i racconti erotici di desiderya |
Voleva solo un piercing |
Lavoro in uno studio di tatuaggi e piercing da anni e quotidianamente ho a che fare con gente di tutti i tipi.
Dal gigante palestrato che sviene per un foro al lobo alla ragazzina che ride serena durante la foratura dei capezzoli. Ma come Laura e il suo compagno non ne avevo mai incontrati. Il primo contatto con Laura l'ho avuto attraverso la mia pagina social, mi seguiva da tempo e ogni tanto mi faceva i complimenti per i miei lavori. Un bel giorno, tramite messaggi privati, mi chiese se eseguissi piercing genitali. Ovviamente la mia risposta fu affermativa, purtroppo per le regole dei vari social, certe immagini non possono essere pubblicate e quindi non aveva mai visto quel genere di lavori. Le mandai qualche foto in privato e si disse interessata ad un piercing al monte di venere. Non conoscendola personalmente ma avendo a che fare con tanti perditempo le chiesi subito se intendeva prenotarsi, disse che ci doveva pensare e che ne doveva parlare col compagno e la chiudemmo lì. Passò qualche settimana durante la quale notai una certa insistenza dei suoi mi piace alle mie foto, anche personali, e commenti di apprezzamento sempre meno velati. Ad un mese esatto dalla richiesta di informazioni sul piercing, ecco arrivare la richiesta di appuntamento. Trattandosi di un piercing intimo ebbi cura di piazzare il suo appuntamento in chiusura così da non avere spettatori indesiderati e rompiscatole vari. Puntuali come orologi svizzeri, all'orario stabilito, ecco arrivare Laura e compagno. Lei uno splendore, non altissima ma con un fisico moderatamente palestrato e tonico, un sorriso furbetto e un seno da giramento di testa. Lui fisicamente ok ma molto riservato, si limitava ad annuire quando interpellato. Rompemmo subito il ghiaccio parlando del più e del meno, poi lei mandò lui a prendere qualcosa da bere al bar di fronte lo studio. Non aveva fretta di bucarsi, sembrava avesse più interesse per la conversazione. Al ritorno di lui bevemmo, loro una birra ed io una redbull (non bevo alcolici durante il lavoro), continuando tranquillamente a discutere. Dirottai la conversazione sul piercing, su come va eseguito e soprattutto su come va curato, le consigliai dei prodotti specifici per l'igiene e le diedi tutte le raccomandazioni del caso, poi finalmente passammo nella saletta dei piercing, la mia stanza delle torture. Un febbraio così freddo non lo avevamo mai avuto per questo mi ero premurato di riscaldare preventivamente la saletta. Laura era molto a suo agio, si sfilò rapidamente scarpe e jeans e si accomodò sul lettino. Indossava ancora l'intimo, un perizoma nero che niente lasciava all'immaginazione. Culo tornito e sodo, cosce muscolose e il pube accuratamente depilato insieme a tutta la patata. Mantenevo una calma apparente ma la carica erotica di Laura aveva acceso un fuoco dentro di me e lei non tardò a notarlo, complice il fatto che da sotto la tuta che indossavo il cazzo si faceva notare in maniera arrogante. Sfilò via anche il perizoma e un profumo delicato di detergente intimo e fica raggiunse le mie narici. Puntai la luce sulla sua fica e notai subito il luccichio di qualche perla di piacere tra le sue piccole labbra. Misi i guanti e iniziai ad esaminare la zona da forare. Oddio, si stava bagnando. Dopotutto le stavo sfiorando il cappuccio del clitoride, pensai che la reazione fosse più che normale, quindi continuai a fare il mio lavoro. Giusto un attimo prima di prendere l'ago, mi ferma e mi chiede: "ma dopo il piercing, quanto tempo deve passare prima che possa di nuovo usare la mia fichetta?". Le dico subito che almeno per un mese deve attendere, poi la guarigione è variabile per ognuno di noi, ma un mese è il