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Carriera ad ogni costo - 2


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Carriera ad ogni costo (2a parte)



Dopo quell'antipastino (anzi digiuno) della sera prima, non riuscii a dormire molto bene se non con una bella dose di sonnifero.

Nonostante cio' la sognai tutta notte, diciamolo fra di noi, sbattendo la mia capa come una porta, in tutti le maniere possibili.



Durante la giornata la incontrai per lavoro, e rimasi stupito di come lei mi trattasse con distacco, come se la sera prima non fosse accaduto nulla.

Al contrario Sara appena mi vide e arrossi dai piedi alla radice dei capelli, ben ricordando il piacere provato durante il mio compitino "orale".



E' facile dire che le otto ore lavorative furono per me un tormento, non riuscivo a levarmela dalla testa, ma ero anche preoccupato di come si erano messe le cose.



Negli affari e' fondamentale sapere tutto del proprio avversario, in modo da scoprire i punti deboli e evitare in anticipo i suoi attacchi. In questo caso la Capa, aveva avuto tutto il tempo per studiare tutti i componenti del suo futuro consiglio direttivo, mentre noi, ed io in particolar modo, ero all'oscuro di qualsiasi aspetto della sua vita.



Devo proprio ammettere che per la prima volta in vita mia non sapevo come comportarmi. Maledetta strega!!!



A fine orario ero ancora nel mio ufficio quando ecco che mi arrivo' una bella email dal capo. Era (finalmente) arrivato il momento, dovevo andare da lei subito!



Appena davanti alla sua porta mi arrivo' nella mente un certo senso di dejavu', come la sera prima, ma adesso sapevo cosa mi aspettava.



Entrai sicuro e vidi per il momento solo Sara, di nuovo nuda e con lo sguardo basso in piedi di fianco alla sua manager.



"Vieni entra Marco, come vedi ho chiamato anche lei, dopottutto ieri sera abbiamo lasciato le cose a meta' e non mi sembrava corretto lasciarle l'amaro in bocca, che ne dici? Su cara fagli un pompino, cosi me lo calmi un po' senno' rischia di fare brutta figura", disse Simona con un sorriso perfido.



Docilmente Sara' si avvicino' e mi spoglio di tutto, io la lasciai fare pregustando il lavoretto di bocca, subito dopo si inginocchio e prese a massaggiarmi le palle, tastando con l'altra mano la durezza del membro che andava rizzandosi.



Poi su incitamento di Simona (sempre col solito metodo carino, una scudisciata data con un frustino da cavallo), la povera Sara' gemendo per il male mi prese dapprima la cappella in bocca, e in seguito tutto il membro tentando per quanto possibile di farselo entrare tutto.



Simona da canto suo stava di fianco e si divertiva a far soffrire Sara con precisi e dolorosi colpi sul sedere.



"E' di tuo gusto questo lavoro caro Marco" disse Simona con fare gentile, e io un po' per vendetta e un po' per dire la verita' feci di no con la testa, al che Simona intimo' di fermarsi e di cambiare posizione.



Fece stendere Sara a pecorina su una poltrona, in modo che il culo fosse ben esposto, e le disse di continuare il suo compito "ma vedi di farlo bene perche' altrimenti dovrai ordinare una sedia piu' morbida per la prossima settimana lavorativa".



E via, lei riprese il suo lavoro e Simona di dietro giu' a menare staffilate.



La questione duro' un bel po', io ero molto eccitato ma in effetti Sara non era una gran bocchinara, forse le mancava la necessaria esperienza, e anche per via del male proveniente dal suo culetto (che la distraeva non poco), ci mise quasi una 20ina di minuti a farmi venire.



In quel momento gli scaricai un torrente di sperma direttamente in bocca, perche' l'evento coincise con un colpo particolarmente forte che spinse la poverina contro il mio pube per riflesso, tanto che non pote' sottrarsi all'ingoio.



"Bene, finalmente e' ora del mio turno caro dipendente”. “Da ieri sera mi e' rimasta una voglia di sentire la tua lingua nel mio ano, che non ti puoi immaginare” esclamo tutta sorridente Simona. “Oh guarda sta' poraccia che bel sederino color fuoco che ha, eh cara mia ti devi applicare di piu' nell'arte orale, se fossi stata piu' brava non ti avrei conciato il popo' in questa maniera" concluse schernendola.



Quando volsi lo sguardo per vedere l'effetto di tutte quelle frustate fu' come un colpo alla bocca dello stomaco. Le aveva praticamente strappato la pelle del sedere, c'erano orribili bolle su quasi tutta la superficie delle chiappe e molte di esse sanguinavano.



Provai un po' di pena per lei, ma anche un certo sadismo che fece parzialmente riprendere turgore alla mia virilita’.



Simona nel contempo si era spogliata e quello che vidi fece rialzare la testa al mio guerriero pelato definitivamente "bene bene" disse lei "questo si che e' un breve tempo di ricarica, comincio a pensare che le voci sul tuo conto non siano del tutto infondate" ammise con un sorrisetto Simona.



