i racconti erotici di desiderya

Trasformato in sissy

Autore: Manuel Bsx
Giudizio:
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Non molti anni fa incuriosito dalle possibilità offerte da Internet, iniziai a viaggiare tra siti di annunci sessuali, senza saper bene cosa cercavo, finché fui particolarmente attratto dall'inserzione di una travestita campana, alla ricerca di uomini e sorelline da iniziare al piacere della trasgressione.

Senza troppo pensarci risposi all'annuncio e dopo qualche giorno, ed una serie di simpatiche conversazioni telefoniche, concordammo per un incontro a casa sua.

L'eccitazione era tantissima, suonai al campanello ed una voce calda mi sussurrò di entrare lasciando la porta semi chiusa e l'ingresso in penombra, entrai non senza qualche esitazione e con lo sguardo incontrai poco più in là, una splendida creatura, completamente vestita e truccata da donna, direi di più da vera mistress.

Aveva indosso una gonna nera di pelle con profondi spacchi laterali, che lasciavano intravedere le belle gambe inguainate da calze nere con la riga, ai piedi degli splendidi sandali dal tacco altissimo, che ancor più slanciavano la sua figura. Sopra indossava un corsetto in pelle molto stretto che le assottigliava decisamente la vita e gli spingeva in su i due piccoli seni. Il trucco era curato in ogni particolare e mi colpirono particolarmente le unghie lunge smaltate di rosso fuoco, come la parrucca di un bel rosso tiziano.

Rimasi per qualche istante imbabolato a fissarla, finché lei mi disse:"dai entra, non vorrai che ci veda qualcuno?", mi risvegliai, chiusi la porta e mi rivolsi a Lei per salutarla: "ciao, scusami per il ritardo, ma ho avuto qualche problema a trovare il posto……" dissi con un sorriso gentile e scanzonato, ma lei freddamente tagliò corto "non ho nessuna intenzione di scusarti, e poi mi hai terribilmente offesa rivolgendoti a me direttamente, e senza darmi della Padrona. Perciò ritengo che questo incontro possa essere già concluso".

Mi accorsi di averla fatta davvero adirare e cercai di correre ai ripari, poiché avevo tanta voglia di lei e non volevo andarmene, così la pregai di scusarmi e mi sfuggì, più o meno volutamente, una frase che lei da allora prese alla lettera: "farò qualunque cosa tu voglia".

Lei, che forse non aspettava altro, mi disse subito: "bene, allora spogliati completamente e seguimi in bagno". Mi spoglia il più velocemente possibile ed entrai in bagno dove con mio stupore era già pronta la vasca da bagno, lei guardò il mio pene eretto e voglioso e mi disse che ora dovevo fare il bagno ed altre cosine e poi dopo avremmo pensato anche a lui. Aveva un fare decisamente affascinante e volitivo. Così fu lei a dirmi quando alzarmi dalla vasca e mi porse un accappatoio corto rosa, ed un paio di ciabattine da donna, che io indossai con malcelato fastidio. "ora vieni con me, che oggi avremo un bel da fare con te". Si diresse in una cameretta scarsamente arredata, con un lettino insolitamente alto, un armadio ed uno scrittoio.

Mi guardò con serietà e mi disse con voce lenta e misurata: "ora e solo per ora ti dò la possibilità di scegliere se andare via o continuare ad assecondare i miei desideri in tutto, fino a quando diverranno anche tuoi".

La frase mi sconcertò un pò ma la paura di dover abbandonare quella splendida creatura mi portò ad accettare senza esitazioni, così che lei soddisfatta mi disse che sarei diventata la sua slave, e che oggi si sarebbe dedicata a migliorare il mio aspetto scialbo.

Per prima cosa mi sottopose ad una dolorosa ceretta a caldo per estirpare tutti i “palazzi”, come li chiamava lei, poi con una sadica meticolosità passò con l'epilatore elettrico ad eliminare gli ultimi peli ribelli. Con il rasoio mi depilò infine l'area dei genitali e la parte più interna dell'ano. Finita la dolorosa operazione mi portò in bagno dove mi fece fare una veloce doccia per rimuovere i resti della cera sul mio corpo, dopodiché mi cosparse il corpo con una crema idratante profumata.