minimo. Lei guarda il suo compagno, lui si china e si scambiano qualche parola all'orecchio, lui annuisce e lei raggiante come se avesse scoperto chissà quale segreto universale, esordisce con: "allora prima di procedere verso la strada della castità mi sembra doveroso fare almeno un piccolo festino." Adesso ho gli occhi di entrambi puntati contro, lui mi guarda in faccia, lei è più interessata ai sussulti del mio pacco e per rompere ogni indugio inizia a massaggiare il pacco di lui che data la posizione le preme quasi sul viso. Con un gesto sapiente libera il cazzo di lui e inizia a leccarne prima la punta poi tutta l'asta fino alle palle. Io sono ancora attonito per lo spettacolo che mi si è parato davanti ma ci vuole davvero poco a riprendermi. Adesso il suo piede strofina contro il mio uccello, ne saggia le dimensioni e la consistenza. Io non resisto all'invito e vista la posizione favorevole mi fiondo su quella fica profumata e pulsante. Inizio a leccarla sempre più insistentemente, passando dal perineo fino al clitoride, poi mi concentro sul nettare che esce e con la punta della lingua la penetro dolcemente. Lei ha la bocca piena di cazzo, lo ingoia fino alle palle e oltre. Io ho tutta la lingua nella sua fica che ora gronda di umori e saliva, pulsa e si dilata come se dovesse inghiottirci tutti. E' il momento di riempirla per bene. Togliermi la tuta è un gioco da ragazzi, in meno di un secondo sono col cazzo svettante, la sto puntando ma non voglio scoparla subito. Voglio farglielo desiderare, quindi inizio con lo strofinare la cappella contro il suo clitoride. Per quanto è gonfio di desiderio sembra una piccola cappella. Cappella al cospetto della quale è doveroso inchinarsi e ungersi con quel liquido santo. Si toglie il cazzo di bocca solo per implorarmi di fotterla e quando le sono dentro lei può riprendere il suo pompino. I suoi orgasmi non si contano, il lenzuolino protettivo è zuppo e i rivoli gocciolano giù dal lettino. Questo è il momento di cambiare posizione. Mentre mi sposto per raggiungere la sua bocca lei si rigira per mettersi a pecorella; lui prende a stantuffarla con rabbia io mi limito a premerle la testa contro il mio uccello. I sui occhi sono praticamente rivoltati al contrario per quanto sta godendo. La sua fica sembra un idrante che vuole spegnere i nostri cazzi. Ci alterniamo tra bocca e fica quando lei decide per una bella doppia penetrazione. Sono sdraiato sotto di lei, la sento armeggiare col mio cazzo e lo vedo scomparire nel suo culo stretto. Mi cavalca con veemenza, poi si ferma e accoglie il suo compagno nella fica. Come un meccanismo perfettamente rodato e sincronizzato ci muoviamo al ritmo del suo piacere. L'eccitazione ha raggiunto livelli altissimi e anche noi stiamo per esplodere. Consapevole del fatto che non potevamo durare in eterno, Laura decide di raccogliere il frutto delle sue fatiche. Scende dal lettino, libera finalmente quelle due tettone enormi, si inginocchia tra noi due e ci lascia sborrare su di lei. E' ancora inginocchiata ed è letteralmente grondante di sborra. La faccia, il collo e le tette sono cime innevate. Incurante di tutto lui la bacia appassionatamente mentre lei si strofina lo sperma caldo sulle tette. Accenna pure a sgrillettarsi per regalarsi l'ultimo orgasmo prima della castità. Siamo stremati, sudati ma altamente soddisfatti. Fornisco asciugamani puliti e salviette imbevute per ripulirci alla meno peggio. Disinfetto il lettino e metto un nuovo lenzuolino, rimetto i guanti e sono pronto per fare questo benedetto buco quando lei esordice con: "dai è tardi, magari lo facciamo domani, non vedo l'ora di tornare qui in studio da te". Non so se Laura farà mai il piercing ma so che non vedo l'ora di vederla tornare... |