto tardi ho un impegno, su rimandiamo la cosa a domani sera, stesso orario, non amo far fare gli straordinari al mio personale a domani dunque".



Mamma mia quanto l'ho odiata in quel momento, mandarmi via in quelle condizioni era da bastarda, stronza, puttana ma apprezzai il suo modo di contenere le emozioni.

Era anche lei visibilmente eccitata, ma ferma a non darmela (in tutti i sensi) vinta!!



D'accordo avevo perso una battaglia ma la guerra era ancora lunga.



(continua)



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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Carino6423 Invia un messaggio
Postato in data: 02/12/2008 19:01:26
Giudizio personale:
Ben scritto ed eccitante ...... speriamo nel proseguio.

Autore: Marcoaurelio1 Invia un messaggio
Postato in data: 02/12/2008 11:15:08
Giudizio personale:
bello aspetto il seguito

Autore: Joseph62 Invia un messaggio
Postato in data: 02/12/2008 06:47:22
Giudizio personale:
Bellissimo racconto, molta fantasia , buona la descrizione e la cadenza dei tempi.......................
a quando il proseguo??
in amicizia Jo


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