Io durante tutto il trattamento avevo alternato stati di eccitata erezione a momenti di dolere, senza mai potermi neanche toccare così che ora mi sentivo la testa insolitamente vuota e leggera, quasi uno stato di torpore, per cui alla domanda che mi fece successivamente risposi quasi senza capire nulla che poteva procedere. Mi stava chiedendo se poteva trattare il mio petto, su cui aveva particolarmente indugiato con il massaggio precedente, con una crema particolare che utilizzava lei stessa da qualche tempo, solo più tardi compresi che era una crema agli estrogeni.

Finito il massaggio mi portò nudo in camera da letto per potermi ammirare in un grande specchio posto di frante al letto. Mi sentivo decisamente imbarazzato così nudo come un verme, e completamente depilato, ma lei subito mi rincuorò "sei bellissimo, ma ora tireremo fuori da te qualcosa che neanche tu hai mai sognato di incontrare" e mi fece segno di guardare in direzione della poltroncina posta accanto al letto, dove erano adagiati degli indumenti che aveva preparato per me. Mi diede una mano ad allacciare il reggiseno, era un pusc-up strettissimo, ma che con la sua conformazione, stringendo il petto e con l'ausilio di due coppe semi imbottite, mi donavo l'illusione di due tette niente male. Mi passò successivamente uno strano perizoma in pelle, molto duro e mi insegnò come indossarlo sull'uccello ripiegato, poi indossati reggicalze e calze, mi guardò compiaciuta per un attimo e mi porse un abitino corto nero molto fasciante. Infine mi fece accomodare di fronte alla specchiera ed incominciò a truccarmi. Finito mi ordinò di non guardare ancora quello che chiamò il suo capolavoro, perché non era ancora terminato, aprì prontamente l'armadio e prese un paio di scarpe con dei tacchi a spillo davvero vertiginosi, almeno di 12 cm, ed una bella parrucca castana lunga che mi accomodò prontamente. Infilate le scarpe mi alzai con qualche difficoltà e mi girai.

Vidi un’immagine che al tempo stesso mi imbarazzava ed entusiasmava, avevo di fronte a me una ragazza sexy e niente male, ed ero proprio io!

La Padrona con aria soddisfatta, mi disse. "hai visto che bel lavoro, lo sapevo, l'ho immaginato dalle prime mail, dalle prime telefonate, ed ancor più dopo averti visto, che avrei fatto di te la mia servetta personale, e sapevo che tu non avresti desiderato altro. Da adesso in poi ti chiamerai Manuela e sarai solo mia. Ora vieni che la tua Padrona è stanca e merita quel massaggio ai piedini che mi avevi promesso via mail"

Mi inginocchiai senza esitazioni e le tolsi i sandali, li riposi ordinatamente per terra, le sganciai prima la calza destra dal reggicalze, la slilai con attenzione, ed iniziai a massaggiarle il piedino smaltato con la maggiore delicatezza possibile, lei compiaciuta mi disse anche porgendomelo alla bocca di leccarlo con la lingua specie tra le dita, ed io esegui, passai dopo aver sfilato l'altra calza all'altro piede con la medesima delicatezza.

Alla mia padrona questa operazione era davvero molto piaciuta, infatti la sentivo mugolare e fare dei piccoli movimenti impercettibili con il corpo che contraeva come pervaso da piccoli brividi.

Mi fece cenno di alzarmi e guardandomi negli occhi mi disse: “tesoro sai sei davvero brava, mi compiaccio con te, sei perfetta nel tuo ruolo, ma ora voglio spingere un po’ più in là il tuo limite, lo faccio perché lo desidero, e perché iniziarti anche al sesso en femme il prima possibile è per il tuo bene. Dimmi ora sei pronta o vuoi dare un grande dispiacere alla tua padrona?”.

Non mi sentivo proprio di deluderla e perciò come se fosse stata la cosa più naturale del mondo le dissi che avrai fatto ciò che mi avrebbe ordinato e la ringraziai per le attenzioni che avrebbe voluto rivolgermi, ero ormai in sua completa balia. Con un sguardo ancora più compiaciuto ed allo stesso tempo divertito mi disse allora: “brava ai risposto quello che volevo sentire, ora ti insegnerò come darai piacere alla tua Padrona”.

