i racconti erotici di desiderya

Tra fantasia e realtà - seconda parte


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- pronto chi parla?
- Buonasera laura – silenzio –
- Chi è?
- Mi piacerebbe dirti e sapere che sono il tuo sogno erotico più ricorrente, ma non è così, vero?
- Ahahhahahah…. Ma ciaoooo, mi hai chiamato…
- Certo che si, ci mancherebbe che rinunciassi a dare una voce a quelle belle foto che mi mandi….
- Grazieeee allora, che fai stasera?
- Te l’ho detto, sono a cena con te, non avevamo fissato così?
- Ma nn dovevi andare in barca?
- Si, domani, ma parto stasera, magari allungo un po’ ma… vuoi mettere? – rido –
- Bahh contento te, per me va bene. allora come fissiamo?
- Dimmi te.. mi dai un indirizzo, un’ora e io sono li
- Va bene, allora….. facciamo così, ti mando l’indirizzo e l’ora via sms
- Ricordati che a me ci vuole circa 1,30 per essere da te eh
- Si si. A dopo allora
- Ciao
Ha riattaccato.
Che ore sono? 17,30. giusto il tempo per farmi una doccia, preparare la borsa e partire. Inutile che aspetti. Se arrivo presto magari mi faccio una girata in porto và.
Chiudo tutto e vado a casa. Non devo pensarla se nò divento imbranato, eccitato, e precoce….
No no.
Vado a casa e faccio la doccia. Ecco ora mi vesto e…. cazzo cosa mi metto?
Non posso vestirmi da cena galante, poi domani mi dovrei cambiare e rinzeppare tutta la roba in borsa…
Prendo il cell. E gli mando un mess. Io vengo vestito da barca eh….
Mi vesto…
Arriva mess.. se tu ti vesti da barca io da cosa mi vesto?  vieni come vuoi… e in aggiunta ora e indirizzo.
Monto in macchina e imposto il navigatore. Orario di arrivo 10 minuti prima dell’ora prevista.
Durante il viaggio non riesco a distaccarmi dal pensare alle foto e dal pensare a lei.
(behh di sicuro sarà una bella serata, non mi aspetto niente, solo che conoscerò una bella donna, sicuramente).
Arrivo puntuale. E mando sms: io ci sono. punto bianca.
Guardo intorno ma niente mi fa immaginare che lì, da qualche parte ci sia lei.
L’appuntamento è in una piazza vicino al centro. Anche se è venerdì, la gente ha pensato bene di rimanere a casa. C’è un tempo da lupi e fa molto freddo. Non ho spento la macchina e ho il riscaldamento al massimo.
Arriva sms: ti vedo. C’è un bar proprio di fronte. Aperitivo?
Certo che si. Scendo e chiudo la macchina. Fa un freddo boia, il vento è gelido e un pensiero mi passa per la testa… ma stanotte dove dormo? Cazzo… evabbè, l’importante è che ne valga la pena.
Entro nel bar. Praticamente ci sono solo io e il barman. Sul tavolo solo noccioline e patatine. Su un lato dei tavolini illuminati da una candela che rendono l’atmosfera molto soft, a meno delle patatine e noccioline. Molto accogliente e caldo.
Mi metto a sedere all’ultimo tavolo di fronte alla porta. Il barman mi porta la lista e la sollevo all’altezza degli occhi. Sento aprire la porta, mi faccio violenza per non guardare, per rimanere indifferente. Sento i passi che vengono verso di me.
- ciao
alzo gli occhi e la sensazione è quella di aver mangiato una bomba innescata e che sia esplosa. È davanti a me con i capelli raccolto, occhiali da vista, un gran bel sorriso e un cappotto lungo con una sciarpa nera avvolta al collo
(cazzo se è alta)
- ciao
mi alzo, le prendo la mano e la bacio sulla guancia, o per lo meno è lei che si china e mi consente di baciarla.
- allora? Che mi dici?
- Fa freddo, ma ora ho pù caldo (che battuta imbecille) sorrido
- Hahahahah stupido…
- Che prendi? Gli dico
- Americano