Un corpo stupendo, seni grossi ma sodi, come del resto tutta la sua figura che non si poteva definire anoressica, ma piena nei punti giusti. Una peluria rada e bionda sulla patatina e uno sguardo arrapato da troia in calore. Con questo colpo d’occhio si mise distesa di schiena sulla fredda superficie della sua scrivania allargando oscenamente le gambe chiamandomi a se con un ditino malizioso prima e allargandosi poi, con entrambe le mani, le labbra della fichetta vogliosa.



Contrariamente alla sera precedente non ebbi bisogno di "incentivi" e mi buttai a capofitto. Mmhhh che odore estasiante, che sapore afrodisiaco, non c'e' nulla di meglio nella vita di questo odore di femmina eccitata, almeno per noi maschietti.



E la povera Sara? Fu' presto invitata a lustrarmi di nuovo l'uccello con la sua bocca, in modo da pulirlo da ogni residuo della precedente venuta, mentre Simona si portava le gambe vicine alla testa, alzando perfino il sedere per consentirmi di leccare il suo ano palpitante.



Appena appoggiai la lingua in quel segreto pertugio, venne risucchiata dentro dall'antro voglioso. Presi allora con vero gusto a umidificare quel bel buchetto grinzoso che non chiedeva altro di essere violato e sfondato con violenza.



Ripassai alla fichetta mettendo le dita a forbice, pollice nel culetto e ad una ad una, 4 dita nella fichetta grondante di caldi e saporosi umori.

Tempestai di colpi il clitoride esposto mentre lei si teneva aperte le labbra per facilitare il mio lavorio, e piu' la scavavo con le dita e piu' copiosamente lei bagnava la scrivania.



Ad un certo punto mi spinse la testa un poco piu' in basso e zaff...un fiotto di calda urina mi si riverso' sulla faccia mentre la mia Capa raggiungeva, quasi urlando, un prorompente orgasmo, subito seguita dai guaiti della segretaria.



Be' Simona la si capisce, ma Sara? Mentre io ero intento a leccare la sua padrona, lei si era masturbata come una cagna in calore, cosi che erano giunte entrambe al piacere.



Ripresomi dalla "pioggia dorata" sentivo che il mio uccello era duro come il marmo, cosi lo avvicinai alla fica della mia capa e mi gustai con immenso piacere il calore devastante della sua vagina, ancora scossa dagli ultimi tremiti dell'orgasmo.



Affondarle dentro fu' una goduria impagabile, anche a livello emotivo.



Mi stavo chiavando la mia capa e lei godeva come una pazza, massaggiandomi con sapienza tramite i fasci muscolari del suo fodero di carne, tutta la lunghezza del mio membro, un calore incredibile si irradiava da quella zona, e per un attimo pensai che mi avrebbe sciolto l'affare in quella fornace umida e accogliente.



Dopo l'ennesimo orgasmo simultaneo (e per oggi io ne avevo gia' fatte due) in cui non mi preoccupai di scaricarle nell'utero tutto il mio piacere, Simona mi urlo' tra i denti "Marco inculami, spaccami, fammi male" e io avendo ormai in mano il pallino del gioco, la feci scendere dalla scrivania, la misi a pecorina sul folto tappeto, e tirando per i capelli Sara, le costrinsi ad un bel 69 saffico, cosi da permettermi di ricaricare le forze.



Le guardai per un certo tempo slinguarsi e godere a vicenda, ma piu' per un mio personale piacere, visto che dopo uno o due minuti ero gia' in tiro.



Mi piaceva fare smaniare un poco Simona, che non vedeva l'ora di prenderlo nel didietro, cosi aggiunsi alla lingua di Sara che le scavava nell'intimita', la mia con dolci e delicati colpetti sul suo ano.



Provai a inserire prima un dito e questo scivolo' dentro come se nulla fosse (ahh la santarellina non era di certo vergine da quel buco, brutta porca!!!)...ne misi un altro e questo entro' ma con un po' di difficolta', cosi anche un terzo ma stavolta le provocai un gemito di dolore, ah quanto mi divertivo a prenderla un po', guarda caso, per il culo.



"Ma come, spaccami, inculami sfondami eppoi per tre dita fai tutte queste storie?? E quando ti ficchero' dentro questo uccello che farai, urlerai e scalcerai come una vergine recalcitrante???" gli dissi presentandole l'uccello alla bocca e sottrendo quest'ultima dalle attenzioni fino a quel momento concesse alla fichetta pelosa di Sara.



Prese a succhiarmelo con perizia, si vedeva che era di tutt'altra pasta rispetto alla sua segretaria. "Brava brava ungilo bene che adesso ti sfondo gli intestini, cosi impari a chiedere a gran voce di essere inculata dal sottoscritto!!" le dissi con rabbia.