Sfilato il tanga mi mostrò orgogliosa il suo membro già eretto e me lo avvicinò al viso, dicendomi: ”è il momento che tu impari ad eseguire un bel pompino. Forza baciami la cappella dai così, da brava, su dai, ora passa con la lingua sul filetto dai si, si, ………….ancora mi piace, ed ora, ora prendilo in bocca e succhiamelo con fame come fosse l’unica cosa rimasta al mondo, l’unica gioia, l’unico tuo desiderio”

Obbedii a tutte le indicazioni che mi dava alla lettera, con suo, ma devo dire anche mio, compiaciuto desiderio. Il suo membro iniziò a sussultare nella mia bocca, finché arrivò un potente flotto di sperma che mi riempì. Lei mi abbassò il capo all’indietro e mi disse di non temere ad inghiottire tutto, perché quello sarebbe stato il gesto della mia completa devozione. Lo feci quasi autonomamente ed ingoiai tutto quel liquido denso di un sapore mai provato, eppure forse per quella sorta di condizione di umiliazione mi sembrò davvero un buon sapore. Avidamente leccai l’intera cappella che ripulii completamente con la lingua. Avvertivo tra le mie gambe al contempo il mio pene sempre più duro ed indolenzito stretto dal perizoma di contenzione. Accortasi del mio fastidio la Padrona si dimostrò davvero molto attenta e mi disse complimentandosi per la bravura dimostrata, che sarebbe stato il momento di far godere anche la sua troietta, e mi disse di sfilarmi il perizoma. Finalmente felice, pensando che era venuto il mio turno di godere di lei, obbedii ancor più prontamente e mi liberai dell’arnese che mi tormentava. Feci per avvicinarmi a lei, ma la Padrona prontamente mi fermò, “ma cosa hai capito? Vuoi mica perdere tutto quello che abbiamo costruito oggi? Ho detto che è il momento di farti godere, ma sarò io ad insegnarti un nuovo modo di godere, stenditi sul letto e volgi il culetto verso l’alto”

Timidamente obbiettai che non ero pronta a riceverlo di dietro, che la cosa non mi interessava, mentre stavo farfugliando queste cose mi arrivò un potente schiaffone sul viso che mi colse all’improvviso e mi fece quasi perdere l’equilibrio. “come ti permetti di dire a me cosa fare, non hai capito che sei la mia troietta e solo io ti darò o ti negherò il piacere secondo quanto desiderò?”

Quasi singhiozzando la implorai di perdonarmi, nel frattempo la sorpresa del dolore sulla guancia mi aveva completamente fatto perdere la precedente erezione, e le dissi che ero pronta sdraiandomi sul letto. Ancora una volta la Padrona in quella giornata straordinaria mi sorprese, si mise di fianco a me e baciandomi sulle labbra, mi sussurrò che ero pronta per un nuovo tipo di piacere, quanto poi al penetrarmi non era quello il suo desiderio.

Si alzò e si infilò un paio di guanti lunghi lucidi neri in latex, con le dite iniziò a giocare con il mio ano stimolandolo, sentì che mi stava passando qualcosa di fresco, e lo massaggiava per rilassarlo, quando all’improvviso introdusse prima un dito, credo l’indice, e poi il medio ed iniziò a giocare per dilatarmi sempre di più. L’erezione era ormai del tutto svanita, ma ebbi comunque un fremito quando con il dito raggiunse a sfiorare la prostata e cominciò a massaggiarla, prima lievemente poi con gesti sempre più ritmati e precisi. Ero sopraffatto da un piacere nuovo ed intenso che mi pervadeva tutto il corpo provocandomi piccoli e ripetuti spasmi, finché all’improvviso eiaculai una quantità incredibile di sperma e la cosa che mi sconvolse fu il piacere di arrivare così senza neanche la parvenza di un erezione, dopodiché distesi le braccia e mi lasciai sfinito cadere sul letto. Durò poco, mi raggiunse prima una secca sculacciato sul sedere, e dopo la voce della mia Padrona che mi diceva che quello sarebbe stato il suo dono speciale quando lo avrei meritato, la possibilità di godere come una cagnetta senza ritegno, e mi sollecitò al alzarmi perché il trattamento non era ancora finito.

“Manuela, ora devo proprio dirtelo sono un po’ preoccupata dal tuo buchetto del culo, è ridicolmente stretto, dobbiamo fare qualcosa per sistemarlo”.