Il barman, che è vicino, penso che abbia sentito da solo (e se continua a adorare mi toccherà staccargli le orecchie), gli faccio cenno di vittoria e gli dico - due americani
- insomma vai a punta ala stanotte
- beh si dovrei, per lo meno avvicinarmi, dormirò in autogrill, magari vicino a livorno
- in autogrill? Ma scherzi? Ma è freddo…
- ho il sacco a pelo. Magari a qualcuna gli faccio compassione e mi viene a scaldare – sorrido io e lei…
intanto il barman ci porta gli americani insieme alle patatine e le noccioline..
- senti, dove andiamo a cena?
- Ma, non sò…
- Io conosco solo il circolo nautico
- Per me va bene, è un problema per te???
- Mahh per me sarà un problema per loro non averti al tavolo, hahahhahaha
Mentre parliamo del più e del meno la osservo. I suoi occhi grandi mi incendiano come se fossero di fuoco.
Non sò perché ma, in pochissimo tempo finiamo aperitivi, noccioline e patatine. (meglio.. ho fame, voglio mangiare e mangiarti). Ci alziamo quasi contemporaneamente, mi fermo al bancone, pago e mi dirigo verso l’uscita. Lei è davanti a me. M sembra di vedere una pantera. Noto che ha iantaloni neri e scarpe con un tacco non proprio altissimo (per fortuna). Forse è più alta di 1.75. Ci dirigiamo alla macchina e saliamo.
Nel salire il cappotto, che fino a allora era rimasto chiuso si apre leggermente nell’attimo che svolge la sciarpa dal collo che, contornato da una doppia fila di perle fa da cornice a un maglione con lo scollo a V che non riesce a resistere alla grandezza del suo seno.
Il basso ventre si agita tutto e comincia a gonfiarsi a una velocità incredibile (no, ora no). Accomodo il giubbotto in mezzo alle gambe in modo che non si possa vedere il rigonfiamento accendo la macchina e allaccio le cinture.
- ma che fai, non lo togli il giubbotto per guidare?
- Meglio di no, gli rispondo
- Ma non guidi meglio senza giubbotto?
- Si ma potrei scambiare la leva del cambio
Lei mi guarda con aria prima interrogativa, poi stupita scoppia in una bellissima risata..
- ma daiiiiiiiiii
- eh, ma dai
in percorso è breve, nemmeno 5 minuti e siamo già dentro al ristorante.
C’ solamente un’altra coppia e noi.
Chiediamo se c’è posto (ihihihihiih ma chi esce stasera) e ci fanno segno di accomodarci dove vogliamo.
Io rimango in piedi davanti al tavolo mentre lei comincia a togliersi la sciarpa e il cappotto. Non mi perderei questa scena per nessuna cosa al mondo. Si muove lentamente come se soppesasse ogni movimento, in una scena o in un balletto dove tutto deve essere misurato, calcolato, preciso
Ripiega il lungo cappotto e lo adagia sulla sedia.
Io invece, da buon maschio, me lo tolgo in tutta fretta e quasi lo lancio sull’altra sedia.
- bevi vino?
- Si tu?
- Anche…
- Con le bollicine o senza?
- Senza
- Vuoi scegliere te? Gli chiedo
- No no, stasera lascio fare a te…
Mi viene spontaneo, lo dico senza pensare
- CAMERIERE, IL CONTO
Lei scoppia in una risata graziosa, non scomposta, come così doveva essere, mi guarda, ruota la testa, e mi dice:
- ma tu sei sempre così?
- No no, a volte sono meglio.. in barca mi ingrezzisco, forse è che mi sto preparando a domani chissà.
Intanto il cameriere con il suo taccuino si è avvicinato al tavolo


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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Veradonnastronza Invia un messaggio
Postato in data: 15/12/2010 14:29:16
Giudizio personale:
....e quindi?????mahhhhhh

Autore: Rotterdam19 Invia un messaggio
Postato in data: 11/12/2010 09:57:15
Giudizio personale:
Insomma...a parte la simpatia non è che poi ci sia molto altro.


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