Dentro di me pensai che sarebbero stati cazzi suoi, io ero gia' venuto due volte e cominciavo ad avere una bassa sensibilita', ottimo preludio per una inculata lenta e prolungata, piacevole per me, non molto per lei.



Dopo un tempo che avrei voluto non finisse mai, mi staccai di malavoglia da quella piacevolissima bocca e lasciai che tornasse ad assaggiare la fichetta palpitante di Sara.



Chiesi a quest'ultima di continuare a leccare ma nel contempo con le mani di tenere spalancate le chiappe della sua capa, per agevolare l'introduzione.

Non mi sono mai vantato apertamente delle mie dimensioni, ma devo dire che per i mezzi naturali, avrei potuto benissimo fare il pornodivo (che esagerato che sono eh?)



Appoggiai cosi solo la punta sull'ano e lo sentii, non senza una perfida punta di lussuria, contrarsi appena per poi tornare a rilassarsi.



Lo sapeva che se avesse opposto resistenza sarebbe stato molto piu' doloroso, cosi spinsi leggermente fino a quando la cappella non fu' ben dentro le sue carni.



Sentii un lieve cambiamento dei suoi gemiti ma non si allontano' da me. Ripresi a spingere con piu' foga guadagnando cm inesorabilmente, fino a quando i miei 25 cm sparirono dentro il suo culo, impalandola a fondo.



Solo in quel momento mi accorsi di uno specchio e quello che vidi riflesso era a dir poco spettacolare.



Simona aveva un espressione del viso trasfigurata, la realizzazione del piacere estremo, sguardo perso, bocca spalancata e ansimante, un velo di sudore su tutto il corpo.



Quella visione fu' il segnale per l'attacco vero e proprio, parti' di conseguenza con affondi lenti ma decisi.



Lo tiravo fuori, mi gustavo la vista del mio randello, lievemente segnato da qualche rivolo di sangue, poi lo rinfilavo fino in fondo godendomi gli spasmi di quel caldo budello.



La scena a questa velocita' duro' una decina di minuti, nei quali lei ebbe un altro paio di orgasmi, sempre aiutati dalla ormai abile lingua di Sara che brucava la sua capa con dedizione ed eccitamento.



Ad un certo punto, vedendo che non venivo, aumentai il ritmo mollando nel contempo sonore sculacciate alle gentili terga di Simona, che sembro' ridestarsi dal torpore e riprese ad incitarmi a gran voce :"siiiii ahhhh ancora...mio stallone....possiedimi fino alla radice del tuo cazzo..ahhh che bello, mi sento sventrata..ahhhh si di piu'......." disse cominciando per la prima volta a corrermi incontro col culo, per impalarsi da sola.



Altri 10 minuti cosi e niente, cosi decisi di uscire facendomelo leccare un po' da Sara' e di riprendere a fotterla alla pecorina.



Accidenti un po' per le sborrate precedenti un po' perche' ormai la topina di Simona sembrava un lago dagli umori, non sentivo piu' niente e l'attrezzo cominciava un po' a dolermi. Decisi allora di farle cambiare posizione.



Mi sdraiai io e la invitai ad impalarsi di nuovo sul mio cazzone svettante. Vista la nuova posizione, il suo culetto sembrava piu' stretto di prima e Sara riprese dal davanti la sua servizievole opera di lingua, sul clitoride prima e sulle meravigliose tette dopo.



Io ormai vinto dal piacere imminente, presi a piene mani le tettone di Simona, impastando e torcendole i capezzoli induriti. Fu' il preludio al suo ultimo orgasmo, le cui vibrazioni finalmente si trasmisero dalla vagina al suo ano oscenamente dilatato, creando le condizioni per farmi schizzare tutta la mia goduria fin nel profondo dei suoi intestini.



Passo qualche minuto in cui nessuno fiato', stavamo riprendendoci da quella valanga di emozioni.



Poi Simona, pur se con qualche sforzo, si sfilo da me, si rialzo' e corse in bagno (personale...ehhehe i vantaggi di essere capo) quando usci, a parte la camminata un po' traballante era tornata la donna manager di successo.



Io mi ero rivestito e anche se stanco ero su su giri, mentre Sara se ne era gia' andata via.



"Bene Marco, domani ci sara' la mia relazione sui risultati della passata stagione e sui progetti per il futuro. In questa occasione daro' anche il rendiconto dei passaggi di ruolo per chi e' stato meritevole” disse con aria baldanzosa.



“Le sta' bene nuovo ViceDirettore generale?" mi disse regalandomi un sorriso.



"Te lo sei proprio meritato, complimenti!!" concluse stampandomi un bacio con lingua in bocca, il primo a dire il vero da quando ci eravamo conosciuti.



C'ero riuscito.....una scopata memorabile (magari nemmeno l’ultima) e la carriera assicurata.



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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Carino6423 Invia un messaggio
Postato in data: 03/12/2008 18:35:47
Giudizio personale:
Molto eccitante e travolgente ...... da farmi eiaculare insieme a voi ....... grazie


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