Detto questo aprì un cassetto pino di strani oggetti, tra i quali riconobbi alcuni vibratori di diversa misura. Prese dapprima una strana cordicella in cui erano legate ad uguale distanza delle sfere di metallo argentate e mi disse di stare in piedi piegata in avanti e di rivolgerle il culo. Ormai sfinita dal precedente intenso orgasmo, non pensai nemmeno a ribellarmi ed ubbidii prontamente. Nonostante la difficoltà a ritrovare l’equilibrio su quei vertiginosi tacchi. Allargai le gambe ed appoggiai le mani alla poltroncina, così che la Padrona seduta sul letto potesse comodamente manipolare il mio sedere. Con decisione introdusse la prima sfera, poi la seconda, la terza che sentivo spingere le precedenti due a farsi spazio nel mio ano, infine la quarta e la quinta. Mi sentivo insolitamente piena, e confesso che il freddo che emanavano le sferette era molto piacevole per il mio ano ormai alquanto provato. Senza preavviso afferrata la catenella la tirò violentemente facendone fuoriuscire tre con lo stesso strattone. La cosa mi procurò dolore e mi sfuggì un urlo. Arrivò puntuale un altro violento ceffone sulle natiche, forse il più cattivo, e la voce arrabbiata della Padrona risuonò “stupida ti ho dato forse il permesso di lamentarti? Ti ho detto che sto cercando di sistemarti il culo. Perciò stai zitta e se proprio non puoi fare a meno d’ora in poi potrai solo mugolare da troietta, a meno che non ti dica diversamente”, e strap….. estrasse le restanti sfere con un solo gesto facendomi sentire le stelle, ma riuscii a trattenere l’urlo che avevo in gola dalla quale uscì solo un prolungato gridolino che compiacque la mia Padrona, che si rivolse a me con una sorta di finta compassione e mi disse “vedi fintantoché non riuscirai a godere delle sfere giapponesi, inventate dalle geische, dovrai tenere qualcosa nel sedere che ti aiuti ad allargarlo, so che i primi tempi sarà fastidioso, ma ci farai l’abitudine, e passeremo ad inserire dei plug via via più grandi così da donare un bell’aspetto anche al tuo buchino” e maliziosamente aggiunse “sei contenta?” risposi prontamente di sì.

Allora scelse il plug che avrei dovuto portare e dopo averlo lubrificato me lo introdusse nell’ano, mi fece rimettere il perizoma e con attenzione lo sistemò di dietro di modo che non potesse in alcun modo scivolare via, ma anzi notai che ad ogni movimento la tensione di quello strano perizoma complottava a farlo incuneare sempre più in fondo.

Accortasi del mio disagio si rivolse a me sorridendo, “su dai non ci pensare” mi aiutò a risistemarmi in posizione eretta mi aggiustò il vestitino e mi allacciò sul di didietro un grembiulino bianco, da camerierina, “piccola, guarda il disastro che hai combinato, adesso raccogli le lenzuola e riponile in lavatrice, dopo vai in cucina e preparami qualcosa da mangiare”.

I movimenti con quell’arnese conficcato su nel sedere si fecero davvero dolorosi, ma feci di tutto per darmi un contegno e per eseguire al meglio le mansioni affidatemi. Dopo circa un’ ora sentii la voce della padrona che mi chiamava, corsi subito da lei sculettando sui trampoli che avevo ai piedi, e lei divertita mi disse che il plug stava facendo effetto, donandomi una camminata decisamente provocante. In verità il mio ancheggiare sexy era dovuto al fastidio che mi procurava ed al goffo tentativo di farlo leggermente sfilare. Mi chiese che cosa avevo preparato di buono, e dopo aver apprezzato le mie scelte mi disse che per me da oggi era previsto solo un regime di frutta, verdura e yogurt, perché avevo bisogno di depurare la pelle dalle impurità e perdere qualche chilo per ottenere una forma più aggraziata. Annui, e mi concesse di mangiare solo dopo averla servita all’in piedi per tutta la cena e riordinato la cucina.

Mi chiese mentre guardava la tv, di rassettarle casa, di pulire il bagno e di dare una lavata ai pavimenti. Ci misi quasi due ore e mezzo di fatica, ma alla fine dopo una breve ispezione fu alquanto contenta, anche se aggiunse, che lo era come prima volta, e che si sarebbe aspettata di più da me in futuro.

