i racconti erotici di desiderya

Viaggio senza ritorno

Autore: Insostenibile Leggerezza
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Ho fatto un viaggio tanto tempo fa, chiamiamolo viaggio d'amore. L'appuntamento era in un locale di una nota città piemontese. Parto con il treno anche se non era facile viaggiare in treno solo con la pelliccia senza nulla sotto. Io l'ho fatto.

Arrivata alla stazione trovo un uomo ad attendermi che non conosco, salgo sulla autovettura, mi siedo dietro, fa molto caldo e mi apro la pelliccia e appoggio la testa sul sedile chiudendo gli occhi.

Non ho bisogno di aprire gli occhi per sapere che l'uomo mi osserva dallo specchietto, questo gioco mi piace e gli chiedo di accostare la macchina.

Scendo, mi accosto al bordo strada mi alzo la pelliccia sui fianchi, apro le gambe e faccio pipì. Lo spettacolo è esilarante.

Finalmente arrivo nel locale, sofisticato e un pò kicth, mi fanno sedere su un piccolo divano che domina la sala, non sono eccitata solamente curiosa di sapere cosa accadrà quando mi sento coprire gli occhi con una benda.

Qualcuno mi toglie la pelliccia e dal tocco leggere deduco sia una donna. Sento apprezzamenti alcuni anche volgari; mani che indugiano sul mio corpo, bocche di donne con baci leggeri.

Mi riavvolgono nella pelliccia e mi invitano ad alzarmi dolcemente, una voce calda maschile mi dice di seguirlo... Sei preziosa mi dice la voce..

Salgo su un'auto, c'è un buon profumo misto ad odore di tabacco.

Siamo arrivati e ho semore gli occhi bendati ma il buio non mi fa paura.

La voce è sempre più roca e mi dice sussurrandolo "hai una bocca morbida, calda", l'aria è fredda e pungente.

Qualcuno mi lega i polsi con qualcosa di morbido, sento i passi che si allontanano.

Inizia a battermi il cuore e penso al mio uomo che forse in questo momento mi sta guardando, eccitato.

Lui è come un animale, la sua sessualità è felina.

Sono stanca di aspettare quando la voce si fa sentire in modo autoritario: sei mia, ti ho pagata.

Dunque è questo sono stata venduta, non può essere arrivato a tanto, lui mi ama, mi dice sempre che sono una cosa sua... appunto una cosa.

La rabbia cresce dentro di me in modo feroce.

La voce mi dice cammina, il freddo e lo shock mi hanno irrigidita, vengo spinta verso un cancello, ma vengo improvvisamente abbracciata, le sue mani corrono sul mio corpo indugiando sul mio seno, il suo sesso preme contro le mie natiche, lo lascio fare.

So cosa vuole ed io sono disposta a darglielo, qualcosa di perverso si è impossessato di me, della mia mente.

La perversione è totale ed assoluta.

Ora sento che non siamo soli io e la voce, il mio uomo è li con noi.

Ho percepito il suo respiro, so quale è il suo stato d'animo.

e' un bambino viziato che presta ad altri il suo giocattolo credendo di essere felice, per lui è emozionante il gioco che lui conduce...

E' il puzzle della sua mente e lui ha bisogno del suo giocattolo per amare se stesso, lo so!

Il giocattolo più crudele sono io e il mio uomo lo sà...



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