Poi tornata seria mi disse che non era ancora il momento di lasciarci, perché voleva fare qualche foto alla sua creatura, mi fece pertanto togliere il grembiule e mi risistemò il trucco. Passò poi a scattarmi una serie di foto che successivamente scaricate sul suo computer mi fece vedere, e credetemi sembravo davvero carina. All’improvviso mi disse di sedermi sul divano e di aspettare che aveva qualcosa da scrivere. Appena finito si girò di scatto, e mi chiese, come se fosse la cosa più normale del mondo di prendere la mia patente dai miei vestiti, la guardai terrorizzato ed incerto, al che lei prese in mano la situazione con la decisa maestria che mi aveva fino a lì ammaliato, e mi disse “vedi cara io sono davvero contenta di te, hai eseguito bene quanto ti ho ordinato, ma capirai, non vorrai che mi metta in casa una sconosciuta, e poi sai c’è la formalità del contratto di schiavitù da firmare. Ormai ho deciso che tu sarai la mia cameriera personale, e perché tu possa avere questo onore dovrai firmare il contratto che ho appena stampato con la tua foto, e per serietà ci allegheremo la copia siglata di un tuo documento”. Provai ad obbiettare che non era possibile per la privacy che ci eravamo comunque proposte di rispettare nei nostri accordi, ma lei con voce serena ed al contempo ferma mi disse “certo, ma ora sei mia, come puoi pensare di nascondermi qualcosa di te. A me la tua Padrona che ti ha fatto godere come nessuna donna saprà mai fare, e che ti farà scoprire lati di te che nessun uomo potrà mai aiutarti a conoscere. Ed ora muoviti vai a prendere sto sfottuto documento e firma oppure rivestiti e vai via per sempre!”

La giornata mi aveva davvero provato, ero confuso, vestito da donna, ma irrimediabilmente attratto, da quella creatura, che ai miei occhi era ormai la donna più desiderabile al mondo, così mi alzai e fatta copia del mio documento glielo consegnai e firmai il mio contratto di schiavitù. Lei finalmente contenta lo ripiegò e lo rinchiuse nel suo scrittoio, aggiungendo che ora ero davvero sua anche legalmente, e che quel contratto sarebbe stato al sicuro da occhi indiscreti fino a quando avrei ubbidita senza capricci.

Mi chiese di seguirla nella camera da letto dove mi avrebbe aiutata a spogliarmi mi tolse il perizoma e soddisfatta mi invitò a controllare l’ano, notai con sorpresa che ora potevo infilarci le mie due dita con molta facilità e la cosa un po’ mi preoccupava, lei subito mi disse di stare tranquilla che nei giorni successivi avrebbe passato a delle dilatazioni sempre più interessanti e che da lì ad un mese avrebbe voluto infilarci l’intera mano. La cosa mi fece ancor più preoccupare, ma ormai ero completamente schiava di lei.

Ci salutammo e mi porse la crema per il petto raccomandandomi di metterla ogni giorno dopo la doccia, perché voleva che la sua camerierina mostrasse anche lei un abbozzo di seno. Si raccomandò inoltre che io tenessi sempre qualcosa nel buchino per non perdere i risultati raggiunti, qualcosa di dimensioni più ridotte e meno fastidiose, ma pur sempre qualcosa, fino ai nostri successivi incontri in cui mi prometteva di aiutarmi a tirar fuori quella parte della mia personalità fino ad allora troppo nascosta. Mi licenziò con un bacio casto sulla guancia e mi accompagnò all’uscita.









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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Sottosopra2 Invia un messaggio
Postato in data: 30/09/2007 03:19:24
Giudizio personale:
bello, aspetto il seguito

Autore: Enzo51 Invia un messaggio
Postato in data: 29/09/2007 00:50:49
Giudizio personale:
bellissimo racconto
mi hai fatto eccitare molto .mi sono toccato per tutto il tempo della lettura
ciao spero che ci regalerai la seconda puntata di questa storia

Autore: Manu Tvp Invia un messaggio
Postato in data: 28/09/2007 13:00:23
Giudizio personale:
Davvero una storia intrigante. Spero che non sia finita.


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